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Autore: R_R    30/01/2015    1 recensioni
“ Ve l’avevo detto, ve l’avevo detto che per me non era un’ idea sensata!”
“ Dai, Peter non è grave come sembra, non piangere!”
“ Sì che lo è, guardami! Guardami, Sirius!”
“ Ma no, bisogna solo dargli una.. hem.. aggiustatina?”
“ Altro che Animagus, oddio, oddio rimarrò così per sempre. Che cosa diavolo sono, poi?”
“ Direi.. inconfutabilmente.. un Cavolfiore. Un cavolfiore con le gambe. ”
La storia della Vecchia Generazione, un modesto tentativo di coerenza con J.K.R e un po’ di cioccolato.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Torta di Melassa


 
C A P I T O L O       P R I M O

 

Lily avrebbe voluto avere più tempo.

Tempo per parlare con sua sorella Tunia, spiegarsi, placarla: avrebbe voluto raggranellare tutto il suo coraggio e inverare alla sorella che le sue intenzioni non era state dettate dalla cattiveria.    
Non avrebbe mai dovuto aprire la sua lettera di Silente. L’aveva bofonchiato a Severus che non le pareva una buona pensata e adesso era davvero infelice all’idea di separarsi da lei in quel modo, leggendo il malanimo nei suoi occhi.            
Cercò quindi di dire qualcosa, ma dalle labbra le uscì solo un suono languido, le parole rimasero coartate in gola, incapaci di prendere una forma definitiva e di conquistare il suo perdono.                                                                         
 L’Espresso soffiava e borbottava per l’imminente partenza, così, infine, dovette rinunciare ai suoi propositi per salutare in fretta i genitori. Tentò poi di abbracciare la sorella, accennando un sorriso apprensivo, ma lei mantenne un’espressione del corpo rigida e oltraggiata.
Lily si ripromise che le avrebbe scritto al più presto, avrebbe cercato di non farla sentire trascurata, sola, individuava la matrice del suo astio proprio in quello.

Trascinò quindi il bagaglio lungo il corridoio del treno, il rumore delle rotelle non si udiva, schiacciato dagli schiamazzi degli studenti più grandi e dallo stridere di gufi nelle loro strette gabbie. Si sentiva entusiasta, ma anche un po’ a disagio a cercare posto da sola, non aveva la minima idea di dove fosse finito Severus.                      
Cercò quindi di guardarsi attorno e di identificarlo tra la folla, ma c’era davvero troppa gente e, alla fine, stufa, si accomodò in uno scompartimento verso la coda del treno dove avevano già preso posto due ragazzini. Il fatto che sembrassero avere la sua età la confortava.
Loro, comunque,  la degnarono di poca  attenzione: dopo un breve scambio di “ciao” e di “si, puoi sederti ”, ripresero una conversazione che, evidentemente, Lily aveva interrotto col suo ingresso.                                                
Verteva sul Quidditch.                                                                                                                                                
Rammentò che Severus le aveva spiegato si trattava di uno sport praticato su scope volanti, abbastanza paragonabile al basket, ma non ricordava bene le regole, per cui rimase in silenzio, senza osare intervenire nella discussione.

La sua mente tornò quindi, inevitabilmente a sua sorella e alla parola crudele con cui Tunia le si era rivolta: Mostro. Le lacrime le riempirono gli occhi e in fretta si asciugò le guance ancora arrossate dal freddo e rivolse lo sguardo fuori dal finestrino, mentre il treno acquisiva velocità.
Era imbarazzata che potessero vederla in lacrime, però il nodo alla gola non accennava ad allentarsi.
Come avrebbe voluto che Silente avesse accettato la richiesta di Petunia, Lily era convinta che sua sorella fosse magica, semplicemente il suo potere era ancora assopito.

La porta dello scompartimento si spalancò all’improvviso  con un rumore graffiante e Severus entrò con passo baldanzoso, sedendosi davanti a lei. Lily lo degnò di un rapido sguardo, prima di tornare a guardare distrattamente il panorama, che ormai scivolava veloce.
Severus aveva già indossato la divisa, era evidente che non vedeva l’ora di disfarsi di quegli abiti sproporzionati che solitamente era costretto ad infilarsi addosso.                                                                       
 Ora che era lì, comunque, Lily non aveva più voglia di parlare con lui.
 “ Non voglio parlare con te ”                                                                                                                                                   
 “ – perché? ”  gli chiese Severus, corrugando la fronte, ansioso.
“ Tunia mi odia per aver letto la sua lettera di Silente”
“ E allora? È solo una  –  ”   Severus si interruppe, mordendosi il labbro. “ Beh ma stiamo andando! Stiamo andando ad Hogwarts!”  Lily accennò ad un sorriso, suo malgrado. “Speriamo tu finisca in Serpeverde” mugolò l’amico.

“ Serpeverde? Chi mai vorrebbe finire in Serpeverde? Io me ne andrei piuttosto, tu? ” domandò il ragazzino coi capelli scompigliati vicino a Lily, all’altro suo compare.                                                                                                                  
“ Tutta la mia famiglia è stata Serpeverde”  rispose serio, quello.                                                                                                    
“ Oh cavolo, e pensare che credevo fossi un tipo a posto!”                                                                                                           
“ – forse andrò contro la tradizione di famiglia, tu dove vorresti finire?”                                                                               
“ Grifondoro! Come mio padre! ”.             
Severus si irrigidì sul sedile e sbuffò, beffardo: “ se preferisci i muscoli al cervello..”              
“ – e allora tu dove vorresti finire che non hai né l’uno né l’altro?”. Il ragazzino affianco a lei scoppiò in una risata di approvazione e  Lily, infastidita,  si alzò di scatto, afferrando il braccio del suo amico.

“Andiamocene Sev” disse, rossa in viso. “Ooooh”  imitarono la sua voce altezzosa.                                                                    
“Ci si vede Mocciosus!” gridò qualcuno quando si chiuse la porta dello scompartimento.

Lily era esterrefatta, non erano nemmeno arrivati e già era di pessimo umore.  Meraviglioso, ci mancava pure quello.  “ Non ti curare di loro, sono degli idioti ” scandì con severità.  Severus non rispose, ma le nocche bianche delle mani rimasero strette nei pugni magri mentre proseguivano lungo il corridoio.

“ Lily!”
“ Che c’è, Sev? ”
“ – qui c’è uno scompartimento completamente vuoto! ” constatò, allungando la testa dentro quello che sembrava uno scompartimento almeno doppio.  Spalancarono la porta e diedero un’occhiata all’interno, dove evidentemente non c’era nessuno, ma diversi cappotti e valige erano stipate caoticamente. Era uno scompartimento diverso dagli altri: innanzitutto era molto luminoso e i sedili erano gonfi, morbidi, dalle sedute larghe.
Un librone consunto –   Lily sorrise, emozionata –   vorticava nel mezzo del corridoio, ruotando lentamente su se stesso. Sulla rilegatura di cuoio erano impresse le parole “ Regolamento H ” e le pagine giravano da sole, sbatacchiando rumorosamente.  
Infine, dei grossi stemmi erano posti sui muri, come dividendo lo spazio in quattro. Ebbe l’impressione che questi si muovessero, ma non fece neanche a tempo ad esternare tutto il suo sconcerto, che qualcuno ringhiò contro di loro.

“Hei! Voi due! Quello è lo scompartimento dei Prefetti! Non si può curiosare! A che casa appartenete??”.        
Lily sobbalzò,  uscì dallo scompartimento e rivolse, nervosa, la sua attenzione verso un ragazzo alto e massiccio, che puntava minaccioso verso di loro con una bacchetta tra le mani.  
                                                                                                     
“ Frank, non essere sciocco. Non vedi che sono due matricole? ”
A parlare era stata una ragazza dallo sguardo gentile, giunta dalla parte opposta del corridoio. Sorrise loro benevola, infilandosi giocosamente una ciocca di capelli ricciolosi dietro l’orecchio.
 “ Siete matricole, vero? ” volle appurare, con garbo.                                                                                                            
“ s-si ”                                                                                                                                                                              
“Ah beh. Allora matricole, questo non è uno scompartimento per voi. È dei prefetti, capite? Pre-fet-ti! ” scandì, come se fossero idioti, il ragazzo.  
“ Il mio nome è Alice. ”  continuò imperterrita invece lei, ridendo. “ – se  necessitate di aiuto, potete rivolgervi a noi o ad altri Prefetti. Nel frattempo vorrei esortarvi a cercare il giusto scompartimento. Più in fondo dovrebbe essercene uno con dei posti liberi. Vi conviene non attardarvi se non volete perdere il carrello”.                                                                                                                                                              
“ Il.. il carrello? ” balbettò Lily, emozionata.                                                                                                                                                   
“ Si ” confermò con uno sfavillo ilare negli occhi. “ – il carrello pieno di dolci ”                                                                       
“ – Humpf  ” sbottò il ragazzo di nome Frank con impazienza.

“ Andiamo Lily ” la esortò Severus, allungandole per un attimo la mano. Poi, resosi conto del gesto, arrossì di colpo e trascinò, celere, la mano alla nuca cercando di dissimulare le sue intenzioni. A Lily non era sfuggito il gesto e non capiva perché si fosse ritratto, ma in ogni caso sorrise incoraggiante come a tranquillizzarlo. Quindi si avviarono assieme a cercare i posti, confabulando ancora una volta, su come sarebbe stata la loro vita a Hogwarts, insieme.
 
*
 
Severus Piton era imbronciato anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Lily era seduta al tavolo più distante dal suo e per di più gli dava le spalle per cui non aveva neanche modo di far incrociare i loro sguardi e tante grazie.                                                                                                                      
Che barba, finì per rimuginare, avvilito, lo sguardo vacuo e il cervello cigolante in un unico, perpetuo pensiero: perché doveva essere una Grifondoro?                                                                                                                             
Fino all’ultimo aveva sperato si unisse al tavolo dei VerdeArgento, dove sedeva lui ora, corrugato. Non voleva stare lontano da lei, era la sua unica amica! L’unica con la quale desiderava condividere quella nuova vita.
Rimase a guardare i suoi lunghi e morbidi capelli color fiamma, stralunato, mentre Lily si protraeva verso una ciotola di porridge alla sua destra. Destra.. dove era seduto tra l’altro quell’imbecille di Black.                             
Aveva memorizzato il suo nome, e quello di Potter, durante la Cerimonia dello Smistamento e non aveva alcuna intenzione di dimenticarselo. Serrò la mascella, digrignando i denti.
 
“ Hai già il giusto atteggiamento ” rise il ragazzo affianco a lui, costringendo Severus ad alzare gli occhi sul compagno di casa. Lunghi, biondi capelli gli pesavano sulle spalle e si accomodavano morbidi dietro le orecchie; il viso era bello, nobile ma gli occhi emanavo una luce orgogliosa e gelida.
“ Prego? ”  gli chiese pigramente, ma senza riuscire a nascondere una certa apprensione.                                                                    
“– il giusto atteggiamento verso i coraggiosi leoncini ” proseguì divertito l’altro, ponendogli una mano ferma sulla spalla. “ allora.. qual è il tuo nome matricola?”                                                                                                                   
“ Severus Piton e il tuo? ”                                                                                                                                                         
“ Mai sentito questo cognome ” constatò acredine, senza rispondere.Severus sentì le gote arrossarsi non di vergogna, ma di risentimento. Sapeva esattamente cosa stava supponendo, sua madre aveva cantilenato a lungo questa cosa . 
“ Mia madre è una Prince” masticò, cercando di controllare la rabbia.
 
Il biondo ammorbidì l’espressione  e si lasciò andare ad un sorriso sorpreso, tendendogli la mano.“ Lucius Malfoy. Prefetto. Perciò, se ti dovesse venire in mente qualche genuina idea ai danni dei Grifondorini, naturalmente.. hai tutto il mio supporto”. Le labbra di Severus si incresparono in un sorriso compiaciuto.

“Una bel Distillato della Caverna su certi soggetti non sarebbe affatto male” sbiascicò con finta disinvoltura, pensando a quei due, e addentando un profumato cosciotto di pollo. Non gli dispiaceva provare ad impressionare il compagno più grande, aveva letto la procedura di quel distillato ed era certo procurasse un’ indicibile disperazione.                                                                                                                                                          
Malfoy rise di nuovo, freddo ma soddisfatto, battendogli ancora una manata sulla spalla: “ Non male, ragazzino”. Poi lo liquidò voltandosi verso un grosso tizio che pareva ruspare con entrambe le mani dentro una ciotola colma di patatine fritte.

Severus tornò quindi a fissare con rammarico la schiena di Lily, la vide gesticolare infervorata verso la Ragazza Prefetto che avevano incontrato sull’Espresso e che, ora, le sedeva davanti.                                                    
Alice rideva per qualcosa che Lily doveva aver detto, e nel frattempo, constatò perplesso, ingurgitava cupcakes, uno dietro l’altro, come se fossero noccioline.                                                                                               
Dall’ espressione amena del Prefetto intuì che Lily doveva essere a suo agio, dimentica dell’imbecillità di quei due e di quella tediosa babbana di sua sorella.Questo lo rasserenò, ma avrebbe preferito essere con lei a commentare quei primi, strabilianti attimi ad Hogwarts: l’attraversata del lago con le barche, la magnificenza del Castello e l’incanto delle sue luci, la Sala Grande col suo cielo stellato, il cappello Parlante, per non parlare del banchetto: non aveva mai visto così tanto cibo e così prelibato in vita sua.

Sua madre non cucinava bene, il cibo era sempre duro quanto i lineamenti serrati del suo viso.
 
L’ unica volta in cui era riuscita nell’intento di rendere il pasto gradevole era stato quando Severus aveva compiuto la sua prima magia, facendo vorticare un vecchio libro di pozioni fino a lui.
Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo,  come se sua madre lo vedesse per la prima volta.
Per un secondo il respiro le si incagliò in gola, incredula, poi un principio di sorriso le si disegnò in volto, ammorbidendo i tratti, conferendole un’inaspettata giovinezza.                                                                                                
Si lasciò ricadere sullo schienale della sedia, piegando la testa verso il basso e le sgorgò una risata incontrollata, genuina, fresca come una refolo primaverile in un giorno afoso. Severus aveva trovato incantevole quel suono, aveva un sapore caro, colmo di vita e sentì il cuore distendersi di un sentimento dirompente quando sua madre tese la mano con dita tremanti, per accarezzargli delicatamente i capelli.           
Aveva conosciuto un’ autentico momento di felicità.
                                                                                                                                   
Quel giorno rimasero a parlare per ore, lui e lei, come ricordava di non aver mai fatto. Eileen aveva lo sguardo rapito di una bambina mentre raccontava al figlio di Hogwarts, del Mondo della Magia, della sua nobile discendenza e Severus ascoltava euforico, beandosi della voce della madre come di un balsamo; il suo stesso corpo sembrava animato da una felicità delirante, di un amore antico finalmente corrisposto.
Era stato un bel momento, però era stato solo quello. Eileen tornò presto cieca alla vista del figlio, scontrosa, distante, ma Severus non avrebbe mai dimenticato.

Vi era stata un’altra occasione per la quale sua madre aveva cucinato con trasporto ed era avvenuto diversi anni prima. Si preannunciava una cena importante perché era rimasta davanti ai fornelli per ore, riprovando mille ricette sbirciate da grossi tomi. Aveva anche apparecchiato la tavola con cura, ponendo affianco al piatto posate che Severus non aveva mai visto.
 Lui era rimasto a guardarla curioso, leggendo con stupore negli occhi della madre, una luce ricolma di speranza mentre il sole calava e l’ora di cena giungeva.                                                                                                
Ma Tobias non tornò quella sera.                                                                                                                                                   
E la cena non venne mai consumata.                                                                                                                           
Eileen ribaltò l’immacolato tavolo con una poderosa spinta delle braccia, frantumando contro i muri tutto quello che le capitava a tiro, maledicendo lui e una donna senza volto e nome.


Hogwarts, invece, era tutta un' altra solfa, anche perchè – cosa incredibile a dirsi –  il banchetto era accompagnato dalla presenza di fantasmi! Severus per poco non rovesciò il suo succo di zucca dallo spavento. Indubbiamente Eleonor Daglas aveva lasciato precipitare il vassoio da cui si stava servendo a giudicare dagli schizzi di ricotta e zucchine appiccicati sulle sue sopracciglia: tartellette, probabilmente. Solo le espressioni apatiche dei suoi compagni più grandi, lo convinsero infine a respirare di nuovo.
Il timore comunque non lo frenò dal porre, poi, una raffica di domande curiose al Barone Sanguinario: come era diventato fantasma? Tutti potevano diventare fantasmi? Cosa significava vivere in quel modo? Non aveva mai letto niente su di loro. Perché non aveva mai letto niente su di loro?                                                                                                                           
Quello comunque si era limitato ad un’occhiataccia infastidita, prima di allontanarsi, ovviamente senza rispondere, trascinando fragorosamente le sue spesse catene.

Per Severus era tutto pazzesco, se solo Lily fosse stata con lui.
 
 
 
 
Temo che come primo capitolo non sia propriamente invitante, l'originalità è sicuramente limitata in questa parte, ma d'altronde si inizia da quel che si ha. Grazie della Lettura ohoh
Buon cioccolato a tutti!
 
   
 
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