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Autore: crownforaking    02/02/2015    1 recensioni
«David mi ha chiesto se usciamo insieme» finalmente ecco svelato il motivo della sua distrazione – e probabilmente anche il motivo di quel sorrisino che di tanto in tanto spuntava sulle sue labbra senza un'apparente causa.
«Buon per te» risponde Nick laconico, fissando lo sguardo su un punto imprecisato della lavagna e sperando che il professore arrivi in fretta per mettere fine a quel tormento di conversazione.
Nicole sbuffa, scuotendo la testa e bisbigliando – perché le preghiere di Nick sono state esaudite e il docente è appena entrato in classe – un «no, insieme insieme. Noi tre insieme».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome | Contesto: Scolastico
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Il telefono vibra per la centesima volta della giornata, andando a sommarsi alle altre mille volte in cui Nicole o David l’hanno chiamato nel corso degli ultimi tre giorni; senza contare tutte le volte in cui sono venuti a suonare il campanello e Nick ha fatto finta di non essere in casa o le volte in cui hanno tentato di sorprenderlo in una qualche imboscata fuori da scuola — e Nick è troppo sveglio per farsi beccare così.

Fissa distrattamente lo schermo del cellulare illuminarsi e mostrare una foto particolarmente bella di David — che riesce puntualmente ad essere un gran figo in qualsiasi angolazione e con qualsiasi luce e Nick vorrebbe un po’ picchiarsi perché questo non è il momento adatto per pensare a quanto David e Nicole siano incredibilmente belli. Quel pensiero lo riporta immediatamente alla consapevolezza che lui non è abbastanza, che non è stato abbastanza per loro.

La tentazione di rispondere è fortissima, anche solo perché sarebbe curioso di sentire quali potrebbero essere le loro patetiche scuse: perché non dirgli semplicemente che volevano stare da soli? Perché non dirgli semplicemente che quella era una follia e che in tre non può essere una vera relazione? Perché fingere soltanto per poterlo ingannare e abbandonare proprio in quella sera così importante?

Eppure una voce nella sua testa ripete continuamente che qualcosa non torna, che c’è molto più che qualcosa in tutta quella orrenda storia che non è come dovrebbe essere: conosce David da quando avevano cinque anni e Nicole è la sua migliore amica dal primo giorno del liceo, li conosce anche troppo bene e dentro di sé sa che nessuno dei due sarebbe così stronzo da ingannarlo senza motivo. E Nick ricorda quei baci, ricorda Nicole che si stringe contro di lui e David che li preme entrambi contro di sé e quella meravigliosa sensazione di calore alla bocca dello stomaco che mai aveva provato prima.

Il telefono vibra di nuovo, stavolta per avvisarlo di un sms — il millesimo della mattinata — che Nick ha già deciso di non leggere; la curiosità però vince sulla sua logica e pochi secondi più tardi sta fissando lo schermo del cellulare e l’avviso di un messaggio lasciato nella segreteria.

«Ti prego, Nick, sappiamo che sei arrabbiato ma facci almeno spiegare cosa—» ma Nick lancia il telefono sul divano dopo quelle prime parole, lasciando la stanza senza nemmeno voltarsi indietro. Non ha la minima intenzione di sentire che cos’hanno da dire quei due stronzi.

 

Questo non impedisce né a David né a Nicole di continuare comunque a chiamarlo e a cercare di trovarlo fuori da casa per riuscire a parlargli; ma nonostante l’insistenza e la certezza di non voler lasciare perdere entrambi cominciano a perdere le speranze: Nick sa essere tremendamente testardo quando vuole e se non ha intenzione di vederli e sentirli.. è possibile che riesca nel suo intento fino alla fine dell’anno scolastico.

«Pensi che dovremmo aspettare che gli passi?» mormora David sottovoce, appoggiando la fronte contro la spalla di Nicole con un’espressione a dir poco sconfitta; «intendo: che gli passi abbastanza da potergli parlare? Forse insistere così tanto ora non è la cosa migliore da fare».

Nicole sospira con rassegnazione, passando distrattamente le dita tra i capelli di David nel tentativo di confortare se stessa e anche il proprio fidanzato — okay, uno dei due, questo pensiero non migliora di certo il disastro di sensazioni che le opprimono la testa e il cuore.

«Non sono sicura che sia una buona idea.. probabilmente se smettessimo si arrabbierebbe ancora di più e finirebbe per pensare che non ci interessa di lui».

David annuisce mestamente, sicuro che Nicole abbia ragione: entrambi conoscono anche troppo bene Nick e sanno che farsi perdonare una cosa simile non sarà affatto semplice.

«È assurdo che ci siamo messi in questo casino per una cosa così stupida» sbotta Nicole dopo minuti e minuti di silenzio, sbattendo il cellulare sul tavolo con rabbia; «per una stronzata simile!»

«Mi dispiace..» David china il capo con un’espressione colpevole e Nicole si affretta a prendergli il viso tra le mani nel tentativo di rassicurarlo.

«Non è colpa tua, non è colpa mia, non è colpa di nessuno se non della sfiga del cazzo che ci perseguita sempre e comunque» sibila con frustrazione, facendosi ancora più piccola contro il petto di David che la stringe ancora con più forza.

Entrambi sentono il calore e la dolcezza di quell’abbraccio e allo stesso modo entrambi si rendono conto che qualcosa manca, che qualcosa — o meglio: qualcuno — di fondamentale non è lì con loro.

E nonostante mille altri tentativi la presenza di Nick non torna ad occupare il posto che le spetta.

 

Passano quasi due settimane di silenzio assoluto da parte di Nick prima che gli altri due riescano effettivamente a trovare l’occasione perfetta per riuscire a parlare con l’altro ragazzo: lo spettacolo teatrale è andato così tanto bene che la scuola ha deciso di programmare una seconda serata e, ovviamente, Nick parteciperà alla replica. Entrambi sanno che quella potrebbe essere l’unica occasione per riuscire a parlare con lui e nessuno dei due ha intenzione di lasciarsela sfuggire.

Per questo si ritrovano nell’auditorium della scuola, insieme al centinaio di persone che hanno deciso di vedere una seconda volta lo spettacolo, pigiati in fondo alla sala e costretti — specialmente Nicole — a tirarsi su sulle punte dei piedi per poter vedere qualcosa.

Nick recita bene come ha fatto l’ultima volta e come ha fatto tutte le volte prima e per qualche secondo David sembra quasi dimenticarsi dei casini che sono successi e la possibilità che le cose non si sistemino; Nicole non distoglie mai lo sguardo da Nick e rimane concentrata su quello che hanno programmato di dirgli, pur sapendo che con tutta probabilità non avranno modo di riuscirci del tutto.

«Come! Se è lei che m’ha dato più colpi di quanti possa sopportare un ceppo! L’avrebbe rimbeccata anche una quercia cui non fosse rimasta che una foglia! Perfino la mia maschera di carta sembrava che volesse prender vita per starle a fronte e risponderle a tono. M’ha detto, ignara che il suo cavaliere fossi io, ch’ero il buffone del Principe; ch’ero più ottuso d’un lungo disgelo, bersagliandomi poi, beffa su beffa, con una sì incredibile destrezza, che mi pareva d’essere ridotto nient’altro che una sagoma dipinta presa a bersaglio da un intero esercito» Nick sputa fuori quelle parole una per una con un tono di voce così tanto infuriato da stupire qualsiasi spettatore: fortunatamente la rabbia questa volta è dalla sua parte.

«Parla pugnali: ogni parola infilza; avesse il fiato così micidiale come lo son gli epiteti che sforna, non resterebbe più forma di vita intorno a lei: appesterebbe l’aria da contagiar fin la Stella Polare. Non la vorrei per moglie, nemmeno se portasse come dote tutti i doni che possedeva Adamo prima d’avere trasgredito a Dio. Quella sarebbe stata capacissima di metter Ercole a girar lo spiedo in cucina; che dico, addirittura avrebbe fatto a pezzi la sua clava per accenderci il fuoco… Non parliamone! Osservatela bene: Ate infernale in veste di ragazza di famiglia. Renderei grazie a Dio se facesse che un qualche negromante potesse trarle il diavolo che ha in corpo, perché finch’ella sta su questa terra all’inferno si può viver tranquilli come in un santuario, sì che gli uomini faccian peccato apposta per andarci, ché, in verità, dov’ella posa i piedi sono orrori, sconquassi, turbamenti».

Sbotta quelle parole pensando a Nicole e a David e a quanto entrambi siano stati crudeli e stronzi con lui, ignorando completamente la voce nella sua testa che strilla non è possibile che sia andata così.

Gli applausi dalla fine dello spettacolo valgono la fatica che ha dovuto sopportare per trascinarsi fuori da casa e occuparsi di qualcosa che non fosse piangersi addosso — e non ha nessun problema a riconoscerlo, si fa già abbastanza schifo da solo e peggio di così non potrebbe andare — ma dopo più di mezz’ora dalla fine della recita tutto quello che Nick vuole è tornare a casa.

Per questo finge di non sentire le voci che alle sue spalle, mentre affretta il passo e si stringe nel cappotto, lo chiamano più e più volte.

 «Nick!» ma David non sembra intenzionato a cedere e del resto nemmeno Nicole smette di provare a chiamarlo fino a quando Nick perde la pazienza, si mette a correre e gli altri due si rendono conto che la cosa non funzionerà mai.

È in quel momento che David sfodera tutte le sue doti da sportivo e si lancia in una corsa sfrenata, raggiungendo Nick e caricandoselo in spalla — ignorando completamente i pugni che quest’ultimo sbatte furiosamente contro la propria schiena — per portarlo indietro fino a Nicole.

«Lasciami andare!» strilla Nick quando David lo posa a terra ma lo tiene fermo per i fianchi, costringendolo a guardare Nicole; «testa di cazzo, lasciami andare!»

«Nick per favore vogliamo soltanto provare a spiegarti cos’è successo» interviene Nicole nel tentativo di farlo tranquillizzare quel tanto che basta da poter cominciare a parlare. Nick però non sembra intenzionato a calmarsi e Nicole si ritrova a pensare che l’unico modo per poterlo far smettere di urlare sia baciarlo di slancio. A quanto pare il metodo funziona perché tra i tre cala un silenzio incredulo e lievemente imbarazzato fino a quando David non si arrischia di nuovo a parlare: «vogliamo solo spiegarti—»

Ma Nick lo interrompe con un sibilo frustrato, cercando di non guardare nessuno dei due: «Lo so, lo so che il tuo amico è stato male e tutto il resto, lo so che siete stati con lui e che non siete potuti venire, lo so che—»

«E allora perché sei così arrabbiato con noi?» mormora Nicole con un tono di voce più stanco che frustrato, prendendo la mano di Nick e intrecciandone le dita con le proprie.

L’altro ragazzo si chiude in un silenzio ostinato che David e Nicole tentano in tutti i modi di rispettare: si rendono conto che Nick vorrebbe dire qualcosa ma che non è ancora deciso a farlo e qualcosa in loro li spinge a credere che si tratti di un pensiero importante.

Passano interi minuti di silenzio prima che Nick riesca ad aprire la bocca e a bisbigliare quel «perché mai dovreste voler stare con me?» che lascia entrambi senza parole.

«Che cosa vorrebbe dire questo?» domanda David con un’espressione chiaramente stupita, prendendo il viso dell’altro ragazzo tra le mani e ricercando il suo sguardo con decisione; «perché non dovremmo volerlo?»

«Perché tu sei il ragazzo più popolare di tutta la scuola, hai un sacco di amici e vai ad un sacco di feste e tutto il resto» sbotta Nick senza più riuscire a controllarsi, prima di voltarsi a guardare Nicole; «e tu sei super intelligente e hai i voti più alti di tutti e frequenti qualsiasi attività extra-scolastica e io—»

Il silenzio cala di nuovo tra loro fin quando Nick non si decide a finire la frase: «io non sono niente di che».

David apre la bocca nel tentativo di rispondere a quella frase ma Nicole riesce ad essere più veloce di lui e ad esclamare quel «sei una testa di cazzo!» che zittisce definitivamente gli altri due.

«Perché pensi queste cose? Siamo tuoi amici da tanto, se pensassimo queste cose di te credi davvero che—»

«Ma stare insieme è diverso dall’essere amici!» sbotta nuovamente Nick, scostandosi con rabbia — e nella sua testa è conscio di quanto quella rabbia sia in realtà soltanto paura — da David e fissando Nicole; «voi due sareste la coppia perfetta e non capisco per quale cazzo di motivo vogliate stare con me».

«Perché siamo innamorati, brutto cretino, ti basta come risposta?» la voce di Nicole suona molto più esasperata del solito e David pensa che forse sia il caso di intervenire e provare a districare la situazione.

«Siamo innamorati di te, Nick, credevamo l’avessi capito settimane fa. E prima che tu possa dire qualsiasi sciocchezza sul perché non dovremmo esserlo» mormora con voce pacata David, guadagnandosi un sguardo di gratitudine da parte di Nicole; «dovresti metterti in testa che non ci si innamora di qualcuno per scelta».

«E che hai mille qualità per le quali qualcuno potrebbe innamorarsi di te!» esclama Nicole giusto qualche secondo prima di essere coinvolta in un abbraccio e di ritrovarsi strizzata tra le braccia di David e stretta contro il petto di Nick.

«Siete comunque degli stronzi» bisbiglia quest’ultimo dopo qualche minuto di silenzio, tentando di nascondere l’evidente rossore sul suo viso; «vi siete persi il mio spettacolo».

«Veramente ne abbiamo perso solo metà» cerca di rabbonirlo David, senza lasciare nemmeno per un secondo la presa su entrambi i suoi fidanzati; «siamo arrivati alla fine del secondo atto e non potevamo più sederci in prima fila, quindi siamo rimasti in fondo e probabilmente tu non—»

«Ho detto che siete comunque degli stronzi e ho tutto il diritto ad essere arrabbiato con—» ma Nick viene improvvisamente interrotto dalle labbra di Nicole che si premono contro le sue, seguite subito dopo da quelle di David che gli sfiorano con dolcezza il collo.

Improvvisamente Nick non ha più tanta voglia di litigare con loro.

 

*

Dieci anni dopo.

 

«Come mi sento? Vi dirò, Don Pedro: un’intera accademia di satirici che mi coprisse di frizzi e sberleffi non riuscirebbe a mutarmi d’umore. Ma credete davvero che m’importi, ora una satira o un epigramma? No, a lasciarsi schiacciare dalle beffe si finisce con non mettersi più niente di bello indosso. A farla breve, una volta deciso di sposarmi, non mi passa nemmeno per il capo quello che il mondo potrà dire contro. Perciò farete una fatica inutile a irridermi per quello che in passato abbia potuto dir sul matrimonio. L’uomo è volubile per sua natura: questa è la conclusione cui son giunto» Nick pronuncia quelle parole con una gioia autentica nella voce e soltanto qualche secondo più tardi, a spettacolo concluso, l’intero teatro si alza in piedi e si lascia andare ad un applauso entusiastico.

Gli attori tornano sul palcoscenico per ringraziare e per esibirsi nei consueti inchini ma gli occhi di Nick sono rivolti soltanto alle due persone sedute nei posti miglior del teatro — piccoli vantaggi di essere un attore shakespeariano di fama nazionale — che sorridono e applaudono più forte di chiunque altro.

Nick sorride con ancora più gioia al pensiero di quello che lo aspetta a casa — e l’immagine di Nicole e David che festeggiano il suo successo nei modi che preferisce rimane il compenso migliore tra tutti.

 

   
 
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