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Autore: Zomi    04/02/2015    5 recensioni
Odiava, odiava tutto di quella scuola.
-Questo è l’archivio, ordinato in ordine alfabetico…-
Odiava i ritmi dettati dalle campanelle, le interrogazioni, le verifiche, i compiti che si copiavano di anno in anno.
-… qui c’è la fotocopiatrice…-
Odiava i professori saccenti, i compagni di classe lecchini, i divieti, le regole da rispettare e mai mettere in dubbio.
-… è qui ci c’è la scrivania con il materiale di cancelleria…-
Era insofferente per lo spreco di tempo che stare a scuola gli imponeva, le materia da sapere a mena dito, le libertà da rispettare ma non da esercitare.
Kidd odiava la scuola.
*Panda Day*
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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INSOFFERENTE MA NON TROPPO
*insofferente*
 


Kidd era insofferente a molte, innumerevoli cose.
La scuola in primis, i genitori che lo tormentava affinché studiasse, la professoressa Hoara che non smetteva mai un secondo di assillarlo con quei benedetti compiti da fare per forza, Killer e i suoi “Kidd non mandare a fan culo la gente”, il professor Vergo che non sembrava aver altro Hobby che mandarlo in presidenza al cospetto del preside Sengoku, altro fan cazzista che adorava punirlo regalandogli ore scolastiche aggiuntive a quelle obbligatorie, da trascorrere in quell’odiosa scuola superiore a cui tanto volentieri il rosso avrebbe dato fuoco.
Ma, a questa lunga e incompleta lista di cose che rendevano insofferente il giovane Eustass, se ne era appena aggiunta una nuova, nata per magia e partorita dalle labbra sommerse dai baffi neri del suo preside.
-… basta ore di punizione- aveva decretato Sengoku, dopo l’ennesima ramanzina, guadagnata per aver crocifisso una rana, del laboratorio scolastico, a un banco in metallo.
-Non sembrano avere alcun effetto con lei, signor Eustass: sembra che si diverta a trascorrere ore su ore a scuola-
Il ringhio sommesso di Kidd si perse nel piccolo uffici del preside, scontrandosi con il ronzio della segreteria sempre frenetica nel suo caos di carte e docenti, pronti ad andarsene dall’istituto al suono dell’ultima campanella.
-Per tanto…- riprese il preside, unendo le mani sulla scrivania e lasciando penzolare sul petto il mento barbuto, intrecciato in una fine treccina -… trascorrerà i pomeriggi delle prossime tre settimane qui nella segreteria scolastica, a svolgere delle attività utili al complesso scolastico, incanalizzando il suo carattere insofferente alle regole…- ricambiò gli occhi dardeggianti del rosso -…  in mansioni si spera non pericolose…-
Lo fissò, scrutandolo dalla punta rossa e scompigliata dei suoi capelli, alle All Stars rosse bucate e macchiate di nero e polvere, storcendo le labbra socchiuse in un muto rimprovero, per il modo scomposto in cui si era seduto, che rendeva l’ordinata e ligia divisa scolastica una specie di rozza e mal assortita accozzaglia di camicia, cravatta e giacca.
-… non pericolose per la scuola, almeno- concluse, puntando le mani alla scrivania e alzandosi.
Kidd storse le labbra, imitandolo, anticipandolo alla porta e portandosi fuori dall’ufficio del preside.
-Signorina Califa- chiamò duro Sengoku, puntando lo sguardo sull’elegante e composta segretaria scolastica.
-Mostri al signor Eustass dove lavorerà nei prossimi pomeriggi- ordinò, per poi rinchiudersi in fretta nel suo studio.
La bionda Califa, sistemati gli occhiali sul viso con un lieve movimento del palmo contro la montatura di corno, squadrò da capo a piedi Kidd, arricciando le labbra infastidita dall’aurea rozza del rosso, lanciandogli un’occhiataccia severa, scontrandosi con iridi dorate e dardeggianti del rosso, ringhiante per le sue occhiatacce di discernimento.
Kidd digrignò i denti, insofferente a quei giudizi, sbottando scontroso in attesa che la biondina gli spiegasse cha diamine doveva fare.
L’idea di trascorrere tutti i pomeriggi per tre lunghe settimane nella segreteria di quella dannata scuola, lo rendeva idrofobo, storcendogli le labbra in un rancoroso ghigno di sfida, mentre gli occhi, dorati e focosi, sembravano sul punto di esplodere, dando sfogo all’ira più devastante che ribolliva nel ragazzo.
-Ti occuperai dell’archivio- spiegò sbrigativa Califa, avvicinandosi al bancone d’ingresso della segreteria.
-Dovrai ordinare i vari avvisi che distribuiamo nell’istituto…- spiegò, continuando a ticchettare sui tacchi neri e lucidi.
Kidd ringhiò ancora.
Odiava il ritmo snervante e continuo di quei maledetti tacchi, e odiava la voce della segretaria, acuta e saccente, come odiava i suoi occhiali di corno, la mini gonna, le calze a reti e lo chignon biondo che ballonzolava a ogni fottuto passo che Califa faceva riecheggiare sul pavimento di marmo della segreteria.
Odiava, odiava tutto di quella scuola.
-Questo è l’archivio, ordinato in ordine alfabetico…-
Odiava i ritmi dettati dalle campanelle, le interrogazioni, le verifiche, i compiti che si copiavano di anno in anno.
-… qui c’è la fotocopiatrice…-
Odiava i professori saccenti, i compagni di classe lecchini, i divieti, le regole da rispettare e mai mettere in dubbio.
-… è qui ci c’è la scrivania con il materiale di cancelleria…-
Era insofferente per lo spreco di tempo che stare a scuola gli imponeva, le materia da sapere a mena dito, le libertà da rispettare ma non da esercitare.
Kidd odiava la scuola.
-… è qui per crediti extra, e ti aiuterà con tutto ciò che c’è da fare in segreteria-
Aggrottò la fonte, ruotando gli occhi dal punto del pavimento che stava incenerendo, alla giovane e formosa ragazza che gli sorrideva dinanzi.
La studiò con attenzione, sordo alle ciarle di Califa, intenta a dire chissà che.
Mantenendo le labbra scure immobili, celare ogni suoi interesse, Kidd osservò con curiosità la ragazza nella ben stirata divisa scolastica, i suoi grandi occhi marroni con sfumature violacee, i ricci mossi e liberi che ondeggiavano fin sotto le spalle e la piccola codina che raccoglieva la frangia e che lasciava libera l’ampia fronte della ragazza, perfetta da riempire di baci.
Deglutì, cerando di non strozzarsi con quel suo ultimo pensiero, storcendo le labbra in un sorriso storto, in risposta a quello gentile e dalle piccole labbra della mora.
-… mi servono entro le cinque, ok?- lasciò cadere con un tonfo un enorme plico di carte sulla scrivania, Califa.
La moretta annuì, sorridendo ancora una volta a Kidd prima di afferrare la  prima risma di cartacce e avvicinarsi alla fotocopiatrice, aprendone l’enorme sportello.
Kidd la fissava, osservandole le lunghe gambe chiare e le linee morbide dei fianchi, che serbavano completarsi perfettamente con le pieghe della camicia della divisa, nascondendo per capriccio le sue forme.
-Hai capito Kidd? Duecento fotocopie entro le cinque!!!- lo bacchettò severa Califa, tamburellando un piede a terra –Muoversi!!!-
Il rosso grugnì, afferrando un plico di fogli anche lui, avvicinandosi con passo pesante alla mora, che gli avrebbe tenuto compagnia per tutti i pomeriggi della sua insofferente punizione.
La guardò ancora una volta, di striscio, ringhiando contro se stesso per essersi distratto e non aver capito il suo nome, posando il primo foglio sul vetro della fotocopiatrice, sfiorandole per sbaglio una mano.
Non la ritrasse, osservando per un attimo la differenza delle loro pelli, e ricambiando con un ghigno il lieve sorriso della mora.
Perché dopo tutto, lo sapeva Kidd: tanto insofferente non sarebbe stata quella punizione, se nel mentre poteva conoscere quella moretta dalla fronte da baciare.
 




 
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ANGOLO DELL’AUTORE:
La ragazza che appare in segreteria, dall’ampia fronte che Kidd vorrebbe tanto baciare (Kidd: che cos’è che vorrei fare io?!?) è un membro della ciurma di Big Mom, apparso unicamente una volta e di cui non si sa praticamente niente (nome, età, voce, capacità… non si sa nulla se non che è una donna).
Posto l’immagine, giusto per stuzzicare un po’ la fantasia:

 
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Detto ciò, rinnovo l’invito a chiunque volesse prendere parte ai Panda Day: partecipare è facilissimo!!!
Basta scrivere una storia mono capitolo –su qualsiasi padrini, rating, genere etc- usando la parola estratta settimanalmente (resa nota la settimana prima del suo utilizzo nelle Panda Fic, sotto la voce Prossimo Prompt), inserire l‘immagine del nostro caro Pandaman alla fine del racconto, e nell’intro della Fiction citare la farse *Panda Day*. Tutto qui!!!
Facile, vero?
E allora perchè non provi?
La prossima settimana si scrive con… Prossimo Prompt: ebano
Zomi
 
 
   
 
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