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Autore: shurei    29/11/2008    5 recensioni
Continuo a guardare questo cielo... così familiare, ma allo stesso tempo, così distante. Anche star seduto all'ombra di quest'albero, mi da la stessa sensazione di familiarità del cielo... forse perché continuo incessantemente a pensare al mio mondo, alle persone care che ho lasciato laggiù, e che ora, porto una dopo l'altra nel mio cuore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Semplicemente io...




Continuo a guardare questo cielo... così familiare, ma allo stesso tempo, così distante.
Anche star seduto all'ombra di quest'albero, mi da la stessa sensazione di familiarità del cielo... forse perché continuo incessantemente a pensare al mio mondo, alle persone care che ho lasciato laggiù, e che ora, porto una dopo l'altra nel mio cuore.

Questa brezza leggera e i bambini che giocano vicino al ruscello, mi fanno ritornare indietro. Certo, la mia infanzia non è stata tutta rose e fiori, ma fino all’età di 8 anni tutto era bello...
Vivevo felice e spensierato, come ogni bambino della mia età, giocando, ridendo e scherzando col mio fratellino, e poi, c'era lei... la mamma.
Io e Al le volevamo un bene dell'anima, era il nostro punto di riferimento, la nostra guida, c'impegnavamo tanto per non deluderla e darle delle piccole soddisfazioni, ma soprattutto per non farla sentire sola.

Nostro padre ci ha lasciato… No, non è morto: un bel giorno è partito per chissà dove, lasciando la mamma, Al in fasce e me, soli al nostro destino ed io non l'ho mai perdonato per questo.
Continuavo a chiedermi il perché, il motivo di quel suo inspiegabile gesto. Perché ci aveva abbandonati, sembrava quasi che non ci volesse bene, eppure sono sicuro che io non mi sarei comportato così: chi ha una famiglia ha delle responsabilità, invece per lui sembrava quasi normale andarsene e lasciarci soli.

Tante volte, troppe, ho visto la mamma piangere, sempre e solo per colpa sua. Io per primo ho notato questo suo stato di malessere interiore, anche se a me ed Al, non lo dava e bere. Mi si stringeva il cuore a vederla così, e soprattutto, mi si lacerava l'anima... Allora, avevo promesso a me stesso che noi avremo sostituito la figura di papà, solo per lei, per non vederla così triste e infelice... per vivere insieme senza guardare al passato.
Ogni volta che Al o qualcun altro le chiedeva notizie di papà o lo nominava, lei faceva sempre una faccia strana, ed era quello che non mi piaceva. Soffriva in silenzio, senza parlare mai con nessuno, senza confidarsi, senza mai aprire il suo cuore. Forse sotto certi aspetti, ho preso proprio da lei: nemmeno io lo faccio... per non sembrare una persona debole.

Poi un giorno io e il mio fratellino scoprimmo un libro che c'interessò subito... un libro di alchimia. Tentativo dopo tentativo diventammo bravissimi un po' per avvicinarsi allo sconfinato e meraviglioso mondo dell'alchimia, un po' per rendere la mamma orgogliosa di noi. Infatti, quando lo scoprii, pensammo che ci avrebbe rimproverato, invece era felice. Ricordo ancora quando ci disse “Allora si può sapere quando vostro padre vi ha insegnato l'alchimia?” ovviamente, noi non l'avevamo imparata da lui visto che non c'era mai. Però da quel giorno, io e Al iniziammo a studiare seriamente quella materia e la mamma riacquistò il buonumore, sembrava felice, e anche noi, come lei, lo eravamo.

Ma poi accadde la tragedia... la mamma da tempo era malata, ma non ci aveva mai detto nulla... e a causa della sua malattia, morì improvvisamente.
A dire il vero, io non ci ho mai creduto, credevo che quello che la gente diceva, erano parole senza alcun significato, ma erano solo delle armi a doppio taglio che facevano soffrire il prossimo.
Persino al suo funerale, non ci credevo, mi sembra solo un brutto sogno, uno scherzo della mia mente e della mia fervida immaginazione. Invece non era così!
Davanti agli altri mi dimostravo forte, perché non avevo la benché minima intenzione di farmi compatire... non dovevo e non volevo piangere.

Ora che lei non c'è più, che cosa ne sarebbe stato di noi?” Continuavo a chiedermi durante la cerimonia.

Poi mi venne in mente quello che avevo letto sulla trasmutazione umana in uno dei tanti libri, di quel padre degenere e dopo aver sostenuto il più duro e terrificante tra gli addestramenti, io ed Al tentammo, ma con un risultato che non ci aspettavamo di certo... lui perse tutto il corpo mentre io la gamba sinistra, per riceve cosa?... una massa di carne informe, dall'aspetto orribile.

Mi odiavo, avevo sacrificato il mio unico fratellino, l'unica persona cara che mi rimaneva, per un mostro... nella mia testa c'era solo il desiderio di salvarlo, nulla di più nulla di meno, per porre rimedio al mio errore.
Sacrificai il mio braccio destro per portarlo indietro, ma l'unica cosa che ottenni fu solo l'anima, che dalla disperazione legai ad un'armatura che stava a pochi passi da me.

Speravo che tutto quello fosse solo il frutto della mia immaginazione, che io e lui eravamo come sempre... invece non era così. Tutto era come, dopo quell'avvenimento.

Nella mia mente c'era il vuoto, un enorme senso di colpa, mi odiavo per aver fatto questo ad Al, infondo ero io quello che doveva pagare, l'idea era stata mia, non sua. Eppure lui, era quello che soffriva di più. Ma forse entrambi per un motivo o per un altro soffrivamo in egual modo.

Quando ero in convalescenza, a casa di Zia Pinako, venne a trovarmi un tenente colonnello dell'esercito, che mi propose di diventare un'alchimista di stato. Ci pensai su, e mi vennero in mente le parole dell'insegnante: chiunque diventi alchimista di stato, ha accesso ai documenti rari conservati nella biblioteca dell'esercito, testi antichi e preziosi. Mi chiesi “Perché non tentare?” infondo non avevo più nulla da perdere. Il mio unico desiderio era quello di far tornare Alphonse alla normalità, tutto il resto non contava!

I miei amici, Rizenbul, la mia casa, voltai le spalle a tutto e iniziai questo viaggio. Con il solo ed unico scopo di restituire ad Al il suo aspetto umano, io sono diventato l'alchimista d'acciaio... un cane dell'esercito.

Inizialmente... nemmeno io sapevo come restituire all'unico membro della mia famiglia quello che aveva perso, eppure grazie a dei libri, quest'ultimo ha scoperto l'esistenza della pietra filosofale: un oggetto che permette a chi lo utilizza, di eseguire trasmutazioni, senza l'ausilio del principio dello scambio equivalente. Così con la benedizione del mio più burbero, rompiscatole, e nuovo ''amico'' nonché mio superiore, il colonnello Mustang, abbiamo iniziato un lungo e faticoso cammino alla scoperta dalla pietra.
Certo, abbiamo fallito diverse volte, ma il suo sostegno, nonostante mi prendesse sempre perennemente in giro, era determinante. Ci ha aiutati tantissimo, almeno per quanto mi riguarda. Sentivo chiaramente che c'era qualcuno che credeva in me, nel mio operato, in quello che facevo. E per questo non posso fare altro che dirle grazie colonnello. Ma poi non c'era solo lui e sostenere la nostra causa, anche tutti gli altri membri dell'esercito, che ormai io considero la mia seconda famiglia. Da tempo non avvertivo più un simile calore, e tutto questo mi rassicurava, anche se apertamente non lo davo a vedere, tenevo tutto celato nel mio cuore.

Durante i nostri innumerevoli viaggi, abbiamo scoperto molte notizie sulla pietra e abbiamo conosciuto molta gente, che ci ha aiutati a crescere e maturare.
Tutti, ci hanno insegnato indirettamente o direttamente qualcosa, per farci capire come gira il mondo, per avere più cura del prossimo, per dimostrarci che lo scambio equivalente esiste, anche se qualcuno sostiene il contrario.
Anche nei piccoli gesti c'è uno scambio... almeno, questa è la mia politica.

La vita è un'enorme ruota che gira, e noi uomini, non possiamo permetterci il lusso di interferire col semplice e quanto già prestabilito ciclo della vita, è questo che ho imparato quando, alla fine della mia avventura sono riuscito a trasmutare Al... Almeno è quello che spero, perché lui, non è qui vicino a me... io ora sono in un'altra dimensione, al di là del portale, un posto del tutto identico a quello in cui vivevo, ma con la piccola differenza che qui l'alchimia non esiste.
Sono finito qui dopo aver trasmutato il mio fratellino, per non perdere la mente e il corpo, l'avrò fatto inconsciamente chi lo sa.

Speravo che lui fosse con me, ma quando mi sono svegliato, ero da solo, accanto a me, c'era solo mio padre... che ho ritrovato qui.

Anche adesso sto viaggiando con un obbiettivo preciso, ritornare nel mio mondo... ritornare da Al...
Anche se è tutto così difficile senza l'alchimia.

Credo che papà, con le sue parole, avesse ragione Ormai dovresti saperlo che non c'è niente di perfetto, il mondo stesso è ben lungi dall'esserlo, sfortunatamente.”
Già... credo che nulla sarà mai perfetto, la perfezione non esiste, ma sono certo che un giorno io e Al ci rivedremo!





Salve a tutti!
Oggi ho postato due fic... che record! XD
Premetto che, questa fan fiction l'ho scritta per partecipare al contest “Alchemist of Characters”, ormai già concluso...
Allora spero vi piaccia...
Un bacione
Shurei

  
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