Nb: questo capitolo
è per Laura, alias weepingangel, e
sangallo. Perché? Perché non mi è mai
capitato di non rispondere alle
recensioni, soprattutto se lasciate da persone carine come loro; ed
invece è
successo, per una valanga di motivi che non sto qui a spiegare, e
quindi volevo
farmi perdonare per la mia mancanza e farvi sapere che i vostri
commenti, i
vostri feedback, sono la cosa più gradita che possa
ricevere. Grazie! Quindi
spero che questo chap vi piaccia :)
«Kristoff!»
L’urlo
riecheggiò nell’immobilità della notte,
inghiottito subito dopo dall’oscurità
della grande stanza. Anna si svegliò di soprassalto,
alzandosi a sedere, con il
fiato corto e il cuore in gola. Uno strano senso di pesantezza le
premeva sul
petto e la nebbia del sonno le offuscava la mente.
Dove
sono?
Si
guardò
attorno, scorgendo i contorni della sua camera da letto: le colonnine
del
baldacchino, il boudoir con tutte le sue chincaglierie, le braci
morenti del
camino e la finestra che dava sul regno.
«Era
solo un
sogno. Solo un sogno» si calmò, portandosi una
mano al petto. Eppure, per
quanto cercasse di frenare l’agitazione, non poteva fare a
meno di rivedere le
immagini di quell’incubo orrendo. Brividi la scuotevano
forte, facendola
tremare incessantemente.
Tutto
taceva, ma nelle sue orecchie riusciva ancora a sentire l’eco
della voce
spezzata di Elsa, che cercava di rincuorarla.
Shh,
andrà tutto bene.
Un
singhiozzo inaspettato le sfuggì dalle labbra,
sorprendendola. Si coprì la
bocca con una mano, e le dita incontrarono l’umida traccia
lasciata dalle
lacrime. Quel sogno
l’aveva davvero
sconvolta.
Starò
via per pochi giorni, le aveva detto
Kristoff, e aveva
mantenuto la promessa. Era tornato nel primo pomeriggio di quel giorno
appena
trascorso. Ma l’ansia accumulata nei tre giorni in cui era
stato lontano,
l’aveva avviluppata nelle sue spire, appena era calata la
notte e si era
ritrovata a sognare di quella morte che poteva attendere Kristoff, ogni
qualvolta
si inoltrava sulle montagne.
Sapeva che
lui era sano e salvo, a qualche corridoio di distanza, ma il cuore non
smetteva
di batterle all’impazzata e le lacrime continuavano la loro
inesorabile caduta
verso le candide lenzuola.
Doveva
vederlo. Convincere il suo cuore che lui era vivo e respirava ancora.
Con
movimenti meccanici si scoprì e si diresse a passo spedito
verso la porta,
aprendola sull’oscurità del corridoio. Aveva
percorso quella strada innumerevoli
volte negli ultimi mesi e, una volta davanti la porta della camera da
letto di
Kristoff, si era sempre fermata, con la mano chiusa in un pugno,
sospesa a
mezz’aria, pronta a bussare. Era sempre tornata indietro,
stringendosi le
braccia al petto, per scacciare il freddo. Era sconveniente entrare
nella
camera di un uomo nel pieno della notte: e se qualcuno
l’avesse vista?
Tuttavia, quella
notte il corridoio sembrava più scuro e inquietante delle
altre notti, e Anna
si voltò più di una volta indietro, per scorgere
se qualcuno la stesse
seguendo. A passo svelto, quasi correndo, si ritrovò davanti
alla porta, con il
fiato corto. Le ombre della notte sembravano allungarsi minacciose
verso di
lei.
Bussò,
senza
esitare. E un istante dopo la porta si spalancò, rivelando
il volto stravolto
di Kristoff.
«A-anna,
che
ci fai qui?» le chiese studiandola da capo a piedi.
La
principessa guardò ancora una volta il corridoio deserto,
poi di nuovo lui. «Ho
avuto un incubo» sussurrò
a bassa voce,
abbassando la testa imbarazzata.
«Hans?»
le
chiese Kristoff, sollevandole il mento.
Anna fece
cenno di no con la testa: quanto doveva sembrare stupida ed infantile,
ai suoi
occhi?
«Elsa?»
chiese ancora, lasciandole una carezza leggere sulla guancia umida.
«N-no»
rispose, sull’orlo di un baratro oscuro. Perché
non riusciva a scacciare via
quel peso che le gravava sul cuore? Lui era lì, davanti a
lei, vivo, assonnato
e con uno sguardo vagamente preoccupato.
«P-posso
entrare?» chiese esitante. Voleva solo gettarsi tra le sue
braccia e non
lasciarlo andare mai più. Ma fare una cosa del genere, in
piena notte e nel bel
mezzo di un corridoio, trasgrediva più di una regola del
galateo.
«Anna…»
fece
una pausa «non credo sia il caso, se
qualcuno…».
«Ti
prego»
lo interruppe, quasi implorandolo.
Kristoff
esitò indeciso, ma qualcosa sul viso esangue di Anna, fece
tremare il suo
cuore, facendolo cedere.
«Vieni»
la
accolse.
Con gesti
lenti chiuse la porta dietro di loro, rimanendo in silenzio, aspettando
che
fosse Anna a parlare per prima. L’incubo che
l’aveva svegliata e l’aveva
lasciata in quello stato, doveva essere qualcosa di più del
semplice sogno
ricorrente di Hans che la lasciava morire. Quando lei glielo aveva
raccontato
la prima volta, con il viso pallido e gli occhi cerchiati da ombre
scure, gli
era venuta una voglia matta di imbarcarsi sulla prima nave diretta
nelle Isole
del Sud, per andare a prendere a calci quel mentecatto che
l’aveva fatta
soffrire. Per di più, il fatto che il principe affollasse
ancora i sogni di
Anna, lo rendeva triste e vagamente geloso, e più di una
volta si era chiesto
se la principessa avesse mai sognato lui, invece.
Lui di certo
la sognava quasi ogni notte, e non sempre i suoi erano sogni piacevoli.
La
principessa continuava a stare in silenzio, con le braccia strette
attorno al busto,
e lo sguardo perso nelle intricate trame del tappeto ai suoi piedi. Il
labbro
inferiore stretto nella morsa dei suoi incisivi piccoli e candidi.
«Anna»
la
chiamò piano.
La voce di
Kristoff che pronunciava il suo nome, spezzò qualcosa dentro
di lei, quel muro
di coraggio che aveva tirato su per non cedere davanti ai suoi occhi.
Un
singulto le sfuggì dalle labbra e gli occhi le si riempirono
di nuove lacrime,
calde e salate, lasciate libere di procedere nella loro folle corsa,
giù per le
guance ceree.
Kristoff
rimase per un secondo immobile, interdetto da quella reazione. Poi
colmò la
distanza tra loro e la strinse a sé, per consolarla, per
fermare il tremore che
la scuoteva impercettibilmente, per placare il cuore che le correva
come un
forsennato nel petto. Si limitò a lasciarle leggere carezze
tra i capelli, a
cullarla sussurrandole piccole sciocchezze, senza mai chiedere il
motivo di
quel pianto.
Anna teneva
i pugni serrati nella stoffa della sua maglia, con il capo piegato
contro il
suo petto e gli occhi serrati, mentre l’implacabile tempesta
di sensazioni ed
emozioni, devastava il suo animo, lasciandola più debole ad
ogni nuovo
singhiozzo, ad ogni nuova lacrima versata. Le braccia di Kristoff erano
l’unica
cosa che le impediva di scivolare in terra e raggomitolarsi su se
stessa.
Dopo un
tempo che ad entrambi era sembrato infinito, il pianto si placò,
lasciandoli in assoluto silenzio,
stretti l’uno all’altra, in piedi nel mezzo della
stanza, immersi in una semi
oscurità quasi gradita.
«Eri
morto».
«Cosa?»
quelle
parole l’avevano colto di sorpresa, non tanto per il loro
significato, quanto
per la potenza con cui avevano squarciato il velo di quiete che li
avvolgeva.
«Ho
sognato
te» fece una pausa, traendo un respiro tremante
«Eri morto, Kristoff. Freddo e
immobile. E nessun atto di vero amore avrebbe potuto riportarti da
me».
Lasciò
andare la sua maglia e gli avvolse le braccia attorno alla vita,
premendosi di
più contro di lui, inspirando forte il suo caratteristico
odore penetrante,
camuffato dal profumo del sapone che aveva imparato ad usare da un
po’ di tempo
a quella parte. Con non poca fatica, era riuscita a fargli apprezzare
la
comodità di un buon bagno caldo, una volta ogni tanto.
E mentre la
sua mente rimuginava sulle sue discutibili pratiche igieniche, si
sentì
sollevare da terra. Un braccio le sosteneva la schiena e
l’altro le gambe.
«Al
diavolo
il galateo» lo sentì mormorare, mentre si
avvicinava al letto disfatto.
Un risolino
divertito le sfuggì dalle labbra, mentre lui la poggiava
dolcemente tra i
morbidi cuscini di piume, e le si sedeva accanto.
Una mano
corse ad asciugarle le ultime lacrime, cristallizzate agli angoli degli
occhi
come due gemme preziose, mentre l’altra si strinse alla sua,
poggiata sul suo
ventre piatto.
Anna lo
fissò intensamente negli occhi, annegando in quel colore
familiare così simile
al cioccolato, beandosi della sua vicinanza.
«Mio
dio,
eri…congelato» sbottò in una risatina
isterica «e il tuo cuore non batteva
più»
sussurrò giocherellando con le loro dita intrecciate.
«Era così reale,
Kristoff. E ti ho odiato per un momento, perché mi avevi
lasciata indietro,
senza di te. E c’era Elsa che cercava di confortarmi,
dicendomi che sarebbe
andato tutto bene, ma come poteva andare bene se tu non c’eri
e…».
E poi le
dita di Kristoff si strinsero lievi sul suo polso, conducendo il palmo
aperto
della sua mano sul suo petto, nel punto esatto dove si trovava il suo
cuore: «Senti,
batte ancora».
Anna rimase
immobile con gli occhi puntati sulle loro mani sovrapposte, presa dal
ritmo del
cuore di Kristoff, lento e costante. Invece il suo cuore continuava a
correre,
ma per un motivo diverso stavolta. Batteva così forte che
temeva che il ragazzo
se ne sarebbe accorto.
«Ora
capisci
come mi sono sentito io, quella volta sul fiordo»
ridacchiò sommessamente,
scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, con
l’altra mano: «Continuo
a rivederti nei miei sogni, ancora ed ancora, bloccata nel ghiaccio,
con gli
occhi spalancati sul nulla. E anche se sono cosciente che si tratta
solo di un
sogno, non posso fare altro che sentirmi perso e distrutto, ogni
volta».
Anna
allungò
una mano, accarezzandogli la guancia ruvida. «Ma io sono qui,
e a meno che non
decidessi di buttarmi in mare, dalla sommità del fiordo, non
può accadermi
niente di spiacevole: non rischio di rimanere congelata ancora una
volta»
sbottò sorridendo «Invece, tu rischi continuamente
la tua vita e io non so mai
se tornerai da me, vivo e con tutti gli arti al loro posto».
«Promettimi
che farai attenzione, alla prossima spedizione» lo
supplicò, stringendo
convulsamente la sua mano.
«Sono
sempre
attento».
«Kristoff!»
«Va
bene, lo
prometto. E giuro
che tornerò sempre da
te, qualunque cosa accada. Puoi starne certa, ma tu smettila di
preoccuparti»
la rassicurò «Ti starò attorno ancora
per un bel po’».
«Lo
spero
proprio» ridacchiò lei, alzandosi a sedere e
posandogli un bacio all’angolo
della bocca.
«A
meno che
tu non voglia il contrario, in quel caso toglierò il
disturbo» la stuzzicò.
«Mai!
È
meglio che te lo ficchi in testa, non ti chiederò mai di
lasciarmi. Ma se ti
stancherai di me, non ti costringerò a restare…in
quel caso capirò».
«Mai,
lo
giuro» le fece il verso «Non potrei mai averne
abbastanza di te, furia
scatenata».
«È
proprio
quello che volevo sentire» sentenziò felice,
tirandolo a sé e poggiando il capo
proprio dove un momento prima c’erano le loro mani unite.
«Cosa
fai?»
le chiese, cercando di placare i battiti alterati del suo cuore, reso
pazzo
dalla loro vicinanza.
«Mi assicuro
che la mia musica preferita non smetta mai di suonare».
NdA:
salve a
tutti! Dopo secoli di reclusione da efp e dal mondo in generale, eccomi
che rientro
in carreggiata con questa nuova shot, che è il seguito della
precedente…si, la
morte del caro Kris era solo un sogno. Contente? Io si XD Non sono
particolarmente contenta del risultato, ma dovevo pubblicare qualcosa
al più
presto, altrimenti avrei preso la triste decisione di cancellare tutto.
L’headcanon
dal quale ho preso spunto, vedeva Kristoff come protagonista,
cioè era lui ad
avere un incubo sulla morte di Anna, ma siccome era una cosa che avevo
già
trattato altrove ho pensato di ribaltare le parti. Inoltre il titolo mi
è stato
ispirato dalla fanart qui sopra…la trovo adorabile!
In
questo
periodo sono moooolto impegnata con gli esami e quindi prima della
settimana
prossima non riuscirò ad aggiornare nulla, ma da
metà febbraio vedrò di aggiornare
almeno una delle mie long e di portare avanti con successo questa
raccolta.
Spero vi faccia piacere ;)
Fatevi
sentire ragazze, perché mi mancate tanto e niente, non mi
resta che salutarvi
con una valanga di caldi abbracci e di augurarvi (anche se con
più di un mese
di ritardo) uno splendido 2015, ricco di successi e felicità
^.^
ps: ho da poco aperto un blog/account(?) su Tumblr e piange davvero tanto, perchè è solo soletto, senza followers :) Se vi va andate a darci un' occhiata, è principalmente Frozen/Kristanna centrico e se vi va seguitemi ;) questo è il link http://wheremydreamsliethereyoullfindme.tumblr.com