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Autore: ketyblack    02/02/2015    1 recensioni
La grande guerra è finita. Shikamaru se ne è andato a Suna insieme a Temari. Ino non sa più niente di lui e fa finta che non gliene importi. Una Ino arrabbiata con il mondo, piena di rancore, ferita. Shikamaru fa ritorno al villaggio in circostanze strane, senza dare un minimo preavviso, dopo un lungo silenzio durato quasi più di tre anni. Anche lui è cambiato, la sua vita è in stasi. Una storia dal sapore un po' malinconico che metterà alla prova fino alla fine l'amicizia o l'amore dei due giovani e li aiuterà a capire, alla fine, che cos'è davvero che conta.
Spero di avervi incuriositi un po', altrimenti vuol dire che ho fatto un'introduzione orribile! Comunque in questa short fic vorrei far rivalere lo spirito di tutte le white flies come me, quindi a coloro che crederanno sempre e comunque nella ShikaIno! Un bacio a tutti e recensite, mi raccomando!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Hola a tutti! Ecco una nuova ff! Ci tengo a precisare che sarà una short fic, penso un massimo di cinque capitoli, detto questo buona lettura! Un bacio!

 

I was looking for you

 

Capitolo 1: What do you want from me?

 

 

 

 

Oh, finalmente ho finito il turno! Oggi davvero non c'era nulla da fare, da quando siamo in tempi di pace si potrebbero anche ridurre i turni. Eppure Tsunade non ne vuole sapere. Vigilanza costante, dice di continuo. Nonostante questo lavoro sia pesante mi aiuta a distrarmi dal vuoto quotidiano, dal non aver nulla da fare.

 

Sono sempre tutti così impegnati. Sembra che sia solo io quella che è rimasta indietro, quella che non tiene il ritmo. Sakura è ormai direttrice dell'ospedale, tra qualche mese andrà in maternità, sì, perché ha avuto la brillante idea di farsi mettere incinta da Sasuke prima che lui partisse per “difendere il villaggio dall'esterno” sì, ma fammi il piacere. Pure Choji delude, è diventato maestro ninja, è sempre pieno di impegni, non ha nemmeno il tempo per venire a farsi un bicchierino con me quuando finisco il turno. E Shikamaru? Oh se ne andasse al diavolo pure lui. Anni e anni di amicizia e poi? Ovviamente se ne va a Suna con la pancia al sole insieme alla sorella del Kazekage.

 

La verità è che mi sento sola. Ho ventun anni e non ho nessun interesse al di fuori del mio lavoro, non ho amici che mi possano tirare su da questo baratro in cui io stessa mi sono lanciata tre anni fa. Quando finì la grande guerra ninja, la guerra dove perse la vita mio padre e tanti altri valorosi combattenti.

 

“Ino!” sento qualcuno che mi chiama mentre sono assorta nei miei pensieri. Oh, quale onore, l'Hokage in persona, a cosa devo l'onore, Naruto?

“Che c'è? Scusa ma sono davvero stravolta e...” non mi lascia finire di parlare, si vede che è su di giri, dai, idiota, che cosa diavolo vuoi dirmi?

“è tornato!” dice con un sorriso a trentadue denti. Ma chi? Sasuke? Ma non doveva fare l'eroe da solo dimenticandosi di avere una compagna incinta?

“Shikamaru Nara è tornato a Konoha!” specifica lui mentre io già mi facevo film mentali su Sakura a cui veniva un embolo dalla felicità. E invece, guarda un po', sta venendo a me. Sicuramente sarà insieme alla sua compagna, o moglie, o il cazzo che è.

“A me che cosa dovrebbe importare?”sbotto freddamente. Non sono felice, mi è del tutto indifferente. Tre anni fa, quando decise di trasferirsi non ebbe nemmeno le palle di dirmelo in faccia, mi scrisse un simpatico bigliettino. Se lo fosse ficcato in quel posto. Che coglione. E che idiota io!

“Beh, si solito, quando si è amici si è contenti di rivedersi, ti vedo bene, Yamanaka!” mi risponde una voce che non è quella di Naruto, una voce che non sentivo da troppo tempo. Mi girò di scatto e me lo ritrovo a pochi passi da me, giusto giusto per poterlo gonfiare di botte.

“Già, è vero, ma non mi risulta che noi siamo amici, Nara. Gli amici non si raccontano cazzate e non si sentono per tre anni.” colpito e affondato. Se credeva di venire qui a fare l'amicone può anche scordarselo.

“Hai ragione, ho sbagliato, avrei dovuto parlarti.” vedo distintamente il nostro Hokage che si guarda intorno in cerca di una qualche scusa per andarsene. È davvero ridicolo.

“Sì. Avresti dovuto.” rispondo piccata io. Aumento il passo e me ne torno verso casa. Spero solo che se ne vada via presto. Non potrei sopportare di poterlo incontrare per il villaggio. Tornatene a Suna, Nara dei miei stivali! Vattene da quella stupida sabbiosa di Temari.

 

Sono passati tre giorni dal mio “focoso” incontro con Shikamaru. Probabilmente se ne è tornato a casa sua, ormai quel forno del villaggio della Sabbia è casa sua. Questo pomeriggio do una mano in negozio a mia madre, mi piace stare tra i fiori, mi rilassa e non mi fa pensare.

Uno sampanellio indica da qualcuno è appena entrato. Arrivo al bancone e sorrido all'avventrice.

“Ciao, Yoshino, cosa posso fare per te?” chiedo in tono naturale. Tra tutto il villaggio proprio lei? Pessimo tempismo.

“Sì, mi servirebbero dei gigli bianchi da portare a Shikaku.” dice con un mezzo sorriso che svanisce subito dopo.

“Certo vado un attimo a...” sento il suono di un vaso che va in frantumi. La donna sgrana gli occhi e accorre insieme a me.

“Shikadai! Ti avevo detto di non toccare nulla! Ma perché devi sempre farmi fare brutte figure?” urla la donna prendendo per un braccio un bimbo che avrà si e no tre anni. Appena lo vedo mi blocco con le mani a mezz'aria, devo sembrare una perfetta idiota. È spiccicato a Shikamaru, ma ha qualcosa di diverso, è abbronzato, ha gli occhi color acquamarina.

“Scusa, Ino, è un terremoto. Che ne dici di venire a cena questa sera? Così mi sdebito del vaso rotto...” dice in tono irato guardando il piccolo. Impacchetto i gigli velocemente e glieli porgo con un sorriso decisamente tirato.

“Ma no, tranquilla, Yoshino, non c'è nessun problema!” rispondo di rimando cercando di togliermi da quella scomoda situazione. Chi diavolo è questo bambino? Ho troppa paura di chiedere. Anche se so la risposta.

“Dai, insisto! Da quando è tornato Shikamaru non sei ancora venuta a trovarlo!” è impossibile dire di no a Yoshino Nara. Con un cenno accetto e mi maledico mentalmente per averlo fatto.

“A stasera, allora!” esclama lei prendendo per mano il bambino. Mi ritrovo a sorridere. Ma perché? Sono appena stata incastrata! Devo ammettere che quel bambino è davvero tenero. Ha la stessa espressione di Shika da piccolino.

 

Sono le sette e mezza di sera e mi sto dirigendo verso casa del nemico. Spero di non trovarci pure la sabbiosa se no è la volta buona che do di matto.

 

Mi ritrovo di fronte all'entrata di una casa in cui ci sono stata almeno diecimila volte, ma ora mi risulta estranea. Non mi appartiene più. Guardo malinconica il laghetto in giardino, quante volte abbiamo giocato lì insieme. Quante avventure abbiamo vissuto prima che diventassimo il team 10, prima che crescessimo venendo investiti da mille responsabilità.

“Buonasera, Yoshino!” esclamo porgendole una torta fatta da mia madre. Lei con un cenno mi invita ad entrare. Esito un attimo e poi varco la soglia. Mi siedo per terra incrociando le gambe. Bene, Temari, a noi due, sbuca fuori quando vuoi. Continuavo a pensare vari modi per poterle fare più male possibile.

“Ciao mamma! Sono tornato!” bene, il signor genio è a casa. Iniziano le danze. Entra in cucina pensando di trovarci sua madre. Ma ci sono io, bello mio.

“Buonasera, Ino, che ci fai qui?” in quel momento come un tornado gli corse incontro il bambino del negozio.

“Papà! Sei tornato!” lo abbracciò. Bene, Shikamaru ha un figlio. Ogni tassello va al suo posto. Non poteva essere altrimenti. Ora me ne vado, non voglio rovinare la famigliola felice.

“Di' a tua madre che sto poco bene e me ne vado a casa, non voglio rovinare il quadretto famigliare...” sussurro io trattenendo le lacrime a stento.

“Ma no, che rovini! Ci fa piacere averti a cena!” esclama il mio ex amico non riuscendosi a staccare di dosso il piccolo, estasiato da avere accanto il suo papà.

“Non vorrei essere di troppo.” continuo io cercando di andare via.

“Non lo sei. Ehi, guarda, Shikadai, questa è una mia carissima amica, si chiama Ino, eravamo in squadra insieme!” esclamò lui al figlio. Vedo il bimbo scrutarmi con quegli occhi verdi che ho già visto a qualcuno, ma certo, sono sicuramente quelli della sabbiosa.

“Con lo zio Cho?” chiese lui dubbioso. Bene, non gli aveva nemmeno parlato di me. Poi lo vidi porgermi la sua manina paffuta, proprio come un vero uomo.

“Sì, tutti e tre insieme eravamo il team 10.” dico io cercando di sorridergli e stringendogli piano la manina.

“Quindi tu sei la zia Ino!” esclamò lui abbracciandomi e mettendomi in imbarazzo.

“Sì, è lei, ora vai ad aiutare la nonna con la cena!” dice Shikamaru. Sembra che voglia stare da solo con me.

 

Shikadai esce dalla stanza. Si respira una strana tensione. Come sempre, come tutte le volte che io e Shikamaru siamo soli. Io mi guardo intorno circospetta. Nessuno in arrivo. Sono sollevata.

“Mi dispiace non averti detto di lui. Sono stato occupato in questi anni, a Suna la vita non è una passeggiata...” inizia lui ad accampare scuse. Certo, nemmeno un minuto per scrivermi e dirmi: ehi ciao, Ino, come stai? Ah, diventerò papà. Coglione.

“Immagino. Proprio ogni minuto una diversa occupazione. Non prendermi per il culo. È che di me non te ne è mai importato.” rispondo subito. Non voglio sentire le sue stupide giustificazioni.

“In tempi di pace lo sai anche tu che le comunicazioni tra i vari villaggi sono limitate.” mi viene in mente solo una cosa limitata qua dentro ed è il tuo cervello, mio caro Nara.

“Certo, in tempi di pace è difficile scrivere una lettera, meglio starsene con la pancia al sole ad oziare. Fammi il favore, Shikamaru. E tuo figlio? Suppongo abbia una madre, no? Non mi hai nemmeno mai detto che stavi con lei” non voglio pronunciare il suo nome. Shikamaru si rabbuia, ho colpito nel segno, l'avrà scaricato per il primo che passa. Glielo avevo detto.

“Ti chiedo perdono. Non ho mai voluto tagliarti fuori dalla mia vita, ma ho dovuto. Avevo fatto la mia scelta e ho scelto lei. Come tutti mi dicevano da tempo, no? Proprio come tutti si aspettavano da me. Eravamo felici, Ino. Forse non felici in maniera principesca come pensi tu, ma sereni, le volevo bene, ed ero sicuro che con l'arrivo di Shikadai sarebbe andato tutto meglio.” troncò il discorso. Aveva gli occhi lucidi. Ma che diavolo le aveva fatto 'sta sabbiosa?

“ E poi che cosa è successo? Ti ha cacciato di casa e hai dovuto fare il ragazzo padre?” lo presi in giro io, sentivo solo fluire cattiveria dentro di me.

“E' morta di parto. E, sì, ho dovuto fare il ragazzo padre. Shikadai non ha mai conosciuto sua madre.” mi spiega tremante lui. Io sono spiazzata, mi sento uno schifo, Temari è morta. Shikamaru ha un figlio a carico e io riesco solo a pensare a cattiverie.

“Io...mi dispiace...” riesco solo a dire quello. Le parole più banali e stupide che potessi dire. Lo vedo a pezzi. Ma perché non è tornato subito? Perché nessuno in villaggio lo sa?

“Mi sono dovuto trattenere tre anni per poter formare un altro rappresentante del villaggio della foglia laggiù a Suna, poi la mio priorità era ritornare qui, riprendere in mano la mia vita insieme a Shikadai, sono tornato in circostanze misteriose anche per Naruto, ho detto di Temari solo a mia madre e a nessun altro. Nemmeno a Choji.” spiega lui non trattenendo più le lacrime. Io sono come bloccata, fulminata, sembrava che anche la vita di Shikamaru non fosse andata più avanti. Era fermo alla morte di Temari, l'aveva ancora negli occhi e questo lo potevo vedere.

“E perché l'hai detto proprio a me?” mi viene istintivo chiedere.

“Perché anche tu sei un orologio fermo, proprio come me. Perché hai gli occhi spenti, Ino?” mi chiede lui d'un tratto. Per colpa tua, brutto imbecille.

“Se tu fossi stato meno cieco Shikadai sarebbe potuto essere mio figlio, perché hai scelto lei e non me, perché in questi tre anni hai fatto l'amore con lei e non con me, perché nella tua casa a Suna hai diviso i tuoi cassetti della biancheria con lei e non con me, stupido idiota!” dico alzandomi di colpo, me ne vado via correndo, scappo dai miei problemi, sono una codarda, sì, Ino Yamanaka è una fottuta codarda.

 

Rientro in casa e mi ricordo di dover respirare. Sentivo il cuore scoppiare. Shikamaru non è stato via tre anni a folleggiare e a fare la bella vita. Ha perso la sua compagna, la madre di suo figlio. È stato solo ad occuparsi di lui, l'ha cresciuto da sé. Non solo la mia vita è stata uno schifo, ma anche la sua che aveva tutti i presupposti per essere una vita felice. Aveva avuto accanto Temari per poco, è morta più o meno un anno dopo la fine della grande guerra. Probabilmente era rimasta incinta proprio nell'incertezza della guerra, quando si respirava quell'odore di morte e disperazione. Forse pensavano di morire entrambi in guerra e invece no, la vita aveva regalato loro Shikadai. Un dono che tuttavia Temari non poté godersi. Io stessa mi dispiacevo per lei, come avevo potuto aggredire così Shikamaru? La solita egocentrica.

 

questa mattina mi sono costretta a uscire di casa, e andare a chiarire con lui. Non posso non chiedere scusa, non questa volta. Lo incontro proprio mentre sta per uscire, probabilmente diretto verso il suo prato preferito per poter guardare le nuvole. Chissà se lo fa ancora?

“Ehi, Shikamaru, aspetta!” urlo io affiancandolo. Lui non batte ciglio, assume un'espressione piuttosto dura e aggressiva.

“Senti, devo chiederti scusa, non avevo il diritto di....” lui mi interrompe appoggiando delicatamente una mano sulla mia spalla. Socchiudo gli occhi a quel contatto.

“No. Ce l'hai il diritto, eccome. Raccolgo ciò che ho seminato, non dovevo darti per scontata, insomma, ho scelto un'altra donna, è normale che tu sia ferita e, perché no, anche felice che Te...” eh no. Questo non azzardarti nemmeno a pensarlo.

“Come cazzo puoi pensarlo, Shikamaru? Ti è dato di volta il cervello? Mai e poi mai avrei voluto vederla morta, ora che poi è madre di tuo figlio! Non sono così meschina.” mi affretto a dire io. Lui sorride mesto. Mi conosce troppo bene e aveva già calcolato tutte le mie reazioni, ci scommetto tutto quello che ho.

 

Senza neanche accorgercene ci ritroviamo di fronte alla tomba di Asuma. Ci sediamo lì davanti, in silenzio, come se il nostro maestro potesse ancora osservarci. È stato un dolore enorme, una mancanza costante, all'epoca ci sentimmo come orfani.

“Devo prendere appuntamento con qualcuno per potervi vedere?” esclamò una voce ben conosciuta alle nostre spalle. Finalmente l'imponente Choji ci degnava della sua presenza. Si siede accanto a noi, sorridendoci. Sembra davvero felice da quando si è sposato.

“Sono felice di trovarvi qui. Volevo dare la notizia prima a voi e al maestro Asuma...” dice emozionato poggiando una mano sulla lapide del maestro.

“Karui è incinta! Tra pochi mesi Shikadai potrà avere un compagno di giochi!” era così felice, non stava più nella pelle. E sono sicura che Shikamaru fosse felice almeno quanto me per la notizia gioiosa.

“Congratulazioni, Cho! Sarai un padre grandioso!” gli strinse la mano Shikamaru assestandogli una poderosa pacca sulla spalla. Poi mi guardò negli occhi, capii con un solo sguardo che cosa stesse pensando, annuii di supporto.

“Cho. So che non è il momento migliore per dirtelo ma... Temari è morta.” sentivo dalle sue parole la convinzione e l'accettazione di quel fatto. Forse non dirlo a nessuno lo aiutava a non pensarci e a credere che lei sarebbe tornata, un giorno.

 

Passò una settimana da quel giorno e Shikamaru sembrava rinato, senza più quel brutto peso da dover portare da solo. Lo vedevo spesso con Shikadai al parco o che mi passava a prendere al lavoro.

Una sera addirittura mi portò fuori a cena. Ero spiazzata dall'invito, e pensare che solo pochi anni prima avrei fatto carte false per averne uno.

“Sono felice che tu abbia accettato di venire a cena con me...” esclama lui porgendomi del sakè che mi appresto a bere. Poggiando il bicchiere sul tavolo mi sfiora inavvertitamente una mano, la ritraggo tempestivamente.

“Ehi, calma, da quanto è che non ti fai toccare da un uomo?” io spalanco gli occhi sorpresa. Meglio che non lo sappia da quanto tempo. Si potrebbe sentire un pochino a disagio. Ma perché allora mi sento io a disagio, adesso?

“Non è affar tuo, Nara!” rispondo io dura. Lo guardo negli occhi e non è cambiato di una virgola. Forse è un po' più uomo, ma ha conservato la sua bellezza così particolare, quel fisico asciutto e quei capelli ribelli. Ino! Calmati stai parlando di un padre di famiglia! Beh un padre ventunenne, però.

“A giudicare dalle tue risposte mi sembra più o meno un annetto e non due!” mi prende in giro lui con quel suo sorrisino sghembo. Sei odioso!

“Aggiungi pure almeno tre anni a quei due e ti viene la cifra esatta, mese più mese meno.” rispondo io in tono funereo. Lui mi guarda strano, avrà fatto due più due.

“Mi stai dicendo che...cioè io pensavo che con Sai...” hai pensato decisamente male, Nara, sì, io so stare da sola e anche per molto tempo. Come pensavi che avrei potuto dimenticare così velocemente come te?

“No, Sai ci ha provato per mesi ma non gli ho dato modo di avere nessun contatto, è un caro amico ma non potrei mai starci insieme...” dico io convinta. Ricordando con un sorriso i modi impacciati con cui cercava di corteggiarmi. Ma all'epoca ero così ferita che nemmeno lo vedevo.

“Quindi...” era sorpreso. Io pensavo che non avrei mai messo sotto scacco Shikamaru, e invece ce l'avevo fatta. Sorpresa, signor Genio!

“Sì. Da quella volta con te non ho mai più avuto nessuno.” rispondo in tono seccato.

 

Salve a tutti, sono ketyblack! È da molto che non posto più storie sul fantastico mondo di Naruto! Questa storia la dedico a tutte le white flies come me che hanno sempre sognato che alla fine Ino e Shikamaru sarebbero stati insieme, a coloro che, come me, hanno detestato Kishimoto quando hanno letto che Shikamaru si sarebbe sposato con Temari. Una tragedia annunciata, comunque. Ecco, ho stravolto un po' di cose e spero che la troviate interessanti e che non sia rimasta sola da white fly! Non smettete mai di credere nello ShikaIno ahahaha! A parte gli scherzi ditemi che ne pensate in un commentino! Un bacione e al prossimo capitolo!

 

ketyblack

  
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