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Autore: Lauretta Koizumi Reid    01/02/2015    6 recensioni
Sono passati 30 anni dalla fine dei giochi. La piccola Mellark è cresciuta, sa cosa sono gli Hunger Games, sa che il trentennale della loro abolizione andrà festeggiato. Tra le tante iniziative, a scuola vengono chiamati alcuni ex soldati come testimoni oculari della Seconda Ribellione.
Tra loro c’è un quasi cinquantenne del Distretto 2 che ora la sta guardando con un’espressione indecifrabile.
Lui si chiama Gale Hawthorne.
Lei ha capito che non è un semplice soldato.
Un incontro casuale, che non doveva avvenire, che cambierà tutto, che porterà la giovane ragazza a scoprire verità desiderate ma terribili.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi azzurri della quasi-quindicenne Delion seduta al primo banco erano chiaramente persi nel vuoto, e fissavano un punto fisso senza che un battito di ciglia andasse a oscurarli. Un sibilo impercettibile attraversò l’aria quando una pallina di carta volò dall’ultima fila, andando a colpire il capo ricciuto e castano della ragazza.
- Ahio! – sussurrò piccata, anche se non aveva provato dolore ma sorpresa. Si voltò verso l’ultimo banco e vide il lanciatore colpevole dell’azione, Nial, compagno di classe tanto carino quanto poco serio.
- Sveglia,  Mellark! -  ridacchiò il ragazzo.
Lei scosse la testa con aria da compatimento e tornò a voltarsi verso la lavagna e l’insegnante. Accanto a quest’ultima,  al posto della consueta cartina di Panem,  era stato appeso un poster, che  mostrava a chiare lettere la scritta: “Oggi ricordiamo: 30 anni senza Hunger Games” .
I pensieri che avevano occupato la mente della ragazza, prima di essere colpita dalla pallina di carta, riguardavano proprio l’evento che tanto era stato pubblicizzato e per cui tutta Panem era in tumulto. Trent’anni senza quei giochi funesti che costarono la vita a tanti ragazzi e a cui seguì una ribellione che portò, come esige ogni ribellione che si rispetti, innumerevoli morti e feriti.
Trent’anni dopo Panem era un tripudio di feste, certo. Mostre ed eventi, ovvio. Ma vi erano anche tante fiaccolate, tante visite ai cimiteri o alle fosse comuni,  tanti fiori adagiati nei luoghi della memoria, cruenti programmi alla televisione che mostravano ciò era accaduto trent’anni prima o poco più: Hunger Games. Ciò che per lei non rappresentava che un nome, per i suoi genitori non era così. Li aveva salutati quella stessa mattina evitando i giornalisti curiosi che si erano appostati per intervistare sua madre, la Ghiandaia Imitatrice, e suo padre, Peeta Mellark, sopravissuti ai giochi e famosi per essere i promotori inconsapevoli di quella rivoluzione.
- Buona giornata oggi a scuola, tesoro – le aveva detto il padre, infilandole nello zaino una brioche fatta con le sue mani, mentre teneva a bada il fratellino. Katniss aveva guardato fuori dalla finestra sospirando e aveva regalato un sorriso debole alla figlia prima che partisse alla volta della scuola.

- Gli piaci – sussurrò una voce che di nuovo riportò alla realtà Delion, la quale si voltò in direzione della compagna di banco, Cora, china su di lei con l’aria circospetta. – dai, adesso Nial ti tira anche le palline di carta, eh? Come vorrei essere al tuo posto! – rincarò.
La giovane Mellark scoppiò a ridere alla vista della faccia maliziosa di Cora, provocando un’occhiataccia da parte della giovane insegnante. Le due ragazze decisero di comune accordo di cominciare a sentire davvero cosa la donna stesse cercando di dire loro dall’inizio dell’ora.
Pareva fosse davvero un’iniziativa speciale quella che stava per presentare, data l’espressione dei suoi occhi fiammeggianti e il sorriso che correva da un orecchio all’altro.
- Dopo la guerra i soldati sopravvissuti alla Ribellione si sparsero per i vari distretti. Molti di loro purtroppo sono morti, per età o per malattie gravi. Ma questa scuola, con l’aiuto delle tecnologie presenti nel Distretto e con molta pazienza, è in grado di offrirvi un’occasione unica per tutti voi studenti! Oggi ricorderemo gli Hunger Games, la piaga degli Hunger Games, tramite le loro testimonianze dirette: ragazzi, salutate come si deve i soldati volontari della Seconda Ribellione!
L’insegnante, letteralmente saltellando, si diresse verso la porta della classe e la spalancò. Entrarono uno per volta, con passi pesanti e con gli occhi bassi, più per imbarazzo che per altro. Gli studenti, di comune accordo, si alzarono in piedi di scatto per rendere loro omaggio, suscitando nell’insegnante un’altra espressione di gioia. Uno di loro alzò gli occhi e invitò con un sorriso i ragazzi a sedersi.
In piedi davanti a loro, i soldati a turno iniziarono a rispondere alle loro timide domande da studenti: “Perché si è arruolato volontario”, “Qual è il ricordo più brutto che ha”, “Com’era la figura del presidente Snow”, “Come si viveva nei vecchi Distretti”, “Quali erano i suoi rapporti con la Ghiandaia Imitatrice”.
A quell’ultima domanda, rivolta ad un soldato mingherlino del Distretto 11 che affermò di non averla mai conosciuta di persona, alcuni studenti si voltarono verso Delion per qualche secondo: infatti sapevano tutti che era la figlia di quella figura mitica che in città era conosciuta semplicemente come signora Mellark.
Delion si concentrò sul suo foglietto, cercando di immaginare cosa si poteva chiedere a quegli uomini. Ma sentì una sensazione strana, come se qualcuno la stesse ancora osservando. Alzò gli occhi e si rese conto che, alla sua destra, accanto alla porta, ultimo della fila, un uomo la stava guardando con un’espressione indecifrabile.

 

 
E’ lei, pensò l’uomo rabbrividendo. Non l’aveva mai vista. Non da così grande, almeno.
Ricordò un frammento di giornale di circa cinque anni fa, quando si festeggiarono, in modo altrettanto sfarzoso, i venticinque anni della scomparsa degli Hunger Games, e di quella foto di Katniss accanto a una piccola e ricciuta bambina di dieci anni con un grazioso vestito verde. Ma ora il frutto del suo mai dimenticato primo amore era lì, in carne ed ossa.
Pensò che era stupenda. Capelli castano scuro proprio come quelli di Katniss, ma ricci come quelli del padre, dal quale aveva rubato anche il colore degli occhi cerulei e il bianco latteo della pelle. Il suo fisico mostrava le forme spigolose ed immature di una ragazzina. Perché era solo una ragazzina, certo. Ma non appena quegli occhi azzurri incrociarono i suoi, l’ex soldato Gale Harthworne sentì un brivido lungo la schiena. Delion Mellark sapeva chi era lui? Katniss aveva mai parlato a casa del suo vecchio migliore amico? Aveva mai detto che era stato in parte responsabile della morte della zia? Che avevano combattuto fianco a fianco per la rivoluzione, rischiando la pelle? Che si era arruolato volontario nell’operazione di salvataggio del padre? 



 




Note dell’autrice: Buongiorno lettori! Innanzi tutto da dove viene il nome che ho dato alla piccola Mellark? Dal termine inglese DANDELION, Dente di Leone. *scusatel’ideaidiota*. ^^”
 
Inizialmente questa storia era stata sviluppata per essere una one shot, ma inspiegabilmente *fa una faccia sconvolta* i personaggi hanno deciso di svilupparsi di più. Comunque tranquilli, due, massimo tre capitoli.
erciò, senza farvi anticipazioni su nulla, questa storia sarà sì, la storia di un incontro tra due persone che non dovevano teoricamente conoscersi, ma anche una riflessione più profonda sul significato della memoria.
Curiosi? Allora mettete la storia tra le seguite e...lasciate una recensione! Grazie mille in anticipo! 


 
  
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