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Autore: Fakir    30/01/2015    3 recensioni
Che ne è stato dei valorosi Gold Saints sigillati nella statua del Tempio di Artemide? Athena dopo essere tornata al Santuario, riuscirà, da sola, a proteggere l'umanità nonostante abbia nuovamente emesso un ordine di non intervento per i suoi cinque Bronze Saints? perchè le difese del Santuario sono allertate nonostante sia tornata la pace? e suprattutto gli uomini sono solo giocattoli... nelle mani degli Dei? Questa storia è collacata temporalmente un anno dopo del Tenkai-hen e tiene conto dell'intera vicenda di Saint Seiya, dalla GW alla corsa alle 12 case, la battaglia ad Asgard, la guerra Santa contro Poseidon e Hades, lo scontro nell'Elisio, i 4 OAV, il manga Saint Seiya G, Shou ad alcune informazione tratte da LC. Non considera la serie Omega, LOS, romanzi, Side Story e, per ora, ND enon ancora conclusosi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Me ne stavo comodamente seduto tra i fiori, sotto il cielo dell’Arcadia, nel giardino privato del palazzo di Ares.

Ero davvero curioso di sapere come il nostro, giovane ed imprevedibile, Amore avrebbe preso l’affronto del suo bellicoso fratello. Mi chiedevo se avrebbe preso peggio ciò che Ares aveva fatto alle anime che Amore desiderava così tanto aiutare o il fatto che l’idea nascesse dall’altezzoso Apollo. In ogni caso ne avremmo viste delle belle.

“Grazie...” sussurrai sulle labbra di una bellissima ninfa che, arrossendo timidamente, mi porgeva un grappolo d’uva.

Personalmente non intendevo farmi coinvolgere in questa schermaglia tra i miei fratelli, c’erano cose ben più piacevoli a cui dedicarsi, le labbra della ninfa accanto a me, per esempio, erano sicuramente più attraenti dello sguardo truce del mio bellicoso fratello Ares.
Mi soffermai a baciarle assaporandone con piacere il gusto mielato e trattenendo la fanciulla con una mano dietro il morbido collo, consapevole dello sguardo di disapprovazione che il mio agguerrito fratello mi stava sicuramente rivolgendo.
Mi vidi costretto ad aprire un occhio, senza allontanarmi dalla fanciulla, quando una violenta folata di vento mi avvolse, portando il divino Amore al centro del giardino.

Abbandonai temporaneamente le labbra della fanciulla, trascinandola, però, sull’erba accanto a me. La faccenda si stava facendo troppo interessante per non prestarvi attenzione.

Il nostro grazioso fratellino era davvero su tutte le furie…

“Ares...” ringhiò avvicinandosi minaccioso al fratello che stava seduto sul suo scranno e lo fissava con superba alterigia.
“Come hai osato distorcere in quel modo il potere delle mie frecce? Tu non hai diritto di giurisdizione sul mio agire e lo sai! In virtù di cosa, allora, ti sei arrogato questo potere?!”

“Stai calmo fratellino...”, rispose gelido Ares alzandosi e passandogli accanto con noncuranza fino ad averlo qualche passo dietro le spalle.
“Devo forse rammentarti che sei stato tu ad agire contro la legge liberando quelle anime da una condanna divina?”

“E chi sarebbe, di grazia, che possiede tanta autorità da poter decidere chi deve essere destinato alla sofferenza eterna, ora che Hades non c’è più?”
Rispose Amore senza muoversi, mentre un sorriso sarcastico si faceva spazio sul suo dolce viso di fanciullo.
“Apollo forse?” concluse con un’intensa nota tagliente nella voce.

Ares non rispose.

“Chi tace acconsente suppongo”.
Proseguì il nostro alato fratello, mentre le guance delicate gli si infiammavano di collera.

“Apollo non ha alcun diritto di agire in questo modo e tu lo sai benissimo! Ares! perché stai dalla sua parte, cosa ci guadagni? dimmelo!”

La risposta di Ares fu una sommessa risata.

“Io non sto dalla parte di Apollo!” affermò con rabbia il signore della guerra.
“Non mi interessano i suoi vaneggiamenti contro l’umanità, tutto quello che voglio è un indimenticabile spargimento di sangue, solo di fronte al sangue e alle lacrime l’umanità sa esprimere il meglio di se. Stiamo parlando di eroi, anime di uomini che hanno avuto l'ardire di sfidare gli dei! non di comuni mortali. Sarebbe stato davvero penoso vederli sciogliersi e languire, come signorine a causa del potere delle tue frecce!

Amore ringhiò a quelle parole “Che hai fatto Ares?” sibilò.

“Ho solo voluto dare un’aggiustatina al tiro per rendere le cose un po’ più interessanti. Chissà se gradiranno il mio regalo”.
Proseguì Ares, con un sogghigno, senza nemmeno badare al divino fratello.

Amore rimase immobile socchiuse le labbra come per parlare ma non vi uscì alcuna parola.

“Ti vedo sorpreso fratellino, nemmeno tu lo avevi previsto… anche io posso sciogliere le catene imposte dal Giudizio divino, cosa credi?
Inoltre come ti ho detto, non sto esattamente dalla parte di Apollo, ho solo sguinzagliato Ira e i suoi sei fratelli al seguito delle anime da te liberate!”

La risata che seguì queste parole di Ares fu agghiacciante, tanto che sentii la delicata ninfa tremare fra le mie braccia.

“Cosa credi che accadrà quando i sette Vitium, colororo che sono in grado, con un solo sussurro di risvegliare anche nel corpo dell'uomo più Santo e vicino agli dei, la più turpe natura animale, intercetteranno le tue frecce?

Cosa accadrà quando Ira, Superdia, Luxuria, Avaritia, Invidia, Gula e Accedia contamineranno le frecce destinate ai cuori puri di quelle anime sofferenti? E se tale unione, nata da follia di amore che infiamma il cuore e da turpi vizi che contaminano il corpo dovesse raggiungere anche coloro che, seppur avendo osato colpire gli dei, sono ancora in vita protetti dalla nostra sorella Athena?

Cosa pensi che accadrà, ora che più nessun Giudice può emanare sentenze ai mortali, quando i loro cuori ardenti della passionne delle tue frecce incontreranno i miei Vitium pronti a corrodore i loro peccaminosi corpi mortali?
Credi forse che la tua amata Psiche, con la sola flebile fiamma della Ratio, possa combattere tutto questo?

Ares rise... rise come mai lo avevo sentito fare prima.

“Il sangue scorrerà nuovamente e l'umanità cadrà nell'oscurità più tenebrosa... dilaniata dalle passioni e dalla cupidigia, e la Guerra di sangue, di cui io sono il Signore, divamperà in tutto il mondo.
Gli uomini combatteranno e combatteranno tra loro... per amore, per conquista, per puro divertimento, per fede, per obbedienza ad un signore, per disperazione... per qualsivoglia ragione, nobile o abbietta che sia... ma combatteranno... combatteranno... spargendo sangue e sempre più sangue fraterno in un turbine di amara follia... e io godrò...godrò di tutto questo!
E... Athena? A nulla varranno questa volta le sue lacrime o il suo divino Ichor!

 

Ares rise sprezzantemente.

 

“Questa volta, la nostra spergiura sorella, colei che ha rinnegato la propria natura divina per risiedere tra le larve che sguazzano ne fango... Athena, non potrà fare nulla per impedirlo!

Perchè anche i suoi adorati Saint non sono che un infimo impasto di carne sudore e sangue e nemmeno loro sono immuni dalle tentazioni carnali!
Il loro splendore verrà oscurato e il glorioso nome di Athena e della sua stirpe Santa cadrà nel fango, lordato dal sangue versato in nome dell'odio e della violenza brutale!”

Concluse ridendo sguaiatamente, il Signore della guerra.

 

“Ares come osi prenderti gioco di me in questo modo… maledetto!”

La voce del tenero Amore si era fatta feroce.

“Voltati!” urlò, mentre le sue candide ali avvampavano di fiamme scarlatte e dalla sua mano esplodeva una freccia di fuoco che il Signore della guerra riuscì ad evitare per un vero miracolo.

“Non avresti dovuto farlo!” proseguì il dio fanciullo mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.


La risposta di Ares fu un cenno sprezzante del capo corvino, mentre con un gesto plateale si asciugava il sangue dal viso

“Niente male per un dio di natura inferiore”. affermò con sdegno, pronto a rispondere all’attacco di Amore.


“Adesso basta!” una voce fredda quanto dolce interruppe l’alterco.

Artemide, che aveva assistito a tutta la scena, si frappose tra i due contendenti intimando loro di finirla li.

“Il vostro comportamento è vergognoso, vi state comportando come mortali, dovreste imparare ad avere più controllo sulle vostre emozioni”.
Rimproverò loro con asprezza.

 

Al contrario di quanto immaginassi, Ares si limitò ad un gesto di disappunto ma non rispose alla dea, mentre Amore ancora avvolto dalle fiamme mostrava senza riserbo le sue lacrime di frustrazione.

“Non finisce qui”. Gli sussurrò velenoso Ares passandogli accanto per tornare a sedersi

“Vai all’Inferno”. Rispose il dio fanciullo al suo fianco voltandogli le spalle e uscendo dal giardino con fare altezzoso.
 

Improvvisamente l’intero luogo fu congelato in un silenzio carico di tensione finché, non riuscendo più a trattenermi, scoppiai in una sonora risata, che mi venne ancora più intensa quando Ares mi fissò in faccia un severo sguardo, carico di risentimento.

“Messo a tacere da una dea e da un dio inferiore… questa da te non me la sarei proprio aspettata fratellino!”

Gli dissi asciugandomi le lacrime


“Taci Hermes”. ringhiò di rimando il Signore della guerra con la voce che gli usciva a stento per la rabbia.


“Certo certo...” proseguii per nulla intimorito dal quel mio arrogante fratello dal fisico scultoreo.
“Capisco, Artemide è la sorella prediletta di Apollo e che lui straveda per lei, non è un mistero, e di questi tempi non è il caso di contrariarlo ma… il dio inferiore, non credi di averlo sottovalutato, solo un pochino?
Ricordati che le sue frecce, se ti toccano il cuore, possono fare uscire di senno anche te!”

Proseguii facendo cenno alla ferita che gli sfregiava il viso perfetto, mentre con l’altra mano giocherellavo con i capelli color turchese della fanciulla languidamente coricata sulle mie ginocchia.

Ares mi scossò un'occhiata stizzita, facendomi cenno di tacere.

“Mai sottovalutare l’Amore che lotta”. dissi ammiccando.
“Dovresti ricordare che nessuno di noi può nulla contro le sue frecce, attento che per vendicarsi non decida di farti innamorare del tuo cavallo!” conclusi ridendo divertito.

 

 

 

   
 
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