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Autore: butterfly_heart    30/01/2015    1 recensioni
Contiene spoiler fino a "Il Professor Layton e l'eredità degli Aslant"! Vostra scelta se leggere o no!
Parla di Jean Descole, e della sua storia. Attenzione: aspetti e avvenimenti che non sono descritti nel videogioco sono completamente inventati da me, quindi la mia versione della vita di Descole sarà probabilmente diversa da quella ipotetica creata dalla "Level 5"!
Tratto dalla storia (capitolo uno):
Lo vedo allontanarsi da me, accompagnato dai suoi nuovi “mamma e papà”, titubante e pauroso come non mai. Perchè? Perchè deve andarsene? Il mio Theodore...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hershel Layton, Jean Descole, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ok...non chiedetemi come, ma ne ho scritto un altro. Ho avuto il tempo, incredibile!!
Scusate, ora mi ricompongo. Eh già, ecco un altro capitolo. Hershel ha sempre 18 anni e Theodore sempre 14.
Ringrazio sempre _Sapphire_ per la sua recensione <3
Detto questo, buona lettura ^^

 

 

 

 

 

 

 

 


Non poteva crederci.
Hershel non poteva crederci.
L’aveva incontrata. Lei, quella ragazza.

Dopo aver constatato che lei non era di turno alla biblioteca, stava tornando a casa, affranto come non mai (o forse, bisognava ammetterlo, poco meno di quando aveva visto la figura sottile del fratellino salire sulla macchina dei suoi nuovi genitori).

E poi la vide, seduta su una panchina di un parco. Indossava un giubbino azzurro, che naturalmente le donava, e dei pantaloni marrone chiaro, che si intonavano con i capelli e gli occhi.

Ma guarda un po’, stava scrivendo.

“Sarà una scrittrice? Wow, che forte! Aspetta...oh no, magari è pure famosa, ma io non l’ho riconosciuta...che figura ci farei se le chiedessi il nome? No, non posso chiederglielo...non posso”

La ragazza staccò la penna dal foglio e la avvicinò alla bocca, intenta a pensare. Poi, come se qualcuno le avesse sussurrato le parole all’orecchio, riprese a scrivere con velocità, quasi a temere di dimenticarle.
Hershel aveva sempre avuto un buon spirito di osservazione ma, doveva constatarlo, anche un cieco avrebbe potuto in qualche modo percepire la bellezza che lei emanava, tanto era forte.

Esatto...la sua, era una bellezza forte. Potente.

L’ occasione per chiederle il nome...era quella! A chi importava se avrebbe fatto una figuraccia...gli bastava il nome, nient’altro.

«Ciao!» il ragazzo si avvicinò all’altra correndo.

«Ma dai, ciao Desmond! Ci vediamo proprio sempre, eh? Guarda un po’ che caso!» era sincera. Wow, Hershel non l’avrebbe mai detto. Insomma, lo avrebbe capito anche un sasso che si vedevano sempre perchè era lui a far sì che questo accadesse. E così, era anche un po’ ingenua...

“Che cosa dolce!” osservò lui, e portò la mano destra sul cuore, come a cercare di fermare, controllare l’impeto che c’era in lui a causa di lei.

«Cos’hai, ti fa male il petto?» chiese la ragazza, lievemente preoccupata. Ma quel lievemente, sarebbe potuto bastare anche al più duro di cuore.

«Che? Oh, no no, è tutto a posto» l’altro lasciò cadere la mano che prima stringeva forte la felpa lungo il fianco.

«Hey, non dirmi che scrivi?» per arrivare alla domanda decisiva, bisognava farne altre di minore importanza, seppure lieve.

«Oh...eh già, mi hai scoperto» rispose lei con un tono scherzoso di rassegnazione «Lavorando fra i libri, mi è venuta voglia di scriverne. Ma non credere: sono appena agli inizi...fin’ora, ne ho pubblicato solo uno, che non ha avuto troppo successo...è per questo che continuo a lavorare in biblioteca...Tu l’hai letto, tra l’altro»
Una scrittrice. Si era innamorato di una scrittrice. Doveva ammettere che dirlo a quel modo dava un certo fascino.
Un attimo...
“Tu l’hai letto”?

«Io...l’ho letto? Davvero? Qual è?» cercò nella sua memoria tutti i libri che poteva aver divorato da quando l’aveva incontrata. Ma era un totale spreco di tempo e fatica: era una lista interminabile, grazie a lei.

«Si intitola “Un’esplosione di fuochi d’artificio nel mio cuore”»

Hershel battè il pugno della mano destra sul palmo di quella sinistra: “Oh! Si, me lo ricordo!...u-un attimo...come si chiamava l’autrice? Qual era il nome scritto proprio in alto? Accidenti!”

«Ah! Giusto! Si, mi era piaciuto un sacco»

«Si, me l’avevi detto» constatò l’altra con un sorriso.

“Il nome...dannazione, il nome...come faccio a...”
...ma certo! Ora, Hershel sapeva come poteva ottenere ciò che bramava da molto.

   Fa' qualcosa, Hershel!

«Ehm, scusami, ma ora devo proprio andare...mi ha fatto proprio piacere vederti...dico davvero...molto piacere» disse lui e, per la prima volta in vita sua, le parlò con tono sbrigativo, impaziente di abbandonare la conversazione.
Ma per un buon motivo.

«Ma certo! Anche a me ha fatto molto piacere. Ci vediamo!»

«Si, ciao» il ragazzo si voltò e prese a correre verso il luogo da cui era venuto: la biblioteca.



Entrato, non salutò nemmeno il commesso (che lo guardò storto, ancora offeso per il comportamento di Hershel poco tempo prima), si diresse verso lo scaffale della sezione rosa e cercò...cercò così velocemente che rischiava di non vedere l’obiettivo, cosa che, per sua immensa fortuna, non accadde: eccolo. Ora, il libro blu raffigurante i fuochi d’artificio affiancato alle onde del mare era nelle sue mani.

Faceva un certo effetto, il fatto che aveva appena parlato con chi aveva concepito ciò che aveva in mano.

Guardò sulla parte alta della copertina, il cuore a mille.

Crystal Bone.

«Crystal. Crystal Bone» poteva ripeterlo all’infinito...voleva imprimere quelle due benedette parole nella sua mente e nella sua anima, per sempre.

   
 
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