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Autore: My_Name_Is_Toby    31/01/2015    2 recensioni
[Zombie!AU, Reynabeth con accenni Thaliabeth]
Il silenzio è una strana melodia.
L’ho udito così poche volte, in questa nuova orribile vita, che mi viene quasi da piangere: eravamo vecchi amici, io ed il silenzio, durante il mio periodo di studi, ma ci eravamo persi quando erano iniziati i gorgoglii gutturali della morte che cammina, di quelle cose che mi hanno strappato via la gioia.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Annabeth Chase, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: acciderbolina! Non è colpa mia, abbassate le armi, ho usato un generatore random di trame e mi è uscito “Reyna and Annabeth meet during the zombie apocalypse. Annabeth needs Reyna's help.” Da lì la mia mente ha preso il volo. Il femslash lo può vedere solo chi lo vuole vedere, comunque ^^ Anche se ho messo una esplicita relazione Thaliabeth (che non shippo, ma chissene) come Background... Bhe, buona lettura! (E perdonatemisegnalatemi eventuali errori...l'ho scritta all'una di notte).


  Il silenzio è una strana melodia.
L’ho udito così poche volte, in questa nuova orribile vita, che mi viene quasi da piangere: eravamo vecchi amici, io ed il silenzio, durante il mio periodo di studi, ma ci eravamo persi quando erano iniziati i gorgoglii gutturali della morte che cammina, di quelle cose che mi hanno strappato via la gioia.
Ironico che io riesca finalmente a trovare la pace solo quando ormai per me è finita: non ho intenzione di illudermi, sono rimasta sola, affamata e ferita. Preda facile.
Non mi ricordo nemmeno più quando è stata l’ultima volta che ho fatto qualcosa di normale, forse stavo maledicendo la malsana idea di presentare alla mia famiglia la mia ragazza, o forse la stavo rimproverando di non incitare i miei fratelli a fare cose stupide.
E ora sono tutti morti.
Questo garage è il posto più orribile che io abbia mai visto e sono sicura quel terrificante ragno mi stia guardando male: era sempre Talia a sbarazzarsi di quei cosi, ma adesso che non c’è preferisco tenermi a debita distanza e lasciarlo in pace. Non ho più la mia eroina anti-ragni, quindi preferisco sventolare bandiera bianca, sperando che provi pietà per me.
Quando sento la porta cigolare, rabbrividisco e prendo il mio laptop, pronta a spaccarlo sulla testa di chi o cosa stia per entrare. Colpisco senza pensare.
Ahia! – esclama una voce, prima che qualcosa mi strappi il computer dalle mani. – Rilassati, non volevo invadere il tuo territorio!-
A parlare è una ragazza con una maglietta viola sgualcita, capelli corvini raccolti in una treccia ed occhi color pece: mi guarda con un cipiglio severo, come a volermi rimproverare.
- Che ci fai qui?-- Immagino quello che ci fai tu: tento di sopravvivere. – mi risponde, richiudendo la porta. – Sta calando il sole, non voglio passare la notte in mezzo a quei cosi.
Inizia a sbarrare la porta con alcune sedie, per rendere il posto più sicuro.
- Ehi, aspetta. Non puoi rimanere qui.-
-Perché?-
- Chi mi dice che posso fidarmi di te?- le chiedo.
Nessuno, mi dico. Non posso fidarmi di nessuno, loro sono i miei peggiori nemici.
- Sei messa male. – osserva lei, sistemandosi una ciocca sfuggita al controllo della treccia. – Ho del cibo e qualche medicinale … E una pistola.- indica un fianco, dove è stata sistemata alla meglio l'arma da fuoco.
- Come li hai ottenuti?-
-Ha importanza?-
Faccio spallucce. –Immagino di no.-
Lei mi osserva, come se stesse pensando che al mio posto farebbe lo stesso: vedo una nota di ammirazione nel suo sguardo.
-Come ti chiami?-chiede, poggiando lo zaino a terra.
- Annabeth.-
- Bene, Annabeth, io sono Reyna. C’è qualcosa che posso fare per dimostrarti che non ti ucciderò nel sonno per rubare tutto ciò che hai?-
- Non avresti molto da rubare: un computer rotto e qualche vecchia fotografia.- ribatto io, con un sorriso triste in volto, mentre una buffa idea si fa strada nella mia testa. – Potresti eliminare quel coso lassù.-
Indico il ragno, quello che mi osserva con uno sguardo assassino.
-Un….Ragno?. domanda, confusa e, da quello che posso intuire, anche un po’ divertita.
- Non fare domande.-
Lei continua a guardarmi con quell’espressione, alzando le sopracciglia, ma si toglie uno scarpone e, muovendosi verso la ragnatela, si sbarazza di quella creatura infernale.
- Grazie. - le dico, rimettendomi a sedere.
- Altro?-
-No- ribatto, troppo stanca per pensare a qualcosa: io ho solo un laptop, lei una pistola. Se avesse voluto uccidermi, l’avrebbe già fatto.
Mi copro con i resti di una coperta, usando lo zaino come cuscino, cercando di dormire.
Mi addormento, ma i sogni non sono per niente d’aiuto.
Nel mio incubo, rivivo decine di volte la morte di Percy e Luke, la scomparsa di Nico e Bianca e,  per ultima, la morte di Talia: se allungo la mano, mi sembra quasi di poterla toccare, tanto è vicina.
Vedo quella belva che la azzanna, strappandola dalle mie braccia per sempre.
Poi, all’improvviso, mi trovo di nuovo sola nel garage, gli occhi che si stanno chiudendo per la fatica; sento un verso violento e gutturale, prima di essere afferrata da delle mani in via di decomposizione.
Quando vedo il volto ormai scarno di Talia che sta per azzannarmi, scoppio a piangere.
Quando mi sveglio, sto ancora piangendo; Reyna è seduta sull’auto distrutta al centro del garage e ascolta l’inquietante suono della morte.
- Tutto bene?- mi chiede, vedendomi in quello stato.
-Ho avuto un incubo.-
Lei fa cenno di aver capito con il capo e mi fissa: nella disperazione del momento, non capisco se sono i suoi occhi a perforare la mia anima oppure se sia la mia anima a perdersi in quel mare scuro e profondo.
Distoglie subito lo sguardo, tornando a fissare il muro.
Mi avvicino, cercando di fare conversazione: se davvero dovrò passare un po’ di tempo con lei, almeno voglio sapere qualcosa su suo conto.

Sembra che tu ne abbia passate tante.--le dico, poggiandole una mano sulla spalla.
- In realtà, è sempre la stessa storia: fuggo, vedo gente morire, cerco di sopravvivere. Poi il cerchio ricomincia, ogni giorno. – risponde, strofinando le mani per il freddo.- Lo sai qual è la cosa peggiore?-
- Cosa?-
-
Il non essere riuscita a proteggere le persone che amavo.-mi dice, con lo sguardo basso.
- A chi lo dici.- continuo io, tirando fuori una foto dalla mia tasca: siamo Io, Talia e Luke, quando ancora eravamo piccoli.
-Eri con loro quando è iniziata l’apocalisse?-
-Sì…- la mia voce si spezza.
-Ti va di parlarne?  - mi chiede, circondando le mie spalle con un braccio.
Questa azione sarebbe sembrata strana, in un’altra vita, ma quando tutto va a puttane, un gesto di affetto è sempre gradito.
Ironico, penso. Ho iniziato a parlare per sapere qualcosa su di lei, ma alla fine sarà lei a scoprire qualcosa su di me.
-
Lui… - indico Luke, parlando con non poca difficoltà.- Era uno dei miei più cari amici, il fratello maggiore che tutti vorrebbero avere. Il suo nome era Luke ed era un eroe-
-L’altra ragazza invece…- inizio, ma non riesco a continuare. 
E allora Reyna non chiede più niente, non dice più niente: rimane lì, con il braccio che circonda le mie spalle, come a volermi proteggere.
Mi appoggio sulla sua spalla, per poi riaddormentarmi.
Questa volta, però, nessun incubo mi tormenta.
Questa volta, l’unica melodia che sento è il respiro della ragazza accanto a me.

 
  
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