Dedicato ai sogni che illuminano la vita e la
rendono più calda.
Dedicato ai sogni intramontabili~
Chapter one ::
Descrizione
spazio-tempo. Immobile.
Vuoto. Buio.
Una situazione che solo chi ha smarrito se stesso può capire.
Sakamaki, legato
all’altezza dei
gomiti e delle caviglie alla struttura portante
dell’edificio, ha la testa
reclinata all’ingiù. Trema, i muscoli in tensione,
la mente annebbiata. Tiene
gli occhi chiusi, percepisce puzza di buio intorno. La testa batte
forte e lui non
vuole compiere il minimo sforzo. Non serve. Lui
non serve. A
nessuno. A niente. E’ stato gettato
via. Come spazzatura. In una discarica. Circondato
dai suoi androidi in pezzi.
C’è
troppo silenzio intorno, non ci è abituato. Tutti i monitor
sono spenti,
tutti gli strepiti emessi dalle macchine soffocati. Niente è
funzionante,
nemmeno lui.
Hanno buttato via
tutte le sue cose, tutti i suoi strumenti di studio e di
lavoro. Hanno buttato via tutto lui stesso, con le sue invenzioni
più
sviluppate. Tutto tace… Finché non li avverte.
Deboli fruscii. Sfregamenti.
Attriti sommessi. Tougurou apre i suoi occhi neri ed affaticati e
finalmente
vede.
I suoi androidi si
muovono a scatti nell’oscurità, gracchiano,
sibilano e
lampeggiano piano, come impazziti. Sembrano bambini catturati ed
imprigionati,
spogliati da qualsiasi umanità e per questo così
cupi e spaventosi. “Come fanno
a muoversi?” pensa angosciato, nel suo delirio “Non
sono esposti da tempo alla
luce e se vogliono renderli inutilizzabili avranno staccato i cavi
dell’alimentazione… A meno che loro non abbiano
capito come…” Strizza gli occhi, cerca
nel buio qualcosa di
cui non è certo.
La Perfect Cascade,
fatta a pezzi, si muove per la stanza come un bambino che
muove i suoi piccoli, meravigliosi, primi passi.
Solo lui rimane.
Immobile. Vuoto. Buio.
E piange lacrime di
cui non vuole sapere il sapore.