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Autore: eppy    01/02/2015    4 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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EMMA

Erano trascorse tre settimane dal compleanno di Ricky, e da tutto quello che ne era conseguito, ma a dispetto di tutto, le cose sembravano aver preso la piega che desideravo prendessero. Paradossalmente, dopo aver fatto l'amore, io e Ethan eravamo diventati amici per davvero, e dopo quella brutale litigata avvenuta al ristorante, non mi ero più scontrata con il mio ragazzo.
Continuavo a passare in biblioteca praticamente tutti i giorni, perchè lo volevo, avvertivo l'esigenza di trascorrere con un po' di tempo con Harrow, ci stavo bene insieme a lui, e avevo ormai preso l'abitudine di pranzare molto spesso all'Old London in sua compagnia, e trattenermi fino al momento in cui Ricky avrebbe fatto ritorno a casa. La cosa sembrava funzionare senza intoppi, e io non chiedevo nulla di più.
Ma un lunedì mattina come tutti gli altri, il suono fastidioso e gracchiante della sveglia, mi riportò nel mondo reale. 
Ricky, che teneva un braccio intorno alla mia vita, si servì dell'altro per spegnere quel diabolico macchingegno che si faceva chiamare semplicemente 'sveglia', poi si girò dall'altro lato liberandomi dell'abbraccio, si stese a pancia in giù, e brontolò qualcosa che non riuscii a cogliere.
Si..anche noi, come tutti i comuni mortali, odiavamo il lunedì mattina più di ogni altra cosa al mondo!
Dieci minuti dopo, la sveglia tornò alla carica, e nolente o volente, fummo costretti a sgattaiolare fuori dal letto, sciaquarci il viso, e prepararci un caffè, tanto per cominciare.
Di solito della colazione si occupava sempre lui, dato che io provvedevo sempre alla cena, nei weekend anche al pranzo, e poi lavavo, stiravo, spolveravo, passavo l'aspirapolvere e lo straccio a terra, come mi aveva insegnato a fare mia madre qualche anno prima. O meglio, come mi aveva costretta ad imparare mia madre qualche anno prima, dato che in quel periodo vivevo per lo più in un mondo tutto mio, e parte la scuola, la famiglia, e gli amici, mi interessava molto poco di quello reale. Ma questa è un'altra storia, che credo di avervi già accennato.
Mentre aspettavamo che il latte si riscaldasse, Ricky mi diede il buongiorno con un tenero bacio sulle labbra, io ricambiai, e scambiammo le nostre solite battute mattutine, fino a quando non mi ritrovai con una tazza di latte caldo fumante davanti. Feci per afferrare la tazza tra le mani, e avvicinarla alle labbra, ma fui costretta ad allontanarla subito dopo, con il viso contratto in un'espressione quasi disgustata.
" Che c'è? Ti ho dato del latte scaduto?" mi domandò il mio fidanzato con tono divertito...probabilmente dovevo aver fatto una faccia buffa
" Non credo..." lo rassicurai, sforzandomi di berlo senza troppe storie, senza riuscirci
" Sicura che sia tutto apposto? Hai fatto una faccia" mi fece notare lui
" Si amore, va tutto bene..è che stamattina il latte non mi va" cercai di convincere anche me stessa
Non era la prima volta che mi capitava nel giro di pochi giorni, ma per fortuna Ricky sembrò non ricordarselo.
" Sei pallida stamattina" constatò prendendomi il viso tra le mani prima di baciarmi la fronte
" Ho un sonno assurdo" mi lamentai "e poi mi sento stonata, spossata, quasi come se avessi l'influenza" spiegai
" In effetti hai tutta l'aria di una malaticcia,e la mancanza d'appetito è sicuramente un sintomo" 
" Se me lo dice il mio medico preferito, allora mi fido" sussurrai, riuscendo a comportarmi come al solito, nonostante non fossi proprio in ottima forma.
" Resta a casa oggi, prendi una tachipirina e dormi fino a mezzogiorno...vedrai che quando sarò tornato, starai benissimo" mi consigliò dolcemente, e io non potei far altro che annuire. Effettivamente mi sentivo così già da un po', ma avevo cercato di non dargli importanza, convinta io stessa che effettivamente fosse influenza, e nulla poteva escludere che lo fosse davvero, ma non avevo mai sentito parlare di un'influenza che durasse più di tre, quattro giorni al massimo.
Quella però fu la prima volta che Ricky si accorse palesemente che non stavo un granchè bene. E io preferii lasciargli formulare le sue tesi da medico, piuttosto che fargli presente come realmente stessero le cose, forse perchè io stessa volevo credere che le sue supposizioni fossero giuste.
Non che fossi in punto di morte o qualcosa di simile, globalmente ero sana come un pesce, e momenti del genere mi capitavano neanche troppo frequentemente, continuavo la mia vita e ne ero soddisfatta e appagata, però, già da un po' di giorni mi capitava di essere nauseata da certi odori e certi cibi, proprio come quella mattina era accaduto con il latte; mi sentivo perennemente stanca e affaticata senza aver corso nessuna maratona e avendo trasportato soltanto un paio di buste della spesa; e poi mi ero ritrovata ad avere più sonnelenza del solito, e a desiderare cioccolato fondente alle mandorle senza un motivo preciso. Sì, cioccolato fondente alle mandorle...c'era stato un periodo a casa mia, in cui non ci si alzava da tavola senza per messo sotto i denti almeno un quadratino di quella delizia, e anni dopo, di punto in bianco, mi ritrovavo improvvisamente a desiderare quel cioccolato.
Mi era capitato a scuola, nel bel mezzo delle lezioni, una volta in metro, e l'ultima volta era accaduto in biblioteca. Il giorno dopo Ethan me ne aveva fatta trovare una tavoletta intera, e l'avevamo spazzolata insieme senza troppi complimenti, ma ciò non aveva contribuito ad esaurire la mia voglia improvvisa.
Quello stesso giorno, gli avevo fatto promettere che in futuro, ogni qual volta avesse avuto voglia di una sigaretta, avrebbe mangiato cioccolata anche a costo di farne indigestione, e poi avevamo riso fino alle lacrime.
Comunque mi sforzavo sempre di fare finta che la nausea, la spossatezza, la sonnolenza e le voglie, fossero cose di poco conto, io stessa me lo ripetevo fino a convincermene, e forse era questo il motivo per il quale Ricky non si era accorto di nessun cambiamento. Ero io che volevo camuffarlo a tutti i costi, per non dare spiegazioni e non ammettere nemmeno in via ipotetica ciò che iniziavo a temere seriamente, dopo aver constatato un certo ritardo anche per quanto riguarda il ciclo mestruale. 
Ethan invece, aveva capito più del dovuto, e stranamente la cosa non mi aveva dato alcun fastidio, anzi, mi ero confidata con lui come si fa con una migliore amico, dato che non potevo di certo parlarne con le amiche a migliaia e migliaia di chilometri da me, e nè tantomento potevo dire di averne qualcuna a Londra.
Le uniche donne con le quali trascorrevo diverso tempo erano Letizia Frassati, la mia tutor, e Katy, un'aspirante dottoressa che spesso condivideva i turni con Ricky in ospedale e che era venuta a casa nostra diverse volte. Lei si considerava mia amica, oltre che del mio fidanzato, e io non avevo assolutamente niente contro quella ragazza bionda dagli occhi chiari, anche se a volte mi ero ritrovata a pensare che in realtà facesse segretamente il filo al mio Ricky.
E se avevo deciso di non parlargliene, era soprattutto per questo mio presentimento.
Probabilmente ero riuscita a confidarmi con Ethan perchè era l'unico estraneo alla faccenda del quale mi fidassi senza riserve, come se lo conoscessi da tutta la vita, e non lo avevo fatto con il mio fidanzato, perchè se solo fosse stato vero quello che temevo, Ricky ci sarebbe stato dentro fino al collo..sì, dipendeva decisamente da quello.
Comunque, dopo l'episodio di quel lunedì mattina, mi resi conto che ignorare ancora tutti i segnali, e davvero c'erano tutti, era da stupidi, e poi avrebbe addirittura potuto far male al...non volevo nemmeno pensarci.
L'unica soluzione per togliermi tutti i dubbi, sarebbe stata andare in farmacia e comprare quel maledetto aggeggio, che mi rifiutavo persino di nominare. Soltanto pronunciare quelle parole ad alta voce, mi spaventava a morte. 
Così, invece di starmene sotto le coperte fino a mezzogiorno, feci quello che dovevo fare sin dall'inizio, ma non appena mi ritrovai quel test tra le mani, mi mancò il coraggio per continuare. Avevo terribilmente e dannatamente bisogno di qualcuno che mi stesse accanto e mi tenesse la mano, mentre scoprivo la verità, qualunque questa sarebbe stata, e non ci pensai due volte: scelsi Ethan.
E per quanto mi rendessi conto che come situazione fosse un po'anomala, di farlo da sola non se ne parlava neanche, insospettire Ricky non avrebbe giovato a nessuno dei due, avremmo finito per agitarci (speravo) inutilmente...e l'unico del quale mi fidassi ciecamente escluso il mio ragazzo, era proprio lui, l'irresistibile Ethan Harrow, come mi divertivo a prenderlo in giro. 
Volevo che fosse proprio lui a tenermi la mano, come faceva mio padre quelle volte in cui mi portavano a fare le analisi del sangue contro la mia volontà, da piccola, e lui mi stringeva forte la mano per aiutarmi a sopportare la puntura dell'ago. Sapevo che Ethan sarebbe potuto essere lo zucchero sull'orlo del bicchiere pieno di sciroppo, il mio antidoto personale e il mio sostegno. Sempre nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno, e speravo vivamente di no.

ETHAN

Quando la vidi entrare, sorrisi andandole incontro. Non mi aspettavo di vederla a quell'ora, di mattina.. pensai subito che avrebbe dovuto essere a scuola, e a meno che non avessero indetto uno sciopero nazionale, cosa che reputavo poco probabile, doveva essere successo qualcosa.
" Ciao" mi salutò lei con il solito bacio sulla guancia, ma non appena si allontanò di quel tanto che bastava perchè potessi guardarla negli occhi, mi accorsi subito che era tesa, e agitata. Il suo sguardo trasudava insicurezza, timore, paura, ansia, impazienza, e mi venne voglia di stringerla forte per calmarla.
" Hai marinato la scuola stamattina?" mi ritrovai invece a chiederle
Lei sorrise, di un sorriso di circostanza " non ti hanno insegnato che non si fa, piccola?" iniziai a provocarla come sempre
" Chissà quante volte l'avrai fatto tu, prima di abbandonarla del tutto" mi rispose a tono
" Ei! Non sono mai stato un filonaro io!" mi finsi indignato "anche se ammetto di averla saltata qualche volta" mi corressi subito dopo
" Io mai..o perlomeno non l'ho mai fatto facendo credere ai miei genitori di esserci andata" mi confidò lei
" Che delusione..che gioventù sprecata!" esclamai teatralmente, con tanto di braccia aperte.
Emma ne approfittò per fiondarsici all'interno, si rifugiò tra le mie braccia, e io ebbi finalmente la possibiltà di stringerla forte come avevo desiderato fare dal momento in cui era entrata.
Il fatto che avessi imparato così in fretta a volerne bene, il fatto che considerassi il tempo trascorso insieme a lei la parte più bella della giornata, mi aveva spinto, non avevo capito nemmeno io come, quindi non chiedetemelo.. ma mi aveva spinto a tenere un po' di più anche a me stesso. Da quella sera in cui lei era piombata qui, e avevamo fumato, pianto, bevuto, riso e fatto l'amore, erano cambiate tante cose, anche se era trascorso poco tempo.
Prima di tutto, qualche giorno prima le avevo promesso che avrei smesso di fumare e che avrei mangiato cioccolato fondente alle mandorle, ogni qual volta avessi avuto voglia di una sigaretta, e poi, un altro giorno, mi aveva costretto a buttare nell'immondizia ogni goccia d'alcol che conservavo per le notti buie.
E strano, ma vero, non avevo più bevuto, e non lo avevo fatto soltanto per lei, perchè glielo avevo promesso.
Il timore di deluderla era stato e continuava a essere ancora più insistente della voglia di bere.
Continuavo a considerarmi un fallito nella vita, però cercavo in tutti i modi di impegnarmi in ogni piccola cosa, semplicemente perchè non volevo essere un fallito ai suoi occhi. Non lo avrei sopportato, non dopo che Emma mi aveva fatto capire più volte di essere stato il suo sogno proibito ai tempi del liceo. Lei mi aveva amato con tutta se stessa pur non conoscendomi davvero, e volevo che continuasse a farlo anche dopo avermi incontrato, per sempre.
No, non essere amato..mi bastava che lei mi volesse bene, tanto bene. In quel momento della mia vita, era la persona alla quale tenessi di più.
Restammo abbracciati per un po', così, senza parlare, lei con la testa poggiata sul mio petto e io sulla sua spalla; lei con le mani legate intorno alla mia schiena, e io ad accarezzarle i capelli; i suoi occhi lucidi di lacrime e il mio maglione bagnato; il battito del mio cuore rilassato a compensare quello frenetico del suo.
" Misà che mi sono messa nei casini, Ethan" sussurrò dopo un po', senza interrompere l'abbraccio
" Stamattina ho provato di nuovo un senso di nausea mentre facevo colazione, mi sentivo stanca e stordita nonostante avessi dormito benissimo.. e niente, sono andata in farmacia, e l'ho comprato" sapevo benissimo a cosa si stesse riferendo, e per un attimo ebbi il timore che lo avesse già fatto e avesse ottenuto un risultato postivo..non seppi che dire, e la strinsi ancora più forte.
" Ho paura..non so nemmeno io se voglio sapere il risultato" sussurrò, soffocata nel mio abbraccio.
A quel punto capii che era venuta da me, che desiderava che fossi proprio io a sostenerla, e senza pensarci due volte, afferrai la sua borsa stando ben attento a non sciogliere l'abbraccio, e mi incamminai in direzione del bagno; Emma si lasciò guidare, e un minuto dopo, mi chiusi la porta del bagno alle spalle, dopo che tutti e due fummo entrati.
Lei frugò nella borsa fino a trovare quel rettangolo di cartone al cui interno poteva seriamente nascondersi il cambiamento più grande di tutta la sua vita. Mi sforzai di restare calmo e di esserle d'aiuto in ogni modo possibile, ma cavolo, soltanto pensare che sarebbe potuta diventare mamma nel giro di  pochi mesi, fece agitare anche me. Non era di certo qualcosa da prendere sottogamba, e speravo con tutto me stesso, che se solo quel test fosse risultato positivo, Ricky l'avrebbe amata incodizionatamente, ancora più di prima, e avrebbe amato anche la creatura alla quale Emma avrebbe donato la vita.
" Come devo fare?" mi domandò, reggendo il suo futuro tra le mani tremanti
Io...io non avevo la minima idea di come si facesse un test di gravidanza, ma Emma mi implorava di dirle cosa fare, con quegli occhioni, tenera come una bambina, e non riuscii a fare a meno di prenderle il viso tra le mani, e baciarla dolcemente sulla fronte.
" Innanzi tutto, devi farmi un sorriso, perchè qualunque cosa dovesse dire questo coso, tu non sarai mai sola.. e perchè anche se ci saranno dei problemi da affrontare e ostacoli da superare, la tua vita sarà bella da morire, te lo giuro"
Avrei voluto avere la forza di ripetere quelle parole anche a me stesso, ma in quel momento mi importava soltanto di lei. Non esisteva nient'altro, nessun'altro.
" E poi leggeremo le istruzioni con calma, in modo tale da non sbagliare nulla" continuai, e lei annuì. Ci sedemmo uno accanto all'altra, per terra, in bagno, e leggemmo il foglietto illustrativo.
Un quarto d'ora più tardi, io uscii fuori e lei fece quel maledetto test. Quando ebbe finito, rientrai, trovandola più agitata di prima, le strinsi entrambe le mani tra le mie, e attendemmo quei due-tre minuti. Furono interminabili, in quel frangente le domandai se ne avesse fatto parola con Ricky, e Emma negò, poi mi sforzai per parlare d'altro. Lei guardava costantemente l'orologio e mi ringraziava per essere con lei anche in quel momento, con la frequenza di dieci volte al minuto.
Paradossalmente, nonostante avesse appena fatto un test di gravidanza, non mi sembrò mai più indifesa e bambina di quanto mi era sembrata durante quella snervante attesa.
Quando fu sicura che fosse trascorso il tempo necessario, afferrò il test con gli occhi chiusi e me lo mise tra le mani. Dio, se aveva paura di leggerlo...e ne avevo anche io.
L'istante dopo le avvolsi le spalle con un braccio, lei poggiò la testa sulla mia di spalla, le nostre mani ancora intrecciate.

" Avanti...apri gli occhi" sussurrai, strofinando il naso contro la sua guancia, e lei lo fece, lentamente. Dopo aver letto il risultato, cominciò a tremare, e io la strinsi forte tra le braccia, annullando completamente le distanze tra di noi, permettendole di aggrapparsi a me, come se fossi diventata la sua ancora di salvezza.
E sapevo di non poterlo essere, perchè avevo bisogno a mia volta di essere salvato, probabilmente anche da me stesso, ma il fatto che lei avesse scelto di affidarsi a me, il fatto che avesse voluto che fossi io ad abbracciarla e sostenerla in un momento tanto delicato, mi fece sentire incredibilmente potente e terribilmente vivo.
" E adesso?" un sospiro strozzato, e i nostri corpi si che avvinghiavano spontaneamente, prepotentemente, disperatamente.






BUONSALVEEEEEEE :))
Il quadrimestre è ufficialmente finitoooooooooooo!!! Non potrei esserne più felice...non ce la facevo più, giuro. Compiti e interrogazioni, interrogazioni  e test che si susseguivano senza sosta. Sarà che sono in quinta, ma è stata veramente dura. E adesso, prima di iniziare a preoccuparmi ufficialmente per la maturità, ho tutta l'intenzione di godermi le prime settimane di febbraio, che di solito sono tranquille :)
E per voi come è stato questo mese post-vacanze di Natale?
Ci sono stati giorni in cui ho seriamente pregato insieme ai miei compagni che nevicasse bloccando tutte le strade e facendo chiudere le scuole..ma non siamo stati accontentati purtroppo.
Comunque, a parte tutte le mie inutili chiacchiere....che ne pensate del capitolo?
La situazione si sta complicando, soprattutto per la nostra Emma..ve lo aspettavate? Su avanti, fatemi sapere tutto quello che vi passa per la testa :DDD
Sapete che adoro scambiare quattro chiacchiere con voi, perciò, vi prego, recensite ;)) <3<3
Ovviamente ringrazio di cuore chi lo ha fatto fino ad oggi..e niente, continuate così, perchè mi spronate con le vostre parole e mi fate venir voglia di sedermi alla scrivania con il computer di fronte, e scrivere, scrivere senza interruzioni tutto quello che mente e cuore mi suggeriscono ;)
Scappo, un bacione forte forte, e a prestoooooooooooooo <3<3<3<<3


















  
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