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Autore: Calamitas    04/02/2015    4 recensioni
Charlotte non era il rubino. Le sue senzazioni, i momenti di vuoto, le nausee, erano senzazioni fantasma. Il vero corvo era sua cugina Gwendolyn. Come fosse potuto accadere non mi era molto chiaro, e uno sbaglio del genere mi mandò su tutte le furie.
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Salve a tutti sono Calamitas! Questa storia è una rivisitazione di Red dal punto di vista di Gideon. Spero davvero che vi piaccia, recensite! Un bacio, Calamitas
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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gwen gwen A quella conversazione ne seguirono mille altre sul fatto che io, ovviamente, ero totalmente contrariato nel doverle fare da baby-sitter. Mi dava, inoltre, tremendamente fastidio dover stare ad ascoltare tutti che la aiutavano e la comprendevano. Nessuno dei viaggiatori ha deciso di esserlo e nessuno è mai stato compatito, quindi, perchè lei era così speciale?
A tutto questo parlare seguì un discorso illumintante sulle passate storie d'amore tra i de Villiers e i Montrose, che confermarono il fatto che una Shepherd
  come Gwendolyn mi sarebbe stata solo d'intralcio.
Inoltre lei non era assolutamente e categoricamente il mio tipo.

Oggi era il giorno fatidico, oggi il rubino avrebbe dovuto incontrare per la prima volta il Conte.
Ovviamente il racconto di come Charlotte si era rivelata una viaggiatrice fantasma e tutta la storia di lì in poi l'avrei dovuta raccontare io; tuttavia a Gwendolyn sarebbe toccato il compito di apparire matura, responsabile e capace, cosa altamente improbabile avendo visto le sue capacità.
 
Varcai la soglia della sartoria per discutere del mio abbigliamento con Madame Rossini, quando la vidi.
Era vestita bene, non potevo negarlo, ma il cappello... quello era davvero brutto.
 << Bel Cappellino >> la provocai.
Subito dopo Mr George la inondò di complimenti esagerando come era suo solito fare.
 << Ma che bel nastro di velluto >> rispose lei << la nostra prof di geografia ne porta sempre uno identico >>.
Ripensai a come avevo sistemato i miei capelli, in un codino legato con un nastro, ed effettivamente la sua battuta era davvero carina. << In nastro non è nulla, dovresti vedermi con la parrucca >>. Risi.
 Era una risata tranquilla, da amici, cosa che avremmo dovuto essere per poter lavorare insieme.
Le mie preoccupazioni ricaddero sul fatto che i miei pantaloni giallo canarino, secondo Madame Rossini, non erano giallo limone e questo avrebbe ovviamente compromesso la missione.
Cosa assolutamente falsa, tuttavia la mia risposta fu ugualmete educata.
<< Certo, Madame, la prossima volta le darò retta >>. Non le avrei mai e poi mai dato retta. D'accordo vestirsi strano, ma così si andava sul ridicolo.

Dopo aver sentito Gwendolyn essere chiamata "collo-di-cigno" dalla sarta e aver deciso che l'avrei derisa per tutta la sua vità, proseguimmo. La bendai; cosa obbligatoria da fare, dopo tutto non ci si poteva fidare di nessuno dopo l'accaduto di Paul e Lucy, così le misi la benda rischiando di strapparle i suoi meravigliosi capelli neri, che ovviamente si impigliarono nel nodo.
 << Ahia! >> esclamò Gwen. Non potei fare a meno di sentirmi in colpa, anche se non glielo feci notare troppo.
 << Scusa. Vedi qualcosa? >> le chiesi. << No. Perchè non posso vedere dove andiamo? >>.
La sua domanda era più che lecita, e meritava di essere risponta in maniera esauriente. Le stavo ancora parlando quando per sbaglio lei andò a sbattare contro il muro. << La prenda per mano, Gideon, non è mica un carrello della spesa. >> mi disse Mr George.

Mi sentivo totalmente in imbarazzo, un pò per averla fatta scontrare contro un muro, ed anche perchè mi accorsi solo in quel momento di quanto io la stessi trattando freddamente. Non che fosse una cosa volontaria, probabilente le davo la colpa di non essere come Charlotte, ma probabilemte il cambiamento era stato duro anche per lei. Anzi, forse per lei lo era stato anche di più.

Ero così distratto da questi pensieri che feci scivolare la mia personale ragazza-carrello-collo-di-cigno, riuscendo però a prenderla prima dell'impatto. Ovviamente le coppie si invertirono, ed il mio compito di lì in avanti fu quello di portare un orribile cappello. Davvero, davvero brutto.

Dopo una serie di complimenti per l'abbigliamento e una veloce spiegazione di come funzionasse il cronografo, ci ritrovammo entrambi nel passato. Mi sorprese come la ragazza era riuscita a non cadere durante il viaggio.
 << Sei tu, Gideon? >> mi sussurò spaventata. Mi venne da ridere, tuttavia mi trattenni. Okay eravamo in un posto sconosciuto, ma essendo partiti dallo stello luogo non saremmo mai finiti troppo lontani. << Chi altri >> le risposi << Brava, non sei caduta! >>.
 Le porsi la torcia e le mostrai la strada che ci avrebbe condotti dal Conte. Era buio pesto, quindi Gwen procedeva un pò più lentamente di quanto avrei fatto io.

Dopo aver comunicato ad una delle guardie la parola d'ordine, Qua redit nescitis, e dopo aver spiegato alla ragzza alcune faccende molto importanti riguardanti l'Ordine venimmo disgraziatamente a sapere che il conte di trovava a Wigimore Street. << Ma... abbiamo tempo sufficiente? Forse sarebbe meglio tornare un'altra volta? >> disse Gwen.

<< No >> risposi. << Abbiamo ancora più di due ore e mezza. Andremo a Wigimore Street >>.
 Se non fossimo andati quel giorno tutti i piani, e i programmi dell'Organizzazone sarebbe stati infranti, e per quello che mi riguardava avevamo perso fin troppo tempo.

Arrivammo molto velocemente nel luogo stabilito ma ci misi un pò a convincere la servitù a farmi incontrare con il Conte. Dopo aver però mostrato l'anello con il sigillo si mostrarono molto più ragionevoli.
<< Hai un tuo anello con il sigillo? >> Mi sentii chiedere da Gwen. Era evidentemente nervosa e questo mi sembrava più che ragionevole. Incontrare il Conte per la prima volta le avrebbe fatto sicuramente effetto, e da questo incontro, inoltre, dipendeva l'intera Organizzazione. << Sì, certo, nervosa? >> le risposi cercando di essere il più gentile possibile.
<< Perchè? Dovrei? >>. Okay ora era palese. Era molto più che nervosa, era terrorizzata e io non avevo la minima idea di come aiutarla... << Sei perfetta >> la rassicurai con un sorriso, e in effetti, lo era davvero. I suoi capelli neri erano in contrasto con il vestito che metteva in risarlto suoi occhi cristallini. Così bella ed elegante da guardare, tuttavia così sciocca ed inesperta.

Entrammo nella sala del Conte che subito venne presentato, e dopo chiacchiere, venne a galla il problema. << Mi avevano detto che avevi i capelli rossi >> disse il conte. Già, questo era ieri, prima che succedesse DI TUTTO
a causa dei Shepherd.
<< Lei non sa il il francese >> dissi << e non è la ragazza che vi spettavate >>. Già, non lo era nemmeno lontanamente.

Il conte mi chiese in seguito di poter parlare privatamente dei problemi che avevamo riscontrato con il rubino e io non ebbi alcun problem a seguirlo; quando sentii Gwen richiamare la mia attenzione. Mi voltai e mi accorsi quanto desiderasse che non me ne andassi, probabilmente spaventata a dover restare da sola con due strani uomini per più di cinque secondi. Il suo sguardo supplichevole era davvero tenero, così tanto da farmi dire << Aspettami qui, torno subito >> per tranquillizzarla.

Raccontai al conte tutto quello che avevamo soperto negli ultimi giorni, del problema che avevamo riscontrato con Charlotte e della scoperta che in realtà Gwendolyn era il vero rubino. Cercai di essere succinto e sbrigativo e non facevo altro che pensare allo sguardo di Gwen quando aveva chiuso la porta dietro di me. Disperato e nervoso. Non avrei mai potuto lasciarla là da sola per troppo tempo. Una volta finito il mio racconto il conte mi fece alcune domande stranamente perosnali riguardo alla de Villiers. Pensava forse che sarebbe capitato una seconda volta il furto del cronografo? Impossibile Gwen non era in alcun modo il mio tipo. Conclusi i discorsi, tornai nell'altra sala e salutai tutti i presenti con un inchino, andandomene con Gwendolyn.

Quando salimmo in carrozza Gwen sembrava molto provata e spaventata, così le chiesi cosa non andasse. Il nostro discorso tranquillo prese una orribile piega e finimmo a litigare sul fatto che io non la conoscevo abbastanza da poterla giudicare. In parte era vero, ma conoscemo moltissime ragazze come lei, interessate solo di capelli, film e popstar.
Lei rise fragorosamente, dicendomi che io al contrario non avevo amici e passavo le mie intere giornate a imparare balli noiosi, studiare il latino e fare altre cose noiose.

Tuttavia non mi arrabbiai per ciò che mi disse. Ero stato io a provocarla, inoltre era davvero carina quando si alterava. Non che mi interessasse, la mia era solo una constatazione.
 << Ti sei dimenticata che suono il violino >> scherzai. Lei mi guardò sbigottita e rispose << Suoni il violino? Sul serio? >>.  Continuammo a scherzare parlando del fatto che secondo lei Rakoczy, braccio destro del Conte, era un vampiro... che idiozia. Continuammo fino a quando lei non disse << All'andata non siamo passati da questa parte, giusto? >>.

C'era qualcosa che non andava. Ci trovavamo ad Hyde Park.

E quando chiesi al conducente dove ci stesse portando capii il problema. Scesi dalla carrozza per andare a guidare io stesso fino a Temple. << Qualunque cosa succeda, tu resta in carrozza >> ordinai a Gwendolyn.
 Feci appena in tempo ad uscire dalla porta che qualcuno sparò, nella nostra direzione.
 Si trattava di un'imboscata. <<  Abbassa la testa >> fu ciò che riuscii a dire a Gwen.

SPAZIO SCRITTRICE:

Holaaaaaaa! E' da molto che non mi faccio sentire...
-Sei una brutta persona- sisi... avete ragione, ma avevo perso il mio amato Red, e ho avuto a che fare con la scuola. In ogni caso ora ho ritrovato il mio amatissimo libro, nascosto dal babbo, e posso ricominciare a scrivereeeee! yey! Commentate, recensite, parlate e ditemi... vi è piaciuto? Se sì allora, riceverete a breve il prossimo ;) un bacio Calamitas :*
  
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