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Autore: slashsriffs    31/01/2015    2 recensioni
Los Angeles, 1987.
Lisa ha vent'anni, vorrebbe divertirsi ma non può, perchè dentro di sè sente di averne ottanta.
Una sera di maggio incontra Slash, un chitarrista squattrinato che insieme al resto della sua band riscuote una certa notorietà nella città degli angeli.
La loro può sembrare una passione durata una singola notte fatta di alcol e forse stupefacenti, ma le cose cambiano quando da sobri un paio di occhi neri ritrovano le grandi pupille chiare che lo avevano tormentato notte e giorno.
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Superati le 10k letture e i 550 voti favorevoli su Wattpad.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quell’appartamento puzzava di fumo e di alcol nonostante i ragazzi avessero lasciato le finestre delle stanze spalancate, non preoccupandosi della possibile entrata di ladri o barboni che sarebbero stati capaci di arrampicarsi per dormire anche solo una notte su un letto comodo.
Erano entrati urlando, Steven prese in braccio la ragazza che lo stava affiancando, caricandosela su una spalla e camminando in direzione di una camera buia alla fine dello stretto corridoio illuminato soltanto da un paio di lampadine.
Lisa sorrise osservando la scena, e non potè fare a meno di ridere quando Adler quasi non fece cadere la sua bella, prendendola in tempo prima che il suo bel viso truccato sfiorasse il pavimento sporco.
Axl la stringeva forte, abbracciandola e trascinandola su di sè quando si accomodarono sul divanetto malandato. Sentiva i seni di Lisa schiacciati contro il suo petto sudato e quel semplice contatto lo mandava in tilt, lasciando che la sua mente immaginasse tutte le cose possibili e non che avrebbe potuto fare con quella ragazza.
A Lisa non dispiacevano quelle attenzioni, anzi. Si divertiva ad osservare Slash che dall’altra parte della stanza, seduto in malo modo su una poltrona in pelle, si mostrava indifferente nei confronti della ragazza che al bar invece non si faceva problemi a baciare e toccare.
Ricordava ancora le sue labbra sulla sua pelle, ed era frustrante non riuscire a dimenticarle. C’era qualcosa in lui. Non sapeva cosa. Quelle labbra.
Ne ricordava ancora il sapore, fumo e whisky. La labbra di Axl avrebbero avuto il medesimo gusto, ma non sarebbero state quelle di Slash.
Erano una massa di caos, non riusciva a togliersi dalla testa quel sorriso, che avrebbe potuto guarire le anime spezzate e forse era per quello che la faceva sentire diversa.
Si tormentava, abbracciata al rosso che ubriaco le passava una mano tra i capelli, scendendo poi a sfiorare la sua schiena nuda, lasciando che i suoi polpastrelli giungessero al tessuto dei suoi pantaloncini corti.
Colpita da un brivido di freddo in piena estate, alzò il capo improvvisamente, distaccandosi lentamente da Axl che la guardava ammaliato e confuso.

“ Scusami, puoi dirmi dov’è il bagno?” i lunghi capelli ricaddero mossi sulle sue spalle, nascondendo i seni visibili attraverso quel top striminzito.

Per Axl era una visione, ma era troppo stanco e ubriaco persino per rispondere. Si limitò ad indicarle la direzione alzando un braccio e puntandolo verso il corridoio.
Lisa si alzò, la gambe poco abbronzate sembravano non avere una fine, non solo gli occhi di Rose stavano ammirando quello spettacolo.
Dall’altra parte della stanza Slash stava cercando di convincere Sarah, Selene o come diavolo si chiamava a lasciarlo in pace e a pensare a distrarre il suo amico sdraiato sul divano.
Mentre parlava i suoi occhi scuri, nascosti dai ricci, non avevano lasciato andare neanche per un secondo da quando erano partiti dal Roxy la figura di Lisa che ora si dirigeva verso il corridoio poco illuminato. Gli abiti che stava indossando le mettevano in risalto le curve perfette del suo magnifico corpo, poteva essere paragonata ad una dea, la Venere di Botticelli, quei capelli biondi che Slash ricordava profumare di fragola o cannella, non lo ricordava, ma doveva saperlo. Aveva bisogno di stringerla ancora una volta, mordere quella pelle tanto soffice e liscia, quelle labbra troppo bianche e alla vista pudiche.
Quando sentì Duff colpirlo con un leggero pugno su una spalla e osservare che la ragazza che era venuto con lui si era ora seduta al fianco di Axl e lo stava facilmente seducendo, decise di alzarsi e di raggiungere Lisa.
Gemiti e urla trattenuti provenivano dalla stanza di Steven, che aveva lasciato anche la porta socchiusa. Slash si voltò di scatto sentendo una porta chiudersi con un tonfo, ma la chiave non fu girata e quindi era ancora in tempo per entrare. Con pochi e veloci passi si ritrovò con la testa china sulla vecchia porta del bagno, il respiro pesante, l’alito che puzzava di alcol e Marlboro rosse, le mani sudate e i capelli schiacciati sulla fronte.
Si insultò mentalmente, pensando che forse sarebbe stato il caso di lasciar perdere e tornare in salotto, convincendo Sarah a scopare anche con lui.
Ma la porta si aprì di scatto e sarebbe caduto se Lisa non l’avesse afferrato il tempo per le spalle e lui non si fosse aggrappato prontamente alla sua vita sottile. Slash restò qualche secondo con il viso schiacciato al petto di Lisa, aumentando la presa, sentendo la sua pelle calda sotto le mani callose. Si distaccò quando sentì che la ragazza si stava allontanando, poi puntò il suo sguardo sul suo viso e subito si rese conto di aver sbagliato.
Non avrebbe mai dovuto incontrare quegli occhi grandi e luminosi, anche loro un po’ brilli e tristi, proprio come i suoi.

“ Tutto okay?” domandò, la voce bassa e timida, non sembrava la Lisa di ieri sera ne quella del Roxy e questo Slash lo notò.

“ Io.. Si, scusami” fece per andarsene, ma poi si voltò di nuovo a guardarla, avrebbe voluto baciarla fino a dimenticare la realtà.

Sarebbero morti desiderandosi o avrebbero consumato la loro passione famelica quella sera, e Slash quello lo sapeva.
Per questo non ci pensò due volte e la baciò. La voleva dalla prima volta che l’aveva vista, l’aveva avuta ma non poteva farne a meno, non  quella sera.
Le sue labbra erano fredde, ruvide e immobili mentre quelle di lui erano frenetiche e bollenti. Fu soltanto quando Slash morse il suo labbro inferiore che lei si riprese da quell’iniziale shock e iniziò a ricambiare il bacio, dimenticandosi di Axl, del Roxy, dell’appartamento lurido in cui si trovava e persino di sua madre e Tyler che la stavano aspettando a casa.
Non poteva permettersi di fare tardi anche quella sera, ma la loro passione bruciava come le sigarette a basso costo.
Sapeva che avrebbe dovuto andarsene il più in fretta possibile, ma al tempo stesso voleva restare lì, divertirsi, sentirsi per una volta la ragazza di vent’anni qual era, senza dover correre a casa preoccupata, rischiando un infarto ogni volta che chiamando il nome di sua madre o di suo fratello non sentiva alcuna risposta. Si distaccò, ancora scossa e confusa, le labbra umide al contatto con quelle di Slash, il respiro pesante.
Lo guardò, si sentiva nuda sotto quelle pupille scure che la scrutavano intensamente, come se tutte le sue paure facessero capolino e si mostrassero allo sconosciuto che aveva davanti agli occhi e che l’aveva baciata un attimo prima.
Lisa aveva paura delle altezze, del buio e della morte, i suoi occhi lo stavano dicendo a Slash, che aveva paura di perdere le persone a lei più care, di perdersi. Che cosa le stava succedendo?
Non aveva mai provato niente del genere per un ragazzo prima, un misto di piacere, paura, ansia e gioia? Era felice di essere lì con lui?
Provate voi, Lisa avrebbe voluto dirlo se avesse potuto, a sentirlo, tutto quel dolore: costante, perenne, in ogni forma.
Slash la guardava, quegli occhi chiari parlavano più delle sue labbra. Sembrava un cucciolo indifeso, impaurita, lo vedeva, lo sentiva.
Ed era forse per questo che la baciò ancora, ed ancora, ed ancora.
Le loro lingue si intrecciavano, Slash sentiva la pelle d’oca ogni volta che la toccava, la sfiorava. Le mani di Lisa erano intorno al suo collo, carezze e graffi, gemiti strozzati e prese aumentate, un morso, un sospiro e poi si staccarono, si guardarono e ripresero a baciarsi.
La mente annebbiata, l’alcol e il fumo sulle labbra carnose di Slash, i capelli di Lisa intrecciati alle sue mani, profumavano di fragola, il petto nudo e sudato di Slash, i vestiti di lei sul pavimento freddo. I loro bacini si avvicinavano e si allontanavano, mani stringevano per lasciare segni visibili fino al giorno dopo.
Slash la trascinò dietro con se, con la schiena chiuse la porta alle sue spalle mentre Lisa faceva girare la chiave con un giro secco.
Lasciò un bacio sulla sua spalla, sul suo collo, la guancia e poi di nuovo le labbra, fameliche, arrossate e gonfie. Con le mani ancora tra i capelli, prese a baciarle il petto, i seni e scendeva sempre più giù, velocemente, sentiva i respiri affannati di Lisa, le mani che tiravano i suoi ricci disordinati.
Fu un attimo: si ritrovarono sdraiati sul pavimento, si sentivano soltanto le urla provenienti dalle altre stanze e il frusciare dei vestiti sotto le mani frenetiche.  Erano nudi, avvinghiati uno al corpo dell’altra. Ancora una volta Slash la fece sua, marchiò il suo collo, la sua spalla, un bacio e un morso, eccitandosi alla vista del viso contratto di Lisa, ai suoi occhi serrati e al labbro inferiore imprigionato dai denti. Raggiunsero l’orgasmo soffocando le loro grida nell’ennesimo bacio.




“ Devo andare via” sussurrò Lisa, ancora affannata tra le braccia tatuate di Slash.

“ Piccola, non voglio che tu vada via adesso” il chitarrista incolpò l’alcol che scorreva nelle sue vene, ma la verità è che era consapevole delle sue parole.

“ Devo” di colpo Lisa si alzò, i lunghi capelli le nascondevano la schiena.

Si chinò per raccogliere i suoi abiti e indossarli velocemente mentre Slash era ancora sdraiato sul pavimento, incapace di muoversi, ammaliato da tanta bellezza. Non si alzò neanche quando lei aprì la porta e si voltò, rivolgendogli un ultimo sguardo e sussurrando un saluto.
Sentendo il tonfo della porta chiusa, Slash serrò le palpebre, maledicendosi mentalmente per aver trascorso ancora una volta troppo poco tempo con lei.





Intanto Lisa era tornata in salotto, trovando però soltanto il ragazzo moro a fumare una sigaretta alla luce della luna che quella sera illuminava Los Angeles. Affrettò il passo, pensando di non essere notata, ma si bloccò al suono della voce tranquilla di Izzy.

“ Vai già via?” la stava guardando, non sapeva il perché ma ogni volta che i suoi occhi si posavano su Lisa, nella sua mente si ripeteva la strofa di una delle loro canzoni.
I suoi capelli mi ricordano un posto caldo e sicuro,
dove mi nascondevo da bambino
e pregavo affinchè il tuono e la pioggia
se ne andassero da me con calma...

“Si” sussurrò allora lei.

Izzy la osservò ancora, era immobile al centro della stanza, la pelle chiara e gli occhi spalancati per la sorpresa. Con un cenno del capo la salutò silenzioso, continuando a fumare la sua Marlboro, voltando il capo per poi sentire la porta chiudersi per l’ennesima volta quella giornata.
L’aveva guardata anche quando lei guardava altrove, dolce bambina.
Aveva un cuore, era buono. Avrebbe dovuto donarlo a qualcuno a cui importasse davvero, non ad un chitarrista squattrinato.
E forse dentro di se sapeva che non era Slash il musicista a cui si stava riferendo.
Se avesse potuto essere invisibile, state tranquilli che Izzy l’avrebbe rincorsa sino a casa, le avrebbe sfiorato i capelli e avrebbe ascoltato il suo respiro, dandole poi un bacio, uno solo.
Ma questo Lisa non l’avrebbe mai saputo, non l’avrebbe mai saputo nessuno.








 

 
Spazio autrice:
finalmente, scusate il ritardo! 
Sono super impagnata in questi giorni e approfittando del sabato e della pioggia che crea l'atmosfera, sono riuscita a scrivere questo nuovo capitolo.
Non sapete quanto ho trascorso soltanto per l'ultima parte dedicata ad Izzy.
Per non parlare dell'immagine! C'ho messo anni a recuperarla.
Spero di non avervi deluso e che la storia stia continuando a piacere.
Ringrazio le persone che stanno continuando a leggerla, e anche i nuovi lettori ovviamente :)
Sapete che apprezzerei una recensione, ma se siete troppo timidi, non fa nulla.
xx
   
 
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