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Autore: The Lady of His Heart 23    01/02/2015    1 recensioni
Panem, suddivisa in fazioni è governata dall'anarchica capitale. I giochi hanno inizio, ma una ribellione è alle porte e il suo volto è quello di una ragazza in fiamme. Ma non può fare tutto da sola. ha bisogno di una mano e quella mano le verrà data dalle sue sorelle...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cinna, Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saliamo al piano richiesto. Beete è davanti alla porta con uno sguardo afflitto.
“Beete che succede?”domando.
“Il nostro overcraft è distrutto e i piloti sono scomparsi. Le ricerche sono partite. Torneranno a momenti e sapremo la verità”dice. Non mi sento più le gambe e cado a terra.
“No. Non morirmi di nuovo”dice Haymitch sollevandomi “Basta lacrime ricordi?”mi dice.
“Non è detto che sia morto …”dice Beete.
“Ma neanche che sia vivo”ribatto io.
“Possiamo solo sperare che non sia così”dice Beete.
“Okay, allora datemi un overcraft o mettetemi su uno di loro, vado a cercarlo”sto per voltarmi e andare via quando la mano ferma di Beete mi afferra per un braccio.
“Katniss, tutti gli overcraft disponibili sono partiti e poi è troppo pericoloso mandarti li fuori per il momento, non puoi andare.”mi dice.
“E cosa posso fare allora?”domando.
“Aspettare”dice semplicemente Beete. Socchiudo gli occhi e mi porto le mani tra i capelli. Stringo forte. Haymitch mi fa sedere su una sedia nelle vicinanze.
Aspettare ripeto tra me e me, ma proprio non ci riesco.
Come posso aspettare senza far nulla. Mi sento impotente e estremamente egoista. Avrei dovuto combattere e pretendere un overcraft e invece non ho fatto niente. Ad un tratto le porte dell’ascensore si aprono. Esce Effie.
“Non affliggerti tesoro”dice sedendosi accanto a me e sfregandomi una mano sulla schiena.
“E’ tutto così … frustrante”dico.
“Lo so, l’attesa è la parte peggiore”
“Effie non voglio che muoia. Se Gale muore non me lo perdonerò mai. Non voglio perderlo e non voglio restare da sola”
“Katniss tu non sei …”sta per concludere la frase ma so già dove vuole andare a parare e la fermo.
“Si invece”protesto. “Mio padre non c’è più, mia madre non c’è più e Prim non c’è più. Ho perso mia sorella e Peeta praticamente nello stesso giorno e non posso perdere anche Gale. So che può sembrare ridicolo ma, anche se ho diciassette anni, ho bisogno di loro. Ho bisogno della calda voce di mio padre che mi consolava da piccola quando avevo paura del buio,delle dolci e soffici braccia di mia madre che mi stringono nei suoi teneri abbracci e della calda e chiassosa risata di Prim che, anche se le cosa andavano male, riusciva a rasserenarmi e farmi sperare per il meglio ….” E così, sputo giù la verità tutto d’un fiato. “Mi manca quel dolce profumo di pane che proveniva da lui, mi mancano le sue carezze, mi manca la sua voce, mi manca il suo volto … le sue labbra”dico chinandomi. Senza accorgermene ricomincio a piangere “Perché io lo amavo davvero. Non era solo una farsa. Lo so ho mentito, ma la verità è che io lo amo, lo amo da impazzire e ora che lui non c’è più mi resta solo Gale. Non posso perdere anche la sua amicizia. Lo conosco da quando avevo sette anni Effie, è il mio migliore amico, non posso lasciare che muoia e restare qui senza fare niente mi uccide. Capitol City ha vinto, si è presa tutto. Non posso permettere che mi protino via anche Gale. L’ho visto solo una volta da quando sono qui e non posso perderlo per sempre. Si sono presi già Peeta, non possono prendersi anche Gale, non possono Effie, non possono.”dico.
“Bambina mia”dice abbracciandomi Effie.
“Io lo amavo e loro lo hanno ucciso, me lo hanno portato via”dico tra un singhiozzo e l’altro.
“Mi dispiace tesoro mio”dice Effie iniziando a piangere con me.
Ad un tratto l’ascensore si spalanca per l’ennesima volta davanti a me e Effie. E’ Haymitch.
“Katniss hanno trovato Gale”mi dice. Mi alzo in piedi di scatto.
“Gale”dico.
“Si, lui …”
“Gale!” non gli lascio concludere la frase che mi precipito su per le scale. Arrivo al piano dell’ospedale.
“Katniss, aspetta!”la voce di Haymitch è solo un sussurro lontano.
Su una sedia c’è uno dei piloti della missione con un braccio fasciato, un altro porta una benda in testa e un altro ancora ha una bamba ingessata seduto su una sedia a rotelle. Mi guardo attorno spaesata, ma di Gale nessuna traccia. In lontananza due medici sollevano una barella. E’ ferito, ma per fortuna è vivo. Scosto un’infermiera e subito dopo noto un velo su quella barella. Una mano penzola giù. Al polso legato un braccialetto di fili grigi. Ricordo quel braccialetto perché è lo stesso che regalai a Gale a sette anni affinchè la nostra amicizia, come i fili di quel braccialetto, non venisse mai spezzata.
“NO!” urlo correndo verso il corpo senza vita di Gale, ma le braccia di Haymitch mi tengono stretta a lui.
“No, No. Lasciami.” Dico scacciando Haymitch. Non so come ma riesco a liberarmi. Corro verso Gale e sollevo il velo.
“NO!”urlo forte quando vedo che i miei sospetti erano giusti. Gli afferro il volto tra le mani.
“Gale? Gale guardami. Sono Katniss. Ti prego Gale svegliati, parlami. Ti supplico Gale. Sono Catnip la tua stupida amica, quella che non sa distinguere una pagnotta di pane normale da una integrale”dico ricordando un avvenimento buffo di quando eravamo piccolini. Le lacrime scorrono sul mio volto cadendo sulle guance di Gale. Mi affretto a ripulirlo con delle carezze.
“Ti prego Gale. Non mi lasciare Gale. Ho bisogno di te ora più che mai. Gale … Gale… Gale”ripeto ma lui non risponde. Mi proto le mani sui capelli e mi chino sul suo corpo. Dalla bocca mi esce un grido fortissimo. E continuo ad urlare fino a che Effie non si china su di me abbracciandomi per consolarmi. Mi stacco appena da Gale per cercare rifugio tra le braccia delicate di Effie.Attorno un gruppo di curiosi, superstiti e dispiaciuti mi osservano con rammarico silenziosi.
Da dietro due possenti mani mi afferrano e mi trascinano via. Cammino come una spaesata senza meta guidata da Haymich fin dentro a una sala scusa. Le pareti sono grigie con un enorme specchio davanti a me. Sembra una sala degli interrogatori di Capitol City. Non do molto importanza alla mia immagine riflessa, non do molta importanza a niente. Da dietro la porta sento delle voci e poi uno scatto secco della maniglia. La porta si apre e dentro entra una donna alta dai capelli bianchi e lunghi.
“Non voglio vedere nessuno”dico fissando lo specchio.
“Ciao anche a te Katniss”mi dice, ma io non le rispondo e continuo a guardare il vuoto.
“Sono la presidentessa Coin”dice lei sedendosi di fronte a me. “So perfettamente che questi giochi ti hanno distrutta”continua “Ma devi reagire”
“Si sono presi Gale”dico.
“No. Lui è ancora qui con noi. Katniss, pensi davvero che Gale vorrebbe questo? Vorrebbe vederti in questo stato. Hai sofferto molto ultimamente e anche io. Non abbatterti adesso e non abbandonarci ora.”mi dice. “Abbiamo bisogno di te Katniss.”continua. Nota che non le rispondo e così si alza. Sta per andarsene quando, giunta davanti alla porta si volta verso di me.
“Stiamo organizzando un elogio funebre in onore di Gale. Volevo dirtelo, anche se forse non ti va di …”
“Verrò”dico io ancor prima che possa finire la frase.
“Vuoi cambiarti prima?Darti una rinfrescata?”domanda lei e io scuoto la testa
“Perfetto, come preferisci allora. Seguimi”mi dice e io mi alzo e la seguo. Saliamo al settimo paino quello in superficie. Una volta su salgo con la presidentessa un piccolo camioncino bianco che ci condurrà fuori nella foresta. Una volta li, mi rendo conto che è ci sono tutti. Davanti a noi una bara di legno nero scuro. Gale è li dentro. Cerco di non pensarci e di credere che è ancora li con me. Non c’è un prete, quindi dobbiamo accontentarci di Beete.
“Gale era un ragazzo giovane e coraggioso. Ha dato la sua vita per salvare quella di migliaia di persone, di tutti noi.”poi rivolgendosi alla bara sussurra “Te ne siamo grati Gale. Riposa in pace”dice.
Solleva lo sguardo e mi osserva, ma io scuoto la testa facendo segno di no. Non me la sentivo proprio di andare li a parlare. Beete socchiude gli occhi e sbatte le ciglia. In seguito da il consenso agli scavatori di procedere. La bara viene inserita nell’apposita fossa. Fred e George si fanno avanti con delle pale in mano per ricoprire la fessura. Nel silenzio spicca una voce. E’ la piccola Rue, che sta intonando la macabra ninna nanna degli abneganti.
“Verrai, verrai, All’albero verrai …”dice.
“Dove hanno appeso un uomo che ne uccise tre”dice Chuck.
“Strani eventi ci son qui e nessuno vien”dice Newt insieme a Thomas.
“Se a mezzanotte ci incontrassimo qui”dice un’altra voce in lontananza e poi tutti intonano a coro gli altri versi della canzone.
“Verrai, verrai, all’albero verrai …” I canti di tutti i presenti si uniscono in una sola voce. Nella canzone si sente anche qualche strano suono. Sollevo lo sguardo e osservo lo stormo di migliaia di ghiandaie imitatrici sopra di noi cantare. A fine sepoltura, Thomas si fa avanti e pianta una croce sul punto in cui Gale è stato seppellito. Sistemata si alza in piedi e in quel preciso istante la canzone termina le sue strofe. Newt dietro Thomas fischietta, intonando il richiamo delle ghiandaie che tacciono all’istante. Poi Thomas si porta tre dita sulla bocca e baciandole le solleva al cielo. Tutti lo imitano e anche io. Le tre dita al cielo sono un simbolo di rispetto per le persone che sia ama, e ribellione contro Capitol City. Era il gesto che i nostri antenati facevano quando uno di loro moriva. A turno tutti quanti prima di ritornare alle loro faccende lasciano un fiore sul terreno.
“E’ ora di andare”mi dice la presidentessa.
“Ancora cinque minuti”le dico io. La presidentessa ci pensa un attimo, poi guarda Haymitch e infine acconsente allontanandosi. Tutti procedono allontanandosi in silenzio. E’ quasi sera ormai, ma io non voglio andare via. Piano piano cala la notte e i cinque minuti sono diventati ore. Resto ferma e immobile ad osservare quelle croce davanti a me in silenzio. Con un sospiro, mi decido a camminare a passi lenti e meccanici verso di lui. Mi inginocchio a un passo da quella croce bianca e resto in silenzio.
“G-g ..”balbetto. NO dico a me stessa. Allora stringo i pugni e scaccio via l’ennesima ondata di lacrime sui miei occhi. Le parole della Coin mi rimbombano nella testa.
“Tu non vuoi che io mi deprima”dico alla croce. “Non lo farò”continuo.
“Pagheranno per quello che ti hanno fatto. Per quello che hanno fatto ai miei genitori, alla tua famiglia, a Prim, Peeta e a tutti i poveri e innocenti abneganti uccisi. Non vinceranno, te lo prometto”
“Non ti ho protetto come avrei dovuto. Ti chiedo scusa”dico e infine mi alzo lasciando un mazzolino di primule sulla sua sepoltura che avevo raccolto poco prima. Mi alzo e mi allontano. Dopo qualche passo mi volto per donare un ultimo saluto a lui. Per la seconda volta quella sera, Porto tre dita alla bocca e baciandole le elevo al cielo. Tutto attorno a me è buio, ma in lontananza si sente come un urlo straziato, ma in realtà è solo l’urlo di una ghiandaia imitatrice che come me, sta cercando vendetta.
   
 
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