Immaginate di nascere con un piccolo dispositivo permanente nel polso. Cinque numeri luminosi. Anni, mesi, giorni, ore e secondi. Un conto alla rovescia per trovare la tua anima gemella. Alcuni partono con uno 0, altri con settant'anni di attesa, ma nessuno sa chi potrà incontrare. Un ragazzo? Una ragazza? Nessuno lo sa.
Bisogna solo affidarsi al timekeeper.


Louis aspettava di incontrare la sua anima gemella da quando era bambino e i piccoli numeri luminosi sul suo polso segnavano ancora vent'anni, nove mesi e ventitrè giorni.
Harry invece non aveva mai badato troppo a questa cosa, per lui erano solo stupide cifre. Lui l’aveva già trovata la sua anima gemella, Julie, ma quando aveva visto il suo timekeeper raggiungere lo 0, e lei allontanarsi sorridente insieme ad un altro ragazzo, tutto il suo mondo gli era crollato addosso.
Louis credeva nell'amore a prima vista; Harry pensava che non fosse giusto che un orologio scegliesse chi amare al posto tuo.
Una tardo pomeriggio di luglio, quando mancavano solo 30 minuti prima che il suo timekeeper raggiungesse lo 0, Harry era ancora sdraiato sul divano a guardare uno stupido programma di televendite. Fortunatamente sua sorella Gemma, che già da tempo aveva trovato la sua anima gemella, era piombata in casa del ragazzo e aveva preso in mano la situazione
«Harry ma sei pazzo?! Cosa fai ancora qui? Tra poco troverai finalmente la tua anima gemella e non sei ancora vestito!»
l'esuberanza di Gemma non aveva toccato minimamente Harry, che si era limitato a grugnirle parole sconnesse in risposta
«Non penserai mica che la donna della tua vita si catapulti in casa tua attraverso la finestra mentre tu te ne stai qui a guardare scope e coltelli?!»
«Gemma, cara, devi sapere che a me non importa nulla di queste stronzate e del timekeeper»
la ragazza con i capelli lilla si era piantata davanti a suo fratello, bloccandogli la visuale della tv
«No. Non mi perderò l'incontro della vita del mio fratellino. Proprio no»
Dopo qualche battibecco Gemma era riuscita a convincere Harry ad andare al Bar Centrale con lei e suo marito Mark; il ragazzo aveva fatto una doccia veloce e aveva indossato una t-shirt bianca, dei jeans neri e le solite scarpe rovinate.
In quel momento Louis era in taxi, bloccato nel traffico di New York
«Cazzo, mancano solo 5 minuti..» aveva detto tra se e se, non poteva di certo perdersi l'occasione che aspettava da una vita.
Louis aveva passato un'ora a prepararsi con cura, aveva scelto i suoi vestiti migliori: una camicia blu scuro, dei pantaloni bordeaux e delle converse bianche. Aveva pettinato i capelli alla perfezione e un ciuffo castano gli copriva la fronte.
4 minuti.. 3 minuti e 35 secondi.. 3 minuti e 13 secondi.. 2 minuti e 49 secondi.. il taxi era ancora fermo, circondato da centinaia di macchine e clacson che suonavano.
Louis aveva deciso di fare l’azzardo più grande di tutta la sua vita.
Aveva consegnato i soldi al tassista ed era sceso in mezzo alla strada, aveva raggiunto il marciapiede facendo lo slalom stra le automobili e si era messo a correre come non aveva mai fatto prima. Tutto intorno a lui era come scomparso. L’unico rumore che sentiva era quello del suo cuore che batteva veloce nel suo petto. Correva schivando tutte le persone che gli capitavano davanti, e intanto mancavano solo 50 secondi.
Aveva superato parecchi negozi e quasi centrato un venditore di hot dogs. Aveva controllato il suo timekeeper, 30 secondi. In quell'esatto momento qualcuno aveva gli stessi esatti numeri sul polso, e stava provando la stessa esatta eccitazione.
20 secondi.. Louis stava correndo talmente forte che non sentiva più le gambe. Correva e basta.
10 secondi.. Aveva visto un bar in fondo alla strada e l’istinto gli aveva detto di andare proprio lì.
9.. 8.. 7.. 6.. 5.. l’ultimo scatto a perdi fiato.
4.. 3.. 2.. 1.. 0. Il respiro gli si fermò in gola quando, voltando l’angolo per entrare nel bar, era andato a sbattere contro qualcuno che stava uscendo. Invece di fermarsi per respirare rimase letteralmente con il fiato sospeso a fissare il ragazzo alto, con tanti ricci castani ben ordinati e due occhi verdi smeraldo meravigliosi.
Era lui. Harry. La sua anima gemella.
I due ragazzi erano rimasti a fissarsi per un tempo che sembrò infinito. Harry era rimasto sorpreso sia per aver davvero trovato la sua anima gemella, e sia perché questa era un ragazzo.
Ma l’aveva sentito dentro, come un formicolio, che lui era quello giusto.
Anche Louis aveva sentito la stessa cosa.
«C-ciao. Sono Louis» era riuscito a dire dopo essersi ripreso
«Piacere, Harry» i due si erano stretti la mano, arrossendo come due bambini, e in quel momento avevano capito che sarebbero stati insieme per sempre.