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Autore: lavender ribbon    01/02/2015    1 recensioni
Raccolta di OS su vari pittori impressionisti. In ordine:
- Edgar Degas
- Pierre-Auguste Renoir
[...]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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EDGAR
 

Edgar amava quella giovane donna e ogni singolo momento della sua vita tentava di immortalarla sulla propria tela. Sentiva il bisogno di esprimere con linee e colori ciò che provava per lei, quell’amore che non aveva futuro al di fuori della propria mente.
Si sentiva un uomo estremamente solo e vedere quella donna ballare lo riempiva di gioia, così tanta da sentire il bisogno di catture quegli attimi, quelle pose, e farle sue per sempre.
 
«Non nego che ci sia dell’affetto. In questo dipinto emerge tutto, mio caro Edgar.»
L’amico Henry confessò quelle sensazioni a cuore aperto, mentre osservava con occhio critico il lavoro del suo collega.
«L’ultima cosa che vorrei è che quest’affetto si notasse» ribadì il pittore, ben conscio di non poter nascondere le emozioni che emergevano attraverso i suoi dipinti.
 Henry scosse la testa sorridendo: Edgar era un pittore di quarantatré anni, solo e tetro, con un amore spropositato ed irreale per una ballerina e per i suoi dipinti. Restava da vedere quale dei due sentimenti era il più forte.
 
Il sipario si chiuse e contemporaneamente la figura della ballerina in tutù giallo si impose sul proscenio. Il suo volto sorridente fu oggetto per molto tempo dell’ammirazione di Edgar, che, seduto in un angolino del teatro, osservava la giovane fanciulla inchinarsi agli applausi.
Ciò che non riusciva a spiegarsi era come potesse provare un sentimento così forte da renderlo pieno, da  fargli rifiutare qualsiasi altra cosa che non avesse come soggetto la sua amata. Calò di nuovo la testa sul foglio da bozzetto e sorrise mentre tracciava le curve della donna con una matita chiara; ogni linea sembrava un affronto, un tentativo fallimentare di portare su foglio una bellezza immateriale, quasi divina. Sembrava un compito impossibile, ma per Edgar era una questione di vita o di morte.
La donna sulla scena continuava elegantemente ad inchinarsi, con le scarpette rosa da punta al piede e un bouquet scuro nella mano destra. Il vestito in tulle ondeggiava da parte a parte durante le sue révérence, che la rendevano una figura ancora più nobile e aggraziata.
 
Quando tornò a casa Edgar era pieno di tutto ciò che un uomo potesse desiderare. Si sedette sul divano e scivolò su di esso per stendersi, incrociando i piedi. Il sorriso che aveva sul volto non l’aveva abbandonato e forse mai lo avrebbe fatto, non quella notte, in cui il pensiero di lei era vivo nella mente dell’artista. Un irrefrenabile impulso gli suggeriva di immortalare subito quella magia, di cominciare il dipinto dedicato alla sua donna. Così si alzò di scatto dal divano rosso e si precipitò a prendere tela e colori. Gli studi che aveva fatto sulla figura della sua ballerina lo accompagnarono e, insieme all’amore che provava per lei, il colore sembrava posarsi letteralmente da solo sulla tela.
 
«A quanto pare non riesci proprio a stare lontano da lei!» Henry rise nell’osservare quel nuovo dipinto dell’amico.
Edgar fece una smorfia e capì che ormai il suo collega aveva compreso tutto.
«Perché, cos’hai capito tu?» gli domandò come ulteriore conferma.
«Che sciocco! Tu la ami!»
 
Edgar Degas morì nel 1917. Fino alla fine non smise di dipingere le ballerine, il suo soggetto preferito. Continuò ad immortalare su tela quelle splendide fanciulle danzanti, nonostante la sua amata - l’unica vera danzatrice nobile ed eterea - fosse morte qualche anno prima di lui.
Il suo amore per lei non si spense mai.

  
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