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Autore: International_Love    01/02/2015    2 recensioni
Selena, una ragazza di 25 anni, che dopo la fine della sua relazione con l'uomo sbagliato, vede la sua vita sconvolgersi da una notizia inaspettata: è incinta. Nonostante ancora non si sia ripresa, amerà quel bambino con tutta se stessa, trovando una ragione per cui rialzarsi e tornare a vivere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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PROLOGO

 

 

 

Tutto era perfetto. La valigia era pronta, la casa era stata riordinata e il biglietto era nella tasca. Non mancava nulla, a parte il coraggio. Quello mancava, e non era la prima volta che Selena non se l’era fatto venire. Il coraggio di montare sul treno per tornare da lui. Il coraggio di cominciare una vita insieme, questa volta per davvero. Il coraggio. Era l’unico elemento che in quel preciso istante le mancava. Guardò la sua valigia, e il suo cappotto. Li guardava costantemente, cercando una risposta ad una domanda che ancora non si era fatta. Che cosa strana! Lei, che era la determinazione in persona. Lei, che amava la sua indipendenza e ne aveva fatto uno stile di vita. Lei, che aveva distrutto la sua vita per lui. Qualcosa era cambiato e per questo era terrorizzata. La paura e la codardia, quella mattina, l'avevano sopraffatta, tanto da farla cadere sul divano, con gli occhi ancora fissi sulla valigia. L’aveva preparata meticolosamente la sera prima, mentre sua madre la implorava con gli occhi di rimanere. Era lo stesso sguardo che aveva evitato per giorni interi, perché in fondo sapeva che aveva ragione, ma era troppo orgogliosa per darle ragione.

Selena era ancora lì, desiderando con se stessa d'incenerire quel bagaglio. Iniziò a pensare alle conseguenze, a cosa sarebbe successo se quel treno non lo avesse preso, e più ci pensava più l'idea le piaceva.

Selena scoppiò in una crisi di pianto, e tra gli occhi appannati e le mani tremanti, riuscì a prendere il suo cellulare e a mandare quell’unico messaggio che riuscì a scrivere: Mamma non parto più.

Passarono cinque minuti di orologio e sua madre la stava già chiamando.

-Tesoro cosa è successo?- le chiese preoccupata quando sentì un debole pronto di risposta.

-Non....Non sto bene- fu l’unica cosa che riuscì a dire Selena prima di far cadere il cellulare.

Il suo corpo tremava come una foglia scossa dal vento. Teneva la testa bassa, incapace di sorreggerla; le mani, senza alcun controllo, le sfregavano il viso, provocandole leggeri graffi su di esso, senza preoccuparsi del dolore che provava. Non riusciva ad alzarsi ed il respiro affannoso non migliorava la situazione. Era consapevole che se avesse avuto un attacco in quel momento non avrebbe potuto controllarsi, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo e se voleva respirare bene aveva bisogno di appellare tutto l'autocontrollo di cui poteva disporre.

Sua madre, preoccupata dalla chiamata, corse subito nel suo appartamento e quando aprì la porta il suo cuore si fermò. Si immobilizzò per un lasso di tempo che a lei parve infinito, non sapendo bene come agire. Non era mai preparata per aiutarla in quelle situazioni, perché nonostante conoscesse sua figlia sapeva che un solo passo falso, un solo passo azzardato, potevano suscitare emozioni aggressive in lei.

Ma l'amore di madre prese il sopravvento e decise di non preoccuparsene, quando la prese tra le sua braccia. Non stava bene, lo sapeva da mesi, ma sua figlia s'imponeva di mostrare sempre un sorriso perfetto, volendo dimostrare al mondo intero che era una donna felice. Sua madre non aveva mai osato chiederle come stava veramente, non aveva avuto il coraggio di farlo, e vedendola indifesa e fragile, giurò che non se lo sarebbe mai perdonato.

Senza alcuna fatica riuscì a sollevarle le gambe e a sdraiarla sul divano. Ancora tremava e piangeva. Gli occhi, che teneva chiusi, le si erano gonfiati enormemente. Prese una coperta da un piccolo cassetto e l’avvolse contro il corpo inerte della figlia. Quest'ultima, si addormentò dopo ore di pianto ininterrotto, stanca, sotto gli occhi vigili della madre.

Una volta che la donna si accertò che sua figlia stesse dormendo, prese il cellulare dalla sua borsa e cercò freneticamente nella rubrica.

-Si salve, sono la signora Salì, è libera questo pomeriggio per una visita domiciliare?-

Parlava a bassa voce, cercando di farsi capire dall’interlocutore all’altra parte e cercando anche di non svegliare Selena.

-Ok perfetto. Via Stalingrado 15. L’aspetto allora.-

Chiuse la conversazione e due lacrime le solcarono il viso. Non riusciva ancora a credere a quello che era successo. Non riusciva ancora a credere alle condizioni di sua figlia, a come l’aveva trovata.

Aspettò pazientemente l’arrivo di suo marito. Lo aveva chiamato con urgenza quando ricevette la prima telefonata di Selena.

Si affacciò alla finestra della cucina, che dava direttamente sul giardino anteriore della casa.

Le era sempre piaciuto l’appartamento di Selena. Mentre si guardava intorno, le tornarono alla mente tutti i bei momenti che avevano passato insieme in quella cucina, le quali passavano i loro pomeriggi di riposo, a bere un caffè in compagnia e a raccontarsi gli ultimi pettegolezzi del paese. La felicità di sua figlia che si dipinse sul viso quando per la prima volta la portò in quella stessa casa, ancora libera dai mobili, la fecero sentire la madre più fortunata al mondo. Quella stessa sera venne data una festa, e Selena si ritrovò circondata dai suoi amici e dai suoi familiari, gioendo con lei per il nuovo acquisto.

I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. La donna si alzò si scatto, e corse alla finestra per vedere chi era., non volendo che la figlia si svegliasse. Un uomo brizzolato stava attendendo alla porta, non riuscendo a stare fermo per la preoccupazione e l'ansia.

Quand’ella aprì la porta, l’uomo piombò in casa, ponendole mille domande.

-Allora? Che è successo? Dov’è adesso?- chiese tutto d’un fiato lui, ancora più preoccupato dopo l'espressione severa di sua moglie.

-Sul divano. Si è addormentata.-

   
 
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