Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: LaMusaCalliope    31/01/2015    1 recensioni
Una guerra. Una guerriera. Un amore nato e morto sul campo di battaglia tra due nemici.
Genere: Azione, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La battaglia infuriava. Il terreno era reso scivoloso dal sangue che colava a fiotti dalle ferite degli uomini. Il sole calava all’orizzonte, illuminando tutto di bagliori rossastri. In cielo, draghi corazzati sputavano fuoco sull’esercito a terra. L’aria era acre, sapeva di morte. Nemici eterni si combattevano in una guerra che non sembrava avere più fine. I Bianchi e i Neri. I primi, che volevano l’equità di potere; i secondi che lottavano a favore della tirannia. I due colori delle armature di mischiavano in quel caos. Una ragazza della parte dei Bianchi si faceva strada tra i Neri a colpi di spada. Uccideva, trucidava, sgozzava, feriva. Era una furia. Nessuno sembrava essere alla sua altezza. Stava affrontando un nemico, un uomo alto due metri, con forti braccia, quando in mezzo a tutto quel sangue lo vide. Era un ragazzo ed era la cosa più bella che lei avesse visto. Sarà stato di un paio di anni più grandi di lei. Non aveva l’elmo, perciò poté vederlo in volto. Aveva capelli ricci, di un colore che andava dal rosso al castano chiaro. Un taglio d’occhi perfetto, ma che con la luce che andava sparendo non riusciva a capirne il colore. Aveva una lancia in mano, di ottima fattura. Infilzava chiunque gli capitasse a tiro. Quando lui la guardò, lei si riscosse e, impugnata la spada, finì l’uomo, facendolo accasciare a terra con le mani a stringersi l’addome, là dove l’aveva ferito. Man mano che si avvicinava al ragazzo, il suo aspetto le venne sempre più chiaro. La prima cosa che la colpì fu il colore dell’armatura. Avrebbe tanto voluto che quel nero che vedeva fosse solo fango, ma era troppo lucido, troppo scuro, troppo vero. Una fitta al cuore. Era un nemico. Avrebbe dovuto ucciderlo. Meglio farlo subito. Si avvicinò a grandi falcate a lui e, solo quando ce lo ebbe di fronte, lo attaccò con un fendente dall’alto. Lui non si fece trovare impreparato e, impugnata la lancia a due mani, la sollevò sopra la testa per bloccare l’attacco. La ragazza rimase interdetta. Non se lo aspettava così agile. Si riprese subito e continuò ad attaccarlo con più foga di prima. Lui riusciva a starle dietro, parando senza difficoltà ogni fendente e mentre lei era affaticata dallo scontro, lui sembrava essere tranquillo. Le sorrise con superiorità. Lei perse un battito. Quando sorrideva le sembrava addirittura più bello. Ma quello era un sorriso di scherno, un sorriso che aveva l’intenzione di umiliarla. Lei ringhiò per la frustrazione e caricò un ennesimo colpo,ma stavolta diretto alla lancia. Lui se ne accorse troppo tardi, quando ormai si ritrovava in mano due moncherini di legno. Li gettò lontano e tirò fuori una spada. Era a una mano, lunga meno di un metro. Non le diede il tempo di attaccare. Le si avventò contro. In mezzo a tutto quel frastuono di spade che cozzavano e grida, lei riuscì a sentire la sua voce calda dirle: “I giochi sono finiti, ragazzina!” e con un affondo la ferì al fianco. Lei sentì il sangue fluire via dalla ferita e colare lungo la gamba, caldo e infine finire a terra. Le forze la abbandonarono di colpo. La spada divenne troppo pesante. Alzò lo sguardo verso di lui. Sorrideva. Godeva della sua vittoria. Una rabbia sorda la invase e, con le poche forze che le erano rimaste caricò un’ultima volta. Gli si scagliò contro. le spade si incontrarono a metà strada. Il ferro stridette. Uno strattone e lei si ritrovò attaccata a lui. I loro respiri si fondevano in quell’aria putrida. Le loro labbra vicine. Il battito rallentò e non solo per la vicinanza di lui. La ferita perdeva sempre più sangue. Era finita. “È stato divertente giocare con te, ragazzina” e la distanza tra le loro bocche diminuì fino ad annullarsi completamente. La ragazza non poté godere a lungo di quel bacio che un dolore lancinante la colpì, partendo dal petto, all’altezza del cuore. Si staccò da lui e abbassò lo sguardo. Una spada si faceva strada nel suo corpo, trafiggendolo. Il sangue colava. L’aria le mancò e il dolore sparì. Tutto si annullò. L’ultima cosa che vide furono due occhi castani. Poi la vita l’abbandonò.

Carissimi lettori! Come mi è venuta una cosa del genere, vi chiederete. Non lo so. Ma un amore proibito mi ha sempre colpito. Recensite!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: LaMusaCalliope