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Autore: acqua00    29/01/2015    2 recensioni
Mi chiamo Nadia, ma tutti mi chiamano Nadd. Da quando mio padre mi ha lasciato io, mia mamma e Milkshake il mio gatto, viviamo da sole in casa. Harry è il mio migliore amico da quando siamo piccoli, lui conosce tutti i miei difetti. Luke è partito per un viaggio e chi sa quando tornerà; Ashton è il mio compagno di classe; Michael il mio vicino e Hood... lasciamo perdere.
DAL TESTO
Aspettai un paio di minuti dietro la porta prima di rientrare a casa di Nadia [...]-Hemmings, che cazzo ci fai nella mia stanza, soprattutto nel mio armadio?- Si è arrabbiata, proprio la reazione che volevo.
-Niente volevo solo ammirare cosa c’è nell’armadio delle donne.-
-Se se va bene, ora ti voglio fuori da questa casa. Ci vediamo oggi pomeriggio.- Ha la faccia più rossa di un peperone; si deve essere arrabbiata parecchio.
-Ciao.- La saluto e mi avvio verso la porta d’ingresso.Mentre vagavo tra i miei pensieri più oscuri sento qualcosa vibrare nella mia tasca; lo prendo e senza vedere il numero rispondo.
-Allora Hemmings, ce l’hai?-
-Si, non ti preoccupare. Te le porto oggi a scuola.
Spero di avervi incuriosito per continuare a leggere la fanfic.
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Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi sciolsi da quell’abbraccio, un vuoto venne a crearsi dentro di me, come se mancasse qualcosa. Finalmente avevo capito. Quel voto che sentivamo io e Milk era quello di una persona, non di una persona qualunque, ma di Calum. Non riuscii a stare più di un altro minuto senza il calore del corpo di qualcuno così, mentre si alzava, misi le mani intorno al suo collo così che, una volta in piedi, io mi trovai alla sua altezza e abbracciata a lui, volevo dargli un bacino piccolo piccolo, ma non mi sembrava il momento adatto, lui poggiò il suo mento sulla mia spalla e io lo abbracciai ancora più di prima e rimanemmo così ancora per molto tempo.
-Hei piccola, ho capito che mi vuoi bene, ma se non vuoi saltare anche la seconda ora ti conviene staccarti.- Piccola, piccola...non mi era mai piaciuto quel nomignolo, ma quando lo dicevano le sue labbra sembrava una cosa bellissima, il “piccola” che mi diceva adesso era molto differente da come lo diceva prima, quando mi chiamava perché si voleva sfogare con qualcuno. Iniziavo ad amare il soprannome piccola, mi faceva sentire protetta, bassa, ma protetta. UN ATTIMO CHE AVEVA DETTO?! Che se non mi sarei sciolta avrei saltato la seconda ora di lezione? Girai la testa sul comodino dove avevo un orologio e intravidi un 8.50. Scesi di scatto dal suo corpo caldo e andai in bagno a lavarmi i denti, una volta finito, aprii l’armadio e presi i primi vestiti che mi capitarono fra le mani. Nel frattempo Calum rideva, e come se rideva!
- E tu che hai da ridere?!- Gli dissi guardandolo con una faccia divertita.
-Niente, sto ammirando il panorama...- Panorama!? Ma che panorama e panorama, glielo facevo vedere io il panorama. Iniziai a togliermi la maglia facendo la musichetta sexy di sottofondo. –Vai così baby!- Ah...appena i maschi vedevano la pelle di qualcosa, iniziavano a delirare.
-Eh no, ora tu ti vesti qui, mentre io vado in bagno, e NON PROVARE AD USCIRA DALLA STANZA CAPITO!- Uscii dalla mia camera e andai di nuovo in bagno per poter finire i servizietti.
TOC, TOC
E te pareva che non poteva restare per cinque secondi in una camera da solo.
-Che c’è?-
-Posso vestirmi con te, mi sento solo di là.-
-Ma ASSOLUTAMENTE no!- Tu dai un abbraccio ad uno e lui crede che eravate già fidanzati.
-Uff.- Con questa espressione andò a cambiarsi in camera.
Appena finii, andai nella mia stanza per poter controllare a che punto era Calum. Aveva finito, era perfetto e sistemato anche se aveva addosso i vestiti del giorno precedente; presi lo zaino e cercai di scendere le scale per andare fuori, ma non riuscii nel mio intento dato che Hood mi prese per il braccio e mi avvicinò sempre più a lui fino a che i nostri sguardi non erano “incollati”, si avvicinò sempre di più alla mia faccia e io ero praticamente in panico dato che non sapevo cosa fare fatto che non avevo mai baciato nessuno anche se avevo diciassette anni da un pochino, Calum mise le sue mani dietro la mia nuca e  avvicinava piano piano la mia faccia a quella sua fino a che le nostre labbra non si toccarono in un semplice bacio. Mi sorprese tutta la delicatezza che stava usando in questo momenti, questo voleva dire che il mio piccolo phon stava compiendo il suo lavoro, lentamente, ma lo stava facendo. Una volta che ci staccammo,  intrecciò le sue dita nelle mie così che non ci potessimo mai separare. Scendemmo le scale, salutammo Milk, presi lo zaino e ci incamminammo per andare a scuola seppur in ritardo. Quando arrivammo, i ragazzi che erano fuori cin guardarono in modo strano dato che una persona stava camminando affianco a lui senza che quest’ultimo le facesse male, ma soprattutto quella persona stava tenendo per mano IL  ragazzo in questione, da brava ragazza che sono mandai tutti a quel paese perché LORO non conoscevano il vero Calum Hood, ma solo Hood che faceva male a tutti. Una volta attraversata la scuola, ci dovemmo separare dato che io avevo storia e lui inglese.
-Ci vediamo vicino le porte della mensa all’ora di pranzo.- Disse. Io annuii e staccai la mia mano dalla sua non prima di avergli dato un bacio,  poi andai nell’aula dove si teneva la seconda ora delle mie lezioni del lunedì, a fianco al mio banco vidi spuntare una testolina piena di ricci biondi. Ashton. Per fortuna che lui era qui, dovevo fargli il resoconto di tutto ciò che era accaduto nelle ventiquattro ore precedenti.
 
POV ASHTON
 
Entrai in classe e mi sedetti al banco vicino a quello di Nadia, appena si accorse della mia presenza dato che aveva poggiato la testa sul banco, mi fissò  negli occhi; questo voleva dire che mi doveva dire qualcosa di importante. Prese dallo zaino un foglio e una matita e iniziò a scriverci qualcosa. Dopo circa un quarto d’ora mi diede il foglio e iniziai a leggere non prestando attenzione a ciò che il professore diceva.
 
Non volevo tenerti nascosto niente dato che sei quella persona che fa tutto per me,volevo dirti una cosa a cui sei libero di non credere.
Ieri sera ero uscita da casa per andare a cercare Hood e l’ho trovato per terra così l’ho portato in camera. Quando il giorno dopo si è svegliato, gli ho detto tutto quello che pensato di lui e mi ha abbracciato. Lui non è come credi, Calum ha un lato nascosto che neanche io conoscevo così ora sto provando a conoscerlo meglio.
Non ti arrabbiare è stata una mia scelta.
Nadd xx
Ps. Non criticare un libro dalla copertina perché quello sbaglio, può cambiarti tutta la vita.
 
Il foglio era bagnato, tanti piccoli puntini che sbavavano l’inchiostro, Nadia doveva aver pianto quando aveva scritto questa cosa, però dopo tutto quello che le aveva fatto io non penso che lo dovrebbe perdonare dato che quando la picchiava, toccava a me consolarla e riparare ai suoi sbagli, alle sue macchie, ai suoi lividi, ai suoi sfoghi. Mi girai verso Nadia e vidi che aveva lo sguardo basso, stava scrivendo gli appunti che scarabocchiava  il professor Fick alla lavagna, solo lei riusciva a capire cosa c’era scritto. Avrei parlato con Hood alla fine della lezione per vedere se era tutto vero quello che mi aveva scritto la ragazza.
-Bene ragazzi, studiate da pagina cento a cento dieci, per oggi è tutto.- Il professore si dileguò dopo aver detto l’ultima frase. Non mi accorsi neanche che la campanella era suonata e che ero l’unico ancora in classe così presi i miei libri e uscii, intravidi con lo sguardo la figura di Hood e gli andai in contro. Appena gli misi una mano sulla spalla, si girò di scatto e mi tirò un pugno in piena faccia io mi allontanai da lui mettendomi le mani dove mi aveva colpito.
-Se fai così anche con Nadia, te la toglierò subito e non mi importa cosa dirà.- Ora che avevo avvertito il “ragazzo” mi sentivo più tranquillo. Per fortuna avevo l’altro corso in comune con Michael così gli avrei potuto chiedere perché non si era presentato al solito posto.
 
-Mike, perché non sei venuto in garage quando ti ho lasciato il biglietto sulla scrivania?- Sembrava molto perplesso, ma poi gli si accese una lampadina.
-AH..quindi sei stato a lasciarmi tu il foglio, come ho fatto a non capirolo, At, Ashton...amico hai cambiato firma prima era Ash x come mai l’hai sostituita, mi piaceva quella vecchia.-
-A me non tanto comunque ti dovevo dire che Luke è stato messo dentro perciò dovremmo cercare un altro membro della band, che ne dici se lo scrivessimo in bacheca? Poi andrò a trovarlo, se vuoi venire con me...ora taci dato che è appena entrato la Banana- La “banana” come la chiamavamo noi, era un figlio dei fiori che vestiva sempre di giallo e che ci insegnava matematica.
Tre, due, uno...
-Yeee, finalmente è finita l’ora, io lo sapevo che il conto a rovescio funzionava sempre.- Esultai. Insieme a Mich ci dirigemmo verso l’entrata della mensa.
-Ciao Nadd, aspetti Hood?- Lei si girò e mi regalò un sorriso stupendo.
-Si, guarda che lo puoi chiamare anche Calum…non morde mica sai.- Fece una risata trattenuta.
-Se vuoi posso aspettare con te.-
-Non ti preoccupare, sarà qui a mometi.- Entrai nella mensa seguito da Mike e andammo verso il bancone del cibo per poter mangiare quella schifezza ch echiamavano cibo.
-Allora Nadia e Calum fino alla fine si sono messi insieme?- LUI LO SAPEVA?!
-Tu lo sapevi e non mi aìhai detto niente?- Sembrava un cucciolo bastonato.
-Si…aspettavo che te lo dicesse lei comunque, cos’è questa storia di Hemmings?- Gli raccontai tutto, tralasciado però i particolari. –Lo sapevo che c’entrava lui quel giorno quando ho trovato Nadia nuda nel letto, tu saresti troppo buono per poterle fare qualcosa.- UN attimo…LUKE HA FATTO COSA A NADIA?
-Senti, pensa tu ad affiggere il “cercasi chitarrista” io devo andare in  carcere a fare un discorsetto a quel depravato.
 
-Perché non mi hai detto nulla riguardo lo stupro di NADIA?- Mi faceva male dire la parola stupro, ma questo era l’unico termine per descrivere ciò che aveva fatto.
-Pensavo che non te ne importasse niente…me lo potevi pure dire che ti interessava quel fatto…- Iniziavo ad odiare profondametne questo ragazzo, fino al midollo.
-COME NON TI NO DETTO NIENTE!! TI AVEVO DETTO CHE MI DOVEVI DIRE TUTTO QUELLO CHE AVEVI FATTO A NADIA, TU LE HAI TOLTO LA…- Le parole mi mancavano, anche se sapevo cosa dovevo dire.
-Intendi verginità?- Ma con quanta menefregagine diceva queste parole.
-Si, proprio quella…ora l’unica cosa che ti auguro è quella di morire bruciato all’inferno tra le tue mensogne e bugie.- Me ne andai completamente diverso da come ero entrato, prima poteva anche salvarsi, ma ora non era più nella mia lista di amici. Per la fretta avevo dimenticato di prendre la macchina a scuola così ora mi toccava fare tutta la strada a piedi per andarla a riprendre.
 
POV NADIA
 
L’incontro con Calum alla mensa era stato quasi piacevole anche se tutti mi fissavano con uno sguardo che diceva “che minchia ci fa una ragazza con Hood” oppure “Hood si è trovata un nuovo giocattolo” e cose simili.
All’uscita della scuola vidi Michael che correva nella mia direzione, fece un micro saluto a Hood per poi girare la testa dalla mia parte.
-Houston,  we have a problem.-

SPAZIO AUTRICE
oggi vado di fretta quindi nietne colori e farò un piccolo resoconto.
Nadia ha detto tutto a Ashton e lui non l'ha ammazzata, Michael ha capito chi gli ha mandato il biglietto e Ash ha scoperto qualcosa su Hemmo
Ci vediamo al prossimo capitolo
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