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Autore: Lux in Tenebra    30/01/2015    1 recensioni
[-Creepypasta-]
(Volevo raccontare la storia di uno Slenderman diverso dal solito, ispirata da alcune fan art e racconti che si trovano sul web (e non intendo le solite ficcy xD). Se siete fan della versione crudele dello Slender vi consiglierei comunque di leggere questa fic perché offre una visione differente sul personaggio. Tutta la storia è incentrata dal punto di vista del nostro protagonista maschile.)
La vita era una lunga routine, piena di mal di testa, rose invadenti, vestiti alla moda e pois multicolore che apparivano misteriosamente sulle sue cravatte.
Slender voleva fuggire via da quel caos, ma non poteva lasciare i suoi fratelli senza una guida.
Probabilmente si sarebbero autodistrutti.
Nel profondo c'era qualcosa che gli diceva che doveva restare e che, forse, prima o poi ci sarebbe stato un cambiamento, uno spacco in quel circolo vizioso:
Una tempesta si approccia impetuosa, scaraventando via tutte le barriere che proteggono il cuore e l'anima di quella creatura chiamata mostro.
Solo una cosa è certa, niente sarà più come prima.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Offenderman, Slenderman, Splendorman, Trendorman
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le disavventure degli Slenders'
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0.2. The Evil Dress.
 



Fissai l’umana con occhi vacui, osservando la sua figura con la mano sul mento, riflettendo bene su quello che mi stavo apprestando a fare. Presi uno spillone e fissai un grosso fiocco sul corpetto, vicino al seno.
“T-trender, sto… s-soffocando, toglimi questo affare infernale di dosso!” squittì Aliaga debolmente, facendo cadere il fiocco che si disfece al suolo, ritornando ad essere un lungo e comune nastrino rosso. La fissai frustrato, per quale strano motivo si agitava in quel modo?
“Quante storie! Ricordati che stai aiutando un artista, dovrebbe essere un onore per te, comune mortale senza senso del gusto!!” pronunciai platealmente, volendo attirare l’attenzione di proposito, ondeggiando la mano al vento drammaticamente.

Fiiiiiii!

Fischiò Splendor, divertito, probabilmente, dalla goffaggine della mia modella posticcia. Un sorriso gli si dipinse sul volto, mentre una piccola luce brillò flebilmente nei suoi occhi neri.
“G-giuro che… s-se non me lo togli… l-lo strappo!” minacciò la donna, lottando con i lacci per liberarsi da quel pezzo di abbigliamento.

Swish!

Bam!

Lei scivolò nel lungo strascico e finì di testa contro l’armadio, lasciando così una grossa impronta rossa sulla fronte che, probabilmente, si sarebbe trasformata in un’orribile ed antiestetico bernoccolo.

Ewwh!

“Sta ferma, umana! Così mi rovini il vestito frutto del mio ineguagliabile genio!!” dissi con voce isterica, sperando ardentemente che quell’idiota non rovinasse il lavoro di notti insonni passate a cucire e rifinire il mio prezioso capo.
“Toglimi-questa-maledettissima-cosa!!” esclamò arrabbiata, scandendo le parole con la furia di un’arpia a cui veniva sottratta una preda, stringendo i pugni.
Il mio fratellino nascose la testa nel suo peluche preferito a forma di pinguino verde chiaro, cercando di trattenere le risate.
“Va bene, va bene, ma almeno sta ferma! Ti agiti di più del pesce appena pescato, come faccio a togliertelo se ti muovi così tanto?!” dichiarai stizzito, iniziando a scogliere i nastri e liberandola dalla stretta, a suo parere eccessiva, del corpetto.
“Grazie” disse, riprendendo fiato, apprestandosi a rimettere addosso i suoi vestiti. La fissai, aggiustandomi gli occhiali.
“Che cosa stai facendo?!” chiesi alzando il tono della voce.
“Mi rivesto” dichiarò, inclinando la testa, e guardandomi incerta dopo essersi vestita.
“No, no! È troppo presto, ne dobbiamo provare altri dieci!” proclamai, avvicinando la mia faccia alla sua e guardandola di traverso. Lei ricambiò la mia espressione, fulminandomi con gli occhi.
“E questo chi lo dice?!” sibilò con sfida.
“Io! Adesso sono il fratello più grande nei paraggi e le decisioni spettano a me!” ringhiai.
“E io cosa c’entro?!?” mi ringhiò indietro. Come potesse averlo fatto, mi è ancora un mistero.
“C’entri bella mia! Sei fidanzata con nostro fratello, o no?!?”
“Ma certo che no! Cosa ti salta in mente?!” mentì spudoratamente.
“Bugiarda! Vi ho visto la notte scorsa che dormivate stretti stretti!” esclamai, mettendo le mani sui fianchi, assaporando già il gusto della vittoria. Avevo fatto bene ad andare a cercare mio fratello e, anche se mi aveva seccato non poco, per la scoperta che avevo fatto ne valeva la pena.
“Ooh, che sporcaccioni! Fate i maialini proprio quando non ci sono!” disse una voce che conoscevo fin troppo bene, sghignazzando come l’emerito idiota che era. Doveva ancora scontarla per l’inferno che mi aveva fatto passare e per aver rovinato il mio maglione.
“E tu da dove diavolo sei sbucato fuori?!” gridammo io e Aliaga contemporaneamente.
“Anche io sono molto felice di rivedervi!” pronunciò Offender sarcastico, apparendo sulla porta con una sigaretta accesa tra le labbra.
Splendor si guardò intorno confuso, arrossendo dalla testa ai piedi a causa del nostro discorso, nascondendosi sotto le coperte.
“Comunque, come me lo spieghi tutto questo, umana?!” le chiesi girandomi verso di lei con fare inquisitorio.
Lei mi fissò con uno sguardo completamente vuoto e, grattandosi la punta del naso, si girò di spalle:
“Questo è un Sumikkogurashi, un peluche giapponese prodotto dalla San-X, come hai fatto ad averlo?” chiese lei a Splendor, ignorandoci totalmente.
“Non cercare di cambiare discorso così spudoratamente, donna!” esclamai puntando l’indice verso di lei.
“Sai ho un’amica a cui piacciono questo tipo di cose” disse continuando ad ignorarmi.

Nessuno m’ignora! Nessuno!!

“Come osi?!?” dissi indignato dal suo comportamento estremamente menefreghista nei confronti della mia persona.
“Si, le piacciono proprio!” dichiarò platealmente, mostrandomi, in un modo molto subdolo, che non mi avrebbe dato l’attenzione che volevo.
“D-davvero?” chiese piano Splendor, tirando la testa fuori.
“Tu non incoraggiarla!” esclamai, facendo scomparire Splendor ancora una volta sotto le coperte.
“Beh, è molto carino…” disse Offender inclinando la testa.
“Lo stesso vale per te! E non si fuma in casa, imbecille!!” gridai, facendogli saltare via la sigaretta con un viticcio.
“Guasta feste…” sibilò.
“Sono d’accordo, caro il mio pervertito, ma bada bene, questa è la prima ed ultima volta che accadrà una cosa del genere!” esclamò la rossa con enfasi.
“Come se la tua approvazione mi servisse a qualcosa!” ribatté lui.
Mi sentii come se un vulcano stesse eruttando dal mio corpo, mentre una rabbia irrazionale mi invadeva le vene. Ero sull’orlo di una crisi di nervi e tutto per colpa di quei due imbecilli!
“Uh oh, credo che Trender stia per avere uno dei suoi attacchi!” dichiarò Offender, evidentemente preoccupato, indietreggiando.
Un’aura oscura circondò il mio corpo mentre i miei viticci uscirono fuori, facendo attenzione a non rovinare il vestito.
Offender prese suo fratello in braccio e si fiondò fuori dalla stanza, cercando un riparo dalla mia furia crescente. Aliaga mi fissò impassibile, come se fosse tutto regolare per lei.
“Tu! Sfrontata!” dissi irato, puntando il dito.
“Il primo vestito mi piaceva, era molto bello” dichiarò placidamente mentre fissava il muro.
“…”
“Saresti un bravo stilista, semmai decidessi di diventarlo un giorno” disse convinta rivolgendo uno sguardo sincero verso di me.
“D-davvero??” chiesi incerto, rilassando i viticci, mentre la mia rabbia si stava dissipando lentamente.
“Perché dovrei mentirti?” proclamò, alzando un sopracciglio.
La fissai, mentre la rabbia scomparve, lasciando così posto alla gioia.
“Finalmente qualcuno che apprezza il mio genio!” esclamai felice, abbracciandola e dondolandola a destra e sinistra, dimenticandomi così di tutto il mio odio.
“Trender, te la sei già mangiata la tipa?” chiese Offender in lontananza.
“Sono ancora viva, imbecille!!” gridò Aliaga.
Dei passi incerti si avvicinarono alla stanza e, poco dopo, la sua testa sbucò fuori con cautela.
“Eheh-“ sghignazzò tra i denti.
“Sta zitto!” esclamai.
“Una sola parola sporca e ti mando a dormire con i pesci!” disse l’umana con estrema serietà.
“Ok ok” dichiarò alzando le mani “per questa volta passo.”
Lo fissai stupito. Non so ben spiegarmi il perché, ma ogni qualsivoglia volta che Offendy si comportava decentemente, avevo sempre il terribile presentimento che stesse per accadere qualcosa di terrificante.
“Quel bastardo me la pagherà!” gridò una voce che speravo di non risentire così presto.
Offender sbiancò, Aliaga deglutì e io trattenni il fiato, sperando che quel gesto mi permettesse, in qualche modo misterioso, di sparire.
“Offendy, dove hai messo Splendor?” gli sussurrai, avvicinandomi a lui con cautela, cercando di fare meno rumore possibile.
“Nella stanza di Slender, ma non sarà al sicuro a lungo di questo passo. Ho notato benissimo che non stava bene dal primo momento che l’ho visto… e sono certo che la vecchiaccia sia la colpevole” mi sussurrò indietro, digrignando i denti con rabbia.
Sentii i passi della zia dirigersi verso di noi: eravamo nei guai, guai seri.
“Quanto tempo credete che Slender ci metterà per tornare?” chiese Aliaga, mettendosi la mano sul mento, riflettendo.
“Dovrebbe ritornare prima di questa sera nel migliore dei casi” le risposi.
“E nel peggiore?” indagò.
“Dopodomani.”
Lei chiuse gli occhi, espirò e li riaprì con calma. Una strana luce, che aveva un non so che di battagliero, brillò nelle sue pupille.
“Posso farcela, se me la gioco bene” disse poi a se stessa, lasciando ricadere le mani sui fianchi, “vi chiedo solo di non interferire, qualsiasi cosa accada” concluse con un’espressione terribilmente seria.
La fissammo interrogativi, non sapendo bene cosa intendesse fare. Lei uscì dalla stanza, scendendo giù dalle scale e bloccandosi a metà strada, ritrovandosi faccia a faccia con la vecchia.
Sbirciammo dalla cima delle scale per vedere che cosa stava passando in mente a quella piccola testolina rossa.
Stranamente, sembrava quasi come se il corpo della zia fosse stato congelato su più punti e i suoi movimenti erano sensibilmente ridotti. Fissò l’umana con uno sguardo a dir poco terrificante.
“E adesso cosa vuoi, sgualdrina da quattro soldi?!” chiese irata.
“Ora la mangia e di certo non sarò io a raccontarlo a Slender…” mi disse Offender, ma lo ignorai completamente.
“Assolutamente niente…” disse Aliaga ferma nel bel mezzo delle scale.
“Bene, perché la spazzatura come te non dovreb-“
Il discorso della zia fu interrotto dall’improvvisa mossa dell’umana. Lei spiccò un balzo, colpendola in pieno volto con una ginocchiata mentre l’inquietante suono di qualcosa che si spezzava riempì l’aria.
Scioccati dal suo gesto, le nostre mascelle toccarono il suolo. Non credevo ai miei occhi, non poteva averlo fatto per davvero!

Quella donna è pazza!
 

°°°°

 
   
 
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