Evviva, finalmente pubblico il quarto capitolo! Spero tanto di non deludervi...la storia si fa più complicata e, vi assicuro, i colpi discena sono ancora tantissimi!!
Vi voglio bene cari lettori, Spero mi farete sapere che ne pensate. Grazie in particolare a chi ha inserito questa storia tra i preferiti.
Bacioni.
Chichilina
CAP.
4 IL MIO CUORE NON E' ABBASTANZA GRANDE
*Cosa
posso dirgli? Mi lasceranno andare?
Non so se sarà più difficile convincere Mamoru o
Seya. Credo Seya.
Mamoru sa che quando dico una
cosa vado fino in fondo. Seya invece…non si arrende mai. O
forse è il
contrario. O mio Dio!
Forse però, … almeno alle mie amiche dovrei dire
la verità, magari mi
capirebbero.
No, sono sicura che non potrebbero. Non riesco a capirmi nemmeno io.
Come ho fatto a trovarmi in questa situazione?
Sarei potuta essere felice a quest’ora. Il mio ragazzo
è tornato a casa, stiamo
tutti bene, ho salvato la Terra ancora una volta.
Già, la Terra, ma ora…chi salverà
Usagi? Chi mi salverà da me stessa?*
La
testa di Usagi sembrava bollire. Mancava meno di un’ora
all’ appuntamento al
parco e non sapeva ancora cosa avrebbe detto ai suoi amici e al suo
fidanzato.
Erano stati così pazienti con lei. Nonostante per un mese
non si fosse quasi
mai fatta sentire ne vedere, nonostante per un mese avesse rifiutato
tutti gli
inviti delle sue amiche e si fosse fatta negare al telefono ogni volta
che Mamoru
telefonava, nonostante ora avesse annunciato a tutti la sua partenza
improvvisa, le persone che amava si erano immediatamente rese
disponibili a
incontrarla per salutarla.
Ora però doveva affrontarli di persona.
Non poteva certo sparire solo con un messaggino. Si sarebbero
preoccupati e
l’avrebbero cercata.
Ecco la verità.
Non voleva che nessuno potesse decidere di cercarla.
Vendendola partire con i loro occhi avrebbero avuto la certezza che
stesse bene
e che era una sua decisione allontanarsi per un po’.
Forse
più che un po’.
L’aspettavano
molti mesi, mesi difficili. Eppure,…non aveva paura della
novità che cresceva
dentro di lei. Aveva solo paura di non avere la possibilità
di affrontarla con
i suoi tempi e con i suoi modi.
DLIIN
DLOON
- Buonasera
signora, c’è Usagi?
- Si,
caro. Tu devi essere Seya. Ti ho riconosciuto dal poster in camera di
Usagi.
Sei uno dei Three Lights, giusto?
- Si,
signora sono io
- Che
emozione! Una celebrità in casa! Caro, Usagi e di sopra. Va
pure. Sarà felice
di vederti.
Dal
piano di sopra la bionda aveva sentito tutto. Seya era venuto a
trovarla. Come
sempre era capace di spiazzarla completamente.
TOC-TOC
- Usagi
sono Seya, posso entrare
- È
aperto. Entra pure.
Seya
ebbe un piccolo sussulto nell’incontrare gli occhi azzurri di
lei. Erano giorni
che non la vedeva affatto, nemmeno di sfuggita.
Lei era seduta su un cuscino a terra. Il maglione rosso
faceva risaltare
il colore delle sue labbra dal pallore delicato
dell’incarnato. Gli sembrò una
visione.
- Come
mai sei qui? L’appuntamento è fra un’ora
al parco.
Tutti i pensieri ansiosi di
qualche minuto
prima erano andati a rinchiudersi in una porticina del cuore della
bionda lasciando
spazio e tutto il self controll che la ragazza possedeva e che aveva
tenuto da
parte per un momento come quello.
- Io,…io
volevo parlarti da solo.
- Seya,
non credo sia il caso.
Usagi
si alzò dal grande cuscino sul pavimento e si
avvicinò alla finestra della sua
camera dando le spalle al ragazzo. La controluce non permetteva a Seya
di
scorgere le espressioni del volto di lei.
- Si
che è il caso. Io devo sapere perché vai via.
Devo sapere dove vai e…devo
essere sicuro tu sappia che il mio amore per te è
più forte di sempre e che sono
pronto a seguirti se tu me lo chiedessi.
- Perché
mi fai questo Seya, perché? Ti ho già detto che
non possiamo avere un futuro
insieme. Io ho delle responsabilità. Ho già
sbagliato troppo con te.
- Responsabilità
verso Mamoru?
- Verso
di lui e non solo.
- E
verso te stessa? Hai anche la responsabilità di essere
felice.
Seya
si era infervorato. Non si era nemmeno accorto di continuare a
stringere fra le
mani il mazzetto di margherite che le aveva portato. Nel momento stesso
in cui
l’aveva vista aveva completamente dimenticato tutti i
propositi di
autocontrollo e galanteria che si era imposto.
Usagi invece sembrava di ghiaccio. Un’altra persona. Dava
l’idea di sentire le
parole di Seya da lontano, così lontano che quelle parole
non riuscivano a
toccarla, non profondamente almeno.
- Si
Seya, ho responsabilità anche verso me stessa ed
è per questo che vado via.
Smettila di comportarti come se non ti avessi mai dimostrato che tengo
a te,
purtroppo l’ho fatto e non possiamo più tornare
indietro. Smettila
di pensare che i tuoi sentimenti
siano il centro del mondo.
- Dici di tenere a me ma
continui a stare con
lui. E ora…vai via con il tuo uomo e mi lasci qui legato al
ricordo di un’unica
volta.
La voce di Seya era disperata, così come il suo cuore. Ma
non era l’unico a
sentirsi così.
- Ti
sbagli Seya, Mamoru non verrà con me.
- L’hai
lasciato? Dimmi di si, dimmi che ti sei accorta che nessuno
potrà amarti come
me, più di me.
Un
improvviso guizzo di speranza brillò negli occhi blu del
cantante.
- Ti
sbagli Seya, ti sbagli come sempre.
La
voce di Mamoru lasciò Seya senza fiato. Non lo aveva sentito
arrivare preso
com’era nella sua arringa personale.
Nemmeno
Usagi lo aveva sentito. Ora guardava entrambi gli uomini davanti a lei
con il
cuore carico di emozione. Aveva temuto quel momento. Aveva sperato di
poter
gestire la situazione con i suoi tempi ma…i due uomini
più importanti della sua
giovane vita erano lì, nella stessa stanza a contendersi una
spiegazione.
Così diversi eppure così uguali, avevano avuto la
stessa idea di andare da lei
prima dell’appuntamento fissato.
Doveva cercare di
restare calma o non
avrebbe avuto il coraggio di fare quello che si era ripromessa.
- Mamoru…
- Usagi,
amore, io e Seya abbiamo avuto la stessa idea evidentemente.
- Si
Usagi, tu devi spiegarci.
All’improvviso
Mamoru si girò verso Seya, assolutamente infastidito dalle
parole e dalla
stessa presenza del ragazzo. Gli prese con la mano il collo della
giacca e con
forza lo tirò verso di se e cominciò ad urlare:
- Seya
possibile che tu continui a immischiarti in cose che non ti
riguardano?! Usagi
è la mia fidanzata, la mia donna. Se
c’è qualcuno a cui deve delle spiegazioni
quello sono io e non tu. Lasciaci in pace!
- Sei
sempre il solito Mamoru, se Usagi non volesse farmi far parte della sua
vita
non mi avrebbe invitato.
- Lo
ha fatto per amicizia.
- Questo
è quello che vuoi credere tu. Sei un illuso.
- Sei
tu l’ illuso Seya, tu non conosci quello di cui stai
parlando, tu non sai cosa
c’è fra me e Usagi.
Mamoru
era del tutto fuori di se. Per la prima volta in tutti
quegl’anni Usagi lo
guardava trasformato, letteralmente imbestialito. Il viso rosso di
rabbia e
gelosia nei confronti di quel ragazzo che si nascondeva dietro la
parola
“amico” ma
che in realtà era niente di
diverso da un vero
e proprio rivale.
Sapeva di essere lei il pomo della discordia. La scena le era
insopportabile.
- Adesso
basta! Nessuno di voi conosce quello di cui parla. Che ne sapete voi
due
dell’amore? Niente. Vi preoccupate solo di vincere questa
stupida guerra a chi
tiene di più a me, quasi fossi un trofeo. La
verità è che nessuno di voi mi ama
davvero e che io non amo più voi.
Una
lacrima era scivolata giù per le guance di Usagi. In quella
lacrima mille
verità e mille emozioni si abbracciavano in segreto.
Le
orecchie di Mamoru restarono come tramortite.
La sua ragazza, il suo angelo gli stava dicendo di non amarlo. Come era
successo? No, non poteva essere vero. Usagi, la sua Usagi lo aveva
sempre
amato. Avevano un futuro che li aspettava. Come era possibile che ora
gli
dicesse una cosa del genere.
Seya era altrettanto scoinvolto, lei non gli aveva mai rivelato di
amarlo ma
per la prima volta gli stava dicendo che non lo amava più.
In un istante prese
consapevolezza del profondo sentimento che la giovane aveva nutrito per
lui e
della fine di tale sentimento.
Il viso di Usagi
imperturbabile e freddo
fino ad un momento prima si era scaldato e dalla sua bocca, quella
bocca così
meravigliosa, erano uscite parole terribili contro di lui.
- Si,
avete capito bene. Non vi amo più. Non ce la faccio. Fa
troppo male.
- Usako,
perché dici questo. Io credevo amassi solo me. Cosa centra
Seya?
- Mamoru…mi
dispiace. La verità è che…no, non
meriti la verità.
Un’altra
coltellata al cuore di Mamoru. Non resistette. Si avvicinò
alla sua fidanzata e
cominciò a scuoterla stringendola dalle spalle.
- Cosa
stai dicendo Usako? Non merito la verità? Ma cosa ti ho
fatto? E qual è questa
verità?
Fu
il turno di Seya di non resistere all’istinto. Si
avvicinò altrettanto
velocemente e cercò di allontanare Mamoru da Usagi.
- Levati
di mezzo tu. Vattene via Seya! Come te lo devo dire?
- Mamoru,
lasciala, le fai male.
- Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!
Usagi
urlò più forte che poteva. La luce del suo
cristallo riempì la stanza
scaraventando i due uomini alle due estremità
dell’abitato.
- Usako,
ma…cosa?
- Ho
detto basta!
Dalla
fronte di Usagi cominciarono a scendere perle di sudore per lo sforzo.
- Mamoru,
Seya,…vi prego andatevene via. Non cercatemi più,
lasciatemi in pace
A quel punto Mamoru si inginocchiò vicino a lei.
- Amore
mio, ti prego dimmi cosa è successo. Perdonami se ho urlato
ma…mi sembra di
impazzire. E’ un mese che sto impazzendo. Non mi chiami, non
mi cerchi, non
ripondi alle mie chiamate e ora sei qui a dirmi che non mi ami
più. Ti prego
dimmi cosa ti è successo.
Mamoru
era sull’orlo di una crisi di nervi. In un momento tutte le
sue certezze erano
crollate. Era visibilmente provato e anche Usagi se ne accorse.
- Va
bene Mamoru, ti dirò cosa è cambiato dentro di me.
Io
non riesco più ad amarti. Una parte di me non riesce a
perdonarti. Tu mi hai
abbandonata per inseguire sogni di gloria e carriera. Ho passato un
anno di
dolore a chiedermi perché tu non mi chiamassi. Non mi avevi
nemmeno lasciato un
recapito al quale cercarti, nessuno a cui chiedere tue notizie. Ho
creduto tu
mi avessi lasciata. Una parte di me è morta per sempre.
- Usako,
amore, ma io…
- Ma
tu non c’eri. C’era Seya al posto tuo. Guardalo, e
lì di fronte a me a
chiedermi di amarlo. Pensi sia la prima volta che lo fa? No, non lo
è. Gli ho
sempre risposto di no, per te, per il nostro amore fino a
quando…
- Fino
a quando?
- No
Usagi, non dirglielo!
- Cosa
non deve dirmi?
- Fino
a quando un pomeriggio, sul tetto della scuola una rosa rossa lanciata
sul
pavimento mi ha spezzato il cuore. Credevo fossi tu, tornato a
proteggermi
dall’ennesimo nemico, e invece era Seya. Si, il mio cuore si
è spezzato in
quell’istante. Non eri tu, era lui, vicino a me come tu non
avevi saputo fare.
- Fermati
Usagi, basta!
- No
Seya, deve saperlo. Quella sera il mio amore per te si è
trasformato. Da quel
giorno ho cominciato a smettere di amarti e ad amare lui. Capisci cosa
ti sto
dicendo? Ho cominciato ad amare lui. Nel corpo oltre che nel cuore!
A quelle parole Mamoru indietreggiò. In un istante fu come
se mille pugnali di
acqua gelata avessero attraversato il suo corpo. Restò in
silenzio incapace di
rispondere, incapace di pensare.
Usagi
invece continuò spaventata all’idea di non trovare
una prossima volta il
coraggio di finire il suo discorso.
- Non
riuscivo a capire il sentimento che cresceva dentro di me e che
lentamente
stava divorando il sentimento che provavo per te. E
poi…Quando un mese fa ti ho
ritrovato, quando ho scoperto che eri stato rapito e che non ti eri
dimenticato
di me sono praticamente impazzita. Quell’amore che credevo
morto dentro di me è
tornato prepotente. Il mio cuore non è abbastanza grande per
entrambi.
-
Ed
è per questo che te ne vai?
Mamoru
era tornato calmo. Calmo come solo un uomo con il cuore in frantumi
può essere.
-
Si,
è per questo, ma non solo per questo. Mamoru
io…io…io ti ho tradito e tradendo
te ho tradito me stessa.