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Autore: Arianna di Cnosso    29/01/2015    4 recensioni
Dopo la seconda guerra magica, a Hermione viene offerta la possibilità di lavorare ad Hogwarts.
Qui incontra una vecchia conoscenza, che non si sarebbe mai aspettata di rivedere. Come reagirà Hermione? Come sono cambiate le cose dai tempi della scuola?
Tratto dalla storia:
"La voce sibilante dell’uomo interruppe i pensieri furiosi di Hermione. “Dovrà parlarmi, prima o poi, signorina Granger... Professoressa Granger... Collega.”
Per tutta risposta lei si alzò e gli voltò le spalle. “Non so parlare il serpentese” ribattè con rabbia, uscendo dallo scompartimento e lasciando lì tutti i suoi bagagli."
Lucius/Hermione
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Minerva McGranitt
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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II. LA LEZIONE DI MALFOY

 

 
Verso sera finalmente l’Espresso per Hogwarts cominciò a rallentare, fino a fermarsi.
Hermione scese dal treno e si trovò davanti un omone enorme, che reggeva una lanterna.
“Ciao Hagrid!” esclamò abbracciando quel monolite di carne.
“Sono così contenta di vederti!”
“Hermione!” gridò l’altro a sua volta, “la Preside McGranitt me lo ha detto che venivi! Sono contento di vederti... Come sei cambiata!”
Hagrid si scostò per osservarla con volto commosso e gioioso.
“Devi mangiare un po', Hermione... È come abbracciare un mucchietto di ossa. Mi sembra che sparisci! Quest’anno ti sistemiamo, con i banchetti di Hogwarts...” la ammonì affettuosamente, osservando il viso molto più adulto e spigoloso della ragazza e il suo corpo magro.
Hermione rise, le era mancata l’irruenza burbera di Hagrid e la sua semplicità.
Nonostante l’aspetto, quel Mezzogigante era la persona più buona che conoscesse.

Salutò l’amico, che aveva come sempre il compito di accompagnare in barca gli studenti del primo anno. Lei invece si accomodò su una carrozza e raggiunse il castello via terra, come tutti gli altri ragazzi dal secondo anno in su.
Quando attraversò il portone d’ingresso si sentì a casa. Tutto era esattamente come lo ricordava: i muri di pietra illuminati dalle torce, una moltitudine di scale che si spostavano per magia e lunghi corridoi.
Hermione sorrise, mentre le si affacciavano nella mente i ricordi dei suoi anni passati ad Hogwarts.
Conosceva perfettamente la strada, ma si mescolò alla marea di ragazzi che disordinatamente serpeggiavano verso la Sala Grande.
Una volta entrata, Hermione non poté fare a meno di restare a bocca aperta, rivedendo le numerose volte in stile gotico e le ampie vetrate di quel salone. Ma ciò che davvero lo rendeva così suggestivo era che sembrava senza soffitto. Già dal primo anno Hermione aveva letto “Storia di Hogwarts” e sapeva che la Sala Grande era incantata in modo da riflettere il cielo soprastante. Nonostante questo, fu ugualmente incantevole rivedere quel soffitto trapuntato di stelle e le alte colonne di marmo perdersi nel buio di quella notte.

La ragazza avanzò col naso all’aria, fino quando fu davanti al tavolo degli insegnanti. Una volta abbassati gli occhi, inorridì.
Tutto il personale della scuola aveva già preso posto: al tavolo degli insegnanti mancavano soltanto lei e Hagrid. Ovviamente, erano rimaste solo due sedie libere e in mezzo ad esse stava elegantemente accomodato Lucius Malfoy, con un malcelato ghigno di soddisfazione stampato in faccia.
Hermione trasse un profondo respiro, si stampò sul volto il sorriso migliore che riuscì e salutò i suoi ex professori.
“Signorina Granger!” esclamò la Preside alzandosi dalla maestosa poltrona che era stata di Albus Silente.
“Che piacere averla di nuovo qui!” le sorrise Minerva McGranitt, “Dovrei chiamarla professoressa Granger, ormai!”
La strega era molto invecchiata rispetto a come Hermione la ricordava. I capelli, da corvini erano diventati di un candido grigio chiaro, e il volto era molto più segnato da rughe profonde. Forse ciò che aveva fatto invecchiare così velocemente la McGranitt era stata la perdita di Silente; Hermione sospettava che non si fosse mai ripresa da quel colpo.
“Signorina Granger, bentornata”
“Che bell’acquisto per la scuola”
“Forze giovani, finalmente”
Tutti si complimentarono con lei: al tavolo, oltre alla McGranitt, c’erano molti dei suoi vecchi professori. Hermione riconobbe Vitious, Rüf, la Sprite, Madama Bumb... Sarebbe stata al colmo della felicità, se solo non avesse dovuto sedersi per forza accanto a Malfoy.

Quando ebbe finito di salutare e ringraziare tutti girò dietro il tavolo e prese posto su una delle due sedie libere.
“Quale piacere, professoressa Granger, non mi aspettavo che scegliesse di posizionarsi proprio vicino a me” le sussurrò l’uomo a bassa voce in modo che nessuno sentisse, complice la confusione generale.
Hermione non rispose, non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
In quel momento la McGranitt si alzò chiedendo silenzio: di lì a poco sarebbero arrivati i ragazzi del primo anno e si sarebbe svolta la cerimonia dello Smistamento.
 
***

Hermione pensò di non poter attendere nemmeno una sera; finito il banchetto di inizio anno si diresse immediatamente verso l’ufficio della Preside, ancor prima di sistemarsi nelle sue stanze.
Non riusciva a decidere cos’era stato peggio: se essere costretta a prendere la teglia di arrosto dalle mani di Malfoy, oppure dover ascoltare le parole di scherno che le sibilava continuamente nelle orecchie, o ancora, aver subito le sue occhiate compiaciute quando era arrossita in entrambe le due situazioni precedenti.
Hermione dovette aspettare circa un quarto d’ora davanti ai gargoyle che erano posti a guardia dell’ufficio, perché la Preside non era ancora arrivata.
Quasi le corse incontro, quando alla fine intravide la vecchia strega avvicinarsi percorrendo il corridoio.

“Professoressa McGranitt!” esclamò Hermione quasi gridando.
“Cioè... Preside” si corresse abbassando la voce.
“Signorina Granger, cosa succede?” domandò la strega lanciandole un’occhiata preoccupata.
“Beh, ecco... C’è una cosa di cui ho urgentemente bisogno di parlarle...”
“Molto bene, mi segua nell’ufficio” rispose la Preside.
Una volta messo piede nella stanza, Hermione si rese conto che non era cambiato nulla: tutto era esattamente come Albus Silente l’aveva lasciato.
Provò una dolorosa fitta di comprensione per la McGranitt.
La strega si sedette sulla poltrona dietro la scrivania, invitando Hermione a prendere posto di fronte a lei.
“Salve, signorina Granger!” salutò una voce gentile alle spalle della McGranitt.
Hermione alzò lo sguardo, e incontrò due occhi azzurro cielo, incorniciati da un paio di occhiali a mezzaluna. Il ritratto di Silente sorrideva da dietro la poltrona della Preside.
“Professoressa Granger, Albus” lo corresse la McGranitt con voce dolce.
“Ma davvero? Complimenti! Una carriera degna di una grande strega... In effetti, ne conosco solo una...” disse Silente abbassando gli occhi e fissando la McGranitt, che gli dava le spalle.
La Preside finse di ignorarlo, ma arrossì lievemente.

“Allora, di cosa mi voleva parlare?”
“Lucius Malfoy!” esclamò Hermione senza preamboli, e con un tono più veemente del voluto.
“Capisco...” rispose la McGranitt sospirando. Sicuramente se lo aspettava.
“Com’è possibile che sia qui? A insegnare poi! Dovrebbe trovarsi a marcire ad Azkaban a vita, come merita! Chi gli ha permesso di lavorare qui? Se Harry lo sapesse andrebbe su tutte le furie” proruppe Hermione tutto d’un fiato.
“Si calmi, la prego” la interruppe la Preside.
La fissò da sopra i suoi occhiali squadrati, come era solito fare Silente quando stava per dire qualcosa di serio e importante.
“Potter lo sa” le rivelò la McGranitt, “è stato lui a chiedermi di assumerlo. Io non ero molto più entusiasta di lei”.
Hermione restò senza parole. Harry Potter, il suo migliore amico, si era trovato a dover ricoprire -controvoglia- il ruolo di Ministro della Magia, dopo pochi anni di intensa carriera da Auror. Era stato voluto a grande richiesta da tutto il mondo magico, e alla fine non aveva potuto fare altro che accettare la carica, senza che nemmeno ci fossero state delle vere e proprie elezioni.
“Tre anni fa il signor Potter, appena nominato Ministro, è venuto qui ad Hogwarts” spiegò la McGranitt, “mi ha chiesto di assumere Lucius Malfoy come insegnante, assicurandomi che aveva fondati motivi di credere che quell’uomo fosse molto cambiato. Si dà il caso che, come sempre, ci fosse un posto vacante per la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. Potter è stato molto insistente e alla fine mi ha convinta”

Hermione ascoltò in un silenzio costernato. Tre anni! Malfoy era lì già da tre anni, e Harry non le aveva mai detto niente!
Per di più, a quanto pareva, Malfoy aveva rotto la maledizione legata a quel posto: da molto tempo nessun insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure durava più di un anno scolastico.
Per quel che ricordava Hermione, un professore era morto a fine anno, un altro aveva perso la memoria, uno si era dimesso, uno era rimasto chiuso in un baule quasi in fin di vita...
Probabilmente Malfoy era, di per sé, una maledizione peggiore di quella che gravava su quella cattedra, per questo era durato già tre anni.
‘L’erba cattiva non muore mai’ pensò amaramente Hermione.
“Parlerò con Harry” disse infine la ragazza a voce alta.
“Molto bene” esclamò la Preside McGranitt, visibilmente sollevata per essersi sbarazzata così velocemente di quella scomoda gatta da pelare.
“Un’ultima cosa...” mormorò Hermione, “vorrei poter assistere ad una lezione del professor Malfoy”.
La Preside la fissò perplessa, probabilmente era l’ultima cosa che si aspettava. Per qualche momento sembrò rifletterci, infine disse: “Beh, credo non ci sia nulla di male... E il professor Malfoy si è mostrato sempre molto disponibile, non penso che avrà qualcosa da obiettare. Tuttavia la prego, signorina Granger, di essere cauta e discreta. Scoprirà che Lucius Malfoy è molto apprezzato tra i ragazzi. Non mi va creare il caos tra gli studenti, né che girino dicerie sul conto dei miei insegnanti.”
Hermione stentava a credere a queste parole, tuttavia si trattenne dal riferirlo alla McGranitt.
“Non darò problemi, Preside. Glielo assicuro” disse Hermione convinta.
“In tal caso...”
La McGranitt aprì un cassetto della scrivania, da cui prese un foglio di pergamena, inchiostro e una piuma. Scrisse velocemente un permesso speciale, lo firmò e lo porse ad Hermione.

“Ah, professoressa Granger... quasi dimenticavo! Domani ci sarà un ballo, anche lei è invitata a presenziare. In effetti, questa è un’idea del professor Malfoy. Da quando è arrivato ha fatto molte proposte per migliorare la scuola, e il Ballo di Inizio Anno è tra queste”
Ancora una volta, Hermione dubitò seriamente delle parole della McGranitt, domandandosi quale doppio fine avesse Malfoy. Sicuramente c’era qualcosa sotto e lei lo avrebbe scoperto. Voleva sbarazzarsi di quel serpente il prima possibile, prima che potesse fare del male a qualcuno. Tutti parevano essersi dimenticati che il ‘professor Malfoy’ non era altro che un Mangiamorte fintamente pentito.
Hermione si alzò e si diresse verso l’uscita.
“Se avesse ancora bisogno” le disse la Preside poco prima che se ne andasse, “la parola d’ordine per entrare in questo ufficio è ‘Albus’. Buonanotte”
Hermione ebbe una fitta a queste parole. Era una conferma alle sue supposizioni: Minerva McGranitt era stata profondamente segnata dalla morte di Silente, e forse non sarebbe mai tornata la stessa di un tempo.
 
***

Il giorno seguente Hermione si svegliò di pessimo umore. Aveva intenzione di presentarsi quella mattina stessa ad assistere a una lezione di Malfoy, per sentire con le sue orecchie che razza di schifezze insegnasse ai ragazzi.
Saltò la colazione in Sala Grande e verso metà mattina si diresse verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
Gli studenti erano già accalcati davanti alla porta, in attesa di entrare; le lanciavano di nascosto occhiate curiose, forse domandandosi se la neo insegnante fosse stordita come la Cooman e avesse sbagliato orario.
Hermione non ci fece caso, e quando i pesanti battenti si spalancarono fu l’ultima ad entrare. Malfoy era in piedi dietro la cattedra, il volto serio e lievemente scocciato, in attesa che tutti gli studenti si sedessero e si abbassasse il cicaleccio generale. In un primo momento non fece caso a Hermione, ma quando gran parte dei ragazzi fu a posto non poté più non notarla: la sua veste blu chiaro contrastava con le divise nere degli studenti di Hogwarts.

L’espressione di Malfoy si fece dura e impenetrabile, i suoi occhi grigi si strinsero, fissando Hermione.
La ragazza prese ad avanzare verso la cattedra e una volta che gli fu davanti appoggiò sul tavolo il permesso firmato dalla Preside.
Malfoy lo lesse senza tradire alcuna emozione; gli studenti si agitavano sulle sedie per osservare meglio la scena, domandandosi cosa stesse succedendo.
“Molto bene” sibilò infine Malfoy gelido.
Poi rivolto a tutta la classe: “La professoressa Granger oggi resterà ad assistere alla lezione. Voi la conoscerete meglio domani, se non ricordo male l’orario. Per oggi ignoratela, non voglio che vi deconcentriate. Dato che siete al sesto anno, cominciamo ad affrontare argomenti più complicati...”

Hermione restò in piedi, senza rendersi conto che Malfoy aveva già iniziato a spiegare senza più fare caso a lei. Dopo qualche attimo si riscosse, fece comparire una sedia accanto alla cattedra e si mise in ascolto.
“Ci sono molti modi che un mago oscuro può usare per prendere il controllo su un’altra persona” cominciò Malfoy.
‘E indubbiamente lui li conosce tutti alla perfezione’ pensò Hermione.
“Qualcuno sa elencarmene alcuni?”
Molte mani si alzarono.
“La Maledizione Imperius!” esclamò una ragazza bionda seduta in prima fila, che osservava il professor Malfoy con occhi sognanti.
“Cosa c’è di peggio della Maledizione Cruciatus?” domandò un ragazzo di Serpeverde con tono reverenziale, “dopo aver subito quella, chiunque si piegherebbe ai piedi del suo aguzzino facendo qualsiasi cosa per non soffrire di nuovo”
“Non credere, Shepard” ribattè il professor Malfoy, “che il male fisico sia la cosa peggiore che si possa infliggere a qualcuno. Ci sono modi molto più subdoli della tortura per ottenere ciò che si vuole da una persona. Per esempio entrare nella sua mente. Una tortura non serve a nulla, se non si sa esattamente su quali tasti premere per ottenere le informazioni desiderate.”

A Hermione vennero i brividi. Era evidente che parlava per esperienza diretta. Ancora non riusciva a capire se Malfoy volesse corrompere gli studenti, trasformandoli in potenziali nuovi Voldemort, o se davvero spiegasse quelle cose per insegnare la materia.
Di certo, dovette ammettere Hermione a se stessa, era una delle lezioni più utili e interessanti a cui avesse mai assistito. Certo Malfoy era più adatto in quel ruolo di tutti gli insegnati che lei aveva avuto ad Hogwarts: la conoscenza diretta delle Arti Oscure gli permetteva di dare spiegazioni esaurienti e trasmettere alla perfezione quali fossero i punti cruciali degli argomenti trattati. Conoscendo alla perfezione la Magia Oscura, poteva facilmente spiegare come contrastarla.
“Oggi parliamo dell’Incanto Legilimens. Questo incantesimo permette di entrare nella mente di una persona e carpire i suoi pensieri più segreti e reconditi, perfino i suoi ricordi... Aprite pagina 10 e cominciate a leggere. Quando avrete finito, risponderò alle vostre domande. In seguito vi dividerete in coppie: uno proverà a leggere la mente, e l’altro a difendersi. Tutto chiaro?”
“Sì, professor Malfoy!” risposero i ragazzi all’unisono, dopodiché nell’aula non volò più una mosca.

Hermione ricordò che l’Incanto Legilimens era stato insegnato ad Harry con lezioni private; gli altri studenti, tra cui lei, non lo avevano mai affrontato, con suo grande rammarico.
Una lezione di quel genere probabilmente era ciò che lei aveva sempre desiderato: una spiegazione esauriente su interessanti argomenti di Arti Oscure, seguita da esercitazioni pratiche. Quei ragazzi, una volta usciti dalla scuola, avrebbero certamente saputo da cosa e come difendersi. Il contrario di ciò che era successo durante il suo quinto anno, quando, per ordine del Ministero, avevano affrontato unicamente argomenti futili e inutili; le bacchette erano state severamente bandite, in modo che gli studenti non si potessero nemmeno esercitare e Difesa Contro le Arti Oscure si era trasformata in una farsa.

Quando tutti gli sguardi si furono abbassati sui libri, Malfoy diresse il suo sguardo freddo verso Hermione, che si sentì trasalire.
“Obfundo” sussurrò Malfoy, muovendo appena la bacchetta.
“Allora, signorina Granger, cosa ne pensa della mia lezione?” domandò in tono tagliente. Nessuno dei ragazzi parve sentire, aveva creato una barriera contro i suoni.
“Molto interessante...” ammise Hermione, “ma la prego, non si trattenga solo perché sono presente. Non ha ancora tolto punti a Grifondoro e nemmeno insultato nessuno per il suo stato di sangue, come certamente è sua abitudine fare quando non c’è nessuno di esterno ad ascoltarla”.
L’espressione di Malfoy si fece ancora più dura, affilando i tratti del suo volto.
“Si dice che lei sia la strega più brillante della sua età, signorina Granger. Pensavo che dall’alto della sua incredibile intelligenza riuscisse ad immaginare che non mi è permesso fare certe affermazioni all’interno della scuola. E per quanto sia incredibile, non ho intenzione di essere licenziato. Quindi la pregherei di trattenere le sue accuse in quel cervellino ristretto che si ritrova.”
    “In quanto al togliere i punti, come avrà notato, nella mia classe vige ordine assoluto... Non ho bisogno di togliere punti per mantenere alta l’attenzione verso ciò che spiego.”
Hermione si sentì ribollire. L’aveva insultata, seppur con la sua solita astuzia e raffinatezza. La ragazza si ritrovò a pensare che Malfoy aveva classe perfino negli insulti, non si sarebbe di certo tradito in sua presenza con affermazioni sconvenienti sui Mezzosangue, sul Signore Oscuro o su qualunque altra cosa.

Hermione si diede della sciocca: poteva anche arrivarci prima. Presentarsi alle lezioni di Malfoy era una completa perdita di tempo, a meno di non nascondersi sotto un mantello dell’invisibilità. Prese mentalmente nota di chiedere in prestito quello che possedeva Harry.
Nonostante la voglia di scagliare addosso a Malfoy uno Schiantesimo e rispondergli a tono, Hermione dovette trattenersi, perché alcuni studenti avevano finito la lettura e alzato gli occhi verso il professore, pronti a porre le loro domande.
Malfoy annullò l’incantesimo di barriera e per un buon quarto d’ora si dedicò alle spiegazioni.
Poi fu il momento della parte pratica: gli studenti formarono delle coppie e iniziarono ad esercitarsi.
Malfoy girò tra i banchi, correggendo gli errori dei ragazzi ed elargendo consigli.
Hermione non poté fare a meno di notare, inorridendo, che quasi tutte le studentesse seguivano con sguardo incantato ogni movimento del professore.
A fine lezione, molti ragazzi avevano già ottenuto discreti risultati. Qualcuno era riuscito a proteggersi e qualcuno a penetrare nella mente del compagno, anche se per poco.

Quando anche l’ultimo studente ebbe abbandonato l’aula, Malfoy si rivolse di nuovo a lei.
“Sa, signorina Granger, all’inizio ero tentato di usarla come cavia. Non mi sarebbe dispiaciuto entrare nei suoi pensieri ed esplorare il suo cervello, ma probabilmente mi sarei annoiato in un ambiente così limitato.
    La sua presenza qui non è ne richiesta, ne ben accetta, quindi d’ora in poi è pregata di tenere il suo naso fuori da quest’aula. O la userò davvero per fare delle dimostrazioni, e tenga presente che gli argomenti che tratterò a lezione si faranno via via più cruenti”
Per un momento il buonsenso di Hermione fu completamente oscurato e la ragazza portò la mano alla bacchetta.
‘No, non rispondere a queste provocazioni’ si disse. Non voleva essere cacciata ancora prima di cominciare ad insegnare. Doveva limitarsi a mantenere la cosa sul piano verbale, esattamente come lui.
“Mi sta minacciando, Malfoy?”
“Niente affatto” rispose lui gelido, “è solo un avvertimento. Non gradisco le intrusioni nei miei spazi, anche se autorizzate”.
“Lo stesso vale per me. La smetta di strisciarmi intorno, come ieri in Sala Grande. Se davvero tiene al suo posto, le consiglio di non provocarmi e di girare al largo: sia durante i pasti che in qualsiasi altra occasione. E comunque sappia che non credo per nulla alla sua finta facciata da Mangiamorte pentito e professore impegnato. Andrò a parlarne oggi stesso con il Ministro” disse Hermione con foga.
“Ah il caro Harry!” ghignò beffardamente Malfoy, “Non ce la fa proprio a tenere il naso negli affari propri, vero Granger? In tal caso, mi saluti Potter... E lo ringrazi ancora da parte mia.”
Hermione restò sconcertata. Cosa intendeva dire? Tuttavia non volle abbassarsi a chiederglielo, tanto lo avrebbe scoperto presto.
“Ci conti.” disse semplicemente, facendo per andarsene.

Di colpo Malfoy la bloccò, prendendola per un polso e stringendo lievemente.
Indugiò con gli occhi grigi e impenetrabili su quelli confusi di lei, guardandola con espressione indecifrabile. Poi sul suo volto si fece largo il suo solito ghigno beffardo.
“Devo dire che lei migliora notevolmente vestita da strega, invece che con i soliti stracci Babbani. E il blu chiaro le dona, signorina Granger” sibilò alla fine.
Poi le liberò il polso e uscì dalla stanza, lasciando la ragazza ferma vicino alla cattedra, arrabbiata e umiliata.




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N. d. A.

-Scusate per il ritardo! (Sessione invernale degli esami :D)
 In compenso il prossimo capitolo è già pronto (si scoprirà qualcosa in più su Lucius Malfoy e ci sarà il Ballo di Inizio Anno), ma prima di pubblicarlo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo. ;)
-Per dettagli sul rapporto tra Minerva McGranitt e Albus Silente, a cui faccio spesso riferimento, vi invito a leggere l'altra mia storia in corso. :)
-Mi astengo dalla captatio benevolentiae di rito per le recensioni. ;)

Grazie a tutti quelli che leggono/seguono/commentano.





 

   
 
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