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Autore: Horse_    01/02/2015    9 recensioni
(Ambientata nel 1800, tutti umani)
Elena ha diciotto anni e desidera una vita da favola. E' una ragazza giovane ed indipendente, ma costretta a sottostare alle regole ferree impostele dai genitori.
Lei è una principessa e futura regina dell'Olanda.
Damon giovane uomo francese, con origini italiane, viene costretto dal padre a scegliere una moglie per dare al suo regno un nuovo erede e la continuità della famiglia Salvatore.
Cos'hanno in comune Damon ed Elena?
Semplice, matrimonio combinato.
I due impareranno a conoscere e ad amarsi, pronti a tutto per salvarsi a vicenda.
Ma si sa, una storia d'amore è bella perchè deve affrontare problemi e loro due ne hanno tanti, forse troppi.
Regni in lotta tra di loro, guerre, rivolte, deposizione dal potere, cugini e amanti porteranno guai nella vita dei due giovani che faranno di tutto per far vincere il loro amore.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                Verità svelate.
                                                                          32.





Damon.

“Potete entrare. Se sta riposando non svegliatela, non si sente molto bene.” Mi avvisò Jeremy.
 
 
Le stava bene!
Muoversi dalla reggia con quella tempesta era stato da incoscienti.
Entrai senza bussare e mi richiusi la porta alle spalle. La vidi distesa sul letto con gli occhi aperti e mi scrutava.
Mi stava aspettando.
Aprii la bocca per urlare contro tutta la mia ansia, paura e frustrazione, ma la richiusi non trovando parole.
 
Era distesa sul letto, pallida e faticava a tenere gli occhi aperti.
Il mio cuore perse qualche battito nel vederla così.
Si era ammalata a causa della pioggia, sicuramente. Era cagionevole di salute e in più uscire alla tempesta non aveva giovato a nulla.
 
 
“Avevo preparato una ramanzina sul tuo comportamento, ma questo non mi sembra il momento adatto…” le dissi avvicinandomi al letto. “Una cosa la devo dire, però. Sei solo un’incosciente, dannazione! Ti rendi conto di quello che hai fatto? Di quello che poteva accadere? Tutto perché non voglio esaudire i tuoi capricci!”
 
 
Alzò la testa e mi fissò.
Era spenta e notavo freddezza nel suo comportamento.
Era davvero arrabbiata per questo?
 
 
“Vattene…” sibilò.
 
 
Che cosa?
Andarmene? Mi aveva sul serio detto vattene?
Aggrottai le sopracciglia confuso.
Era arrabbiata. Ma sei lei era arrabbiata io lo ero il doppio.
 
 
“Te lo dico un’ultima volta… Vattene!” sibilò ancora.
“Spero che tu stia scherzando!” ribattei.
“Voglio che tu te ne vada! Vattene da qui, torna da lei!” mi urlò contro.
 
 
Da chi dovevo ritornare?
 
 
“Da chi?” domandai accigliato.
“Vattene da lei, è lei che vuoi. Lasciami in pace, non rovinarmi la vita più di quanto tu non abbia già fatto!” urlò ancora.
 
 
Si alzò dal letto lentamente e mi parve di notare tanta fatica nei suoi movimenti. Fece qualche passo e si aggrappò al palo di legno che sorreggeva il baldacchino.
 
 
“Vattene… Via!” disse ancora.
 
 
Mi avvicinai a lei prendendole le mani e bloccandole i movimenti.
Stava forse delirando? Le mie mani fredde entrarono in contatto con la sua pelle terribilmente calda.
Stava male ed aveva sicuramente la febbre.
 
 
“Stai delirando, devi ritornare a letto.” Le risposi tentando di condurla di nuovo sotto le coperte.
 
 
Lei tentò di dimenarsi dalla mia presa e non so come riuscì a staccarsi da me.
 
 
“Non toccarmi, traditore. Hai finto di amarmi, perché?” urlò.
 
 
Fingere di amarla?
Ma era pazza?
L’amavo con tutto il mio cuore, avrei dato la vita per lei, solo per lei.
 
 
“Io ti amo Elena! Non mettere mai in dubbio questo!” ringhiai.
“Allora perché l’hai fatto? Perché mi hai tradito con lei? Mi ami davvero? Mi dispiace, ma non ti credo!” urlò mentre vidi le sue bianche guance bagnarsi di lacrime.
 
 
Traditore.
Mi hai tradito con lei.
Non mi hai mai amata.
No, non poteva aver scoperto quello che intendevo io.
No!
 
 
“Vattene!” urlò.
“Elena, io-” iniziai, ma mi bloccai non appena la vidi accasciarsi al pavimento tossendo.
 
 
Era come se fosse in preda a delle convulsioni.
 
 
“Jeremy! –urlai più forte che potevo sperando che il piccolo Gilbert fosse dietro la porta mentre Elena non accennava a smettere di tossire– Jeremy!”
 
 
La porta si aprì di scatto e vidi Jeremy, Bonnie e i genitori di Elena entrare come delle furie.
Io intanto stringevo impotente tra le mie braccia Elena.
 
 
“Correte a chiamare un dottore! Un dottore!” urlai.
 
 
Non capii chi andò a chiamare il dottore e quando, vidi solo Elena calmarsi un poco e mormorare un ‘hai una figlia, hai una bambina con un’altra donna’ prima di svenire tra le mie braccia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                    * * *
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non so da quanto tempo i dottori erano lì dentro, ma era passata sicuramente un’eternità.
Uno di loro, di cui non ricordo il nome, aveva detto che stava bene dannazione!
 
 
“Sapevo che c’era qualcosa che non andava…” singhiozzò Miranda abbracciata al marito.
 
 
Qualche giorno fa il medico l’aveva visitata e aveva detto che stava bene, ma a quanto pare non lo è mai stata realmente.
Se solo ci fosse stata la dottoressa Fell quel giorno… Ora, fortunatamente, era all’interno di quella maledetta stanza insieme ad altri fidati medici.
 
 
“Damon, andrà tutto bene, vedrete!” mi rassicurò Stefan appoggiandomi una mano sulla spalla.
“Stava male già da prima, lo sapevo! –ringhiai stringendo le mani a pugno– Non è mai stata effettivamente bene e l’uscita di oggi ha solo peggiorato la situazione!”
 
 
Mi portai le mani tra i capelli nell’esatto momento in cui la porta della stanza si aprì rivelando la dottoressa Fell con altri dottori al seguito.
Alzai lo sguardo sulla dottoressa e sugli altri cercando qualche segnale, qualcosa che mi dicesse che lei stava bene. Che la mia Elena aveva solo un piccolo malanno risolvibile in poco tempo, ma la faccia tetra di tutti fece cadere ogni mia difesa.
 
 
“Come sta mia figlia?” domandò Grayson, l’unico che era riuscito a parlare.
 
 
La dottoressa Fell sospirò torturandosi le mani, guardò per qualche istante gli altri medici che scossero la testa e lei abbassò il capo.
Mi alzai di scatto pronto a colpire qualcuno se necessario per fare loro aprire la bocca.
La mia principessa guerriera stava bene, doveva stare bene.
 
 
“La regina è… -la dottoressa si bloccò e vidi balenare negli occhi di tutti, compresi i miei, la peggiore delle ipotesi- E’ molto malata… La polmonite è peggiorata di giorno in giorno, non essendo stata curata con le dovute medicine, e l’uscita di oggi non le ha certo giovato e-”
 
 
Mi ridestai dai miei pensieri e con due falcate mi portai davanti alla dottoressa.
Polmonite?
Elena non poteva avere la polmonite, no. E’ una malattia che si sviluppa giorno dopo giorno e quel dottore aveva detto che… Aveva detto che lei stava bene. Non aveva parlato di polmonite, no!
La polmonite era grave sulle persone in salute, figuriamoci per lei.
No, non poteva essere.
 
 
“No, vi state sbagliando… -scossi la testa- Lei stava bene, lei… Il dottore non ha parlato di polmonite, no…”
“Mio signore –la dottoressa abbassò lo sguardo– tutti i medici hanno fatto la mia stessa diagnosi… Le cause ci sono tutte… Mi hanno informato che la regina ha avuto difficoltà respiratorie, di qualche mancamento, di costante dolore al petto e tosse costante… Le causa ci sono tutte, mi dispiace.”
“Starà bene, non è vero? Mia moglie deve stare bene!” le dissi.
 
 
Abbassò di nuovo il capo e il suo silenzio mi stava snervando.
 
 
“La febbre è aumentata e non si decide a scendere… Abbiamo provato di tutto, sembra che ogni cosa che facciamo risulti nulla…” mi rispose.
 
 
Tutti ormai avevano smesso di respirare.
Ci doveva essere qualcosa, qualsiasi cosa!
Avrei dato anche la mia vita per lei, ma doveva esserci assolutamente qualcosa! Un rimedio, una cura, una terapia… Qualsiasi cosa…
 
 
“Deve esserci qualcosa, qualsiasi cosa!” ringhiai.
“All’interno della stanza abbiamo lasciato dei medicinali e abbiamo spiegato alla dama che cosa bisogna fare. La cosa più importante è tenerla al caldo e tenerle costantemente un panno bagnato sulla fronte in modo da far abbassare la febbre. Ho lasciato degli antibiotici nel tavolino che vanno dati ogni tre ore. E’ molto difficile che si svegli da sola, per cui ci sarà bisogno di darle i farmaci attraverso il dormiveglia se necessario… L’importante è darle molta acqua… Passerò ogni due ore per controllare la situazione… -si bloccò un istante- L’importante è che passi la notte, solo questo. Bisogna avere fede…”
 
 
Non sentii nient’altro… Sentii solo dei ringraziamenti rivolti alla dottoressa perché mi precipitai all’interno della stanza.
Notai Bonnie seduta su una sedia che le teneva un panno bagnato sulla fronte e mi avvicinai subito a lei. Elena era pallida, le labbra avevano perso il loro bel colorito ed era diventata più pallida ancora di prima.
Il camino era stato acceso, per fortuna.
 
Volevo solo che si svegliasse, volevo rivedere i suoi bellissimi occhi. Volevo solo che stesse bene e non mi importava di quello che aveva scoperto –era importante, si, ma non ora.
Non sapevo come l’avesse scoperto e chi glielo avesse detto, anche se forse avevo già intuito chi, ma la mia Elena aveva solo il bisogno di svegliarsi.
 
 
“Starà bene Bonnie, vero?” domandai più a me che a lei.
“Mio signore io… -singhiozzò- Non lo so…”
“Elena è forte, lo è sempre stata, ce la farà…” mormorai accarezzando la guancia pallida di mia moglie.
 
 
Afferrai una sedia e mi misi accanto al letto, vicino a Bonnie, per vegliarla.
Non avrei mai lasciato Elena, figuriamoci adesso.
La donna che amavo era qui inerme su un letto, terribilmente pallida, e respirava a fatica. Le labbra erano serrate in una muta espressione di sofferenza e dolore –e io sapevo bene a cosa era dovuto quel dolore.
Perché? Perché avevo ferito anche lei?
Avevo distrutto l’unica persona a cui tenevo veramente sopra ogni cosa. Avevo ferito colei che si era annullata per me e mi aveva dato tutto.
Il suo amore, la sua vita e la sua anima. L’avevo ferita in un modo irreparabile.
 
 
“Posso… -alzai lo sguardo cercando le parole- Rimanere da solo con lei?
 
 
Bonnie annuì e si alzo, poi mi porse il panno bagnato.
 
 
“Dovete tenerlo sopra la fronte e ogni tanto bagnarlo con dell’acqua fredda. La trovate lì, su quel catino. –Indicò con la testa il catino sotto la finestra, lontano dal camino– Se si sveglia fatele bere quella medicina e un po’ d’acqua, altrimenti verrà dopo la dottoressa per farlo.”
“Grazie, Bonnie. –La guardai riconoscente– Grazie per prenderti cura sempre di lei, davvero.”
 
La ragazza mi sorrise quasi imbarazzata, poi si chiuse la porta alle spalle.
Continuai ad osservare mia moglie e le presi una mano tra le mie.
Era bollente.
Le tamponai un po’ lo straccio sulla fronte e parve rilassarsi un poco grazie a quel tocco freddo tanto che distese un po’ le labbra.
Elena doveva passare la notte, era forte, ce l’avrebbe fatta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                 * * *
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non so quanto tempo era passato da quando Bonnie se n’era andata, ma la febbre sembrava essersi alzata.
Me ne accorsi quando Elena iniziò a tremare leggermente. Mi alzai ed andai a bagnare con dell’acqua fredda lo straccio e prima di posarglielo sulla fronte le rimboccai bene le coperte, lasciandole fuori solo la testa.
Le premetti il panno sulla fronte, ma niente sembrava sortire l’effetto desiderato.
Fortunatamente entrò la stessa Bonnie seguita dalla dottoressa.
Non appena la vidi mi alzai.
 
 
“Dottoressa Fell, mia moglie continua ad essere bollente… Anzi, la temperatura sembra essersi rialzata!” le dissi allarmato.
“Bonnie, passatemi quel bicchiere e riempitelo d’acqua, poi prendetene un altro e versateci la medicina. –Ordinò la dottoressa a Bonnie mentre tirava fuori alcuni strumenti dalla sua borsa– Il respiro è lento e in costante diminuzione, ma sta lottando con tutte le sue forze…”
 
 
Lo sapevo che stava lottando, lei era la mia piccola guerriera. Elena non mollava mai e non doveva mollare neanche adesso.
La dottoressa scoprì Elena e le mise uno strano strumento sul petto, forse per sentire il suo cuore. Scosse leggermente la testa e annotò qualcosa su un foglio, poi si fece passare il bicchiere con la medicina da Bonnie.
Mi avvicinai alle due donne per aiutarle.
 
 
“Posso aiutarvi?” domandai non volendo rimanere in disparte.
 
 
Volevo rendermi utile, dopotutto.
 
 
“Alzatele la testa e fate in modo che beva la medicina, poi datele un po’ d’acqua.” Mi spiegò la dottoressa.
 
 
Facendo più delicatamente possibile alzai la testa ad Elena e mi sedetti accanto a lei prendendola per metà tra le mie braccia.
Molto delicatamente le sollevai la testa e gliela inclinai, poi le appoggiai il bicchiere tra le labbra in modo da farle bere la medicina. Con tanta fatica riuscì a fargliela mandare giù tutta, poi le diedi un po’ d’acqua.
 
 
“Con questo la febbre dovrebbe iniziare a scendere almeno di un poco, tanto da farla riposare un po’. Io rimarrò qui a castello, se c’è qualsiasi tipo di problema venitemi a chiamare…” terminò la dottoressa.
“Starà bene, vero?” domandai alzando il capo ed incontrando gli occhi della dottoressa Fell.
“Lo spero mio sire.” disse solo per poi congedarsi.
 
 
Mi accorsi solo in un secondo momento che c’era ancora Bonnie all’interno della stanza.
Volevo rimanere da solo con Elena un po’. Mi era mancata e volevo riflettere.
 
 
“Bonnie, mi potresti lasciare da solo con Elena?” domandai.
“Certo, se avete bisogno di qualcosa sarò subito da voi…” mi rispose cordialmente.
“Grazie Bonnie, per tutto… ” le dissi.
 
 
Mi sorrise, poi se ne andò.


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Mi scuso per il ritardo con cui mi trovo ad aggiornare, avevo il capitolo pronto da un po', ma ho dovuto aggiornare/iniziare nuove storie trascurando questa.
Spero solo di aver compensato questo ritardo con il capitolo, che trovo abbastanza triste e doloroso.
Elena ha scoperto la verità e l'ha detta a Damon, anche se in circostanze non buone. Spero solo che il comportamento di Elena non risulti infantile perchè -almeno secondo me- non lo è affatto. E' brutto -terribilmente brutto- scoprire che l'uomo che ami ha una figlia da un'altra donna e si stava già frequentando con me, quindi è solo da capire.
C'è anche da spezzare una lancia a favore di Damon, ovvero era ubriaco, ma questo Elena non lo sa e messa com'è non lo verrà a sapere.
Veniamo ora alla malattia di Elena.
Molte all'inizio pensavano fosse una gravidanza, visto i giramente di testa e il senso di nausea, e invece no. Mi sono documentata personalmente su Internet e tutti i sintomi che ho descritto (nausea, giramenti, tosse e quant'altro) sono riconducibili anche a una polmonite. Ebbene si, come avrete capito Elena ha la polmonite e sappiamo bene che nell'Ottocento mieteva tantissime vittime a causa delle poche cure o perchè se ne si accorgeva tardi.
In effetti qui la dottoressa Fell l'ha scoperto a stadio avanzato, a causa di un dottore poco informato -ricordo che la dottoressa, quando il dottore ha visitato Elena, era fuori città.
Non tutto è perduto però :')
Oltre a tutto quello che è successo in questo capitolo ricordo che c'è anche il fattore Francia e la presa di potere di non si sa chi.

Ringrazio le meravigliose ragazze che mi lasciano sempre un parere, il capitolo è dedicato a tutte voi :)
Alla prossima ^^
  
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