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Autore: M_Orabona    30/01/2015    1 recensioni
Jacques ladro provetto, dalla parlantina facile e da un infantile senso dell'umorismo si diletta in furti e scorribande nella città di Ailouroil le cui fogne sono la casa della più grande gilda dei ladri dell'intero globo. Ben presto però Jacques e l'intera gilda incappano in qualcosa di molto più grosso di loro.
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
Guardò in basso e vide delle bancarelle con dei tendoni in canapa che coprivano la merce in esposizione; tendoni non abbastanza resistenti da reggere il corpo di una persona purtroppo, almeno da quell'altezza. Strinse il sacchetto che aveva nella mano ed iniziò a cercare qualche appiglio con il quale iniziare la discesa, ma il tempo stringeva e iniziò a sentire dei passi provenienti dalla rampa di scale con la quale era salito sul tetto. Esitò, ma decise di gettarsi, prima di farlo però scorse in lontananza un carico di tappeti trainato da una di quelle strane bestie grandi quanto cavalli ma con almeno il triplo della muscolatura, "Mègalogalos" li chiamavano. Decise di aspettare che il carico passasse sotto quell'abitazione, ma doveva temporeggiare perchè ormai le guardie lo avevano messo alle strette; Doveva inventarsi qualcosa per perder tempo, ma non aveva idee. La porta che dava sul tetto si spalancò di colpo. Ne uscì un gruppo di quattro soldati con al seguito un omaccione pelato con dei baffi molto folti color rame. Indossavano tutti un'armatura leggera in pelle con rinforzi in cuoio rossa e argento, armati di spada larga ed uno scudo rosso con uno stemma raffigurante una corona con tre teste di tigri sulla sommità. Il simbolo sullo scudo era nero, dorato su quello dell'uomo con i baffi. Costui si avvicinò ed inizio a parlare: - Signor Jacques Jason Darren, senza badare alle formalità alle quali è abituato, lei è ricercato per questo ed altri furti, la prego di seguirci senza fare storie. Oggi la giornata è stata pesante per tutti, siamo stanchi di rincorrerla ed io ho mia moglie ed un piatto caldo a casa che mi aspetta. Facciamo in fretta -.
L'uomo era molto calmo e la sua arroganza arrivava a tal punto dal dare del lei a quel ladruncolo. Quest'ultimo guardò nella sacca che aveva in mano, conteneva una collana con un ciondolo adorno d'una pietra verde che pareva estremamente preziosa. Mise in tasca il sacchetto e diede un altro sguardo alla "carovana" in transito, stimò mancassero poco meno di tre minuti affinchè si trovasse esattamente sotto il tetto sul quale si trovava. Doveva guadagnare solo tre minuti. 
- Oh suvvia, Oscar, diamoci del tu. Ormai ci conosciamo da tanto tempo, possiamo quasi considerarci amici. Credi che una volta giunto in prigione verrai a trovarmi? - Abbozzò un sorriso ed allargò le braccia iniziando il suo spettacolo - Sono ormai anni che mi corri dietro, cosa ti fa credere che proprio oggi riuscirai a catturarmi? - Una delle guardie, a quelle parole, avanzò, ma fu prontamente fermato dalla mano di Oscar che ribattè - Jacques, non essere arrogante. Siamo in cinque e tu sei con le spalle al muro... metaforicamente parlando. La prigione non è tanto male alla fine, si mangia bene, cucina mia cognata, e la compagnia non è male. I secondini sono gente simpatica ed organizzano tornei di uno strano gioco con le carte che non sono mai riuscito a capire. Non credi sia meglio di questa vita fatta di truffe, fughe e sotterfugi? - Allungò la mano verso Jacques il quale sembrò accettare, ma poi la tolse subito per sistemarsi i capelli corvini – Vedi, Oscar, conosco bene la vita in prigione. Non è male e più volte ho pensato di consegnarmi e vivere lì tranquillo, tanti miei compagni lo hanno fatto. Ma il mio "lavoro" ha qualcosa che la prigione non potrebbe mai darmi. L'adrenalina, il divertimento e l'avventura. Le persone qui ad Ailouroil si divertono fumando e bevendo, io in questo modo. Lo trovo un modo anche più salutare, non credi? - 
Oscar scoppiò in una fragorosa risata: - Hai proprio ragione! Ma se la metti così, saresti potuto diventare un avventuriero, lo fanno in molti al giorno d'oggi, certo non per i tuoi motivi, ma son dettagli dei quali tu non ti curi vero? In ogni caso, sono quei per arrestarti in nome del nostro Diokitis "Argair III" ed il mio dovere di alto comandante mi impone di insistere sulla tua cattura, anche se ora preferirei un bel piatto caldo di carne con magari due patate al forno ed una pinta di birra. Anche Jacques iniziò a ridere guardando in alto - Ahhh Argair... quello si che ne ha fatto di strada. Sì, anche io vorrei poter mangiare qualcosa... - diede uno sguardo alla carovana, mancavano solo pochi secondi e si sarebbe salvato - e di certo non vorrei star qui a farti perdere tempo, ma questa collana varrà molti di quei piatti e di certo non posso consegnarmi proprio ora, a lavoro non ancora finito. Avrai la tua occasione, Oscar, ma non oggi. - Si lasciò cadere, dandosi una leggera spinta con le gambe per poter cadere precisamente sopra il carico di tappeti che avrebbe attutito la caduta. Oscar ed i soldati corsero verso il cornicione e guardarono in basso, ma oramai era troppo tardi, anche quella volta gli era sfuggito. 
Jacques intanto era sceso in fretta dal carico ed aveva preso un vicoletto nascosto che dava proprio sul retro di quello stesso palazzo e quindi su un vicolo cieco che però nascondeva un segreto. Su di una parete vi era inciso un grimmaldello e sulla parete opposta due cerchi tangenti divisi da una linea. Affianco vi era una porticina alta poco più di un metro con una serratura simile a quelle delle cassaforti dove bisogna girare una manovella fino ad indovinare la combinazione. In realtà serviva solo per depistare eventuali guarde che avrebbero voluto provare ad entrare. La porta era semplicemente finta. 
Jacques incrociò le mani le quali generarono della nube nera e le avvicinò alla porta, che reagì. Questa sembrò divenire di vetro e si poteva osservare l'interno di una grossa cisterna colma di gente vestita di corazze di pelli rosso sangue, alcuni con cappuccio e altri senza. Attraversò quella sorta di finestra che ridivenne una porta al suo passaggio. 
Era tornato a casa. Sulla destra vi era un'insegna di un bar in legno dipinta di verde con un grimmaldello bianco e una cappa nera disegnati sopra - Cara vecchia gilda, ogni volta che ti rivedo è un sollievo. Al! Dove sei? Ho qualcosa per te! - 
   
 
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