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Autore: Chichilina    29/11/2008    6 recensioni
...quando quella sera tra le braccia mie hai sentito il cuore volare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Evviva, finalmente pubblico il quarto capitolo! Spero tanto di non deludervi...la storia si fa più complicata e, vi assicuro, i colpi discena sono ancora tantissimi!!

Vi voglio bene cari lettori, Spero mi farete sapere che ne pensate. Grazie in particolare a chi ha inserito questa storia tra i preferiti.

Bacioni.

Chichilina

CAP. 4 IL MIO CUORE NON E' ABBASTANZA GRANDE

*Cosa posso dirgli? Mi lasceranno andare?
Non so se sarà più difficile convincere Mamoru o Seya.  Credo Seya. Mamoru sa che quando dico una cosa vado fino in fondo. Seya invece…non si arrende mai. O forse è il contrario. O mio Dio!
Forse però, … almeno alle mie amiche dovrei dire la verità, magari mi capirebbero.
No, sono sicura che non potrebbero. Non riesco a capirmi nemmeno io.
Come ho fatto a trovarmi in questa situazione?
Sarei potuta essere felice a quest’ora. Il mio ragazzo è tornato a casa, stiamo tutti bene, ho salvato la Terra ancora una volta.
Già, la Terra, ma ora…chi salverà Usagi? Chi mi salverà da me stessa?*

 

La testa di Usagi sembrava bollire. Mancava meno di un’ora all’ appuntamento al parco e non sapeva ancora cosa avrebbe detto ai suoi amici e al suo fidanzato. Erano stati così pazienti con lei. Nonostante per un mese non si fosse quasi mai fatta sentire ne vedere, nonostante per un mese avesse rifiutato tutti gli inviti delle sue amiche e si fosse fatta negare al telefono ogni volta che Mamoru telefonava, nonostante ora avesse annunciato a tutti la sua partenza improvvisa, le persone che amava si erano immediatamente rese disponibili a incontrarla per salutarla.
Ora però doveva affrontarli di persona.
Non poteva certo sparire solo con un messaggino. Si sarebbero preoccupati e l’avrebbero cercata.
Ecco la verità.
Non voleva che nessuno potesse decidere di cercarla.
Vendendola partire con i loro occhi avrebbero avuto la certezza che stesse bene e che era una sua decisione allontanarsi per un po’.

Forse più che un po’.

L’aspettavano molti mesi, mesi difficili. Eppure,…non aveva paura della novità che cresceva dentro di lei. Aveva solo paura di non avere la possibilità di affrontarla con i suoi tempi e con i suoi modi.

 

DLIIN DLOON

     -          Buonasera signora, c’è Usagi?

     -          Si, caro. Tu devi essere Seya. Ti ho riconosciuto dal poster in camera di Usagi. Sei uno dei Three Lights, giusto?

    -          Si, signora sono io

    -          Che emozione! Una celebrità in casa! Caro, Usagi e di sopra. Va pure. Sarà felice di vederti.

 

Dal piano di sopra la bionda aveva sentito tutto. Seya era venuto a trovarla. Come sempre era capace di spiazzarla completamente.

TOC-TOC

    -          Usagi sono Seya, posso entrare

    -          È aperto. Entra pure.

 

Seya ebbe un piccolo sussulto nell’incontrare gli occhi azzurri di lei. Erano giorni che non la vedeva affatto, nemmeno di sfuggita.  Lei era seduta su un cuscino a terra. Il maglione rosso faceva risaltare il colore delle sue labbra dal pallore delicato dell’incarnato. Gli sembrò una visione.

    -          Come mai sei qui? L’appuntamento è fra un’ora al parco.

 Tutti i pensieri ansiosi di qualche minuto prima erano andati a rinchiudersi in una porticina del cuore della bionda lasciando spazio e tutto il self controll che la ragazza possedeva e che aveva tenuto da parte per un momento come quello.

    -          Io,…io volevo parlarti da solo.

    -          Seya, non credo sia il caso.

 

Usagi si alzò dal grande cuscino sul pavimento e si avvicinò alla finestra della sua camera dando le spalle al ragazzo. La controluce non permetteva a Seya di scorgere le espressioni del volto di lei.

 

    -          Si che è il caso. Io devo sapere perché vai via. Devo sapere dove vai e…devo essere sicuro tu sappia che il mio amore per te è più forte di sempre e che sono pronto a seguirti se tu me lo chiedessi.

    -          Perché mi fai questo Seya, perché? Ti ho già detto che non possiamo avere un futuro insieme. Io ho delle responsabilità. Ho già sbagliato troppo con te.

    -          Responsabilità verso Mamoru?

    -          Verso di lui e non solo.

    -          E verso te stessa? Hai anche la responsabilità di essere felice.

 

Seya si era infervorato. Non si era nemmeno accorto di continuare a stringere fra le mani il mazzetto di margherite che le aveva portato. Nel momento stesso in cui l’aveva vista aveva completamente dimenticato tutti i propositi di autocontrollo e galanteria che si era imposto.


Usagi invece sembrava di ghiaccio. Un’altra persona. Dava l’idea di sentire le parole di Seya da lontano, così lontano che quelle parole non riuscivano a toccarla, non profondamente almeno.

    -          Si Seya, ho responsabilità anche verso me stessa ed è per questo che vado via. Smettila di comportarti come se non ti avessi mai dimostrato che tengo a te, purtroppo l’ho fatto e non possiamo più tornare indietro.  Smettila di pensare che i tuoi sentimenti siano il centro del mondo.

    -           Dici di tenere a me ma continui a stare con lui. E ora…vai via con il tuo uomo e mi lasci qui legato al ricordo di un’unica volta.


La voce di Seya era disperata, così come il suo cuore. Ma non era l’unico a sentirsi così.

    -          Ti sbagli Seya, Mamoru non verrà con me.

    -          L’hai lasciato? Dimmi di si, dimmi che ti sei accorta che nessuno potrà amarti come me, più di me.

Un improvviso guizzo di speranza brillò negli occhi blu del cantante.

    -          Ti sbagli Seya, ti sbagli come sempre.

La voce di Mamoru lasciò Seya senza fiato. Non lo aveva sentito arrivare preso com’era nella sua arringa personale.

Nemmeno Usagi lo aveva sentito. Ora guardava entrambi gli uomini davanti a lei con il cuore carico di emozione. Aveva temuto quel momento. Aveva sperato di poter gestire la situazione con i suoi tempi ma…i due uomini più importanti della sua giovane vita erano lì, nella stessa stanza a contendersi una spiegazione.
Così diversi eppure così uguali, avevano avuto la stessa idea di andare da lei prima dell’appuntamento fissato.
 Doveva cercare di restare calma o non avrebbe avuto il coraggio di fare quello che si era ripromessa.

 

    -          Mamoru…

    -          Usagi, amore, io e Seya abbiamo avuto la stessa idea evidentemente.

    -          Si Usagi, tu devi spiegarci.

 

All’improvviso Mamoru si girò verso Seya, assolutamente infastidito dalle parole e dalla stessa presenza del ragazzo. Gli prese con la mano il collo della giacca e con forza lo tirò verso di se e cominciò ad urlare:

    -          Seya possibile che tu continui a immischiarti in cose che non ti riguardano?! Usagi è la mia fidanzata, la mia donna. Se c’è qualcuno a cui deve delle spiegazioni quello sono io e non tu. Lasciaci in pace!

    -          Sei sempre il solito Mamoru, se Usagi non volesse farmi far parte della sua vita non mi avrebbe invitato.

    -          Lo ha fatto per amicizia.

    -          Questo è quello che vuoi credere tu. Sei un illuso.

    -          Sei tu l’ illuso Seya, tu non conosci quello di cui stai parlando, tu non sai cosa c’è fra me e Usagi.

 

Mamoru era del tutto fuori di se. Per la prima volta in tutti quegl’anni Usagi lo guardava trasformato, letteralmente imbestialito. Il viso rosso di rabbia e gelosia nei confronti di quel ragazzo che si nascondeva dietro la parola “amico”  ma che in realtà era niente di diverso da un  vero e proprio rivale. Sapeva di essere lei il pomo della discordia. La scena le era insopportabile.

    -          Adesso basta! Nessuno di voi conosce quello di cui parla. Che ne sapete voi due dell’amore? Niente. Vi preoccupate solo di vincere questa stupida guerra a chi tiene di più a me, quasi fossi un trofeo. La verità è che nessuno di voi mi ama davvero e che io non amo più voi.

Una lacrima era scivolata giù per le guance di Usagi. In quella lacrima mille verità e mille emozioni si abbracciavano in segreto.

 

Le orecchie di Mamoru restarono come tramortite.
La sua ragazza, il suo angelo gli stava dicendo di non amarlo. Come era successo? No, non poteva essere vero. Usagi, la sua Usagi lo aveva sempre amato. Avevano un futuro che li aspettava. Come era possibile che ora gli dicesse una cosa del genere.


Seya era altrettanto scoinvolto, lei non gli aveva mai rivelato di amarlo ma per la prima volta gli stava dicendo che non lo amava più. In un istante prese consapevolezza del profondo sentimento che la giovane aveva nutrito per lui e della fine di tale sentimento.
 Il viso di Usagi imperturbabile e freddo fino ad un momento prima si era scaldato e dalla sua bocca, quella bocca così meravigliosa, erano uscite parole terribili contro di lui.

    -          Si, avete capito bene. Non vi amo più. Non ce la faccio. Fa troppo male.

    -          Usako, perché dici questo. Io credevo amassi solo me. Cosa centra Seya?

    -          Mamoru…mi dispiace. La verità è che…no, non meriti la verità.

Un’altra coltellata al cuore di Mamoru. Non resistette. Si avvicinò alla sua fidanzata e cominciò a scuoterla stringendola dalle spalle.

    -          Cosa stai dicendo Usako? Non merito la verità? Ma cosa ti ho fatto? E qual è questa verità?

Fu il turno di Seya di non resistere all’istinto. Si avvicinò altrettanto velocemente e cercò di allontanare Mamoru da Usagi.

    -          Levati di mezzo tu. Vattene via Seya! Come te lo devo dire?

    -          Mamoru, lasciala, le fai male.

    -          Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Usagi urlò più forte che poteva. La luce del suo cristallo riempì la stanza scaraventando i due uomini alle due estremità dell’abitato.

 

    -          Usako, ma…cosa?

    -          Ho detto basta!

Dalla fronte di Usagi cominciarono a scendere perle di sudore per lo sforzo.

    -          Mamoru, Seya,…vi prego andatevene via. Non cercatemi più, lasciatemi in pace


A quel punto Mamoru si inginocchiò vicino a lei.

    -          Amore mio, ti prego dimmi cosa è successo. Perdonami se ho urlato ma…mi sembra di impazzire. E’ un mese che sto impazzendo. Non mi chiami, non mi cerchi, non ripondi alle mie chiamate e ora sei qui a dirmi che non mi ami più. Ti prego dimmi cosa ti è successo.

 

Mamoru era sull’orlo di una crisi di nervi. In un momento tutte le sue certezze erano crollate. Era visibilmente provato e anche Usagi se ne accorse.

 

    -          Va bene Mamoru, ti dirò cosa è cambiato dentro di me.

Io non riesco più ad amarti. Una parte di me non riesce a perdonarti. Tu mi hai abbandonata per inseguire sogni di gloria e carriera. Ho passato un anno di dolore a chiedermi perché tu non mi chiamassi. Non mi avevi nemmeno lasciato un recapito al quale cercarti, nessuno a cui chiedere tue notizie. Ho creduto tu mi avessi lasciata. Una parte di me è morta per sempre.

    -          Usako, amore, ma io…

    -          Ma tu non c’eri. C’era Seya al posto tuo. Guardalo, e lì di fronte a me a chiedermi di amarlo. Pensi sia la prima volta che lo fa? No, non lo è. Gli ho sempre risposto di no, per te, per il nostro amore fino a quando…

    -          Fino a quando?

    -          No Usagi, non dirglielo!

    -          Cosa non deve dirmi?

    -          Fino a quando un pomeriggio, sul tetto della scuola una rosa rossa lanciata sul pavimento mi ha spezzato il cuore. Credevo fossi tu, tornato a proteggermi dall’ennesimo nemico, e invece era Seya. Si, il mio cuore si è spezzato in quell’istante. Non eri tu, era lui, vicino a me come tu non avevi saputo fare.

    -          Fermati Usagi, basta!

    -          No Seya, deve saperlo. Quella sera il mio amore per te si è trasformato. Da quel giorno ho cominciato a smettere di amarti e ad amare lui. Capisci cosa ti sto dicendo? Ho cominciato ad amare lui. Nel corpo oltre che nel cuore!


A quelle parole Mamoru indietreggiò. In un istante fu come se mille pugnali di acqua gelata avessero attraversato il suo corpo. Restò in silenzio incapace di rispondere, incapace di pensare.

 

Usagi invece continuò spaventata all’idea di non trovare una prossima volta il coraggio di finire il suo discorso.

    -          Non riuscivo a capire il sentimento che cresceva dentro di me e che lentamente stava divorando il sentimento che provavo per te. E poi…Quando un mese fa ti ho ritrovato, quando ho scoperto che eri stato rapito e che non ti eri dimenticato di me sono praticamente impazzita. Quell’amore che credevo morto dentro di me è tornato prepotente. Il mio cuore non è abbastanza grande per entrambi.

    -          Ed è per questo che te ne vai?

Mamoru era tornato calmo. Calmo come solo un uomo con il cuore in frantumi può essere.

    -          Si, è per questo, ma non solo per questo. Mamoru io…io…io ti ho tradito e tradendo te ho tradito me stessa.

   
 
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