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Autore: pandasauro    30/01/2015    1 recensioni
La figura misteriosa cavalcava il proprio destriero per le steppe aride, per lande desolate, per terre di cui nessuno conosceva il nome, per posti che nessuno si era mai immaginato.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La figura misteriosa cavalcava il proprio destriero per le steppe aride, per lande desolate, per terre di cui nessuno conosceva il nome, per posti che nessuno si era mai immaginato. Il rumore degli zoccoli sulla terra, il respiro affannato del cavallo e il fruscio flebile del vento erano le uniche cose che lo mantenevano in vita. I pensieri della sua amata riaffioravano in lui: pelle soffice e bianca, guance rosate, occhi scuri da perdersi dentro, capelli scuri e lisci. Grazie a questo riusciva a non impazzire, capiva che sarebbe giunto a destinazione se avesse perseguito quella strada. Doveva farcela poiché sapeva che la sua amata lo stava aspettando. Che cosa sarebbe successo, se non avesse mai raggiunto la destinazione? Che cosa avrebbe pensato, la sua dolce metà? Avrebbe pensato che il suo amore non era abbastanza forte da poter resistere mille miglia di deserto e luoghi sconosciuti. Avrebbe pensato che il suo amore si fermava davanti agli ostacoli, senza procedere oltre. Avrebbe pensato che, alla fine, il suo amore non sarebbe durato in eterno, come si erano promessi.
Il respiro del cavaliere diventava ogni secondo più affannoso e più irritante. Sapeva che avrebbe dovuto riposarsi in qualche rifugio o in qualche capanna dove gli concedevano ospitalità, così, quando arrivò ad un paesino nascosto dall'ombra delle montagne, andò in casa in casa a chiedere ospitalità. Il cavaliere, che non era povero, non fece molta fatica a trovare protezione dalla notte.
La signora che lo ospitò era anziana, il volto scavato dalle rughe, guance scarne e lunghi capelli bianchi. L'uomo, che si era accorto che la signora non godeva di grandi benefici, offrì tre denari, un pò di pane e una tazza di latte (quelle poche cose che gli erano rimaste). Appoggiò il cavallo fuori dalla porta, legandolo bene a un palo per evitare che qualcuno tentasse di rubarglielo.
La notte passò velocemente e fu abbastanza tranquilla, a parte i numerosi incubi che il cavaliere aveva fatto sulla propria dama. Voleva stringerla a se, voleva stare con lei più di qualunque altra cosa. Lei era la sua ragione di vita, lei era l'unica anima a riuscire a dargli quella potenza, quella salvezza eterna. Ogni volta che la osservava, che la stringeva a se, che la toccava o che la baciava, sentiva di non essere più sulla terra, ma di essere stato catapultato in un'altra dimensione. Una dimensione che non era reale, era superiore. Ma nonostante l'amore che loro provavano, entrambi erano consapevoli di ciò a cui stavano andando incontro. Avrebbero sfidato la sorte pur di stare insieme, avrebbero perfino scalato la cima più alta, avrebbero sconfitto mille draghi e combattuto centinaia di battaglie, solo per stare insieme.

In realtà, c'è una verità che non vi ho ancora narrato. Il cavaliere e la sua principessa avevano un nemico molto cattivo. Egli non li lasciava in pace, cercava sempre di rovinare i loro progetti e impedire il loro futuro matrimonio. Loro avevano tanta paura di lui, una paura alimentata dalla consapevolezza di non poterlo sconfiggere. Inizialmente pensavano che per batterlo bastasse amarsi alla follia ma, purtroppo, con il passare del tempo, scoprirono che tutto ciò non era sufficiente.

Consapevole di ciò che vi ho appena raccontato, il cavaliere ricominciò a cavalcare il suo destriero per dirigersi verso la misteriosa foresta dove si celava la sua amata. Arrivò al confine tra pianura e foresta. Lasciò il proprio cavallo all'entrata di essa e si intrufolò dentro.

« Oh mia amata!» gridò lui, affinché lei lo udisse.
Ma lui non ricevette risposta.
« Amore, mia cara... sono venuto per te!» urlò, ancora più forte.
Errando della foresta si faceva mille domande, chiedendosi se non fosse arrivato troppo in ritardo. Improvvisamente scorse una radura nel cuore dell'incanto della foresta: una dolce fanciulla dalla pelle delicata e chiara era distesa al centro.
« Amore mio, finalmente ti ho trovata!» disse lui, dirigendosi verso di lei. Ma ad ogni passo che faceva verso di lei, avvertiva qualcosa di strano. Improvvisamente si fermò e poi, con uno scatto, corse verso la dua dama.
Il suo corpo giaceva a terra, senza vita.
« NO!» urlò con tutto il fiato che possedeva in corpo. La prese tra le braccia e cominciò a piangere, senza fermarsi.
« Come è possibile? Chi può aver fatto una cosa simile?!» gridò. Ma in fondo a sé, sapeva perfettamente chi era stato. Di chi fosse la colpa. In cuor suo si accese una fiamma d'odio, una fiamma di terrore e rabbia. Egli aveva distrutto tutti i loro progetti, tutti i loro sogni.
Il cavaliere si alzò dal terreno dov'era seduto e si girò, trovandosi faccia a faccia con il suo nemico.

« Io l'amavo» disse « E ti ammazzerò per aver fatto una cosa simile!» urlò, correndogli incontro.
Tra i due ci fu un'epica battaglia.
Il cavaliere brandì la sua spada e cominciò a sferrare addosso al suo nemico violenti colpi. Lo sfiorò più e più volte facendolo arretrare. Ma, nonostante sembrava che il cavaliere stesse vincendo, il suo nemico sembrava acquistare sempre più forza.
Velocemente il nemico colpì il nostro protagonista, facendolo cadere a terra, affianco alla sua dolce amata.
Ancora con un briciolo di vita in corpo, pronunciò le ultime frasi alla sua amata.
« Amore mio...» disse accarezzandole il viso ormai privo di lucentezza « sono qua con te, anche alla fine... proprio come ci eravamo promessi. Senza di te la mia vita non avrebbe più senso. Tu sei la luce che illuminava i miei giorni, tu sei la scintilla che accendeva il mio cuore. Ogni mattina, prima che tu mi venissi portata via, mi svegliavo prima di te per guardarti dormire. Eri talmente dolce, talmente perfetta che avevo paura di poterti rompere» le lacrime scendevano dal viso del dolce uomo. « Sapevamo che sarebbe stato difficile, sapevamo che il nostro sarebbe stato un brutto finale ma... ci abbiamo provato comunque. Non mi importava come sarebbe finita. L'importante è stato il viaggio, seppur corto difronte alla vita, del nostro intenso e unico amore.»

La osservò ancora per qualche istante.
Era bella e perfetta proprio come quando dormivano insieme.

Il cavaliere esalò l'ultimo respiro e appoggiò la testa affianco a quella dell'amata.

Ancora una volta, il loro nemico più grande, aveva avuto la meglio.
Ancora una volta, la sua forza brutale e incontrastabile aveva raggiunto l'apice della vittoria.
Lasciando i due amati da soli nella radura, il loro nemico se ne andò.
Ma non sarebbe rimasto lontano ancora per molto.
Sarebbe ritornato.
Perché si, il nostro nemico non ci abbandona mai, rimane sempre vigile e costantemente in guardia su di noi. Proprio quando pensi che se ne sia andato, lo vedi lì, pronto a sorprenderti di nuovo.
Perché si, il nostro nemico non ci lascia mai.
Il nostro nemico si chiama TEMPO.
  
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