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Autore: Zola_Vi    01/02/2015    3 recensioni
-A lui interessa un altro genere di ragazze- dissi distogliendo il viso dal suo e mantenendolo basso. 
Sorrise. 
-Questo é tutto da vedere- 
-Cioè?- 
-Potresti chiederglielo- 
-A quale scopo?-
-Magari siete anime gemelle- mi fece un occhiolino. 
Si alzò poco dopo, lasciandomi ai miei pensieri, tornando in camera sua. 
“Anime gemelle” aveva detto. 
“Figurati” 
.........................
“Che ci sta succedendo?” pensai. 
All’improvviso, era cambiato tutto. 
Perché lui mi aveva evitata?
Perché lui non mi aveva più parlato?
Era tornato ad odiarmi, come in passato?
Voleva lasciarmi, di nuovo?
Come sempre, dipendeva tutto da lui. 
E io mi sentii debole, incapace di agire, come anni prima. 
-Ti prego. Non andartene un’ altra volta, non riuscirei a sopportarlo- lo supplicai.  
..........................
“Sai… quello che mi fa più rabbia é che io continuo a tenere a te, nonostante tutta questa merda” mi fermai alcuni secondi, per trattenere le lacrime.
“Mentre tu ti sei dimenticato di me da un pezzo”
“É così” disse semplicemente, dopo aver distolto il suo sguardo dal mio.
Quelle parole mi ferirono.
Il mio cuore si frantumò.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra: Michael. 

 

-Mi spieghi che cosa ti é passato per la testa?-

Sebbene avessi preso a pugni il suo ragazzo, non sembrava arrabbiata.

Voleva solo… capire. 

Il suo sguardo, ancora da bambina innocente e pura, era fisso sul mio, serio e impassibile. 

-Ti ho già detto che non succederà più, Ploon. Ma basta parlarne- 

Stette per ancora molto tempo a studiarmi, non smuovendosi di posizione neanche di un millimetro. 

Si era intestardita, anche questa volta. 

Tanto per cambiare. 

E stava diventando anche troppo riflessiva, per i miei gusti, in quel momento. 

Sbuffai, prendendo a calci un sasso che mi capitò a tiro vicino al piede. 

-C’é qualcosa che non va, Michael?- 

Aggrottai le sopracciglia, spostando il mio volto nella sua direzione. 

Perché faceva sempre così tante domande?

-Perché me lo chiedi?-

-Non lo so- scosse il capo. 

-Ma ultimamente siete stati tutti così… strani… persino Zayn-

Era palesemente confusa. 

Non sapeva che pensare. 

Che dire. 

E come biasimarla?

La stavamo tenendo all’oscuro di tutto. 

-Zayn?-

-E’ solo una sensazione… Ma mi sembra troppo… Agitato, o attento a quello che faccio- 

-E’ tuo amico, é normale lo sia-

Poi, un lungo silenzio, che solitamente non regnava mai tra di noi, scese sulle nostre figure. 

Con lo sguardo assorto nei propri pensieri, guardava la strada davanti a sè, isolata. 

Era pomeriggio tardo. 

E faceva davvero molto freddo. 

Poca gente passava accanto a noi. 

-Se devi dirmi qualcosa, fallo ora- disse, all’improvviso. 

Corrugai la fronte.

A cosa si riferiva?

Aveva capito qualcosa?  

Ero indeciso. 

Informarla di Seth non era la cosa giusta da fare. 

Ma neanche tenerla per sempre rinchiusa in strette mura. 

-So che tu, Harry e Zayn mi tenete nascosto qualcosa- 

Sospirai. 

E scossi il capo, alla fine, con decisione. 

-Sei paranoica- 

Sorrise. 

-Forse hai ragione. Il fatto é che Harry…- 

Alzai gli occhi al cielo, stufo di sentire quel nome tutte le volte che ci vedevamo. 

-Basta, Ploon!- 

Corrugò la fronte. 

E io alzai troppo la voce. 

-O la smetti di nominarlo o…-

-O?- 

Presi fiato per rispondere. 

-O me ne vado- 

Si fermò, smettendo di camminare.

-Perché ti dà tanto fastidio, si può sapere? Era tuo amico, un tempo!- 

Emisi un ghigno, quasi credendo che fosse davvero stupida, e non solo ingenua. 

Come poteva essere così cieca?

Cieca… o buona?

-Tutto cambia, a volte- 

-Ma le cose possono tornare come prima, se solo si vuole- 

Ci credeva davvero. 

A differenza mia. 

-No, non più- 

Sbuffò, visibilmente seccata. 

-Puoi cercare almeno di farlo per me? Voglio dire, sei mio amico, Michael. Dovresti capire che…- 

-Che cosa, Ploon? Che stai con un idiota? Che ti sei fatta trattare come un giocattolo? Il tuo cuore era spezzato, ricordi? Ma evidentemente ti diverti a lamentarti dei tuoi problemi. Non hai fatto altro che piangerti addosso per cinque anni. E sembra che tu ci prova gusto a cadere in mille pezzi. Perché lo rifarà, e lo sai. Stava per riaccadere. E a quel punto non ci sarò io a medicare le tue stupide ferite. E no. Scusa, ma non sei il centro del mio mondo. Non cerco d’andare d’accordo con Harry solo perché me lo chiedi tu- 

Questa volta, superai il limite. 

Buttando tutta la mia rabbia fuori dal petto, la colpii dritta al cuore, ferendoglielo. 

E il suo sguardo lo dimostrò. 

S’indurì. 

E non aggiunse altro. 

Dopo avermi fissato ancora, con rimprovero e disprezzo, mi diede di spalle. 

E camminò nella direzione opposta del mio corpo. 

-Aspetta. Ploon!- 

Riafferrai il suo braccio, pentendomi delle mie parole. 

-No, lasciami!-

-Ploon, ti prego… Non intendevo dire…- 

-Cosa? Che sono un’ idiota anch’io?- 

-Voglio solo farti capire quello che é giusto- 

Scosse il capo. 

I suoi occhi, sempre dolci e teneri, adesso erano fuoco. 

Proprio come anni prima li avevo visti. 

Facevano paura. 

E lei lo sapeva bene. 

-Sai, é questa la grande differenza tra te ed Harry. Lui, anche se ferito e sbattuto da parte a parte, non direbbe più nulla contro di me in quel modo. Con così tanta violenza. E, sebbene, ok, non sia il centro del mondo, per me cercherebbe di non spaccarti la faccia. Ma comunque… ehi, tranquillo… é bello sapere di essermi fidata di uno che mi ha sempre ritenuto egocentrica e stupida-

-Non é quello che volevo dire, lo sai…- 

Questa volta, non parlò più per davvero. 

Con un rapido gesto si staccò dalla mia presa e, senza aggiungere altro, corse via da me. 

 

Narra: Ploon. 

 

-Perché le persone non pensano prima di parlare?- 

-Immagino sia perché quando una persona é ferita dice cose che non avrebbe mai affermato in altri momenti- 

-Ma che reputa vere?-

-Forse si… Nel profondo del suo cuore- 

Sbuffai, con il capo chino a terra.

Perché Michael avrebbe potuto essere ferito?

Per colpa mia, poi?

Avevo tante di quelle domande che la metà bastavano davvero. 

Ci mancava lui, con le sue inutili paranoie. 

Nella mia vita si sistemava qualcosa, e subito dopo ne accadeva un’altra. 

Avevo io qualche strano problema o le persone intorno a me?

-Adesso però non dovresti pensarci, sai?-

Sorrisi. 

Forse lui aveva ragione. 

-Io sono Edmund, comunque-

Mi porse, con gentilezza, la mano destra, per stringerla alla mia. 

Gliela porsi, arrossendo. 

Capelli neri. 

Occhi blu oceano. 

Forse solo Harry poteva essere più bello, perché il Mio Tesoro. 

Eravamo seduti su una panchina, in un giardinetto pubblico vicino a casa. 

Non appena si era sistemato accanto a me, vedendo il mio volto rosso dalla rabbia, aveva iniziato ad attaccare bottone, domandandomi cosa avessi, in modo per nulla insistente o invadente. 

Ed io, avendo bisogno di una sorta di distrazione, gli avevo risposto senza alcun timore. 

Era piacevole fare due chiacchiere con qualcuno che ancora non conosceva nulla di te. 

Nessun casino. 

Nessuna discussione. 

Nessun problema. 

Come se nulla fosse successo precedentemente, mi dimenticai immediatamente della discussione appena avuta con Michael. 

E lui, con nonchalance, iniziò a farmi ridere, raccontandomi le cose più semplici del mondo. 

Era divertente. 

Solare. 

Gentile. 

E nessuno, non conoscendomi, era mai stato così carino con me. 

 

-Ploon, ti devo parlare- 

Posai dalle mani il mestolo, allontanando il mio sguardo dalla pentola, sorridendo ad Arya molto gentilmente. 

Indossava una finissima camicetta verde e un paio di jeans chiari. 

I suoi capelli rossi, lunghissimi e bellissimi, erano raccolti in un semplice muccio. 

Ma il suo viso, sempre dolcissimo, velava preoccupazione. 

Accigliai lo sguardo, non appena me ne accorsi. 

-Si?- 

Stette in silenzio ancora per un po’, giocherellando con le proprie mani nervosamente. 

-Mi dispiace…- sussurrò. 

A quel punto, un orribile presentimento s’impossessò della mia testa. 

-Di cosa, Arya?- 

-Di aver intromesso Harry nella storia di mio fratello…- 

Sospirai, levandomi un peso dallo stomaco. 

Le accarezzai un braccio, sorridendole nuovamente. 

-Ne abbiamo già parlato: é tutto passato, davvero- 

-No…- 

Scossi il capo, non capendo perfettamente il suo punto di vista. 

-Te l’ho già detto, Arya…- mi interruppe, alzando il tono della propria voce per farsi ascoltare e dover dire quelle parole una sola volta. 

-Mi sono innamorata di lui…- 

Come se una lastra di ghiaccio mi fosse caduta addosso, non ebbi la forza di dire altro. 

Stetti a guardarla, come se non mi avesse confessato nulla di speciale. 

I miei occhi, sempre lucenti e felici, si focalizzarono sulla sua figura, immobili. 

E lei, non sapendo se sentirsi in colpa o libera da quel grande segreto, abbassò il capo. 

-Non volevo mentirti anche su questo, Ploon…- 

 

Narra: Harry. 

 

-Arya stasera era strana, sai cos’abbia?- 

Scossi il capo, non guardandolo negli occhi.

Le sue mani calde intrecciarono le mie, stringendole. 

Sul divano, accoccolati, mi accarezzava i capelli, sorridendo guardando il mio viso. 

-Sei fredda, Ploon- 

Corrugai la fronte, notando che, in effetti, avevo persino i brividi. 

Rannicchiai le gambe attorno al petto, inutilmente. 

Poi, il ricciolo mi toccò la fronte. 

-Non é che ti stai prendendo un’influenza?- 

Gli feci le corna, come per fargli capire di non augurarmelo. 

Rise, fino a far comparire sulle sue guance le due bellissime fossette. 

-Beh, sarebbe una scusa per prendermi maggiormente cura di te- 

Sorrisi, alzando gli occhi per guardare i suoi. 

-Così ti ammaleresti anche tu-

Alzò le spalle al vento. 

-In quel modo potrei stare per giorni e giorni accanto a te nel nostro letto- mi fece un occhiolino.

E io gli tirai un pizzicotto. 

Fu proprio in quel momento che, per disgrazia divina, Niall volò all’improvviso sopra il mio corpo, buttandocisi. 

-Ahia!- 

-Che stai facendo?-

-Sei impazzito?-

L’irlandese rise, contagiando anche me ed Harry. 

-Ho voglia di mangiare, Ploon!-

-Abbiamo appena finito di cenare- sghignazzai. 

Lui sgranò gli occhi, incredulo. 

-Me lo stai dicendo proprio tu?- 

Lo guardai perplessa. 

-Dov’é finita la furia che mangiava qualsiasi cosa?- 

In effetti, era da un bel po’ che la fame mi era passata completamente. 

Si toccò il mento con la mano, facendo finta di pensare astutamente. 

-Harry, abbiamo un problema…- 

-Sarebbe?- rise il Mio Tesoro. 

-Questa qui- disse indicandomi -E’ depressa-

-“Questa qui” ha un nome, Niall- gli tirai un cuscino sullo stomaco. 

Si sedette composto, finalmente, e mi prese la mano per farmi alzare. 

-Ho la soluzione!- 

Alzai un sopracciglio, per sentire l’enorme pazzia che avrebbe proposto da un momento all’altro. 

-Spara, allora- 

-Dobbiamo tornare ad Holmes Chapel- 

Risi, ascoltando quelle parole. 

Anche se, ammisi, non sarebbe stata una brutta idea. 

Mi mancava la mia casa. 

La casa di Harry. 

Anne, Gemma. 

Mamma.

Chissà come stava lei, tutta sola. 

Una grande nostalgia invase il mio animo. 

-Dobbiamo?- domandò il ricciolo. 

-Dovremmo portarvi con noi?- 

-Perché no?-

-Perché non ci lasciate un attimo di tranquillità. Ti ho sempre tra i piedi, amico- 

-Thzè, tutte palle. Noi vi animiamo la giornata. Altrimenti stareste tutto il tempo lì seduti a sbaciucchiarvi- 

-Che non sarebbe male- 

Risi ascoltando quello scambio di battute. 

-Il biondo ha ragione- 

Harry accigliò lo sguardo, guardandomi perplesso. 

-Come, scusa?- 

-E’ da un po’ che non ci divertiamo come si deve- 

Divenne serio, dopo aver ascoltato quella mia frase. 

Stette in silenzio, guardandomi come se avessi detto un’eresia. 

Abbassò lo sguardo e s’alzò dal divano, anche lui. 

Si posizionò di fronte a me, torreggiando sulla mia figura. 

-Ti sei offeso?- corrugai la fronte, incredula. 

Tutto ad un tratto, poi, rise, facendo splendere i propri smeraldi.

Ok.

Era impazzito. 

-No, ma adesso me la paghi- 

Senza lasciarmi nemmeno pensare niente, come un razzo, mi prese tra le proprie braccia, immobilizzandomi.

-Che intenzioni hai, Harry?!- 

Senza degnarmi di una risposta, urlò: “Lotta contro la ragazza bionda, ragazzi!” 

Come per partecipare ad una guerra, Louis spuntò dall’angolo con cinque cuscini tra le mani. 

E con lui anche Zayn e Liam. 

Sbarrai gli occhi, implorando l’irlandese d’ aiutarmi.

Ma niente da fare. 

Neanche con le cannonate avrei potuto convincerlo. 

Tutti si scagliarono su di me, facendomi cadere a terra. 

Risi. 

Risi come non facevo da tempo, ormai. 

-Siete tutti pazzi?- 

 

-Harry- 

Girò il volto nella mia direzione, sorridente. 

Mi accarezzò una guancia con serenità e aspettò parlassi. 

-Forse dovremmo davvero tornare a casa-

-Ti manca?- 

Feci un cenno di capo. 

-In realtà, mi mancano i vecchi tempi… Sai, quando eravamo ancora dei bambini-

 

Narra: Harry. 

 

Niall aveva ragione. 

Qualcosa in lei, lentamente, stava cambiando. 

Era più tranquilla. 

Meno pazza. 

La sua solita esuberanza era come svanita per magia.

In un primo tempo avevo pensato fosse colpa mia. 

Lo era, effettivamente. 

Ma adesso era tutto ok. 

Quindi, perché continuava ad essere… in quello strano stato?

Non sentivo più le sue mille risate durante la giornata: era già un successo se ne ascoltavo una fatta davvero con il cuore. 

Era come se le sue infinite e burrascose emozioni si fossero arrestate. 

Era come se le avesse salutate per sempre. 

Presi le sue mani con delicatezza, avvicinando il suo corpo accanto al mio, per stringerlo calorosamente. 

-Siamo cresciuti, Ploon. Ma siamo sempre qui, insieme-

Sospirò, abbassando lo sguardo con malinconia. 

-Perché crescendo sento sempre tutto più… confuso e meno certo?-

Il suo sguardo era come spento. 

Non triste. 

Non felice. 

Semplicemente senza sentimenti. 

Era come se avesse deciso di spegnerli, improvvisamente. 

Le strinsi con più forza la mano, per farle capire che mai l’avrei abbandonata in un momento difficile come quello che stava affrontando. 

Stava lottando contro se stessa, per un inspiegabile ragione. 

A volte accade. 

Ci sono momenti della nostra vita che, anche senza un motivo, ci fanno scivolare negli abissi più profondi della nostra anima. 

-Prima era più… prima- 

Fu solo in quell’istante che ricordai di averla già vista, in quello stato di totale apatia, in passato. 

 

*Flashback* 

 

Davanti a me, teneva gli occhi puntati sulla libreria, nel soggiorno, dietro la mia figura. 

Io la guardavo. 

Lei non osava farlo. 

Era come una lastra di ghiaccio, pietrificata e gelida. 

Il suo corpo, rigido e immobile, non era mai stato così fermo. 

Lei, che era sempre pazza di gioia e piena di vita, in quel momento, non sembrava nemmeno esistere. 

Il mio istinto mi diceva di dirle qualcosa, qualsiasi pur di vederla reagire. 

Ma in momenti come quelli, non esistono parole pronte a placare un dolore così forte. 

Suo padre se n’era andato. 

L’aveva abbandonata, lei e sua madre. 

Quello stesso giorno, aveva fatto le valige e senza preoccuparsi della propria figlia, era scappato, lasciandole come ultimo ricordo di sé le grida contro la famiglia. 

E sebbene facesse la dura, sapevo quanto quel fatto la facesse star male. 

Forse neanche potevo immaginare che cosa provasse in quel momento. 

Alla fine, aveva dovuto anche lei uscire dalla propria casa, esausta e stremata dai pianti della madre. 

-Io preferisco così- 

Aveva detto ad un certo punto, all’improvviso. 

-Nessuno romperà più vetri o piatti- 

Lo aveva detto con disprezzo, sputando quelle parole con un ghigno disgustato. 

E neanche una lacrima, in quella situazione, le vidi scendere dal viso. 

Ma nonostante tutto, capii che mai in vita mia avevo visto tanto dolore. 

Così lancinante che non poteva nemmeno essere mostrato agli altri.

Vidi sia la straordinaria forza che l' abissale debolezza, ambedue eccessive, di lei, solo quell’istante, capendo per la prima volta che, in realtà, la ragazza che avevo di fronte ai miei occhi, non era solo colorata e brillante, ma anche oscura e velata dal mistero.

 

*Fine Flashback*

Ehi ragazze, buonasera a tutte! *-*
Come state?
Finalmene posto il "tanto atteso" capitolo, spero vi possa soddifsare!:3 
E' lunghetto, questa volta. 
Allora, passiamo ai commenti:) 
Michael non si é comportato proprio molto bene con la nostra Ploon, non vi pare?
Ma é perdonabile, secondo voi?
Arya si é dichiarata alla bionda :O 
Ve lo sareste aspettate? E se Harry lo scoprisse cosa pensate farebbe?
Ploon sarà gelosa? O ci passerà sopra perché ha altro a cui pensare?
Sembra triste la nostra Piccola Peste: quale sarà il motivo? Ci sarà? O non lo sa nemmeno lei?
Niall sembra voglia restituirle il sorriso, non é tenero l'irlandesino?:3 
E magari... si torna ad Holmes Chapel, gente!
Colgo l'occasione per fare gli auguri al nostro Hazza, stasera <3 21 anni, come passa il tempo *0*
Harry cosa farà per far tornare l'allegria sfrenata al suo pesciolino? C: 
Idee. 
Esponetemi le vostre pazze idee. 
Ve ne prego. 
Con questa incitazione, vi lascio, bellezze mie. 
Spero a presto, vi voglio bene. 
-Zola. 

 

 

   
 
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