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Autore: kk549210    05/02/2015    6 recensioni
Una giovane donna piantonata in auto in una strada di periferia. Ma chi è questa qua? E cosa vuole? E' un autentico rebus per tutto il vicinato, e ognuno ha la sua originale soluzione.
Genere: Commedia, Slice of life, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sofi, muoviti o vai a scuola a piedi! E la giustificazione per il ritardo non te la firmo!
 
Tutte le mattine era una mezza tragedia: schiodare la figlia maggiore dallo specchio era più difficile che predisporre il piano di bonifica dei rii pedemontani. Quelli che l’incuria dei sempre più numerosi abitanti delle colline aveva trasformato in discariche a cielo aperto. E così l’ultima pioggia abbondante della stagione si era trasformata in una vera propria alluvione, che di disastro idrogeologico non aveva nulla. Nel mefitico lezzo del fango che aveva travolto case campi animali automobili,  Sante Cristofori sentiva l’odore nauseabondo del senso civico ormai putrefatto, dell’abuso edilizio, del denaro pubblico sperperato e della catena interminabile di corruttele e deleghe a un sottobosco inestricabile di politicanti e portaborse.
Un occhio all’orologio. “Mannaggia alla miseria! Già le sette e venticinque… e alle nove devo essere in Regione. Rimarrò sicuramente bloccato in tangenziale”. Ma per fortuna dopo qualche minuto Sofia  decise di comparire finalmente all’orizzonte.
-Puoi guardarti anche tutto il giorno allo specchio… tanto quel brufolo non se ne va! – la canzonò Luca, che dall’alto dei suoi augusti undici anni sfoggiava ancora una liscia e vellutata epidermide da bambino.
Sofia lo fulminò con lo sguardo. Agguantò lo zainetto e la sacca di ginnastica - “Che palle, oggi ci tocca andare alla palestra dell’Artistico, in mezzo a quei cannaroli. E mi sa che tornando a casa prenderò anche l’acqua”  - e seguì docilmente il padre.
Negli ultimi tempi, Sante si sentiva come dentro un frullatore al massimo dei giri, come se la sua vita stesse diventando sempre più complicata e ingestibile. Gli anni passavano, senza sconti, – aveva da poco spento le prime cinquanta candeline – e tutto sembrava come sfuggirgli di mano. E non solo sul lavoro: riusciva a passare sempre meno tempo con Annalisa, anche lei fagocitata da una professione molto impegnativa, e i figli stavano inesorabilmente crescendo. Con quanta nostalgia gli ritornavano alla mente i due piccoli toparini che erano stati. E proprio perché ormai la sua esistenza gli sembrava sempre più un mosaico di tasselli disomogenei, egli amava molto quei piccoli frammenti di giornata che passava con Sofia e Luca, anche se spesso doveva pagare lo scotto di essere degradato da padre a tassista.
 
 
-Babbo! – fece il ragazzino appena furono usciti sulla strada – Hai visto che c’è di nuovo quella macchina?
-Quale, Luca? – chiese il padre.
-La Micra.
-Sarà qui per una sveltina… - osservò Sofia senza staccare gli occhi dallo smartphone. Quella mattina c’era l’interrogazione di fisica ed erano appena  arrivati gli ultimi schemi della Bea. Lei in fisica aveva nove, mica rischiava il debito!
-Che dici! – fece Sante fingendosi scandalizzato. A dire il vero, aveva pensato lo stesso le sere prima, notando quella persona ferma in auto. Dopotutto, non era un mistero che la loro strada era stata, soprattutto in passato, teatro di appuntamenti per coppiette più o meno clandestine. “Strano orario, però, per fare l’affare…”
-No no,  per me è una scema che non sa usare il GPS  e continua a finire in questa strada chiusa… - congetturò Luca, avendo già notato che l’automobilista era donna.
-Cosa fa, il gioco dell’oca? L’ho vista anche ieri all’una… - ribatté Sofia – No, secondo me si è innamorata di babbo, e fa la posta per vederlo…
Sante non riuscì a trattenere una risata.
-Sì, sì… La Rosa ha detto che ha anche una macchina fotografica! – aggiunse il figlio minore, convintissimo.
 “Se lo ha detto il Gazzettino del quartiere…”
-Se viene qua per me, è meglio che vada da un oculista bravo – fece divertito il padre.
-Ma no, babbo! Lo dicono anche le mie amiche che somigli a George Clooney!
-Sì, il George Clooney di Cassanigo!
-E’ vero… anzi, perché non vai a parlare con la Maretti così la smette di massacrarmi in fisica? Guarda che ha un debole per te – disse Sofia.
- Va bene. Se il prossimo mercoledì riesco a sganciarmi dal lavoro per un’oretta, vado dalla prof e sfodero tutto il mio fascino… - rise Sante. Erano quei piccoli momenti di scherzo con i suoi ragazzi che in un certo senso lo ricaricavano.
-Evvai!
-Ciao babbo, buona giornata! – disse il bambino.
-Ricordatevi che oggi mamma fa il turno lungo. Dopo la scuola dovete andare dalla nonna…
-Sì, babbo. Ho preso anche il vocabolario per fare la versione.
- A stasera, allora! 
  
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