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Autore: sofiaa    01/02/2015    2 recensioni
Sophie, una sedicenne inglese arrabbiata con il mondo e con un fratello molto inusuale, è una giovane punk. Suo fratello tenterà di tenerla alla larga dalla scena musicale e sociale che lui ha stesso ha contribuito a creare, ma non ce la farà per molto...Ma soprattutto non riuscirà a tenerla lontana dai suoi amici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La giornata a scuola sembrava non finire più quella mattina. Sarà perchè avevo tantissime ore di materie scientifiche (che odiavo) o perchè non vedevo l'ora di essere con Mick. Sì, con Mick. Temevo di essermi presa una cotta per il moro chitarrista della band di mio fratello. Aspetta...non temevo, era così! La verità è che era stato un colpo di fulmine. Mi ci trovai subito bene con lui, da quando mi disse il suo nome con quel suo sorriso contagioso che illuminò la nebbiosa notte londinese. E poi ci fu il nostro dialogo, dove mi prese a braccetto, mentre mio fratello e Joe litigavano perchè Strummer ci aveva provato spudoratamente con me. Dopo mi aiutò a riprendere la capacità di intendere e di volere in seguito al bacio di Steve Jones. Poi ci fu quel 'ciao bellissima' per darmi la buonanotte. E proprio ieri, mi risvegliai dal mio sonnellino pomeridiano avvinghiata a lui.
Però non potevo neanche ignorare tutta l'attrazione fisica che provavo per Joe. Lui mi intrigava. Per le cose che mi diceva per farmi arrossire e per quello che faceva.
Insomma, dire che ero nei casini era riduttivo.
Non ci capivo più niente.
Ma il tempo mi avrebbe portato risposte, o almeno così speravo.
Intanto, quella benedetta campanella era suonata, alle tre precise. Mi buttai la mia cartella piena di spille e patch sulla spalla e uscì di tutta fretta da quella gabbia di matti. Appena arrivata al parco davanti alla scuola, mi sedetti su una panchina e realizzai che non potevo andare a casa, perchè i miei genitori lavoravano ancora e mio fratello, con questa cosa della band, non era a casa. Solo che era l'unico tra noi due ad avere le chiavi di casa. Quindi le possibilità erano tre: o stavo al parco fino alle sei e mezza, o andavo a casa mia e aspettavo mio fratello in giardino, o andavo a casa di Joe, dove c'erano le prove oggi. Optai per quest'ultima possibilità e mi alzai dalla panchina. Allora, la casa di Joe doveva essere molto vicino a casa mia, credevo che fosse nella via precedente alla mia. Quindi iniziai a camminare verso il nostro quartiere. Dopo una decina di minuti, arrivai davanti a casa del cantante. Suonai al campanello e stavolta, per paura di farci un'altra figuraccia, non mi guardai allo specchio. Dopo qualche istante, vidi spuntare una cresta da una finestra del primo piano.
"Hey bionda!"
"Ciao Joe!"
"Dai sali, ti ho aperto il cancelletto."
Aperto il cancello, mi diressi verso la porta di casa. La trovai aperta, quindi entrai. Era una casa grande e arredata con mobili antichi, sicuramente molto costosi. Attraversai la sala, occuapata da un enorme divano in pelle bianca e da diverse librerie di legno scuro, in direzione delle scale. Erano coperte di una moquette bourdeaux e avevano un elegante corrimano di legno, adornato da disegni incisi. Le salì ed arrivai al primo piano: davanti a me si stendeva un corridoio con tante porte. Non sapevo minimamente quale scegliere. Chissà dov'erano gli altri. Fortuna che da una porta abbastanza lontana dalle scale sbucò Joe.
"Joe, per fortuna che sei uscito tu, non sapevo in che stanza eravate! Comunque hai una casa grandissima ed è magnifica."
"E' dei miei genitori. Sempre al tuo servizio, blonde-head."
"Non ti spiace vero che sia venuta a vedervi?"
"Ma figurati! Poi sapevo che non saresti riuscita a stare lontana da me."
"Modesto."
"Vedo semplicemente le cose come stanno, piccola."
Ma mi leggeva il pensiero? Era esattamente quello che pensavo su di lui. Avevo ragione ad essere attratta da lui, una persona con una personalità così magnetica...
"Si va bene Joe, ora mi accompagneresti dagli altri?"
"Hai paura di saltarmi addosso, se stiamo soli?
"Ma figurati..."
"Proviamo."
"Joe, il primo che salterebbe addosso all'altra qui sei tu."
"Forse hai ragione, blondie."
"Lo so. Per evitare che questo accada, mi porteresti dagli altri?"
"Non vorresti che accadesse?"
"Non ho detto questo..."
Non mi fece finire la frase che mi fece aderire la schiena contro al muro e mi bloccò con le braccia lì. Le sue labbra si stavano avvicinando sempre di più alle mie e non mi volevo tirare indietro. Anzi, mi aggrappai alla sua maglietta e mi strinsi a lui. Stavamo per baciarci, quando sentimmo un rumore di una maniglia che si apriva, quindi ci staccamo subito. Appena in tempo! Dalla porta spuntò la testa bionda di mio fratello.
"Che fate voi due?"
"Niente Paul, ho accompagnato tua sorella per le scale, stavamo per venire da voi."
"Lo spero per te, Strummer."
Mio fratello rientrò in camera ed io e Joe, mentre andavamo verso di lui, ci guardammo e sorridemmo: l'avevamo scampata.
Joe si chinò e mi sussurrò:"Vedo che non ti dispiaceva la posizione."
"Ma cosa dici?!"
"Amore, ti devo ricordare che ti sei aggrappata alla mia maglia e che ti sei stretta a me, o te lo ricordi da sola?"
"Era l'eccitazione del momento."
"Non credo proprio, blondie."
"Convinto tu, convinti tutti."
"Tanto prima o poi ti bacio e sono sicuro che non ti spiacerà, visto che oggi me ne hai dato la conferma."
Non sapendo più cosa rispondere, abbassai lo sguardo ed entrai nella camera da dove era sbucato mio fratello.
Sembrava la camera da letto di Joe, piena di poster, libri e disegni. Era disordinata, ma d'altronde lo era anche la mia. Seduti sul letto c'erano mio fratello, Topper e Mick. Quando lo vidi mi venne un piccolo infarto. Era ancora più bello di ieri. O ero io che deliravo? Appena lo vidi corsi da lui e lo baciai sulla guancia. Era un po'sorpreso di questo mio attacco affettuoso, ma non gli dispiacque, visto che mi saluto con un:"Ciao bellissima!"e mi dette anche lui un bacio sulla guancia. Mi venne un coccolone. Mi ci dovevo abituare. Naturalmente mio fratello non stette zitto:"PERCHE' ADESSO VOI DUE VI BACIATE SULLA GUANCIA?"
"Perchè tua sorella è dolce, al contrario tuo!"
"Mick, ti spacco quei denti storti che ti ritrovi!"
"E io ti faccio ri-avvicinare i tuoi!"
Intervenni io:"Dai ragazzi. Paul, mi ci trovo benissimo con Mick, quindi lo saluto con un innocentissimo bacio sulla guancia. Siamo solo amici."
"ESATTO, PERCHE' LEI STA CON ME!"
"JOE, CHE CACCHIO DICI?"
"INFATTI, CHE CACCHIO DICI, STRUMMER?"
"Non adesso, ma presto lo sarà, skinhead dei miei anfibi."
Non mi restò altro da fare che arrossire.
Mick aveva abbassato il capo, tutto d'un tratto sembrava essersi rabbuiato. Se era per quella zoccola di cui si era innamorato, quella per cui lui aveva anche scritto una canzone, giuro che le facevo rimpiangere di essere nata. Dopo le prove, avrei sicuramente chiesto a Mick perchè aveva messo su quel muso lungo.
Adesso però dovevano iniziare a provare, visto che Topper li stava minacciando tutti. Si alzarono dal letto, presero in mano i loro strumenti e attaccarono gli amplificatori. Io mi sedetti sul letto al posto di Mick e li guardai preparsi.
Poi iniziarono a provare le canzoni che volevano mettere nel loro album d'esordio, se mai ne avessero avuto uno.
Non mi restava altro che sentirli e stavolta per davvero, visto che ieri mi sono dormita tutte le prove. Ero curiosa.
   
 
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