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Autore: _Veronik_    31/01/2015    1 recensioni
-sei un angelo?- chiese Ujin ad un centimetro da quel ragazzo sovraumano, quasi divino.
-qualcosa del genere- sussurrò lui.
I loro volti quasi si sfioravano e potevano entrambi sentire i respiri e i battiti del cuore dell’altro.
Era tutto così strano. Come se lui non fosse davvero lì. Lì dove? Ujin se lo chiedeva. Non sapeva dove fosse o come ci fosse arrivata. Sapeva solo che il suo cuore batteva troppo velocemente e il suo respiro si faceva sempre più affannato. Mentre i battiti di lui erano come una melodia. Una melodia bellissima da cui Ujin si faceva cullare. Avevano entrambi gli occhi socchiusi ed erano fermi a pochi centimetri dal corpo dell’altro senza dire nulla.
Solo il suono dei loro cuori che battevano all’unisono.
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Ehilà gente!
Questa è la mia prima ff nella sezione SHINee!
Spero vi piaccia!
Baci :** _Veronik_
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Key, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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9 Mi perdoni?

Quel giorno Ujin si svegliò più sovrappensiero del solito. Aveva troppi dubbi per la testa.
Si alzò dal letto con le coperte a motivo floreale e si cambiò; indossò un vestito corto e bianco senza spalline, formato da molti veli leggeri sovrapposti e uscì dalla stanza. Entrò in cucina dove trovò Miyom.
-buongiorno- le disse sedendosi al tavolo.
La donna le consegnò la colazione già pronta.
-buongiorno Ujin-
-Taemin è a casa?-
-no, è uscito, ma dovrebbe tornare a breve-
-ok- disse semplicemente la ragazza continuando a mangiare –sai.. dove è andato?- chiese curiosa.
-no, mi spiace-
-fa niente. Miyom?- la chiamò di nuovo mordendo un biscotto al cioccolato.
-si, Ujin-
-tu... sei umana? Cioè, vieni dalla Terra?-chiese la ragazza cercando di non essere indiscreta.
-si- rispose pensierosa.
-e.. sei stata rapita?-
-è una lunga storia- disse dopo un attimo di silenzio –se mi vuole scusare, io andrei nell’altra stanza- e detto ciò sparì dietro la porta.
Ujin sbuffò. Possibile che non riusciva a tenere una conversazione con quella ragazza? Di cosa aveva paura?
Terminò di mangiare e uscì dalla stanza. Miyom non c’era. Fece un giro del salotto chiedendosi annoiata cosa avrebbe potuto fare. Si affacciò al giardino dietro la parete destra e diede uno sguardo avvicinando gli occhi al vetro. Era davvero bello e curato nei minimi dettagli. Ujin spinse la parete di vetro verso sinistra e questa si spostò permettendo alla ragazza di raggiungere il giardino.
Moltissime varietà di fiori erano coltivate lì; alcune che aveva già visto nei prati di quello strano mondo, altre che non avrebbe mai creduto di poter ammirare, di una bellezza inesistente, ma che in quel momento era proprio di fronte a lei.
Seguì per circa mezzora il sentiero che si faceva strada tra i fiori e gli alberi che si innalzavano dall’erba verso il cielo, fino ad arrivare ad un dirupo. Si fermò immediatamente ad un passo dal precipizio, ringraziando mentalmente di essersene accorta in tempo.
Una pietra si spostò, spinta dai piedi di Ujin e cadde per un centinaio di metri prima di immergersi nell’acqua di quello che sembrava essere il mare. Un mare color lilla. La ragazza lo osservò attentamente, credendo che ormai nulla potesse più sorprenderla in quello strano mondo.
Guardò l’orizzonte immaginando di poter sfuggire da Taemin, di poter scappare lontano, in un posto dove lui non poteva raggiungerla. Ma sapeva che era impossibile.
Una volta tornata indietro, attraversò la vetrata e la richiuse dietro di lei. Taemin si alzò velocemente dal divano e la raggiunse con pochi passi.
-dove eri finita?- chiese preoccupato.
-ero in giardino. Sono arrivata al mare- rispose Ujin con il suo solito tono seccato.
-avverti quando ti allontani. Mi hai fatto preoccupare! Non sapevo dove eri finita! Potevi anche cadere dal dirupo lo sai?- chiese arrabbiato, alzando la voce.
-bhè magari dovevo cadere allora, sicuramente sarebbe stato meglio che stare qui con te!- gridò lei.
L’espressione del ragazzo sembrò quasi voler dire che quelle parole lo avessero ferito nel profondo del cuore, ma Ujin pensò che probabilmente un cuore lui non lo avesse neanche.
-non dire stupidaggini- disse Taemin abbassando di poco il tono.
-non sto dicendo stupidaggini! E poi dove sarei potuta andare? Mi tieni chiusa qui dentro come se fosse una prigione! Questa non è casa mia!-
-da adesso lo è! Smettila di fare la bambina- disse lui prendendola per un braccio.
-non toccarmi!- disse Ujin allontanandosi –l’unico che sta facendo il bambino qui sei tu! Sei solo un egoista! Non puoi prendere quello che vuoi! Io non sono di tua proprietà!- gridò prima di avviarsi in camera.
-si che lo sei- sussurrò Taemin mentre la ragazza lasciava la stanza.

Ujin stava impazzendo. Non si rendeva più conto del tempo che passava. Da quanti giorni era lì? Quando doveva andare a dormire? Quando doveva mangiare? Ormai non capiva più neanche se fosse stanca o se avesse fame. Si rigirò più volte nel letto annoiata prima di sentire bussare.
-sono io. Posso entrare?- disse la voce di Taemin dall’altra parete della porta.
-no- rispose la ragazza.
Poco dopo la porta si aprì lentamente e il ragazzo fece capolino nella stanza. Si avvicino ad Ujin e si sedette all’estremità del letto continuando a tenere una certa distanza di sicurezza dalla ragazza. Guardò dritto davanti a sé, mentre Ujin continuava a fissare il soffitto, per poi prendersi la testa tra le mani e sospirare; subito dopo si alzò e guardò verso la ragazza.
-mi perdoni?- chiese a voce bassa.
Ujin rimase sorpresa dalle sue parole. Taemin… si stava scusando?
-cosa dovrei perdonarti?-
Il ragazzo ci pensò un attimo.
-tutto- rispose triste e.. forse pentito?
-intendi il fatto che mi hai rapita, portata all’Inferno, fatta scomparire dalla faccia della Terra e il fatto che non vuoi farmi tornare a casa MIA e che mi tieni chiusa qui dentro tutto il giorno?- chiese lei riassumente il “tutto”.
-s-si. Senti mi dispiace, lo so che mi odi. Se solo potessimo ricominciare fors-
-ricominciare cosa?!- lo interruppe la ragazza.
-ricominciare da quella sera in cui ti ho portata a vedere le stelle; andava tutto bene tra noi finché tu-
-finché non mi sono resa conto di ciò che stavo facendo?- lo interruppe di nuovo –scusami se ti sono sembrata felice in quelle poche ore, ma ero troppo distratta dalla bellezza di questo stupido mondo per rendermene conto prima!- gridò lei senza fare troppa attenzione alle sue parole.
-quindi, questo posto ti piace?- disse Taemin come se fosse un’affermazione più che una domanda, con una strana luce negli occhi.
-odio questo posto! Lo sai!- gridò la ragazza.
Quella luce nei suoi occhi svanì velocemente e ancora più velocemente cambiò il suo umore.
-bhè, è un peccato, perché volevo portati a fare un giro in questo posto che tanto odi!- urlò anche lui, uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.
Ora era lui quello arrabbiato? Pensò Ujin.
Non aveva nessun diritto di gridargli contro. Lui era dalla parte del torto; era lui che l’aveva rapita costringendola a lasciare i suoi amici e la sua vecchia vita. L’aveva portata via da Kibum. L’aveva portata via da Jonghyun.
Solo in quel momento si accorse quanto gli mancassero, quanto gli mancasse la sua quotidianità. Svegliarsi ogni mattina e preparare la colazione a suo fratello, salutarlo con un bacio sulla guancia promettendo di tornare presto. Fare shopping con Hyosung tra un negozio e l’altro riempiendosi di buste piene di vestititi e cose inutili. Passare a casa di Jonghyun, salutare JNey per poi uscire con il proprio ragazzo; mangiare una pizza con lui, passeggiare sulla spiaggia con i piedi immersi nell’acqua, baciarlo al chiaro di luna.
Baciarlo.
Quanto gli mancavano i suoi baci. I suoi abbracci. In quel momento ne voleva proprio uno; le forti braccia di Jonghyun attorno al suo esile corpo e la sua voce fantastica che gli sussurrava nell’orecchio che sarebbe andato tutto bene. Ne aveva proprio bisogno.
Non ce la faceva più. Si alzò velocemente dal letto e uscì dalla camera sbattendo la porta. A grandi passi cercò Taemin per gridargli, per la millesima volta dal suo arrivo in quel mondo, di farla tornare a casa sua. Ma lui non c’era.
-Taemin è uscito- la informò Miyom continuando a spolverare il pianoforte al centro del salone.
Poco dopo uscì, lasciandola sola e frustrata in quella grande stanza. Trattenne a stento le lacrime che le si erano formate negl’occhi e che volevano pericolosamente scendere sul suo viso; fece un grande respiro e uscì nel balcone; quel balcone dove aveva ammirato per la prima volta quel magico cielo.
Si incantò nuovamente ad ammirare quella fantastica alba senza fine. Quella luce nascente e che in realtà non nasceva mai del tutto. Le venne nostalgia del sole luminoso della sua Terra, della sua luna argentea e delle sue stelle che brillavano ogni notte in quel cielo che ormai non era più sopra di lei. Voleva vedere quella luce crescere fino ad illuminare completamente l’edificio in cui era prigioniera. Ma sapeva che non sarebbe mai successo. Il mondo in cui si trovava in quel momento era fermo.
Quel posto era morto.
Era l’Inferno, e lei voleva solo andare via.

 

 

NOTE AUTORE:
Ecco un  nuovo capitolo! XD
Le cose non sembrano proprio migliorare tra Ujin e Taemin.. lei gli darà mai una possibilità? O continuerà ad odiarlo?
Alla prossima :)
Baci :** _Veronik_

 

  
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