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Autore: CHAOSevangeline    29/01/2015    6 recensioni
{ Newtmas | School!AU }
A ricreazione, Thomas realizzò due cose: la prima, che era riuscito a sopravvivere fino a quel momento; la seconda, che Newt aveva tutta l’aria di essere il boss di quella classe.
Non appena gli aveva stretto la mano era stato come se tutti – e ci teneva a sottolineare tutti – avessero deciso di accettarlo nel loro branco.
Da un certo punto di vista Thomas ne era felice, ma dall’altro non poteva fare a meno di domandarsi dove fosse finito.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Capitolo 4
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"I compleanni sono un problema e Minho è un gran bastardo"
 

Thomas conosceva la data del compleanno di solo uno dei suoi due migliori amici e la cosa, per quanto sciocca, pareva renderlo incapace di dormire la notte.
Fortunatamente chiedendo a Minho si era salvato da una figuraccia assicurata: aveva scoperto che Newt compiva gli anni il 14 Febbraio solamente due giorni prima e aveva fatto appena in tempo a trovagli un regalo.
La mattina di quel giorno si presentò a scuola estremamente felice e soddisfatto, e non appena entrò in classe si dedicò subito a cercare l’amico con lo sguardo.
Si avvicinò al proprio banco.
« ‘Giorno, Tommy. »
« Ehi. » rimandò, armeggiando con la zip del proprio zaino. « Ho una cosa per te. »
Gli porse il pacchettino e, concentrato sulle mani di Newt che ancora non lo avevano afferrato, Thomas non fece caso alla sua espressione stupita. Come non fece caso allo sguardo sconvolto di quasi tutti i compagni di classe. Oh, no, ora c’era anche quello dei ragazzi che non avevano realizzato l’accaduto.
Quando il silenzio tombale della stanza gli cadde addosso come una cappa di metallo e Minho – che aveva il viso insolitamente contratto, ma Thomas non ci fece troppo caso –, dall’altro lato dell’aula, si schiarì la voce come per spianargli la strada, Thomas si decise a parlare.
Sul momento non fece nemmeno caso alla decisamente strana contrattura sul volto dell’asiatico.
« Qualcosa non va? » chiese. Non aveva ancora visto il regalo, non poteva aver già deciso che non gli piacesse.
« Ehm. »
Thomas fece caso solo allora al fatto che le gote di Newt si erano arrossate e non ne capì davvero la ragione.
« Se… la cosa ti mette in imbarazzo posso dartelo dopo. »
Se possibile a Thomas parve che il silenzio fosse diventato ancora più pesante.
« No, Tommy. Io… non so come comportarmi. »
« E’ solo un regalo, che c’è di difficile? Ti ho anche scritto un biglietto. »
Thomas si sentiva confuso; era certo che qualcosa in quel momento sfuggisse solo a lui e doveva ammettere che stava iniziando ad avere un dubbio a cui tuttavia preferiva non pensare.
« Aspetta. Oggi è il 14, giusto? » gli chiese, pur essendone già certo.
« … Sì. »
« Ed è il tuo compleanno, vero? »
Newt schiuse le labbra. Rimase immobile, poi chiuse gli occhi, tirò un sospiro e si gettò sulla sedia.
« Sia lodato il cielo. Non avrei saputo cosa fare. » si portò una mano sul petto. « Tommy, è San Valentino. Non so chi sia quel pive che te l’ha detto, ma io non compio gli anni oggi. »
Thomas metabolizzò la cosa in quattro fasi: rimase fermo a fissare il vuoto; guardò il pacchetto; lo fece cadere e poi arrossì fino alla punta delle orecchie proprio come aveva fatto Newt.
Il più grande scoppiò in una risata che voleva rilassare l’atmosfera, più che prenderlo in giro.
« E’ tutto ok, non è successo null- »
Newt cambiò idea, perché dall’espressione di Thomas non pareva affatto che fosse tutto a posto: sembrava pronto ad uccidere, distruggere, disintegrare e polverizzare qualsiasi cosa. O forse solo Minho.
« Maledetto idiota! » gli urlò, mentre i ragazzi che avevano assistito a tutta la scena ridevano e facevano spazio a Thomas per permettergli di attaccare la persona che l’aveva messo tanto in imbarazzo.
« Ti ammazzo, questa volta! »
« Avanti: è stato uno scherzo perfetto, questo lo devi ammettere anche tu! » gli disse mentre dava sfogo alla risata trattenuta fino a quel momento.
« Minho. » questo era Newt, che si era sistemato accanto a Thomas con un’ombra non esattamente rassicurante in viso.
« … Oh merda. »
Se solo il professore non fosse entrato, probabilmente Minho non avrebbe avuto salva la vita.




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Non so mai se aggiornare quando il capitolo precedente non riceve recensioni, perché mi sembra brutto e mi impongo sempre di essere paziente, ma considerando che ho visto un incremento dei seguiti e dei preferiti ho deciso di mettere da parte i miei generici complessi per rispettare il mio proposito di essere puntuale.
Al solito, spero che il capitolo vi piaccia e che vogliate dirmi cosa ve ne pare! Intanto ringrazio tutti coloro che hanno iniziato da poco a seguire la storia :3
PS: Mi fa troppo ridere usare sploff per riuscire a scriverlo. Effettivamente Minho avrebbe dovuto dirlo.

CHAOSevangeline
   
 
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