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Autore: The Ghostface    29/01/2015    1 recensioni
Sono passati tredici anni…tredici lunghissimi anni da quando Ghostface è stato rinchiuso nel Tartaro.
Di lui non resta che un vago ricordo, voci, leggende urbane…tutto sbiadito dal tempo…dalla magia…
Sulla Terra le cose sono cambiate, nonostante il tempo trascorso i Titans sono rimasti uniti…e con un membro in più, un vecchio rivale pentito…
Alcuni si sono sposati, alcuni hanno avuto dei figli…alcuni nascondo terribili segreti nel profondo del loro animo che mai mai e poi mai dovranno essere svelati.
Il ritorno in circolazione di un noto avversario da un occhio solo terrà alta la guardia dei nostri eroi.
Ma quello che tutti loro non sanno…e che sono finiti tutti nel mirino dell’ormai leggendario…Ghostface.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Ghostface, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rigor Mortis'
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CAPITOLO 5
 
-E poi?-
-E poi niente- rispose Corvina sorseggiando la sua tisana davanti all’amica dai capelli rossi.
-Ho avuto questa visione e April ha trovato quell’inquietante scritta-
Stella Rubia deglutì per il terribile sospetto che le era nato spontaneo nella mente –N-Non pensi che…che lui possa essere scappato vero?-
La maga continuò imperturbata a fissare il muro innanzi a sé mantenendo una calma statuaria –Chi? Ghostface? No, non penso sia possibile evadere dal Tartaro.
Non è la prima volta che mi capitano certe visioni.
E poi questo non sembra il suo modus operandi, è simile certo, ma Ghostface è orgoglioso, rivendicherebbe sicuramente il suo ritorno facendo qualcosa di terribile e grandioso per farsi notare.
Se fosse entrato in casa mia non se ne sarebbe certo andato lasciando tutto intatto, senza torcere nemmeno un capello ai miei cari, e soprattutto senza tentare di recuperare le sue armi alla Torre.
Cyborg mi ha assicurato che sono ancora lì.
Temo proprio che ci troviamo davanti a un emulatore.
Qualche pazzoide della malavita che cercherà di imitare Ghostface come fosse il suo eroe; purtroppo quel vecchio pazzo ha lasciato una profonda ferita nel cuore della squadra…e questo non è passato inosservato agli occhi criminali.
È diventato una specie di idolo, di superstar del male, colui che stava per spazzarci via…ma ha fallito e come lui fallirà questo suo fan, dopotutto abbiamo battuto l’originale, una copia non sarà certo meglio- queste parole per quanto dure e torve sembrarono rassicurare la bella tamaraniana al pensiero di non dover più rincontrare suo nonno.
-Tuttavia…- riprese la ragazza dalla pelle perlacea- Non possiamo escludere nessun ipotesi, nemmeno la più improbabile. È impossibile contattare il Tartaro in tempo reale, il modo più veloce è andare direttamente lì.
Abbiamo già un amico che ci farà questa “commissione”- concluse appoggiando sul tavolo la tazza vuota.
-Chi?- chiese insistente l’aliena, finalmente  Corvina si degnò di rivolgerle lo sguardo fissandola in quei luminosi smeraldi –Acqualad ha sempre voluto esplorare l’Oceano Superiore. Ma non tornerà prima di due settimane minimo-
Stella stava per controbattere quando Robin irruppe nella Ops Mains Room
-Problemi!-
 
Poco dopo la squadra al completo si trovava nella periferia di Jump City.
Robin, Stella, Cyborg, BB, Corvina, Iella e Bruce.
Davanti a loro si estendeva uno spettacolo tanto impensato quanto sbalorditivo.
Mad Mod, niente meno che l’ormai centenario vecchietto in persona alla testa di un vero e proprio esercito di droidi.
Nonostante l’età avanzata e le molte sconfitte il decrepito inglese non aveva mai cessato la sua lotta contro i Titans e contro l’America.
Molte cose erano cambiate, quei robusti pupazzoni usati agli inizi della sua carriera erano stati sostituiti da più piccoli ed efficienti automi.
Robot di due metri, armati non di vecchie baionette da ben più efficaci armi al plasma, muniti di corazza al titanio, visione notturna, uno scudo elettrico su tutto il corpo e forse l’abilità più terribile di tutte, un calcolo della probabilità preciso al 90%.
Potevano praticamente prevedere le mosse dei loro avversari prima che le attuassero.
Tutti questi progressi erano stati possibili soprattutto grazie al fatto che Mad Mod era riuscito ad impossessarsi della tecnologia di Cyborg, recuperando la memoria di Fratello Blood.
Costui infatti era morto da tempo, rimasto ucciso nel crollo della T-Tower dei Titans Est dopo che lui stesso l’aveva fatta abbattere con una bomba all’interno.
Arcigno matusa aveva quindi riesumato il corpo del collega e sottratto l’hardisk presente nella memoria cybermetica del mezzo robot, dove erano conservati tutti i dati necessari per mettere in piedi una vera e propria armata di 2.000 droni assassini…un po’ troppi per solo sette eroi.
O quasi….
-Titans GO!-
All’urlo di battaglia i sette si slanciarono all’attacco, ma non un attacco casuale mirato a una folle battaglia autodistruttiva, ero organizzati, con un piano ben infisso nella mente.
Convergere da punti diversi al centro dello schieramento, proprio dove stava Mad Mod, acciuffarlo e aspettare l’ultimo secondo prima che i droidi sparassero, allora Corvina li avrebbe teletrasportati via, e i robot si sarebbero massacrati tra loro generando un’esplosine tale da distruggere anche i rimanenti.
Un buon piano tutto sommato…ma troppo scontato perché le affinate intelligenze artificiali non riuscissero a prevederlo.
Come volevasi dimostrare, non appena i Titans si separarono per raggiungere le loro postazioni per assaltare Mad Mod si trovarono circondati da robot-killer delle effigi britanniche, separati l’uno dall’altro da miriadi di soldati bionici.
Gli astuti robot infatti si erano organizzati a loro volta, dividendosi in gruppi più piccoli e accerchiando ogni singolo eroe prima di quanto era stato immaginato dal leader della squadra.
Infuriò un cieco combattimento senza quartiere, i Titans si difendevano come meglio potevano ma la superiorità numerica degli avversari era troppa.
Già sopraffare uno di quei demoni meccanici non era semplice ma un esercito…la situazione era chiara: la disfatta era imminente.
-Fate largo! È il momento di Midnight!- trillò una voce giovanile.
Una ragazzina era comparsa dal nulla in mezzo al cielo, piombando con una capriola sopra il carro regale guidato dal vecchio.
Portava un costume a pezzo unico che la copriva dal collo all’inguine, lasciando le cosce nude, completamente bianco ma con strisce argentee lungo i fianchi.
Calzava lunghi stivali alti fino a metà coscia, sempre candidi così come i guanti bordati che le arrivavano al gomito.
Il viso nascosto da una mascherina simile a quella del giovane Robin, anzi probabilmente si trattava proprio di quella, abilmente sottratta al proprietario e sostituita con un’illusione ottica.
Le spalle coperte da un ampio mantello bianco, sul quale cadevano i capelli lunghi e viola della ragazza, il viso seminascosto dal cappuccio niveo nascondeva un sorrisetto arrogante.
La vita era cinta da una cintura multiuso tinta d’argento (altro cimelio rubato al vecchio costume del ragazzo meraviglia, che tanto stava a prender polvere nella Sala dei Ricordi).
Sul giovane petto svettava un cerchio rilucente d’argento puro simboleggiante la luna piena.
-APRIL!!!- strillò a squarciagola Corvina vedendo la figlia proprio nel mezzo della mischia, laddove i droidi erano più fitti per far da scudo al loro padrone.
La giovane arrivò addosso al vecchio in un lampo sottraendogli il bastone orlato di rubino con un semplice calcio.
Impresa non proprio eroica, dato che era arrivata volando sopra il carro di Mad Mod passando inosservata alle guardie, e alla madre, grazie alle sue capacità illusorie, si era poi lasciata cadere sul carro, disarmando facilmente la giovane ragazza addetta ad occuparsi del vecchio, la poverina infatti se l’era data a gambe come l’aveva vista arrivare, infine aveva spedito il vecchio giù dal carro con un sol calcio prendendogli di mano il bastone.
Cosa ancor meno eroica delle precedenti visto che Mad Mod era bloccato da diversi anni su una sedia a rotelle, ma era la prima impresa per April e non si fece tanti scrupoli.
In una cosa Mad Mod non era cambiato…non aveva mai imparato a non racchiudere il comando di tutti i suoi droidi in un unico oggetto, il famigerato e inseparabile bastone che portava sempre con sé.
Midnight lo sollevò per aria trionfante per poi afferrarlo con entrambe le mani per spezzarlo sul ginocchio…ottenendo solo un gran dolore alla rotula.
L’oggetto era troppo spesso per spezzarsi sulle sue gambette, ma riuscì ugualmente a frantumarlo quando, assediata dai robot aizzati contro di lei dal vecchio, usò il bastone come mazza, rompendone la punta proprio contro il cranio di titanio rinforzato di uno di questi.
Non appena il centro di comando principale venne distrutto tutti i droni all’unisono si spensero, piombando a terra come migliaia di corpi privi di vita.
-Vai così! Chi è la più grande eroina di tutti i tempi!?- gridò vittoriosa April balzando giù dalla carrozza reale in preda all’euforia e all’eccitazione.
BB sorridente gli si fece in contro abbracciandola –April!- esclamò –Sei stata fortissima!!- la prese sotto le ascelle sollevandola per aria, facendola ruotare, come non faceva da quando era bambina.
Subito la giovane streghetta si ritrovò circondata di facce sorridenti, sommersa di complimenti e con la schiena piena di lividi a forza delle pacche sulle spalle.
-Hai sconfitto un esercito tutta da sola!- sorrise lo zio Cyborg scompigliandole i capelli.
-Sei stata molto coraggiosa- aggiunse Stella Rubia –Se non fosse stato per il tuo aiuto improvviso ce la saremmo vista brutta-
Bruce abbracciò strette le spalle dell’amica –Allora April- le sussurrò all’orecchio –Che ne pensi del progetto Midnight?-
-Un successone!- rispose quella prima di essere tirata di nuovo al centro della cerchia di eroi, che sembravano una torma di bambini davanti a un cucciolo per  come la guardavano ammirati.
Tutti eccetto una.
-Accidenti- sbuffò Iella china davanti alla primogenita di BB, osservava tra le dita il dischetto d’argento sul petto della ragazza, la cui cuciture avevano mezzo ceduto –Dovrò rifarti lo stemma, cucciola!-
Nightwings a sua volta volle congratularsi con lei squadrando per bene il costume da cima a fondo –Bene bene…così tu saresti Midnight?- April si sistemò i capelli, orgogliosa –Fico, non trovi?-
-Sì, è fico. Bel costume…anche se quella maschera mi è familiare….- stavolta le gote pallide di April si tinsero di porpora –Bhè…- si scusò –Ormai tu usi quest’altra da Nightwing e pensavo…- BB la interruppe prendendola di sorpresa sulle spalle –Pensavi di diventare una di noi senza nemmeno una festa? Avanti ragazzi, tutti a festeggiare Midnight, la nostra nuova Teen Titans!-
-Col Cavolo!- tuonò Corvina zittendo tutte le altre voci.
Era paonazza in viso, furiosa a dir poco, con un gesto afferrò la figlia per la collottola buttandola giù dal padre.
Era rimasta per tutto quel tempo immobile cercando di contenersi…ma non ce l’aveva fatta, era esplosa.
-TU! Piccola stupida bamboccia! Cosa credevi di fare?! Indossare un mantello e salvare il mondo?! Stupida, stupida, stupida!- i tre insulti furono seguiti da altrettanti ceffoni –Potevi morire! Morire!- urlò Corvina con quanto fiato aveva in gola, April sentiva le lacrime salirle agli occhi.
Quello doveva essere il giorno più bello della sua vita e sua madre lo stava rovinando.
-Sciocca che non sei altro! Ti avevo ordinato di stare lontana dal campo di battaglia! Tu mi hai disobbedita! A me! Tua madre!!- a quel punto nemmeno April si contenne più.
Con le lacrime che le rigavano le guance arrossate dagli schiaffi ricevuti si liberò dalla presa della madre, spingendola via da sé sputandole in faccia parole di fuoco –Perché tu a tuo padre ci hai sempre obbedito invece!- Corvina rimase ammutolita per qualche secondo prima di tornare alla carica più feroce di prima –Non tirare in ballo mio padre, è di te che stiamo parlando! Di te e della tua scemenza! Io ci tengo a te! Vuoi che ti veda fatta a pezzi da dei dannatissimi robot-killer?! Vuoi essere uccisa?! Vuoi morire!??! Eh?! È questo che vuoi!?-
-Io volevo solo essere come te!- strillo a sua volta April guardando la madre dritta negli occhi.
-Ma a questo punto non sono più sicura di volerlo- e detto questo lasciò cadere al suolo il mantello immacolato, evidente omaggio al costume della madre.
Si volse e corse via piangendo.
Corvina a sua volta si girò dall’altra parte dando le spalle ad April, fissando tutti gli altri compagni.
-Rachel…- fece BB ma lei subito lo zittì, gli occhi della bella strega erano ora colmi delle lacrime di tristezza che seguono certi litigi –Taci. Non voglio sentire una parola. Questo è anche colpa vostra. Complimenti, davvero. Mia figlia rischia la vita e voi tutti a congratularvi e ad incitarla a rifarlo. Non pensi a tua figlia Gar? Poteva morire. Come minimo mi aspettavo un po’ di sostegno d a parte vostra…per Azar è solo una bambina…è troppo giovane…-.
-Alla sua età tu mi prendevi già a calci in culo da due anni- fece Iella seria, non voleva fare sarcasmo, solo dirle chiaramente che non aveva tutte le ragioni.
-Io sono diversa.- rispose Corvina sentendo la rabbia crescere ancora.
A grandi falcate raggiunse Iella puntandole il dito contro, premendoglielo sul petto fino a farla indietreggiare –Tu poi, sei la peggiore di tutti! Sei tu che le hai fatto quel maledetto costume, tu le avrai riempito la testa di favole su quanto fosse eccitante scazzottare i criminali, tu sapevi tutto….e non mi hai detto niente- allontanò da sé l’ex-criminale con uno spintone e Cyborg dovette essere pronto a sostenere la sua dolce metà per evitare che cadesse a terra.
Piangendo Corvina nascose il viso sotto il cappuccio, dileguandosi in una nuvola di fumo.
Robin, Stella, BB, Bruce, Cyborg e Iella restarono soli nel campo fuori città, con l’amaro in bocca.
-Allora…secondo voi questa è ancora una vittoria?- chiese il mutaforma con le orecchie basse.
-Questo sarai tu a dircelo, quando avrai quelle due furie sotto lo stesso tetto- rispose l’afroamericano all’amico –Se vuoi…April può venire a stare alla Torre per un po’ ci occupiamo io e Iella di lei-
-Sì, così la prossima volta che mi vede Corvina mi uccide direttamente- sbuffò la maga dai capelli rosa –Cos’è vuoi fare una rimpatriata ai tempi in cui ero ancora nell’Hive Five?-
Nightwing riprese il controllo della situazione e della squadra –Ci penseremo dopo a questi problemi, ora occupiamoci di Mad Mod-
Ma come si girarono scoprirono che il centenario paralizzato…era svanito.
-Ragazzi…eravamo in otto eroi e ci siamo fatti scappare un vecchietto in carrozzina, per giunta caduto a terra, questo passerà alla storia come la più grande gaffe dei Titans- commentò Bruce grattandosi la nuca perplesso.
 
-Perché mamma deve fare sempre così?! Perché deve rovinare sempre tutto- singhiozzava in silenzio April aggirandosi sconsolata per i margini delle periferia di Jump City.
-Volevo solo aiutare…-
-Poffare!- esclamò una voce dal bizzarro accento anglosassone –Pevchè piangi giovincella mia?- April si voltò di scatto, alle sue spalle stavano due enormi robottoni a alti più di tre metri l’uno, indossavano entrambi le divise da guardia reale inglese; erano due dei primi drodi di Mad Mod, la sua scorta personale in memoria dei vecchi tempi, il loro funzionamento non dipendeva dal bastone, e approfittando del litigio familiare le obbedienti macchine avevano salvato il loro creatore.
Uno reggeva tra le braccia il corpo ghignate e rinsecchito di Mad Mod –Io dico: non hai ancora un buon motivo per versar lacrime, but i think che very presto ne avrai uno, aren’t you?- a un suo cenno il secondo droide si mosse verso la ragazzina.
April ebbe appena il tempo di gridare prima che l’immensa mano si chiudesse su di lei.
Sentì un forte dolore alla spina dorsale e alle costole, come se fosse stritolata da un anaconda, poi sentì uno strano odore provenire dal polso bionico…come di gas…pochi secondi dopo si sentì mancare e poi più nulla.
L’oblio.
 
 
 
Innanzi tutto vorrei scusarmi per questo terribile ritardo e per eventuali errori di ortografia (non ho avuto il tempo di rileggere) purtroppo gli impegni sono molti e il mio tempo e poco, ho un sacco di roba per le mani, cercherò di evitare che si ripete ma ahimè alcune cose hanno la precedenza su altre, e questa storia non è tra le privilegiate.
Sperò comunque che il capitolo vi sia piaciuto e che continuate a portar pazienza, mi scuso ancora.
 
Un pentito Ghostface
 
P.s. Per quanto riguarda il discorso di Corvina riguardo a copie e originali devo dire che ha ragione solo in parte, è vero che spesso gli originali sono i migliori…ma nel caso Deadpool/Deathstroke bisogna riconoscere il contrario.
Se i Teen Titans riescono a sconfiggere puntualmente Slade non avrebbero speranza contro Wade.
 
  
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