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Autore: Classicboy    01/02/2015    4 recensioni
AU! College
Leo si è appena trasferito (o meglio, sua madre lo ha appena costretto a trasferirsi) in una nuova città ed in una nuova scuola, un college. E qui cominceranno i problemi: infermiere misteriose, atleti scontrosi, compagni timidi ma fantastici e fantasmi del passato. Il tutto preso con il solito spirito positivo e strafottente del nostro meccanico preferito.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo Valdez, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                             CAP.1: NEVROSI E GENTILEZZA

 

 

Il ragazzo si chiamava Argo. Leo lo sapeva per via della targhetta con il nome, non perché glielo avesse detto. Al contrario: il suo compagno era stato silenzioso per tutto il tragitto, nemmeno le sue battute erano riuscite a strappargli una risata, e quando gli doveva parlare lo faceva per grugniti o gesti.

<< Chissà, forse è muto >> pensò Leo, prima che l'auto si fermasse di fronte alla porta della scuola e lui scendesse.

Tramite gesti e l'aiuto di un paio di ragazzi del ultimo anno che passavano di lì per caso, Argo poté portare la valigia del ragazzo fino in camera sua, mentre lui si dirigeva in segreteria a confermare la sua iscrizione. L'unico problema? Quella scuola era enorme! Un gigantesco insieme di alloggi, campi sportivi, laboratori e aule. Dopo tre minuti Leo si era già perso.

“Dovrò farmi dare una cartina di questo posto” borbottò il ragazzo, prima che una voce stridula lo facesse sobbalzare: “Tu, teppistello, identificati!”

Il “teppistello” si voltò e si trovò faccia a faccia con un uomo alto e allampanato. I ricci neri erano tagliati con precisione maniacale, mentre i vestiti erano disposti in maniera impeccabile, quasi malata. La faccia era quella di uno che aveva subito varie crisi di nervi e che non era intenzionato a ripeterle.

“Allora!” chiese “Che cosa stai facendo qui impalato?”

Leo deglutì: “Sono un nuovo studente, mi chiamo Leo Valdez. Sto cercando la segreteria, ma temo di essermi perso.”

Sentì l'uomo borbottare “Matricole” per poi continuare ad alta voce “Io sono il professor Terminus, insegnante di Scienze Sociali. Per giungere in segreteria devi scendere le scale, andare dritto, e svoltare a destra nel secondo corridoio.” Si fermò e lo guardò intensamente “ Non so chi tu sia, ma sappi che ti tengo d'occhio. Non mi piace la tua faccia.”

E così detto se ne andò lasciando un interdetto Leo. Se tutti gli insegnanti erano dei nevrotici come quello, allora, poco ma sicuro, sarebbe stato a casa per le vacanze di Natale.

 

Giunto di fronte alla segreteria Leo bussò. Una voce gentile disse “Avanti” e lui entrò nella stanza più sobria che avesse mai visto. L'arredamento era formato da una gigantesca scrivania ingombra di fogli e computer, disposti però con ordine e precisione. La parete dalla quale era entrato non aveva ornamenti, a parte un orologio ed un calendario, quella di fronte era occupata da una libreria piena zeppa di volumi, alla sua destra c'erano delle finestre che si affacciavano sul cortile interno, ed alla sua sinistra vi era un'altra porta che portava chissà dove.

Seduta dietro al computer se ne stava una donna in perfetta sintonia con l'ambiente: i capelli marroni erano legati in una coda, il vestito era severo ed essenziale, gli occhi erano di una sfumatura marrone talmente particolare da sembrare rossi, ma nonostante questo, guardandola Leo non poteva che sentirsi protetto.

Lei lo guardò sorridente: “Ciao, come posso esserti utile?”

“Sono uno studente nuovo, e...”

“Sei venuto qui a confermare la tua iscrizione” completò lei “Prego, avvicinati. Io sono Estia, la segretaria della scuola”

“Leo Valdez” si presentò lui. Le diede il foglio dell'iscrizione. Dopo pochi minuti, la donna gli restituì il tutto.

“Ecco fatto, adesso sei regolarmente iscritto al Olympus College. E questa è la tua tessera da studente”

Lui la prese dubbiosa: “Tessera... da studente?”

“Non ne hai mai avuta una vero?” chiese lei con tono divertito. Lui fissò per terra imbarazzato. Odiava non sapere come funzionavano le cose! Con una madre meccanico ed un padre ingegnere, solitamente sapeva cose che sfuggivano persino agli adulti. Invece ora era messo in difficoltà da uno stupido rettangolo di plastica.

Estia continuò: “Quella tessera contiene tutti i tuoi dati personali: data di nascita, classe, numero della stanza e cose del genere. La puoi usare per usufruire di vari servizi al interno del campo, come l'uso di piscine ed infrastrutture in orario extrascolastico. Puoi anche caricarci dei soldi sopra per prenderti qualcosa dalle macchinette o dai negozi. Insomma, si tratta della conferma che sei uno studente di questa scuola.”

Leo guardò la sua tessera. Se la mise in tasca. “Va bene, grazie. Ora vorrei andare in camera mia. Dov'è?”

Beh, se c'era una persona simpatica ogni individuo antipatico, allora forse quella scuola non era poi così male.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Visto che mi pare inutile lasciare una storia con su solo il prologo eccoci già il primo capitolo.

Ho incominciato ad ampliare la nostra rete di personaggi, ma sappiate già che si tratta solo di elementi secondari, la loro influenza sul corso della storia sarà minima. Per quanto riguarda le descrizioni dei personaggi non le curerò più di tanto, perché comunque si tratta di individui già conosciuti. Ricordatevi inoltre il fatto che la scuola è gigantesca, avrà un ruolo fondamentale.

Ed infine spoiler sul contenuto: nel prossimo capitolo Leo farà la conoscenza con tre dei personaggi che ho citato nell'apertura. Chi saranno? Lo scoprirete appena avrò voglia di aggiornare. Bye!!!!!!

   
 
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