04/02/2015
5 recensioniCome la Neve
Pausa Pranzo, al parco, nel mezzo dell’inverno.
Faceva freddo, fin troppo. Quella notte aveva nevicato e, nonostante le strade pulite grazie al sale, sull’erba si era deposto un bello strato di neve candida e all’apparenza soffice. Nell’attesa ne aveva schiacciata un po’ con la punta della scarpa, un atto decisamente infantile che si era concesso solo per via dell’assenza di persone nelle immediate vicinanze, e si era piacevolmente sorpreso nel sentirla poco cedevole sotto le suole.
Neve ghiacciata
Passandosi una mano fra i capelli scuri controllò l’orologio. Cinque minuti già andati.
Ma dopotutto Naruto non era mai stato un grande maestro della puntualità.
Vagamente irritato, si sistemò meglio i guanti e considerò per un breve istante di tornare in ufficio. Aveva ancora parecchio lavoro da fare in fin dei conti: le slides per la riunione da rivedere, i dati dell’ultimo trimestre da analizzare, la telefonata per…
“Sasuke”
Finalmente! Si voltò, sentendosi chiamare e i suoi occhi si posarono senza sforzo sulla figura di Naruto. Era difficile non notarlo, dopotutto, con i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e il bomberino rosso, così vibrante in mezzo al candore della neve.
“Dobe, sei in ritardo.” rispose, tono piatto come al solito.
L’altro gli rispose con un sorriso amaro, non da Naruto.
Nella sua testa il corvino cominciò a sentir suonare un campanello d’allarme.
“Tre giorni fa era il nostro anniversario. Credo che il tuo ritardo sia ben più grave.”
Sasuke si trovò a sgranare gli occhi, rapidamente controllando la data convenientemente in mostra sul suo orologio.
10 Gennaio.
Merda.
All’improvviso si trovò a corto di parole. Aveva avuto molto lavoro da sbrigare negli ultimi giorni, il suo capo gli aveva chiesto degli straordinari e la sua promozione era in gioco e l’avevano comunque invitato a una cena importante e non avrebbe potuto assentarsi…
“Io…” non sapeva davvero cosa dire.
Naruto si lasciò andare un sospiro, scuotendo piano la testa “Non serve Sasuke, ho già capito.” disse. Nei suoi occhi l’altro lesse uno sguardo così triste che gli si strinse il cuore.
“Capito cosa?” si trovò a chiedere, un groppo in gola.
Il biondo, sempre serio, sempre così poco Naruto, distolse lo sguardo dai suoi occhi, lasciandolo vagare per gli spazi del parco deserto.
“Oggi è la prima volta che ci vediamo da tre settimane, e ti ho chiamato io. Di tua iniziativa sono giorni che non ti fai sentire e questa cosa va avanti da mesi. Capisco che il lavoro è importante, ma stiamo insieme da tre anni e dovrò pur contar qualcosa! Ho aspettato che le cose cambiassero, ma non l’hanno mai fatto e sinceramente…” si interruppe, come impossibilitato a continuare.
Sasuke si trovò a deglutire a vuoto: non gli piaceva la piega che stava prendendo il discorso. Per la prima volta in vita sua si sentiva in panico, senza idee su cosa fare, senza sapere che direzione prendere o che parole dire.
Un fiocco di neve gli cadde sul naso e di riflesso alzò gli occhi al cielo: stava riprendendo a nevicare.
Riportò lo sguardo su Naruto, trovandolo col viso rivolto in su, i lineamenti del volto tirati in un’espressione malinconica. “Ho sempre pensato che tu fossi come la neve Sasuke…” disse, dopo qualche attimo di silenzio.
“Perché?” voleva chiedere, ma aveva paura a farlo.
Due occhi oceano tornarono puntati nei suoi e un piccolo sorriso si aprì su un volto che si accorse ora – dopo giorni, settimane, forse mesi – essere stanco e pallido.
“Sei sempre stato bellissimo, da mozzare il fiato, ma anche gelido. Eppure come la neve ho sempre pensato che sarebbe bastato stringerti un po’ fra le dita, tenerti vicino, per vederti sciogliere…” tirò su una mano, priva di guanti, e la strinse forte in un pungo davanti a sé, l’ombra di una determinazione tipica del vecchio Naruto passò nei suoi rapida come un fulmine in un ciel sereno.
Aveva le dita livide a causa del freddo e un viso pieno di rimorsi
“Ma tenere la neve in mano troppo a lungo fa male, Sasuke.”
Il corvino si sentì morire dentro.
Non aveva bisogno di ulteriori frasi, era tutto scritto in quel pugno chiuso, ferito dal freddo, e quel volto stanco a cui aveva rubato il sorriso. “…no, Naruto ti prego no…” si trovò a mormorare al vento.
Il biondo abbassò il capo e scosse la testa sconsolato, riportando la propria mano in tasca alla ricerca di riparo. Quando la rialzò, i suoi occhi erano pieni di lacrime.
“Mi dispiace, ma è meglio così per entrambi.” prese un respiro tremolante “Addio, Teme.” sussurrò, prima di voltarsi e correre.
Sasuke sarebbe voluto corrergli dietro, afferrarlo per un braccio e urlargli di non fargli questo, che le cose sarebbero cambiate, che potevano tornare come un tempo.
Avrebbe voluto fare tante cose, tante promesse forse vuote.
Ma rimase fermo, immobile. Come la neve.
XOXOXO
Salve a tutti!
E' da tanto che non mi faccio sentire, ma mi sono successe tante cose in questo anno e passa e tante sono state anche parecchio brutte.
Ne sono uscita comunque e dicono che quello che non uccide fortifica, quindi!
Spero di riuscire a continuare presto con la mia fic MPD - Catch me. Intanto vi lascio con questa piccola one-shot un po' triste, di cui però sono abbastanza soddisfatta, in quanto è la prima cosa che riesco a scrivere in tanto, tantissimo tempo.
Sperando che vi piaccia, vi auguro la buonanotte!
A presto,
Neko-chan
Faceva freddo, fin troppo. Quella notte aveva nevicato e, nonostante le strade pulite grazie al sale, sull’erba si era deposto un bello strato di neve candida e all’apparenza soffice. Nell’attesa ne aveva schiacciata un po’ con la punta della scarpa, un atto decisamente infantile che si era concesso solo per via dell’assenza di persone nelle immediate vicinanze, e si era piacevolmente sorpreso nel sentirla poco cedevole sotto le suole.
Neve ghiacciata
Passandosi una mano fra i capelli scuri controllò l’orologio. Cinque minuti già andati.
Ma dopotutto Naruto non era mai stato un grande maestro della puntualità.
Vagamente irritato, si sistemò meglio i guanti e considerò per un breve istante di tornare in ufficio. Aveva ancora parecchio lavoro da fare in fin dei conti: le slides per la riunione da rivedere, i dati dell’ultimo trimestre da analizzare, la telefonata per…
“Sasuke”
Finalmente! Si voltò, sentendosi chiamare e i suoi occhi si posarono senza sforzo sulla figura di Naruto. Era difficile non notarlo, dopotutto, con i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e il bomberino rosso, così vibrante in mezzo al candore della neve.
“Dobe, sei in ritardo.” rispose, tono piatto come al solito.
L’altro gli rispose con un sorriso amaro, non da Naruto.
Nella sua testa il corvino cominciò a sentir suonare un campanello d’allarme.
“Tre giorni fa era il nostro anniversario. Credo che il tuo ritardo sia ben più grave.”
Sasuke si trovò a sgranare gli occhi, rapidamente controllando la data convenientemente in mostra sul suo orologio.
10 Gennaio.
Merda.
All’improvviso si trovò a corto di parole. Aveva avuto molto lavoro da sbrigare negli ultimi giorni, il suo capo gli aveva chiesto degli straordinari e la sua promozione era in gioco e l’avevano comunque invitato a una cena importante e non avrebbe potuto assentarsi…
“Io…” non sapeva davvero cosa dire.
Naruto si lasciò andare un sospiro, scuotendo piano la testa “Non serve Sasuke, ho già capito.” disse. Nei suoi occhi l’altro lesse uno sguardo così triste che gli si strinse il cuore.
“Capito cosa?” si trovò a chiedere, un groppo in gola.
Il biondo, sempre serio, sempre così poco Naruto, distolse lo sguardo dai suoi occhi, lasciandolo vagare per gli spazi del parco deserto.
“Oggi è la prima volta che ci vediamo da tre settimane, e ti ho chiamato io. Di tua iniziativa sono giorni che non ti fai sentire e questa cosa va avanti da mesi. Capisco che il lavoro è importante, ma stiamo insieme da tre anni e dovrò pur contar qualcosa! Ho aspettato che le cose cambiassero, ma non l’hanno mai fatto e sinceramente…” si interruppe, come impossibilitato a continuare.
Sasuke si trovò a deglutire a vuoto: non gli piaceva la piega che stava prendendo il discorso. Per la prima volta in vita sua si sentiva in panico, senza idee su cosa fare, senza sapere che direzione prendere o che parole dire.
Un fiocco di neve gli cadde sul naso e di riflesso alzò gli occhi al cielo: stava riprendendo a nevicare.
Riportò lo sguardo su Naruto, trovandolo col viso rivolto in su, i lineamenti del volto tirati in un’espressione malinconica. “Ho sempre pensato che tu fossi come la neve Sasuke…” disse, dopo qualche attimo di silenzio.
“Perché?” voleva chiedere, ma aveva paura a farlo.
Due occhi oceano tornarono puntati nei suoi e un piccolo sorriso si aprì su un volto che si accorse ora – dopo giorni, settimane, forse mesi – essere stanco e pallido.
“Sei sempre stato bellissimo, da mozzare il fiato, ma anche gelido. Eppure come la neve ho sempre pensato che sarebbe bastato stringerti un po’ fra le dita, tenerti vicino, per vederti sciogliere…” tirò su una mano, priva di guanti, e la strinse forte in un pungo davanti a sé, l’ombra di una determinazione tipica del vecchio Naruto passò nei suoi rapida come un fulmine in un ciel sereno.
Aveva le dita livide a causa del freddo e un viso pieno di rimorsi
“Ma tenere la neve in mano troppo a lungo fa male, Sasuke.”
Il corvino si sentì morire dentro.
Non aveva bisogno di ulteriori frasi, era tutto scritto in quel pugno chiuso, ferito dal freddo, e quel volto stanco a cui aveva rubato il sorriso. “…no, Naruto ti prego no…” si trovò a mormorare al vento.
Il biondo abbassò il capo e scosse la testa sconsolato, riportando la propria mano in tasca alla ricerca di riparo. Quando la rialzò, i suoi occhi erano pieni di lacrime.
“Mi dispiace, ma è meglio così per entrambi.” prese un respiro tremolante “Addio, Teme.” sussurrò, prima di voltarsi e correre.
Sasuke sarebbe voluto corrergli dietro, afferrarlo per un braccio e urlargli di non fargli questo, che le cose sarebbero cambiate, che potevano tornare come un tempo.
Avrebbe voluto fare tante cose, tante promesse forse vuote.
Ma rimase fermo, immobile. Come la neve.
XOXOXO
Salve a tutti!
E' da tanto che non mi faccio sentire, ma mi sono successe tante cose in questo anno e passa e tante sono state anche parecchio brutte.
Ne sono uscita comunque e dicono che quello che non uccide fortifica, quindi!
Spero di riuscire a continuare presto con la mia fic MPD - Catch me. Intanto vi lascio con questa piccola one-shot un po' triste, di cui però sono abbastanza soddisfatta, in quanto è la prima cosa che riesco a scrivere in tanto, tantissimo tempo.
Sperando che vi piaccia, vi auguro la buonanotte!
A presto,
Neko-chan