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Autore: thankyouzayn    31/01/2015    1 recensioni
«Tanti auguri», sussurro al tuo orecchio felice di far parte della tua vita e di essere presente in questa giornata.
© thankyouzayn | 2015
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Memories'
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Note autore:
Buongiorno ragazzuole!
Sono felice di dire che questa è la prima storia che pubblico con il nuovo computer e quindi sono abbastanza esaltata.
È passato un mese dal compleanno del ragazzo in questione ed io mi ritrovo qui a pubblicare una storia scritta in questi giorni, sono fuori tempo: I know. Come scusante posso dire che sono stata, di nuovo, malata e con la mente libera da impegni scolastici e una dose abbondante di tranquillità sono riuscita a produrre qualcosa. L'ultima volta che ho scritto qualcosa non stando bene è stata la fantomatica e la mia preferita “Immagination”  a cui, in parte, fa riferimento anche questo piccolo pezzo di vita quotidiana. È tutto molto dolce e romantico. Amo scrivere queste scene perché nella mia mente le immagino una ad una. Mi immagino Zayn ridere, scherzare ed essere estremamente romantico anche se pieno di tatuaggi e possa dare l'aria da duro.
Penso sia inutile che vi spieghi perché ho scelto proprio Zayn e che concluda dicendo che “La grande svolta nella nostra vita” -preso dal testo- non vi rivelo a cosa si riferisca ma penso che lo intuirete velocemente.
Prima di lasciarvi vi dico, as usual, che potete provare a contattarmi anche su 
Ask (anche se non lo uso molto) e che mi farebbe piacere se passaste a dare un'occhiata a tutto quello che ho prodotto in questi mesi: basta che clicchiate semplicemente qui.
Perdonatemi se ho fatto qualche errore ortografico, in caso mi scuso e vi auguro buona lettura. Alla prossima. xx
-Micol :)

 

Your day
 

12 Gennaio 2015, Londra.

Ti osservo mentre dormi beato tra le lenzuola bianche del nostro letto, con le labbra dischiuse e l’espressione rilassata: sei così bello. Il braccio destro accanto alla testa mentre l’altro appoggiato sul pezzo di materasso che prima occupavo io, il tuo petto nudo che si alza e abbassa regolarmente e la luce che filtra leggermente da sotto le grandi tende illumina di poco la camera.
Sorrido mentre in silenzio mi alzo e recupero la maglia da terra ed in punta di piedi esco lasciandoti dormire perché da stanotte un’idea mi invade la mente, e non riesco più a scacciarla. Afferrando le uova dal frigo penso che ho abbondante tempo per fare tutto con calma.
Apro la porta della stanza cercando di tenere il bilico il vassoio facendo in modo di non far cadere nulla a terra e schiarendomi la voce intono le note di “tanti auguri a te”, anche se sono completamente stonata. Abbandono ciò che ho in mano e sedendomi sul letto infilo una mano tra i tuoi capelli sfiorandoti con le labbra la fronte, il naso, la bocca e, nel momento in cui mi allontano, le tue mani afferrano i miei fianchi portando il mio corpo sopra al tuo. Hai gli occhi ancora chiusi quando sorridi leggermente e affondi il capo nel mio collo, con la mia risata in sottofondo perché mi fai il solletico. «Buongiorno fiorellino», dici e scosti la testa appoggiando la schiena alla testiera del letto mentre io mi sistemo sulle tue gambe, allungando un braccio verso il comodino e afferrando il piatto con la fetta di torta al cioccolato, la tua preferita, e la piccola candelina sopra.
Lo vedo come mi osservi da sotto le tue lunghe ciglia nere, vedo quel piccolo ghigno furbo che hai sul viso e vedo anche che come scuoti la testa divertito e sorpreso. «Sei abbastanza svestita», noti con apprezzamento, posando le mani sulle mie gambe piegate. Rubo il tuo accendino scuotendo la testa e, con un piccolo sorriso divertito sulle labbra, aspetto che tu esprima il desiderio e che soffi sopra la piccola fiamma prima di avvicinarmi alle tue labbra e lasciarci un bacio. «Tanti auguri», sussurro al tuo orecchio felice di far parte della tua vita e di essere presente in questa giornata. Perché io sono veramente qui. Strepitante e più euforica del normale, seduta sulle tue gambe e con la mano intrecciata alla tua mi godo la serenità che ho solamente quando sono insieme a te, che possiedo stando qui.
«Grazie, piccola», ammicchi. Quando poi un’altra idea mi vortica nella testa stringo la presa sulla tua mano e ti trascino giù dal letto perché a verità è solo una: è arrivato il momento del regalo.
Mi volto verso di te, raggiante mentre tu ti limiti ad inarcare un sopracciglio, insospettito. Riconosco quell’espressione e non posso far altro che avvicinarmi e accarezzarti la guancia prima di farti l’occhiolino più sfacciato della nostra storia e «Siediti», dico. «Voglio darti il mio regalo», aggiungo poi.
Incrocio le braccia al petto mentre aspetto che tu ti sieda sul divano, ed è proprio in questo momento che vorrei poter spiegare a parole quello che attraversa il mio corpo quando ti osservo perché sei meraviglioso e, sotto quasi tutti gli aspetti, mio. 
I capelli ti coprono di poco gli occhi e ti sbrighi a soffiare via qualche ciocca e solamente quando hai la visuale libera punti i tuoi occhi su di me, attendendo la mia prossima mossa senza sapere che se fosse per me tornerei sulle tue gambe e getterei lontano da noi ogni vestito.
Vorrei poter gridare a gran voce che tengo a te così tanto che a volte tutto ciò mi spaventa, che sei la cosa più bella che mi sia capitata in questa vita così bizzarra e che per come vadano le cose sono consapevole che questo verrà ricordato da me come il periodo migliore.
«Allora?» Ti schiarisci la voce.
«Ecco».
Lo ammetto: trovare il regalo adatto a te è stato difficile. Numerose volte ho pensato a cosa poter comprare ad un ragazzo che praticamente ha già tutto ma, poi ho capito. È stato come un lampo, un’idea, l’ennesima aggiungerei anche, che ha attraversato la mia mente e non sono stata più in grado di scacciarla e mentre ti porgo il piccolo pacchetto confezionato sono talmente tanto nervosa che le mani mi tremano. «Tutto bene?» Chiedi ed io annuisco, mugugnando qualcosa torturandomi le mani nervosamente. E tu mi guadi, attentamente mentre assumi un’espressione confusa e la tua tipica ruga tra le sopracciglia si forma e che vorrei scacciare con un bacio.
E poi osservo le varie emozioni attraversarti il viso quando capisci a cosa si riferisce tutto questo, perché in fondo è quello che voglio da sempre o, almeno, dal giorno in cui ti ho conosciuto ed è quello che vuoi anche tu.
Allora abbandoni il divano e la tua altezza sovrasta il mio corpo che viene avvolto dalle tue braccia sicure e protettive, le tue labbra, piegate nel sorriso più luminoso di sempre, premono sulle mie, sul mio collo e sulla mia mascella ed io non posso far altro che ridere spensieratamente quando mi sollevi da terra ed i miei capelli coprono i volti di entrambi mentre ci baciamo, come per testimoniare una delle decisioni più grandi della nostra vita e con la voce leggermente tremante «Grazie», pronunci, in un modo che mi appanna la vista e che mi commuove e la frase che segue dopo è meglio di tutto il resto. «È il miglior regalo di sempre». So che non stai mentendo.

«Scendi quando sei pronta. Non avere fretta».
Il campanello risuona per la decima volta in pochi minuti ed io ringrazio il fatto di trovarci in una casa singola per non disturbare i vicini.
Tu scompari dal riflesso dello specchio e scendi frettolosamente le scale mentre urli per la gioia di vedere chi è appena entrato. Arriccio il naso e mi sistemo per l’ultima volta i capelli assicurandomi di chiudere la porta, esattamente come abbiamo fatto con tutte le altre per non avere ospiti indesiderati.
Quando ti raggiungo sei splendido e raggiante con il tuo maglione nero accostato ai jeans che ti fasciano alla perfezione le gambe, i capelli curati ed un bicchiere stretto tra le dita lunghe mentre ridi insieme a Niall, giusto sotto al gran cartellone con la scritta “buon compleanno Zayn”, lo stesso cartellone che appena hai visto ti ha fatto alzare gli occhi al cielo ma con un lieve sorriso sulle labbra.
La musica ora è alta e la casa gremita di tuoi amici, i vari pacchetti regalo sono appoggiati sulla grande superficie del tavolo del soggiorno insieme ai numerosi bicchieri e penso che domani mattina ci vorrà molto più tempo di quello che pensavo per mettere in ordine tutto ma poi ti vedo ridere e divertiti e mi consolo pensando che tutto questo l’ho fatto per te.
Poi, improvvisamente, il buio invade completamente la stanza e, mentre congedo cortesemente le persone con cui sto chiacchierando per avvicinarmi a te, la luce soffusa della torta con le ventidue candeline, che portano Niall e Harry che a malapena si tengono in piedi, si avvicina alla tua figura e tutti quelli presenti intonano la canzone tanto simpatica, cosa che tu mi avevi espressamente chiesto di non fare ed io sorrido perché nonostante tutto tu sei felice e questo basta.
Liam e Louis, sul divano, capeggiano il coro e, devo dire, sono abbastanza imbarazzanti. Le loro scarpe che imprimono impronte sul divano bianco, accidenti.
Quando i bicchieri si alzano in aria ed ognuno grida a modo proprio, tu avvolgi il braccio attorno alla mia vita baciandomi la tempia. «Voglio una fetta di torta!», urla Niall alle nostre spalle e facendoci ridere. Subito dopo soffi ringraziando tutti ed un pizzico di luce ritorna.

Quando abbracci Harry e gli dai una pacca sulla spalla per poi sollevare una mano per salutarlo quando si volta verso di te e urla qualcosa prima di sbattere la porta alle proprie spalle tu scoppi a ridere, scuotendo il capo. In pochi minuti la casa si ritrova improvvisamente troppo vuota e troppo silenziosa, tu che mi sorridi ed io capisco che per te non è ancora arrivata l’ora di andare a letto. Allora mi tendi il braccio e lanci uno sguardo veloce alla tua mano che io afferro velocemente, ridacchiando quando mi fai fare una piroetta: proprio tu che hai sempre odiato ballare. «Ti sei divertito?» Domando fermandomi esattamente di fronte a te.
Non hai più nessuna traccia di gel tra i capelli, le gote leggermente arrossate e il tuo maglione, ora, odora di fumo mischiato ad alcool. I tuoi occhi castani sembrano scavarmi nell’anima mentre mi fai fare un’altra piroetta e tua voce canticchia una vecchia canzone romantica, quando poi sono di nuovo vicino a te mi sollevi da terra come se fosse l’azione più banale che tu abbia mai fatto ed io allaccio le braccia attorno la tuo collo, decidendo di lasciare un bacio sulla mascella.
Londra è illuminata davanti a noi: è uno spettacolo magnifico ed il freddo intorpidisce i nostri corpi ma, in quel momento, niente è in grado di competere con te inginocchiato davanti a me. «Mancava l’anello», dici con una strana eccitazione ed io che mi copro con una mano la bocca, imponendomi di rimanere tranquilla quando le tue mani afferrano la piccola scatola color Tiffany e l’apri. «È stupendo», mi affretto a pronunciare emozionata, prima di avvolgere le braccia attorno al tuo bacino e sfiorarti le labbra ringraziandoti sottovoce. Ti osservo ammaliata mentre gettiamo un altro sguardo al meraviglioso sfondo che ha fatto da testimone ad una grande svolta nella nostra vita.
«Andiamo a letto», aggiungi con un pizzico di malizia. «Abbiamo un sacco di cose da festeggiare». Ed io rido gettando il capo all’indietro, affrettandomi a togliere i tacchi che, accidenti, danno ormai troppo fastidio prima di essere trascinata via. Lego la mia mano alla tua riflettendo sul fatto che le nostre anime sono unite allo stesso modo e, presto, lo saranno per molto altro tempo, proprio per questo non riesco a reprimere il sorriso stupido che sorge sulle mie labbra e che so non scomparirà a breve.

  
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