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Autore: elisswin    30/01/2015    1 recensioni
"E la cosa divertente è che tu non lo sai, ma mi cambi. Cioè non è che mi cambi, perché io non cambio per nessuno, purtroppo, però a volte per te delle eccezioni le faccio. "
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO SAI?
 




            

                                                   A te, che mi hai insegnato una
cosa grandissima senza nemmeno saperlo.





 
 
Volevo dirti che quando la mattina apro gli occhi, il mio primo pensiero sei tu.
Non importa se penso al tuo viso, alla tua voce, o anche solo al fatto che magari ti incontrerò. Ti penso. E non so se è giusto.
Lo sai che passano giorni in cui non penso ai miei genitori, in cui non penso alla scuola, a me e che ci sono notti in cui non sogno storie pazzesche, ma non passa giorno, non passa notte in cui io non pensi a te?

Quando aspetto l’autobus, in piedi, perché non ci sono panchine alla nostra fermata, guardando la punta dei miei anfibi allacciati male e ascoltando canzoni che raccontano quello che sento. Non so mai se spero di incontrarti o se in realtà non vorrei, ma so che se ti vedo arrivare di corsa per non perdere l’autobus che è già arrivato, le mie gambe tremano anche se non mi giro a guardarti.
Ti sento.
Ti sento anche quando non sei con me. Sento il tuo profumo, di menta e un po’ di sigarette, perché tu non fumi ma i tuoi amici lo fanno, e sento la tua voce un po’ roca ma sempre allegra mentre parli con la tua migliore amica per la quale tieni il posto che vorrei fosse per me. Io quella la odio. La odio sai? Come fai a non accorgerti che non hai bisogno di lei? Di quanto non voglia esserti amica, ma qualcos’altro? Lei ha tutto quello che pregherei per avere e non si accontenta. Non lo sa quanto è fortunata.

Lo sai che tutte le mie amiche ti conoscono? Parlo sempre loro di te.
Perché io ti aspetto in ogni momento, alla mattina quando prendo l’autobus, mentre sono a scuola e leggo una poesia che parla d’amore, e le poesie d’amore, sai, sono tante che non puoi immaginare. Loro lo sanno che ci sei solo tu, lo sanno loro che non ti potrei mai dimenticare, ma tu, tu non sai nemmeno che io mi ricordo di te. Perché ci sono alcune mattine in cui mi saluti con una mano e un sorriso un po’ timido e mi chiedi come va a scuola, ci sono mattine in cui, se non c’è la tua amica, magari lo trovo anche il coraggio per seguirti e chiederti se il posto vicino a te è libero.
Però sai, sei strano. Perché tu non capisci quello che urlo ogni volta che ti guardo, sembri non capire quello che sento per te, quello che è tanto forte da farmi torturare le mani e rovinare lo smalto, sempre bordeaux, mentre ti parlo di qualcosa di inutile solo per poi sentire il suono della tua voce quando mi rispondi.
E sei tanto gentile, sei sempre corretto e io come faccio ad odiarti? Con tutto il male che mi fai dovresti essere l’ultima persona del mondo con la quale volere avere a che fare. Eppure, eppure sei sempre li, nella mia mente, nei miei occhi, sulle mie labbra, tra le mie mani.
Quelle mani che quando è inverno vorrei tanto poter scaldare toccando le tue, che sono grandi e sempre calde, perché si vede lo sai?
Si vede se una persona ha le mani calde.

Lo sai che io ho un cane? Un cane che non sopporto. Mia mamma l’ha comprato per mio fratello dopo che aveva insistito per mesi. E io le avevo detto che non lo volevo, non voglio un animale, perché tanto non mi ci riesco ad affezionare.
A questo punto dirai che sono strana io, cioè lo diresti se sapessi queste cose ovvio. Comunque mia mamma pensa che mi faccia bene avere un cane, che mi aiuti ad aprirmi con le persone. E’ mio compito portarlo a fare la passeggiata e quello è forse l’unico momento in cui mi aiuta davvero, perché mi porta da te.

Io so cose di te che forse non sai nemmeno tu, perché io me ne accorgo e mi ricordo.
So che tre pomeriggi a settimana, verso sera, sei al campo da calcio vicino a casa mia a fare due tiri con i tuoi amici e io passo con il cane nella strada di fianco perché forse spero che tu ti accorga di me e che venga a parlarmi di qualcosa, qualsiasi cosa, forse spero in un saluto urlato con un sorriso o solo con la mano, forse spero anche soltanto che tu mi veda.

Io odio andare in bici, ma la sai una cosa divertente? Quando posso vado a nuoto in biciletta perché così posso passare per una strada che di solito fai anche tu. E la cosa divertente è che tu non lo sai, ma mi cambi. Cioè non è che mi cambi, perché io non cambio per nessuno, purtroppo, però a volte per te delle eccezioni le faccio.
In cambio tu mi dai delle cose che non so se sono grandi o piccole, se mi incontri per strada e non ci sono i tuoi amici mi sorrisi stringendo un po’ gli occhi e aprendo un po’ la bocca, perché tu sorridi così sai? e allora io mi sento così bene che vorrei abbracciati. Ovviamente non lo faccio mai, perché lo farei soltanto io, io che ti vedo come la cosa più bella del mondo, come se fossi perfetto, perfetto per me.
E perché ho paura. Ho tanta tantissima paura di quello che pensi, di quello che senti, di quello che vuoi.

Io vorrei che tu le sapessi queste cose, vorrei che lo leggessi e che capissi che io, forse, ne valgo anche la pena. Vorrei che tu ti accorgessi di come sorrido abbassando gli occhi, di come ho sempre i capelli un po’ raccolti perché non voglio che mi coprano la vista, te, vorrei che notassi le piccole cose che cambio quando sei vicino, tipo la voce o il modo di muovere la testa per cercare di distrarmi.
Vorrei che tu pensassi che ho un buon profumo e che la mia pelle è abbastanza liscia e bianca per la tua un po’ ruvida e sempre un po’ abbronzata. Vorrei che quando siamo entrambi costretti a stare in piedi in autobus al ritorno da scuola e ci teniamo allo stesso palo giallo per non cadere, la tua mano si avvicinasse alla mia per tenermi un po’ più forte. Vorrei che tu mi aiutassi a non cadere, a stare in piedi, a farcela.

Perché io sai sono forte, ce la faccio anche da sola. Faccio i miei compiti, leggo tanti libri, esco, guardo film e serie tv. Metto a letto mio fratello, gli racconto una storia e lo conforto quando ha paura, ma chi conforta me? Ho qualcuno, ma non ho te.

E se non ho te ho sempre paura.
 
 



 
A te che mi hai insegnato ad avere meno paura.
 
  
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