Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Kira Nikolaevic    01/02/2015    0 recensioni
E se Ciel avesse una sorella gemella? Isabel Phantomhive è l'unica che riesce a tirar fuori la parte più gentile ed affettuosa di Ciel. Anche lei ha vissuto le stesse esperienze di Ciel e anche lei ha stipulato il contratto con Sebastian, col quale va molto d'accordo, nonostante non condivida l'idea di vendetta del fratello. La vedremo seguire Ciel in tutte le 'avventure' che quest'ultimo nel manga(ATTENZIONE SPOILER! Se non avete letto il manga o se non avete ancora finito di leggerlo, vi avverto che userò proprio il manga come linea guida della storia!) ha affrontato affiancato solo da Sebastian. spero di avervi incuriosito almeno un pochino.. e spero che vogliate continuare a seguire la storia (sempre che vogliate iniziare a leggerla) e che perdoniate i miei eventuali ritardi nelle pubblicazioni dei capitoli.. vi ringrazio già da adesso per la comprensione e la pazienza che, spero, avrete nei miei confronti. Kira :)
Genere: Azione, Dark, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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DUE
-
Quei gemelli,
riappacificazione.
Nel posto davanti al suo trovò un cestino di vimini, in cui Sebastian aveva riposto la sua colazione. Il maggiordomo, che la accompagnava all’interno dell’abitacolo, lo aprì, tirò fuori il thermos di tè caldo per versarlo in una tazzina che porse ad Isabel – Tè Ceylon? Chiese riconoscendone l’aroma. – Si, signorina. Quando la ragazza prese il piattino, da sotto questo, cadde un foglietto ripiegato su se stesso. – Oh, perdonatemi. Non lo avevo notato. Disse Sebastian mentre lo raccoglieva, e leggendovi il destinatario scrittoci sopra, sorrise. – Sembra però sia vostro.. aggiunse sorridendo cordiale alla padroncina, la quale lo prese in mano non poco sorpresa. Lo aprì e riconobbe chi era il mittente dalla scrittura: ‘Ciel..’ sorrise.
   Isabel, perdonami. Ti assicuro che non è mia intenzione non passare del tempo con te, anzi, non sai cosa darei per passare una giornata insieme.. e per quanto riguarda la storia dello zio Chlaus, so di aver approfittato della sua disponibilità, ma come sai, la regina fa affidamento su di me per questi casi. Del resto, sono il “cane da guardia della regina”, no? È mio compito e dovere agire in questa maniera, così come faceva il mio predecessore.. mi spiace che non ci sarai a pranzo, spero quindi di rivederti stasera a cena. E spero anche mi voglia perdonare. Con affetto, Ciel. E ricordati: ti voglio bene, sorellina.
Mancò poco che le scivolasse una lacrima lungo il viso. Raramente Ciel le scriveva e altrettanto raramente le diceva di volerle bene o le chiedeva scusa. ‘Oh, Ciel.. ti voglio bene anche io..’. – Ehm.. signorina? Fareste meglio a finire il vostro tea, siamo quasi arrivati.. – Mh? Oh, si. Grazie.. – Spero per voi, che voi e vostro fratello vi siate chiariti. - Cosa? Oh.. si. Ma tu come facevi a saperlo, Sebastian? – Se il maggiordomo del casato Phantomhive non riesce a capire ciò che affligge i suoi padroncini… non è degno di tale nome. – Ahahahah.. hai ragione.. senti, Sebastian.. cosa deve fare Ciel, questa volta? So che non dovrei saperlo.. ma.. – Oh... deve impedire che la mafia italiana continui i suoi traffici di droga a giro per Londra. – Mh.. spero solo che non si cacci nei guai.. si è messo a giocare ad un gioco troppo pericoloso, secondo me.. nostra madre non credo che avrebbe preso la cosa con tanto entusiasmo, come, credo, avrebbe fatto nostro padre.. oh. Scusami, stavo divagandomi con delle sciocchezze.. – Non si preoccupi, signorina. Ah. Siete arrivata. – Grazie per avermi accompagnata, Sebastian.. verrai a prendermi tu stasera? – Certamente, signorina. – Grazie.. allora a stasera. Disse scendendo dalla carrozza aiutata dal cocchiere, non fece nemmeno in tempo a mettere il secondo piede a terra che venne travolta da una furia bionda, dalla vocina petulante e fin troppo acuta, che iniziò a stritolarla. – Isabel! Come sono felice di vederti! – Lizzy.. ma sono passati solo un paio di giorni dall’ultima volta in cui sono stata qui.. – Ah.. davvero? Va bè! Ma tu mi sei mancata tanto lo stesso! Disse strusciando la guancia contro quella di Isabel. – Elizabeth! Lascia stare tua cugina! Disse una voce femminile ed autoritaria. – Si, nobile madre.. rispose la ragazzina, staccandosi controvoglia da Isabel. – Buon giorno, zia Francis. Salutò, con un inchino Isabel. Alquanto inquietata dal tono di voce della zia. –  A quanto pare, anche oggi tuo fratello è impegnato… - Eh già… disse imbarazzata. – Buon per te, allora. Avrai più tempo rispetto a lui per allenarti. – A-allenarmi per cosa, zia? – Come in cosa? Mi pare ovvio. – Ah, già… quello... in quel momento arrivarono Edward e suo zio. – Buon giorno, marchese.. Edward… salutò Isabel, rifacendo un inchino. Il marchese Midford, suo zio, dopo che Edward l’ebbe salutata con un baciamano, l’abbracciò strizzandola più di quanto avesse fatto la figlia minore. – Ehm.. zio.. mi state soffocando. Non riesco a respirare.. – Oh! Scusami, cara, è che mi è sembrato sia passata un’eternità da quando ti ho vista.. eheh.. Non c’erano dubbi: Lizzy aveva preso tutto da suo padre, tranne che per i capelli, biondi come quelli della madre, così come Edward era la copia esatta della marchesa Midford, sia per carattere che per aspetto. La giornata per Isabel volò come non mai. Tra gli allenamenti e gli altri momenti passati con i cugini, nell’ampio giardino di villa Midford. Sebastian la venne a prendere subito dopo le tre. Stava parlando con Lizzy (più che altro era solo la bionda a parlare) di Ciel e di quanto fosse carino, quando la raggiunse il cocchiere della carrozza per avvisarla che Sebastian la stava aspettando in carrozza, appena fuori dalla villa. Annuì col capo e, prima di andare, si congedò dalla cugina, per andare poi a salutare i suoi zii ed Edward.
  • Fra quanto dovremmo arrivare, Sebastian? – Dovremmo essere alla villa fra una manciata di minuti, signorina. – Ah.. mi spiace non esserti stata d’aiuto come sempre questa volta.. immagino che Ciel ti abbia dato non poche gatte da pelare.. – Oh, non si preoccupi, signorina. Me la sono cavata piuttosto bene, nonostante le “gatte da pelare” che mi ha dato il padroncino.. – Ahahah! Spero si sia comportato bene, stamani. – Certamente, signorina, non avete di che preoccuparvi. – Che programmi ha Ciel, oggi pomeriggio? – Ha voluto fare una scommessa con me.. – E se vinci tu, gli tocca riguardarsi e ripassare la lezione di ieri e prepararsi per quella di domani, vero? Ahah.. sei proprio diabolico, quando ti ci metti! Disse calcando sul ‘diabolico’ con fare scherzoso. – Mh.. signorina, non dite così.. io sono solo… - Un mero maggiordomo, lo so. Lo dici sempre.. di essere “solo un mero maggiordomo”.. ahahah! Si sorrisero l’un l’altra con fare complice.
Quando arrivarono alla villa, Isabel andò in camera sua per lavarsi e cambiarsi. Quando scese in giardino per raggiungere il fratello, l’incontro era appena finito e fece in tempo a vedere Ciel che porgeva un bicchiere di limonata, sospetto ‘molto sospetto..’. essendo la gemella di Ciel poteva benissimo intuire che c’era qualcosa che non andava in quella limonata, poi vide Tanaka al suo fianco e capì tutto. Li raggiunse proprio quando Sebastian stava rimproverando Finnian, Mey-Rin e Baldroy, rimandandoli alle loro mansioni. – Sebastian, a proposito di lavoro… devo parlarti in proposito di una chiamata di Chlaus. Vieni. Anche tu, Isabel, se vuoi. – Mh. Sì, arrivo Ciel.. – Ai vostri ordini, signorino.
Nel loro studio, Ciel aveva esposto anche a Sebastian la notizia dell’arrivo di Chlaus.
Si trovavano nello studio della villa, quello in cui Ciel e Isabel, a volte, studiavano. – Allora, pare che Chlaus sia riuscito a trovare quanto gli avevo chiesto, mi ha detto che ha dovuto faticare un po’.- disse lanciando vari sguardi alla sorella, col timore che potesse scoppiare di nuovo, uscendosene con una delle sue ramanzine, come quella che gli aveva fatto quella mattina, ma la vide sorridente e solare. Poi tornò a rivolgersi a Sebastian – Sarà qui per le sei, Sebastian.. sai esattamente cosa fare, vero?- - Sì, mio signore. Farò tutto quanto è in mio potere per offrire al signor Chlaus, la più sopraffina delle accoglienze... signorino, perdonate, ma potrei sapere cosa c’era nella limonata?- chiese il maggiordomo portandosi una mano allo stomaco, evidentemente dolorante. – Oh. È la limonata speciale di Tanaka al glutammato monosodico. Visto che è bianco, lo avrà sicuramente scambiato per zucchero. Mi è bastato un sorso per evitare di continuare a berne.- ‘Ciel! Sei impossibile!’ pensò Isabel, sorridendo divertita dal pensiero di Tanaka mentre preparava la limonata per il fratello. Notò però che Sebastian pareva un poco irritato da quel tiro mancino da parte del padroncino, mentre diceva – Mi appresto ai preparativi, dunque. – A-ha. Mi raccomando, Sebastian.- disse Ciel riprendendo a leggere il giornale che aveva iniziato prima di iniziare quel discorso. Isabel, in quel momento decise che avrebbe aiutato Sebastian anche in quell’occasione. – Lascia fare a noi, Ciel!- esclamò la ragazzina tutta un sorriso, per poi avvicinarsi al fratello per scoccargli un bacio sulla guancia – Per la faccenda dello zio, ti ho perdonato.. e anche io ti voglio bene!- gli sussurrò facendogli l’occhiolino, lasciando, così, interdetto il giovane Phantomhive.
Prima di tutto, si occuparono, o meglio, Isabel, si occupò di scegliere il servizio di piatti più adatto al menù del giorno, dopo averne parlato con Sebastian, si curò di farlo brillare come se i piatti fossero specchi e scelse anche una tovaglia che fosse adatta: nuova, senza pieghe né macchie. Sapeva come Ciel e Sebastian fossero meticolosi da quel punto di vista. Poi, insieme, lucidarono l’intera argenteria. Sebastian curò le rose bianche sterling silver, le preferite dei due rampolli del casato Phantomhive, recidendo via quelle lese. Una volta che ebbe estirpato tutte le erbacce dal viale d’accesso, il maggiordomo, pareggiò il prato come fosse velluto.
  • Per la cena, che è il fulcro dell’ospitalità, signorina, utilizzeremo solo gli ingredienti migliori. Useremo in abbondanza carne di manzo, verdure e riso, sale e pepe, il tutto scelto personalmente da me al mercato. Questa è l’accoglienza di prima classe Phantomhive!- disse, rivolto ad Isabel, tutto infervorato dai preparativi.
In quel momento, suonò il campanello dallo studio in cui si trovava Ciel – Ma tu guarda. Chiamarmi quando sono così occupato. Distraendomi, tra l’altro, dal mio lavoro.. cosa vorrà adesso il signorino?- disse borbottando tra sé e sé, mentre si toglieva il grembiule da cucina, si srotolava le maniche della camicia e afferrava la giacca del frac. – Signorina, non state a preoccuparvi troppo per me. Andate pure a prepararvi per questa sera. – Accidenti, Sebastian! Non ci metto mica un’eternità a scegliere cosa mettermi! Non sono Lizzy..- disse mettendo il broncio al maggiordomo davanti a quel rifiuto di aiuto da parte sua. – Insisto, signorina. Non potete di certo mettervi la prima cosa che vi capita sotto mano. Sarebbe disdicevole, per una lady come voi. Andate, io me la caverò.- disse bonariamente Sebastian – Uff! e va bene! Vado, vado... però. Questa me la lego al dito, Sebastian. Me ne ricorderò!- disse, uscendo spedita dalla cucina avviandosi ai piani superiori per raggiungere la sua stanza. Sebastian, sorrise, quasi intenerito da quella ragazzina che, come il fratello, avrebbe potuto benissimo comportarsi da contessina viziata, ma che comunque, non perdeva mai un’occasione per dargli una mano o in cucina o a riparare agli errori causati da quei tre che avrebbero dovuto costituire il resto della servitù. Poi, uscì dalla cucina anche lui infilandosi la giacca del frac, incamminandosi per il corridoio per avviarsi poi ai piani superiori e raggiungere il signorino nel suo studio.
 
In prossimità della cucina, tre paia di occhi avevano seguito ogni movimento di Sebastian e di Isabel. Quindi, una bocca occupata da una sigaretta, parlò. – Non ci sono dubbi. Sebastian e la signorina che si impegnano così tanto... stasera avremo ospiti!- esclamò Baldroy, lo “chef”. – N-no dubbio!- gli fece eco MeyRin, la “cameriera”. – Siiiii! Potremo mangiare da Dio!- esclamò Finnian, il “giardiniere”, giungendo, però, alla conclusione sbagliata, infatti – No scemo! Non è questo il punto!- gli disse Bald picchiettandogli la fronte con un dito, quasi a controllare se quella testa fosse vuota o meno. – Questa è la nostra chance! Potremo finalmente dimostrare a Sebastian e alla signorina di cosa siamo capaci! Faremo tutti dei lavori da lasciarli a bocca aperta!- disse l’uomo tutto impettito, con un sorriso strafottente sul viso. – Oh! Giusto... hai ragione, Bald!- disse Finnian, illuminato da quella ‘rivelazione’. – Allora, io... io farò un giardino che di così belli non se ne sono mai visti!- proclamò il ragazzo immaginandosi già la riuscita del suo lavoro. – A.. allola io lucidelò il selvizio da tè talmente bene che semblelà nuovo!- disse MeyRin impacciata dall’imbarazzo con la sua pronuncia cinese. – Ed io preparerò un secondo così delizioso e grandioso che al nostro ospite cadrà addirittura la mascella!- concluse il ‘capo’ dei tre. – Bene! Diamo il via all’operazione! Facciamo del nostro meglio!- dissero all’unisono i tre.
 
Al piano di sopra...
Lo studio di Ciel... – Cosa desiderate, signorino?- chiese Sebastian, piuttosto irritato dall’interruzione del suo lavoro. – Ho fame. Fammi qualcosa di dolce, tipo un parfait.- disse il ragazzino. – Signorino, non va bene così. Se mangiate ora non avrete appetito a cena. – Non m’interessa. Fammelo. – No, signorino. – Fammelo, Sebastian. – Vi ripeto: no.
 
La stanza di Isabel... Erano ormai più di dieci minuti che stava davanti al suo guardaroba intenta ad osservare i suoi abiti. Era indecisa su cosa mettere quella sera.        – Sebastian aveva ragione a raccomandarmi di venire a scegliere cosa mettere per questa sera. È strano. Solitamente avrei preso la prima cosa passatami sotto mano. Questa sera, però, voglio che lo zio Chlaus mi veda conciata e vestita per bene.- disse fra sé e sé la ragazzina esaminando ed analizzando ogni singolo vestito. – Uff... mi sento tanto Lizzy... non è che mi ha contagiato con la sua mania del carino e dell’elegante? Aaaah. Al diavolo! Metterò questo!- decise spazientita afferrando un abito in raso e seta di colore azzurro chiaro con motivi in seta blu notte floreali e arabescati ricamati a mano sul corpetto. Avrebbe tenuto i capelli sciolti o parzialmente raccolti sulla nuca tenuti da un fermaglio in argento. All’improvviso sentì dei rumori provenire da diverse zone della villa, quali il giardino, la cucina e la sala delle porcellane ‘Ma che diamine sta combinando Sebastian? Lo lascio solo per pochi minuti e guarda che mi combina... però... queste voci... non sembra sia lui...’ si disse prima di precipitarsi fuori dalla sua stanza dopo aver udito un’esplosione proveniente dal piano inferiore, quindi, dalla cucina. Ci mancò poco che si scontrasse con il maggiordomo, anche lui attirato da tutto quel trambusto.
Correndo per il corridoio dalle grandi finestre vide in che condizioni riversava il cortile interno. Un deserto a confronto sarebbe risultato più rigoglioso e verdeggiante. ‘Santo cielo... ma che hanno combinato quei tre?!’ si chiese. Arrivarono entrambi nel corridoio della cucina e vi trovarono i tre servitori indaffarati a parlottare tra di loro. – Insomma, volete spiegarmi come avete fatto a combinare tutto ciò?- chiese Sebastian a dir poco irritato, riferendosi al giardino desertificato, al servizio da tè ridotto in polvere e alla carne, pietanza principale della cena, carbonizzata. – Dopo che ho estirpato tutte le erbacce, ho pensato di dare il diserbante... ma il coperchio era rotto e ho diserbato tutto- disse Finnian con i lacrimoni che avevano iniziato a corrergli lungo il viso, facendo assomigliare ad una fontana. – Io quando stavo pel tilale fuoli selvizio da tè, sono inciampata... e caduta su callello... e poi, schiantata contlo mobile del selvizio da tè...- si “giustificò” MeyRin con una lacrimuccia e gli occhiali rotti, come ogni volta che cadeva o inciampava. Quindi gli occhi di Isabel e Sebastian, andarono a posarsi su Baldroy. – Bhè, quando sono entrato in cucina, ho trovato sul piano da lavora della carne cruda, e... ho pensato di arrostirla un po’… usando la fiamma ossidrica...- disse l’uomo. – Va bene, ho capito. È stato un mio errore lasciare in sospeso le cose, in maniera tale da poter ultimare il tutto in una volta sola.- disse, mentre Isabel lo guardava di sbieco, con il sottofondo dei piagnistei che stavano facendo i tre, implorando il perdono di Sebastian e della signorina. – Va bene, ora calmatevi, però!- disse Isabel, mentre Sebastian pensava a come poter riparare i pasticci fatti dai tre. – Il giardino senza più un filo d’erba, il servizi da tè ridotto in polvere, la pietanza principale della cena carbonizzata e il signor Chlaus arriverà fra poco più di due ore.                  – Sebastian, ormai non c’è più tempo per poter reperire della carne pregiata e un servizio da tè nuovo. – Sì, lo so signorina... che fare?- si chiese il maggiordomo, rispondendo ad Isabel, ma trovando per sé un nuovo quesito a cui trovar risposta. – Fate silenzio. Dovreste tutti e tre imparare dal signor Tanaka a comportarvi più da adult...- si interruppe, illuminato da un’idea folgorante, scambiò uno sguardo con Isabel  e comprese che anche lei aveva avuto la sua stessa idea. – Bene, … signori. Prestate molta attenzione a ciò che vi dirò adesso e vedete di eseguire prontamente, quanto vi indicherò nelle mie istruzioni. Risolveremo il tutto con questo.- annunciò prendendo dalle mani di Tanaka il bicchiere di ceramica vetrata da cui stava sorseggiando il suo tè verde.
 
 
ANGOLINO AUTRICE: Ok, chiedo scusa per il ritardo, anche se è un mese dal primo capitolo.. eheh.. allora, che ne pensate? Ho voluto fare di Isabel quasi l’esatto opposto di Ciel, cosa che noterete anche nei prossimi capitoli... come ben saprete, il nostro giovane conte si comporta da perfetto egoista e ragazzino viziato nei confronti di Sebastian e di tutti gli altri (ma, come avete letto, non è così con la sua ‘sorellina’ come l’ha chiamata lui nel bigliettino/lettera che lei, o meglio, Sebastian, ha trovato nel cestino della colazione), mentre lei è sempre gentile e disponibile con gli altri, un po’ schietta nel parlare e ‘maschiaccio’ nel vestire (anche se lei, in fondo, ci tiene a ben apparire, come avete già letto nel primo capitolo). Bene! Spero di poter leggere qualche vostro commento (sia positivo che negativo)… anche dieci parole, mi bastano e risponderò a tutte le recensioni che vorrete lasciarmi, come faccio sempre con voi lettori. A presto, sperando di non tardare troppo, baci Kira :*  
  
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