CAPITOLO TREDICESIMO
POSTI E… PERSONE
Il padre
Mago di Ikar (che preferisce rimanere anonimo per le vigenti leggi sulla
privacy), tale Josper il Variegato (dopotutto la privacy non esiste, sulla
Terra di Mezzo), aveva avuto la splendida idea di abbandonare sua figlia per
strada.
Beh, non
proprio per strada. Credete che uno che rende sua figlia una Mezz’aquila possa
abbandonarla in qualche luogo civile, tipo in mezzo ad una strada?
Assolutamente no.
L’aveva
mollata su un tetto, proprio in cima ad un canale per fumo, o sopraddetto
camino, fra una foglia secca e l’altra, con una lettera legata alla mano-zampa
(nei primi anni la ragazza non aveva una grande padronanza dei due aspetti… il
risultato era una sottospecie di ibrido con il corpo da aquila e la testa da
Elfa… una cosa quantomai inquietante).
Lettera
che, pressappoco, citava così
“Ave,
chiunque tu sia!
Se hai
trovato questa bambina… beh, sono solo affari tuoi.
Tienitela.
Oppure mettila in forno per
Reputo sia
carina, per essere una specie di uccello con dei problemi…
Beh…
adesso devo andare. C’è una pupa a Minas Tirith che mi arrapa da paura!
P.S. Vi
sarei davvero molto grati se, nel caso la ragazza divenisse una creatura
vendicativa, le insegnaste che uccidere i Maghi è reato. Grazie per aver
salvaguardato la mia salute…
Josper,
il Venerabile Variegato”
La
lettera era stata trovata e letta da… beh, solamente trovata, dalla piccola
Arwen, che all’epoca ancora non sapeva leggere.
La
bambina era schizzata dal padre, piagnucolando qualcosa come
“Quelle
piume mi hanno morsa!” e poi “Papà, papà, non è giusto!!”
La
soluzione (piuttosto scontata ormai) era stata semplicemente geniale: dare in
affidamento la piccola a Lord Elrond (Veramente per arrivare alla banale conclusione
c’erano voluti cinque giorni di pesanti dibattiti e di dispute interminabili,
che avevano avuto termine con un’estrazione di bastoncini. Chi beccava il
bastoncino più corto si teneva la bambina… il bastoncino di Elrond era delle
dimensioni di un ago. Abbastanza eloquente)
Così
Quindi il
“papà” nominato nell’ultimo capitolo… altri non era che Lord Elrond,
sinceramente felice di rivedere quel demonio della figlia adottiva.
Vanamir
di Gondor si stava sbronzando.
Era una
delle cose che gli riusciva meglio. Sbronzarsi, e tormentare i cugini.
Anche
entrambe le cose contemporaneamente. Era proprio un campione, in quella
specialità.
In tutto
il resto… un po’ di meno.
Se la
cavava piuttosto bene con le vanterie, gli scherzetti idioti, le battutacce
fuori luogo ed il divorare qualsiasi tipo di cibo.
Si stava
sbronzando, quindi, poco lontano da Gran Burrone, nell’unica locanda sulla
strada per la città elfica e, incredibile a dirsi, lo stava facendo assieme ad
un Nano
- Per le
Porte di Moria!- esclamò il Nano, tracannando l’ennesimo bicchiere di birra –
non pensavo che voi di sopra poteste essere tanto… simpatici! Altrochè gli
Elfi… hanno le orecchie a punta e la puzza sotto al naso! Sono proprio noiosi,
e tutti lì a leccarsi le ferite e a guaire!-
- Quelli
sono i cani, Dimli!- rise Vanamir, arrancando nella propria memoria alla
ricerca del nome esatto del Nano
- Non mi
chiamo Dimli!- protestò quello, asciugandosi la birra che colava sulla barba –
mi chiamo… Fimbli!- peccato che anche lui fosse decisamente sbronzo, e quindi
non azzeccasse il proprio nome -… ehm… Lilmi!-
Vanamir
scoppiò a ridere, come spesso, quando l’illuminazione lo raggiunse
- Tu ti
chiami Gimli!-
Glorfindel
stava per impazzire.
Aragorn
si era messo di nuovo a limonare con Arwen (doveva essere una congiura, che
diavolo, era il suo pensiero fisso o cosa?!), Legolas, il suo illustre collega
elfico, Principe nientemeno che di Bosco Atro, stava avendo una dialogo
interessante con una strana compagnia di piccoli Hobbit dai piedi pelos…
- SIGNOR
GLORFINDEL!!- esclamò all’improvviso uno degli Hobbit, lanciandosi in direzione
di Glorfindel – GRAZIE PER AVER SALVATO IL SIGNOR FRODO!!-
- Oh
no!!- L’Elfo imprecò sottovoce. Sam aveva tentato di baciarlo, dopo che Frodo
si era ripreso. Per ringraziarlo. O per punirlo. Non che Glorfindel avesse
capito quale fra le due, ma non gli interessava.
Era molto
più in ansia per il piccolo Hobbit peloso che gli si stava arrampicando su per
le gambe, nel tentativo di baciarlo.
- No…
ehm… ho fatto solo il mio dover… ehi, che schifo, tieni giù le mani, pervertito di un Hobbit!!-
Intanto
il dialogo fra Elrond ed Ikar proseguiva nella più totale comprensione
reciproca
- Sono
felice di rivederti, dopo tanti anni, figliola.-
-… ehm…-
- Sono
passati anni da quando lasciasti Imladris.-
-… eh…
sì.-
- Spero
che tu abbia trovato ciò che andavi cercando.-
-…
diciamo di sì.-
- Sono
lieto che tu ti sia unita a noi, nell’ora in cui combattiamo Mordor.-
- Sì,
proprio a questo proposito…-
Fu allora
che Andael, conquistando un’occhiataccia dell’Aquila, scoppiò a ridere
- Ikar…
l’hai sentito?... ha detto…! Ah! …- ansimò, cercando di parlare fra una
sghignazzata e l’altra -… noi… combattere Mordor… qui… felici… Teletubbies!-
Com’era
prevedibile, la demenza tipica di Andael era degenerata, causando uno di quelli
che Saruman definiva “Lapsus Tele-andaeliani”, ovvero lapsus nei quali Andael
chiamava in causa sé stesso assieme ai Teletubbies.
Saruman
aveva una sua personale teoria sull’origine dei lapsus di Andael, teoria che
comprendeva, letteralmente cito “quella strana brodaglia che ha prodotto
durante le mie lezioni” e “il vischio nero, causa di lesioni cerebrali
permanenti”.
-… mia
cara?- fece Elrond, squadrando Andael con aria critica – tu conosci questo… giovane?-
- E’ uno
schizofrenico del quale mi prendo cura per beneficenza.- mentì Ikar,
dimenticandosi un minuto troppo tardi che la sua ironia crudele era decisamente
fuori luogo
- Prego?-
la interrogò infatti il signore di Imladris.
Un’idea
sorse spontanea alla sua mente lievemente masochista.
Ikar
l’allontanò con un cenno della mano, ma l’ipotesi continuava ad affacciarsi… e
riaffacciarsi…
- Lui si
chiama… SenzaNome – sputò alla fine – è il mio fidanzato.-
Silenzio
di tomba
-
TELETUBBIES???!!!- esclamò Andael, spiazzato
- Tele
coosa?- chiese Elrond, doppiamente spiazzato
-
Uccidetemi, per favore!- supplicò Ikar, ormai sull’orlo dell’isteria.
FINE CAPITOLO TREDICESIMO
I Ringraziamenti
ai soliti SANTI!!
Illidan: potrei informarmi... magari il
Sommo Variegato è il fratello gemello di Radagast! Certo che, poveri Istari, li
sto proprio torturando in questa fic... fra Saruman con l’apprendista che si
ritrova e Josper che va a folleggiare a Gondor... penso che chiarirò cosa sia
successo a Boromir nel prossimo capitolo... non preoccuparti! E’ che cerco di
non perdere le fila del racconto e certi pezzi li do per scontati, anche se non
lo sono! Grazie per avermelo fatto notare! Prosegui così!! Una testata da parte
di Andael (che voleva salutarti ma –chissà come – è caduto oltre lo schermo e
ha sbattuto contro il video – mi romperà il computer, se va avanti così...-)
Ancora grazie e un grande bacio!
Ayay: occupati del taoismo,
studentessa malfidata!! Tuttavia, sono lusingata che la mia storia abbia
spezzato la noia della mattina scolastica... è l’uso migliore che possa avere! Come
già specificato, i genitori sono decisamente inquietanti, ma qui si esagera! Un
bacio da tutti (specie da me!!)
Cavolovai: “poveri piccoli NOI”, a questo
punto. Spero che i Valar non leggano questa fic, dato che è un’agghiacciante
testimonianza sul degrado al quale sono soggetti i personaggi e i cosiddetti “EROI”!!.
Che poi Andael non sia proprio l’Eroe per antonomasia... beh, facciamocene una
ragione. Hai ragione, i vecchietti non li fanno più come un tempo. E’ un
periodo che ho la fissa dei vecchietti... in molte delle mie storie comiche
metto una coppia di vecchietti... mi rassicurano e fanno sempre la loro porca
figura. Tranquilla, tu e la pronuncia aulica siete sempre benvenute, qui!!
ANCORA UN BACIONE A
TUTTI!