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Autore: tuseilamialuce    01/02/2015    1 recensioni
|LARRY, ZOUIS|
Bisogna voltare pagina, ma chi ha detto che il capitolo successivo sarà migliore?
Dal testo:
“Io ti amo, Louis.” confessò con il filo di voce che gli restava e finalmente incontrò di nuovo quegli occhi ghiacciati. Il cuore di Louis perse un battito, era più di un mese che non se lo sentiva dire da qualcuno. Le iridi si fecero lucide, si portò una mano a torturarsi il labbro e continuò a guardare Harry in quei suoi occhi magnetici. [...] Non aveva intenzione di lasciare Louis da solo, aveva solo bisogno di un po' di tempo per digerire la cosa, perché in fondo Louis non lo amava.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi che scorrevano sulle lettere stampate sulla carta un pochino ingiallita, le lenti degli occhiali che facilitavano decisamente la lettura, e l'incontrollabile voglia di sapere come vada a finire la storia, nonostante fosse la terza volta che Louis rileggeva quel libro. Aveva osato diverse volte chiamarlo capolavoro. E sul più bello, sul punto in cui il castano aveva il fiato sospeso, ecco che il campanellino sulla porta suonò ed una signora ben piazzata fece risvegliare Louis da quello stato di trance. Il ragazzo alzò lo sguardo oltre le lenti e poi anche il volto, salutando cordialmente la signora, cercando di soddisfare più velocemente possibile il suo desiderio di “trovare un libro bellissimo da regalare alla mia nipotina”.

Dopo il lavoro, come sempre, Louis andò a casa a spaparanzarsi sul divano con una birra e la partita che la sera prima non era riuscito a vedere. Già, questo era l'altro lato di Louis, ma decisamente quello che gli piaceva di meno. Dopo una mattinata passata in libreria a mettere a posto libri appena arrivati o leggere, i suoi occhi erano troppo stanchi per vedere i giocatori attraverso lo schermo della televisione senza gli occhiali, ma infondo non era poi così importante.

Il campanello suonò dopo mezz'ora e Louis imprecò a voce decisamente troppo alta quando si ricordò che doveva uscire con Zayn. Si alzò in fretta e non si curò nemmeno di passarsi una mano tra i capelli scompigliati prima di andare ad aprire la porta e lasciare un bacio sulle labbra del moro. “Non ho voglia di uscire oggi, stiamo a casa?”

Il moro non rispose nemmeno, si sedette sul divano e prese un sorso dalla birra già aperta di Louis, sapendo che sarebbe bastata come risposta. “Leggi ancora quella roba?” chiese, indicando il libro che Louis aveva lasciato aperto sul tavolino di vetro.

“Quella roba? Andiamo Zayn, lo sai che lo amo. E poi sono sicuro che se ci provassi, anche tu po-”

“Sì, sì, okay. Lo hai detto cinquanta volte.” lo interruppe il moro, portando una mano a scompigliare i capelli del più grande.

“Lo so, e continuerò a dirlo.”

“Come io continuerò a dire che sei bellissimo, vero?” lo guardò con tanto amore in quegli occhi marroni, due anni prima non avrebbe mai creduto di potersi innamorare di qualcuno fino a tal punto.

“Magari un giorno sarò vecchio e rugoso e non mi vorrai più, ma quello – disse, indicando il libro – non invecchierà con me.”

“Smettila di fare l'intellettuale, Tomlinson.” e non gli diede nemmeno il tempo di ribattere, ché una piccola spinta gli bastò a far stendere il più grande con la schiena aderente al divano. Il moro si mise a cavalcioni su di lui per baciarlo e passargli una mano sotto alla felpa e Louis non sembrò affatto contrariato.

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“Mi... servirebbe questo saggio.” disse il ragazzo, porgendo un bigliettino a Louis con titolo e autore del libro scritti accuratamente con una matita poco appuntita. Il castano si limitò ad annuire e cercare il testo tra gli scaffali, allungandolo poi al cliente.

“Fanno tredici euro e venti centesimi” recitò cortesemente il liscio, aspettando di ricevere le banconote da incassare. No, niente banconote, solo monetine da uno e due euro, e questo portò Louis a sospirare. Odiava la matematica, e contare i soldi veniva etichettato come matematica.

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“Zayn, finiscila.” ripetè Louis per l'ennesima volta, quando il moro si strusciava con i fianchi alla schiena del suo ragazzo.

“Eddai, non fare così” gli alitò accanto all'orecchio, facendolo quasi rabbrividire.

“Non so se lo hai notato, Malik, ma io sono al lavoro e tu ti stai strusciando su di me, e sai benissimo che non potrò resisterti ancora per tanto.”

“È proprio per questo che lo faccio, Tomlinson.” replicò Zayn, calcando sul cognome di Louis, che si fece scappare un piccolo ansimo prima di allontanare il ragazzo a suon di piccole gomitate sul torace.

“Dai, voglio stare un po' con te, mi manchi...”

“Stai qui amore, ma non cercare di scoparmi in una libreria. – sospirò Louis, sapendo benissimo di non essere abbastanza presente per Zayn tra il lavoro, gli allenamenti e tutto il resto – O in qualsiasi altro luogo pubblico.”

“Certo, ora mi chiami amore!” fece finta di lamentarsi il più giovane, sedendosi a braccia conserte sulla sedia di plastica all'angolo della stanza. Tutto ciò non provocò altro che uno sbuffo sonoro di Louis, che si difese: “Non è vero, ti chiamo sempre così” prima di salutare una ragazza, che era entrata nella libreria in cerca di un paio di libri appena usciti.

Dopo mezz'ora passata a respingere le avance decisamente fuori luogo di Zayn, Louis vide entrare un ragazzo riccio che aveva visto un paio di giorni prima in quella stanza. “Che c'è, il saggio di Orwell lo hai già letto?” ridacchiò piano, avvicinandosi a lui.

“No, io... stavo cercando... un altro libro” biascicò il più alto, guardandosi intorno con le mani nelle tasche.

“Dai un'occhiata o ti dò una mano?”

“Uhm, se hai qualcosa da consigliarmi sarebbe apprezzato.”

“Se non so cosa ti piace, non posso aiutarti.”

“Non lo so, insomma... Ken Follet?”

“Uhm, lunatico il ragazzo” sussurrò Louis tra sé e sé, girandosi verso lo scaffale con i nuovi arrivi di Ken Follet, Tom Clancy e generi simili.

“Cosa?”

“Nulla, lì c'è Ken Follet.” dopo aver mostrato il ritaglio di spazio con i romanzi dell'autore, Louis si andò a sedere accanto a Zayn, giocando dolcemente con le sue dita.

E Harry non poté fare a meno di notare la dedizione con cui gli occhi di Louis esaminavano ogni particolare del viso di Zayn e come l'altro sorridesse sereno e leggero guardandolo, e non poté fare a meno di sentirsi dannatamente geloso. Sì, perché Harry, come un idiota, non aveva fatto altro che pensare al castano negli ultimi due giorni. Non è mai riuscito a spiegarselo, perché lo aveva visto una volta quasi di striscio e Louis non poteva averlo colpito a tal punto, non riusciva a farsene una ragione. Ed era per questo che era tornato in quella libreria, non per un libro che aveva preso veramente a caso dallo scaffale, controllando ogni movimento di Louis con la coda dell'occhio.

Per Harry era facile innamorarsi come cogliere un fiore dal prato. No, non era innamorato di Louis, non dopo due giorni, però ne era dannatamente attratto.

Harry vide Louis sospirare piano ed alzarsi per vendergli il libro che aveva scelto.

“Sedici euro e novantanove.” disse il liscio, accennando un sorriso decisamente di cortesia, ma che riuscì a confondere Harry più del previsto.

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Louis si prese finalmente la sua tanto amata settimana di ferie da passare insieme a Zayn a visitare per l'ennesima volta le svariate parti di Roma, che, pur vivendoci, ancora non conoscevano bene.

“Il Colosseo diventa più bello ogni volta che ci veniamo.” osservò Zayn, ammirando la costruzione alla loro destra.

“Concordo, ma tu resti sempre lo spettacolo migliore.” e si strinse di più a lui, appoggiando la guancia alla sua spalla. Zayn sussurrò un “lo so” tra una risatina e l'altra, continuando poi a passeggiare in silenzio.

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Casualmente nel giro di due settimane Harry tornò alla libreria per vedere se Louis fosse ancora lì e dopo due o tre visite e altrettanti libri comprati, si fece il coraggio di parlargli.

“Louis, stavo pensando...”

E il castano si controllò veramente il petto per controllare di avere la targhetta con il nome, perché altrimenti avrebbe sospettato di essere sotto gli occhi di un vero e proprio stalker. Però non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio, vedendo Harry in difficoltà a trovare le parole giuste per qualsiasi cosa volesse dire.

“I-io ti ho pensato molto ultimamente.” Harry deglutì sentendo la bocca asciutta e le guance avvampare.

“Me?” il liscio fece una piccola smorfia quando trattenne una risatina, grattandosi la nuca.

“Sì...”

“Quindi?”

“Nulla, era per dire. Vado...”

E Louis volle fermarlo, ma non sapeva nemmeno come diavolo si chiamasse quel ragazzo, e quindi: “Riccio, aspetta.”

“C-cosa?”

“Non lo so, mi dici una cosa del genere e poi te ne vai così...”

“Ma tu sei impegnato, insomma... e poi... - si passò nervosamente una mano fra i ricci ben pettinati – nulla, non importa.”

Louis non aggiunse altro e andò a sedersi di nuovo al posto di prima, riprendendo il capolavoro tra le mani, e si sistemò gli occhiali sul naso. Non riuscì a leggere mezza riga, ché Harry ci ripensò prima di uscire dalla porta e azzardò una cosa come “E se uscissimo?”.

E Harry ebbe paura che il castano potesse sentire il suo cuore battere troppo forte, perché era dannatamente agitato. A Louis vennero dei dubbi, troppi dubbi. Insomma, sapeva fin troppo bene che Zayn se la sarebbe presa, pur sapendo che Harry non andava oltre il conoscente per il castano.

“Se vuoi.” disse scrollando le spalle, ma mantenendo lo sguardo sull'inchiostro sbiadito del libro.

“Tra quanto chiudi?”

Louis diede uno sguardo fugace all'orologio, constatando poi che mancavano pochi minuti alla chiusura, casualmente.

---

“Quindi sei di Holmes Chapel, eh? Come mai qui a Roma anche tu?”

“Studio qui, mi piace. Tu studi?”

“No, ma l'Italia mi ha sempre affascinato. Ho imparato la lingua e mi sono trasferito, se tornassi indietro lo rifarei altre mille volte.”

“Ti capisco, qui è stupendo.”

“Sì, ci sono ancora posti che non ho- oh, aspetta.” si girò da una parte e dall'altra, tastando le tasche della giacca per trovare il cellulare che squillava.

“È il tuo... ragazzo?”

Il castano annuì, rivolgendo uno sguardo al ragazzo vicino a lui.

“Non rispondere, dai.”

“Sì che rispondo, perché non dovrei?” non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, ché passò il dito sullo schermo del telefono per rispondere.

“Ciao tesoro – un sorriso gli occupò il volto non appena sentì la voce di Zayn dall'altro capo della linea – no, no, stavo... facendo un giro. Lo so, se non mi avverti non puoi trovarmi a casa – ridacchiò appena, continuando la conversazione per diverso tempo – Va bene, sono lì tra mezz'ora, la chiave sai dov'è. ...sì, anch'io, tantissimo. A dopo.”

Harry si sentì un groppo alla gola che non riusciva ad inghiottire. Louis se ne sarebbe andato per quel suo fidanzatino del cazzo, e il riccio si sentì dannatamente solo. Infondo sapeva benissimo che se ora erano lì, era solo per la cortesia di Louis. Pura cortesia.

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“Ciao bellezza.” Louis si buttò a peso morto sul divano, cadendo in parte sul corpo di Zayn, che non fu per nulla dispiaciuto.

“Da quando ti fai i giretti di notte? Sei sempre stato un tipo da letargo.” ridacchiò tra sé e sé, accarezzandogli i capelli pettinati.

“Mi andava così.”

Zayn si abbassò un po' con il viso in modo da raggiungere le labbra di Louis e lasciarvi un bacio umido, che venne subito approfondito da parte del castano, disteso sulle cosce del moro.

 

---

 

Louis poggiò il viso al petto nudo di Zayn, sospirando serenamente. “Mi sento più leggero quando sono con te, amore.”

E questo causò un ampio sorriso di Zayn, che, nonostante stesse con Louis da anni, arrossiva ancora a cose del genere. Passarono svariati minuti in cui il silenzio regnava nella stanza e Zayn si addormentò nuovamente, mentre Louis restò a guardarlo incantato. Dopo altrettanti minuti, anche il castano fu sul punto di dormire, ma quel dannato telefono doveva sempre squillare nei momenti meno opportuni.

“Chi cazzo è?” mugolò il moro irritato, stropicciandosi gli occhi.

Louis allungò il collo e sospirò leggendo il nome di Harry sullo schermo, aveva tanto insistito per avere il numero del castano la sera prima. Prese il telefono ed esitò un attimo prima di rispondere, ma alla fine accettò la chiamata e si portò il telefono all'orecchio, rispondendo con voce ancora assonnata. “Sì?”

'Ciao Louis. Stavi... dormendo? Scusami, io non-'

“Che c'è, Harry?” chiese sospirando nuovamente, per poi poggiare il viso sul petto caldo di Zayn come prima. Il moro prese ad accarezzargli i capelli, ascoltando la conversazione.

'Nulla, stavo pensando che potremmo uscire una volta. Insomma... sono stato bene ieri sera.''

Louis avvampò, rendendosi conto che Zayn poteva sentire ciò che Harry diceva. E infatti il moro s'irrigidì, fermando la mano sui capelli lisci del castano.

“N-no... io... non credo sia una buona idea.” guardò Zayn quasi a pregarlo di non fraintendere, perché cazzo, Louis non aveva fatto nulla. Nulla. Quando il moro tentò di alzarsi dal letto, Louis riattaccò la chiamata senza dire nulla, e poggiò una mano sul suo petto.

“Zayn, aspetta, non-”

“Chi cazzo era? Eh?” non alzò la voce, lui non alzava mai la voce, lo odiava, però strinse i denti.

“Nessuno, io non ho...” si grattò la nuca, cercando le parole giuste, ma venne preceduto dall'altro, che si alzò.

“Certo, vai a letto con il primo che passa e poi vieni a dirmi che non hai tempo per me, mi pare ovvio!”

Al castano tremavano le mani, si alzò dopo Zayn e si mise in piedi accanto a lui, sussurrando il suo nome nella speranza di farlo calmare.

“Zayn un cazzo, me ne vado. Ho sentito abbastanza Louis, non è la prima volta che succede e so bene che non sarebbe l'ultima.”

“Cazzo, ascoltami! Non ho fatto niente con lui, lo vuoi capire o no? Ieri... è venuto in libreria e stavo chiudendo, si è semplicemente offerto di accompagnarmi fino a casa. Zayn, fermo, ti prego.” tremò un po' di più quando prese il polso a Zayn e lui lo scostò, finendo di vestirsi.

“Io amo te e solo te, Zayn. Ti amo da morire, lo sai.”

“Certo, ami solo me, ma ti scopi mezza Roma, questo non lo sopporto. Che cazzo Louis, sai come sono fatto, a questo punto direi che te le cerchi! Vaffanculo.” e uscì da quell'appartamento senza aver alzato la voce, senza ulteriori parole, senza ulteriori sguardi.

Zayn era deluso da Louis, Louis era deluso da sé stesso.

---

“Tutto bene?”

“Sì.”

“Louis, tutto bene?”

“Ho detto di sì, questo è il tuo libro.”

“Non sembri stare bene...”

“Prendi questo cazzo di libro ed esci, Harry.”

Louis non ebbe nemmeno la voglia di alzare la voce, Zayn non si faceva sentire da giorni e il castano senza di lui cos'era? Nulla, non era nulla. Il buio totale.

E Louis davvero non pensava che il mondo potesse essere più buio di così, ma si ricredette quando andò a bussare alla porta dell'appartamento di Zayn e venne ad aprire una ragazza con indosso solo la sua camicia. Louis si sentì il mondo crollare addosso e sgretolargli le spalle, le ginocchia, tutte le giunture fino a tal punto da non sapere per quanto sarebbe rimasto in piedi ancora. Riuscì a riversare tutte le lacrime che aveva trattenuto in quattro dannatissimi giorni. Quattro giorni di lacrime in un attimo, tutte sul suo viso pallido. E anche Zayn non sembrò felice quando venne ad appoggiarsi con la spalla allo stipite della porta, guardando Louis negli occhi. Poi prese la ragazza per i fianchi e la riportò in camera, senza dire nulla a Louis, nemmeno un insulto, nemmeno un saluto, nulla.

E il castano rimase fuori da quella dannatissima porta a piangere o guardare la parete per ore, fino a vedere la ragazza e il suo tubino nero uscire dal condominio.

“Zayn, apri questa cazzo di porta” lo pregò, bussando ripetutamente. Solo un misero “no” privo di emozioni e di tono. No.

“Zayn, andiamo! Voglio parlarti. Non fare il bambino.”

Niente, ancora nulla. E così Louis diede le spalle a quella porta, pensando che forse doveva andare così. Sì, doveva andare così, come sempre.

In preda alla solitudine ed alla disperazione, Louis prese il telefono e chiamò Harry, certo, perché la convinzione che una scopata risolva le cose vegliava sempre nella sua mente. Dopo meno di mezz'ora stava aprendo la porta di casa ad Harry, che non sembrava essersi nemmeno pettinato per venire. In fondo a Louis non importava poi così tanto se Harry si fosse sistemato i capelli o no, anzi, non gliene poteva interessare di meno.

“Stai bene?”

“Non farmi queste domande Harry, le odio, - disse poi, passandosi una mano sulla barba – entra, dai.”

Nonostante il fatto che Louis fosse con la barba sfatta, i capelli sporchi e il viso pallido, Harry non poté fare a meno di pensare che fosse bellissimo, perché diavolo, lo era veramente.

“Perché mi hai chiamato?”

“Perché no?”

“Non so, l'altro giorno mi hai quasi urlato contro...” tartagliò mentre si sedeva compostamente sul divano, appoggiando poi il cellulare spento sul tavolino di vetro.

“Scusami, ero solo un po' nervoso, nulla di che.” azzardò, sedendosi accanto ad Harry.

“Sicuro? Ora non sembri stare molto meglio – lo guardò e continuò prima che il liscio avesse potuto ribattere – Louis, rispondimi, ti prego.”

“Non mi piace parlare di me...” cercò di sviare, allungando la mano per prendere il telecomando, ma Harry lo fermò prontamente e strinse la mano attorno al suo polso, tirandolo indietro.

“Se c'è una cosa che non sai fare è mentire.”

“Già... - ammise poi il castano, spostando lo sguardo sul tappeto un po' impolverato – I-io e Zayn abbiamo discusso.”

“Uh... perché?”

“Tu, Harry.”

“I-io?” chiese piano, non riuscendo a capire cosa possa aver fatto di male. Louis sospirò guardandosi le dita delle mani.

“Quando mi hai chiamato era qui e ha sentito, i-io ho cercato di spiegargli, ma non ne ha voluto sapere.” si prese il labbro fra i denti, sperando di riuscire a non versare altre inutili lacrime.

E Harry, nonostante sapesse di poterlo “consolare”, si sentì il cuore pesante sapendo di essere la causa del dolore di Louis. Non disse assolutamente nulla, perché non sapeva proprio cosa dire, e si limitò ad accoglierlo in un caldo abbraccio, che non venne affatto rifiutato. Louis si strinse al riccio, sentendosi un pochino meglio quando percepì il calore delle sue labbra sulla fronte.

Sì, Louis aveva chiamato Harry per portarlo a letto e dimenticare ciò che era successo anche solo per un momento, ma forse stava meglio così. Passò diversi minuti accoccolato al petto del riccio e lui passò quel tempo ad accarezzargli i capelli e la schiena, cercando di farlo sentire un po' più protetto.

“Scusa...” disse Louis in un sussurro quando si alzò da quel divano e sospirò, passandosi una mano fra i capelli.

“No, non scusarti” cercò di rassicurarlo Harry, perché infondo il castano non aveva nulla di cui scusarsi.

“Tu... io sono un estraneo e tu t-te ne stai qui a consolarmi. Non è giusto.”

“C'è qualcosa di giusto in tutto questo mondo? C'è?”

E Louis restò senza parole, perché in quel momento non riusciva a trovare qualcosa che gli sembrasse giusto. Era tutto uno schifo e Harry era lì con Louis, quando lui sapeva benissimo di non meritarselo.

“Comunque vada, andrà tutto bene.” disse infine il riccio prima di schioccargli un bacio tra la guancia e la mascella. Poi si alzò e andò in bagno, lasciando Louis seduto immobile sul divano, abbastanza scosso dalla situazione.

---

“Salve, i libri per bambini e ragazzi sono infondo a destra, se le serve aiuto chieda pure.” recitò Louis per l'ennesima volta, sperando che non sarebbero arrivati clienti per un po': stava ancora rileggendo lo stesso libro da settimane, e non gli capitava spesso. Si pulì un po' gli occhiali con la stoffa della felpa e poi riprese il testo fra le mani, cercando con lo sguardo il punto in cui aveva interrotto la lettura poco prima. No, non riuscì a trovare quel punto, perché il campanellino della porta suonò di nuovo e la piccola stanza venne in parte invasa dal freddo che veniva da fuori. Louis alzò piano lo sguardo, incontrando quegli occhi verdi che non vedeva da giorni. Aveva passato tre giorni nella completa solitudine, ma era una cosa che gli capitava relativamente spesso.

“Ciao Louis” un piccolo sorriso spuntò sul volto del riccio quando riuscì a vedere quegli occhi che tanto aveva sognato.

“Harry” anche il più grande sollevò un angolo della bocca, però non si aspettava che il ragazzo sarebbe tornato in quella libreria.

“Speravo tu fossi qui. Sono passato stamattina, ma non c'eri...” ammise un po' in imbarazzo, avvicinandosi di più al tavolo con la cassa.

“Già, oggi devo stare qui fino a tardi, alle nove arriva un pacco con dei libri in anteprima” scosse le spalle, mostrandosi fin troppo poco interessato a quei libri “in anteprima”. A Louis erano sempre piaciuti i libri vecchi, quelli un po' ingialliti e un po' scoloriti magari, quelli che ormai hanno perso l'odore del libro nuovo.

“Capisco. Se... se vuoi posso farti compagnia.” azzardò Harry, grattandosi la nuca, e ricevette una risposta affermativa che nemmeno si aspettava. Andò a sedersi sulla sedia accanto a quella di Louis, ricordando benissimo che un paio di settimane prima c'era Zayn seduto su quel posto. No, non voleva sostituire Zayn, voleva provare ad essere migliore di lui. Perché pian piano si stava affezionando a Louis e avrebbe veramente voluto renderlo più felice di quanto chiunque altro non avesse già fatto.

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Louis passò altre due settimane allo stesso modo. Vide Zayn in giro da qualche parte, ma nessuno dei due rivolse la parola all'altro, soltanto freddi sguardi. Louis non pianse più, se non qualche rara volta sotto al getto caldo della doccia, ma per il resto cercava di mostrarsi abbastanza impassibile al mondo. Harry lo aiutò molto a distrarsi, uscirono qualche volta, Louis vide la casa ordinata del riccio e ci passò una notte. No, niente sesso, non era questo ciò di cui aveva bisogno Louis, o almeno era quello che pensava.

Harry riuscì a strappare un bacio a Louis nell'assenza di Zayn, ma il castano non sembrava interessato ad approfondire la cosa. Continuavano a vedersi, uscire, qualche volta avevano dormito insieme, l'uno accanto all'altro, ma Harry non capiva se Louis si tenesse tutto dentro nella speranza di sopprimerlo, oppure se semplicemente non gli interessasse il riccio in quel senso.

Anche quando, dopo un mese, erano entrambi nello stesso letto, senza nulla che li coprisse a parte il sudore, quando Louis diceva il nome di Harry ripetutamente, questo non capiva se Louis lo volesse veramente o avesse soltanto bisogno di una valvola di sfogo psicologico e ormonale.

Louis seduto sul bacino di Harry con la sua lunghezza che lo riempiva e lo faceva ansimare, gemere e buttare la testa indietro. Harry che si muoveva sotto di lui, toccandolo, respirando pesantemente e dicendo il suo nome. Louis che venne con un urlo strozzato e Harry che lo seguì, sentendo la voglia di urlargli che lo amava, ma non lo disse per l'ennesima volta, perché aveva paura che Louis se ne sarebbe andato. E un'altra volta la paura sovrastò l'amore che Harry provava per Louis, perché ormai il riccio ne era certo, era certo di amare Louis.

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“Cosa pensi che sarà di noi?” chiese Louis timido, calciando qualche sassolino sull'asfalto mentre camminava.

“Noi?”

“Sì, insomma... io e te.”

“Non lo so, Louis. Io non voglio che vada tutto a puttane però.”

“Davvero?” guardò Harry con un tono di interesse, non credeva che ci tenesse così tanto.

“M-mi sono affezionato a te.”

Louis si limitò a sospirare, non sapeva cosa dire. Anche lui si era affezionato a Harry, forse si stava accorgendo di provare qualcosa di più del semplice affetto. Si sedette dov'era, sull'asfalto caldo, incrociò le gambe e fissò il terreno. Harry si sedette accanto a lui, guardandolo in viso. “Io ti amo, Louis” confessò con il filo di voce che gli restava e finalmente incontrò di nuovo quegli occhi ghiacciati. Il cuore di Louis perse un battito, era più di un mese che non se lo sentiva dire da qualcuno. Le iridi si fecero lucide, si portò una mano a torturarsi il labbro e continuò a guardare Harry in quei suoi occhi magnetici.

Il riccio, invece, non ricevendo risposta si alzò e continuò a camminare senza più girarsi. Non aveva intenzione di lasciare Louis da solo, aveva solo bisogno di un po' di tempo per digerire la cosa, perché in fondo Louis non lo amava.

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Fu Louis a richiamare Harry due giorni dopo, perché si era accorto di sentire troppo la sua mancanza. Forse Louis amava Harry, ma non voleva ammetterlo a sé stesso perché non voleva chiudere il capitolo con Zayn. Il moro gli mancava ancora, ma a colmare in parte l'assenza c'era Harry, che faceva stare molto meglio Louis in momenti di tristezza.

Harry era consapevole del fatto che Louis lo usasse e che se Zayn fosse tornato, lui sarebbe diventato di nuovo un estraneo, ma stare lontano da Louis lo faceva stare peggio, quindi possiamo dire che si accontentò. Con il passare dei giorni Louis diventava sempre più affettuoso con Harry, quindi il riccio aveva anche una ragione per cui restare, soprattutto quando Louis disse le fatidiche parole “Voglio dimenticare Zayn.”

“E come hai intenzione di fare? Sono... sono passati quasi due mesi e tu ci pensi ancora.”

“Voglio provare ad approfondire il nostro rapporto, Harry. I-io e te. Sono stufo di fingere che tu non mi interessi, ormai se ne sarà accorto mezzo mondo che mi piaci.”

Louis si godé il sorriso che occupò il volto di Harry, perché era veramente stupendo. Harry era veramente stupendo.

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Un altro mese volò per Louis tra il lavoro ed Harry. Una sera Louis prese la mano di Harry e gli chiese di diventare il suo fidanzato ed il riccio non poté smettere di sorridere per due giorni. Harry e Louis fecero di nuovo l'amore tante, tante volte, e ogni volta sembrava migliore.

Louis ogni tanto ripensava a Zayn e sentiva il cuore un po' più pesante, sentiva un piccolo pezzo di petto ancora incolmato, ma arrivava sempre Harry a baciargli il collo, o il viso, o le labbra, o i capelli e tutto sembrava risolversi per un verso o per l'altro.

Certo, tutto sembrava risolversi fino a che Louis non andò ad aprire e si ritrovò il viso di Zayn davanti agli occhi. Lo vide lì di fronte a lui, con gli occhi un po' rossi e le occhiaie decisamente troppo pronunciate. I capelli stranamente spettinati, ma i vestiti sembravano ben messi. Il cuore di Louis perse infiniti battiti, perché sapeva che Harry era nella stanza accanto ad aspettarlo sul divano.

“Zayn” in un sospiro, l'ultimo filo di voce che gli restava.

Zayn respirava velocemente, le mani gli tremavano, esitò prima di avventarsi sulle labbra del ragazzo, ma lo fece. E Louis lo prese in braccio, gli fece avvolgere le gambe intorno ai propri fianchi e lo baciò con tutto l'amore che aveva provato per lui negli ultimi mesi. Louis ritrovò una sensazione che non provava da troppo tempo, si sentiva il cuore scaldarsi al contatto con Zayn, si sentiva veramente completo.

“Scusa Lou, sono un totale coglione” sussurrò sulla sua pelle calda.

“No Zay, ti amo.”

Harry restò in piedi dietro di loro. Di nuovo da solo.

 

  
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