Perché, nonostante tutto, 
nonostante sia passato,
non si può dimenticare
 

Innamorarmi è stato rapido, indolore, e maledettamente semplice.
Dire semplice forse non è giusto, perché non è stato certo per mia volontà che mi sono invischiata in tutto questo.
Indolore, poi!
Che gran cavolata!
La prima volta che ho capito di essermi innamorata è stato come se una freccia mi avesse appena colpita alle spalle: per niente sportiva, come cosa, perché in questo modo non mi sono potuta difendere.
Il dolore...
Quello è venuto quando per la prima volta ho capito di essere davvero, ma davvero fregata, quando mi sono resa conto di essere gelosa di qualcosa che non era mai nemmeno stato mio.
Era come sentire un buco nel centro del petto, era come sentirsi bruciare qualcosa nel mezzo della gabbia toracica: era mal di cuore.
Tremendo, maledetto, mal di cuore.
Ne conservo ancora il ricordo, forse perché non mi ha mai davvero abbandonata quella sensazione.
Nascosta, sí, si era nascosta...
Ma un semplice alito di vento è bastato a soffiare via la polvere sotto la quale si era andata a coprire.
Ci speravo, di essere guarita.
Era un'illusione, un'utopia; mi davo io stessa della stupida: come potevo avere creduto che il ricordo dei tuoi occhi sarebbe sbiadito così in fretta dalla mia memoria? 
Se chiudo lo sguardo al mondo, posso comunque vederlo riflesso in quei tuoi due pozzi verdi, che, profondi come l'oceano, ne portano anche il colore.
Ricordano tempi passati, ricordano l'estate e l'ultimo giorno di scuola: gli abbracci dati e quelli ricevuti, la consapevolezza che c'era in quegli sguardi ma che non avevo mai notato: stupida, ancora una volta.
Perché tu sapevi, ma semplicemente non provavi lo stesso.
E il ricordo è forse quello che ferisce di più, e ancora non basta.
Perché rinnamorarmi è stato rapido, indolore, e maledettamente semplice: mi è bastato un tuo sguardo, per tornare ad affogare in un burrascoso mare verde.