ANIMAL INSTINCT
CAPITOLO
10
La riunione speciale, la prima di una lunga serie a quanto sembrava, era appena
finita. Ognuno aveva preso strade diverse, quella sarebbe stata una notte di
riflessioni.
Lymahl
camminava solo sopra dei tetti di case isolate....i suoi luoghi preferiti.
Aveva
lo sguardo assorto, ripensava a ciò che era accaduto....certo, era una cosa che
avrebbe dato da pensare a chiunque, ma la sua mente non era stata catturata
dalla proposta di Lion-ho, che forse gli avrebbe cambiato la vita, ma di ciò
che era successo con il Corvo.
Per
un istante, grazie a lui, aveva visto le anime dei morti....era stata una
sensazione incredibile. Gli sarebbe piaciuto riprovarla, ma credeva che non ci
sarebbe più riuscito da solo, ma soltanto in presenza di Judas.
Soffi
caldi ma allo stesso tempo gelidi...inspiegabili visioni lontane intraviste per
sbaglio che, forse, esistevano solo nella sua mente.
Non
aveva importanza, non aveva paura, anzi gli piaceva terribilmente, gli piaceva
tutto, era troppo divertente. Non si sarebbe mai stufato della sua vita!
TOC
TOC!
"Avanti"
disse la voce acuta al di là della porta. L'uscio della stanza privata si aprì,
mostrando un uomo sui 23 anni,
abbastanza giovane, dalla muscolatura perfetta e ben scolpita, un corpo
atletico invidiabile, due occhi azzurro gelo, pelle chiarissima, capelli
bianchi da albino ordinatamente pettinati che gli sfioravano le spalle, sguardo
perennemente feroce e minaccioso, vestiti bianchi striati di nero.
Affascinante,
dannatamente affascinante e pericoloso, faceva semplicemente paura al solo
guardarlo.
Con
voce bassa e controllata disse:
"
Principessa Eloise, il cacciatore di taglie, che aveva ingaggiato tempo fa per
il signorino Lymahl, chiede di farsi ricevere. E' qui fuori, lo faccio
entrare?"
La
ragazza, che corrispondeva al nome e al grado da lui conferitole, rispose
sorridendo calma:
"
Il Lupo? Certo, non farlo aspettare; lo sai, Tigre, che lui non ha
pazienza!"
Dopo
un breve inchino, la pericolosa guardia del corpo della principessa di quel
piccolo regno sconosciuto, uscì per poi rientrare subito con Zaphir accanto.
La
ragazza, piuttosto giovane ma già con una carica così importante, fissava
l'uomo che le parlava senza mostrare molto timore o rispetto nè per lei nè per
la Tigre, così chiamato da tutti perchè ricordava incredibilmente sia
d'aspetto, che modi di fare la famosa tigre bianca siberiana.
Eloise,
effettivamente si stava scaldando, stava già cominciando a fumare, un po' per
quello che le stava dicendo, un po' per il modo in cui glielo diceva, non si
era nemmeno prostrato ai suoi piedi, osava guardarla perfino dritto negli
occhi, era troppo sfrontato quel Lupo!
Lei,
la meravigliosa principessa, famosa per i suoi isterismi, capricci nonchè
narcisismi le cui caratteristiche ricordavano assurdamente quelle di una
barboncina viziata, doveva essere trattata così da uno qualunque? Non ci stava
affatto.
Mentre
Zaphir le parlava lei si guardava allo specchio , era una fissazione di
lei....amava osservare i suoi bellissimi riccioli biondi, la sua candida pelle
vellutata, i suoi grandi occhi verdi, il suo splendido fisico perfetto e
magrissimo, aggraziato ed elegante. Acconciata e agghindata a dovere, doveva
ricevere solo rispetto, ed invece quel tipo lì non era soggetto al suo fascino
prorompente! Nemmeno le sue curve magnifiche avevano alcun effetto! L'avrebbe
pagata per questo!
"
Ehi, tu, comune essere semplice umano! (doveva studiare meglio le materie oltre
che limitarsi a guardarsi allo specchio) Come osi parlarmi così....ma lo sai
chi sono?"
Sull'altro
non ebbe alcun effetto ciò e si limitò a rispondere seccato:
"Ma
hai capito quello che ti ho detto?"
Eloise
diventò di tutti i colori infine, verde di rabbia, gridò:
"AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!! COME MI HAI CHIAMATO????? MI HAI DATO DEL
TUUUUUUUUUUUUU???????!!!!!!! ME LA PAGHERAI PER QUESTO BESTIACCIA
PELOSA!!!!!!!"
Zaphir
senza scomporsi:
"A
parte il fatto che non ho tutti sti peli che mi affibbi tu....io ti chiamo come
voglio, visto che tu non sei la mia principessa visto che non sono di qua! E
infine: hai capito che ho nominato Lymahl????"
A
quel nome, per un attimo, smise di respirare, come se qualcuno avesse bloccato
il video registratore, avesse messo il ferma immagine solo su di lei, appena
riuscì a sbloccarsi, da verde per la rabbia che era, diventò nera, occhi rossi
e un aura malvagia circondò il suo corpo...come dire...era furibonda il triplo
di prima, quel nome era deleterio!
"
COSA HAI DETTO?!?! QUEL MALEDETTO GATTACCIO...COSA!?!!!!?????"
Ecco,
non aveva capito nulla di quello che le aveva detto il Lupo.
Con
pazienza finita le tornò a dire che aveva ricevuto una proposta più vantaggiosa
della sua, ma che coinvolgeva anche Lymahl e che avrebbe dovuto lavorare con il
Gatto a volte. Per l'eterna rivalità non sapeva se accettare, doveva dare la
conferma l'indomani.
Finalmente
qualcuno li interruppe, prima che iniziassero a scannarsi visto che la
principessa era uscita di senno sentendo nominare il suo maledetto seduttore e
abbandonatore! Isterica era dire poco!
La
Tigre bianca siberiana, chiamata a volte Ty, intervenne, calmando con la sua
voce penetrante i due:
"
E' un ottima occasione. Accetta e fai il doppio gioco. Così sarà più facile
prendere il Gatto. Riceverai la tua grossa ricompensa e potrai fare quello che
vuoi, continuare a lavorare per Lion-ho oppure startene per conto tuo."
Il
Lupo non gradiva che gli si dicessero cosa doveva fare e infatti disse:
"E
perchè dovrei fare così?"
"
Perchè finchè non ci porti Lymahl, vivo o morto, lavori per noi e devi fare
quel che ti viene richiesto gentilmente....visto che alla fine verrai
adeguatamente pagato!"
Zaphir
si indispettì per queste parole e per il tono che non ammetteva repliche, ma
aveva ragione la Tigre, lui purtroppo, non era stupido come la principessa....non
gli rimaneva che eseguire. Sputando a terra come faceva sempre quando era
seccato, uscì senza dire altro e nemmeno salutare. In quel momento, un urlo
ovviamente di rabbia si levò nuovamente dal palazzo. Era la principessa Eloise,
il Barboncino reale per prenderla in giro, che non aveva ugualmente gradito
tutto ciò!
Judas, si congedò dal gruppo allontanandosi con il suo solito modo silenzioso.
Erano usciti passando da una porta secondaria, essendo che nello spiazzo lo
scontro infervorava ancora.
Camminava, con le mani nelle tasche del suo impermeabile nero, lungo un
vialetto secondario.
Da lì si sarebbe immesso sulla strada principale e preso un taxi al
volo...oppure era meglio farsela a piedi. Avrebbe camminato e non pensato a
nulla per un po'...oppure avrebbe pensato a tutto.
Il vento notturno smuoveva le foglie degli alberi, intorno a lui e i suoi
capelli di pece.
Avrebbe voluto restare da solo....ma Loro non lo lasciavano mai. Camminava e
Loro camminavano con lui...si fermava e si fermavano anche Loro....vivevano con
lui la Loro eternità ultraterrena.
E poi c'era Lei....
Non la vedeva sempre...ma solo quando il tempo per qualcuno era scaduto...e
veniva a prenderselo... come era successo con Bringer...
Non ricordava di preciso da quanto li vedesse...ma era molto piccolo. Suo
padre, il vecchio guardiano, lo rimproverava perchè non gli credeva.
"E' questo che ti ho
insegnato???" e giù un altro schiaffo più forte del primo "ti ho insegnato ad essere un bugiardo?
Se tua madre fosse ancora viva si vergognerebbe di te...."
"Ma...io la vedo la mamma....e lei
mi crede...."
"Taci!!! la mamma è morta hai
capito? Morta!!!"
Quel ricordo riaffiorò alla sua mente, improvviso e forte, come un colpo di
vento...e gli sembrò, che quella sferzata d'aria fredda, lo schiaffeggiasse
come faceva suo padre.
All'inizio non capiva chi fossero e perchè suo padre non li vedesse...poi vide
Lei...vicino a suo padre...e nemmeno allora lui gli credette...morì il giorno
dopo.
Judas capì.
Capì anche suo padre...e, una notte, comparve ai suoi occhi chiedendogli scusa.
Lo chiamavano il Messaggero di Morte...non avevano tutti i torti.
Arrivò davanti ai cancelli del cimitero...la sua casa...
Una luce fioca proveniva dalla sua abitazione. La osservò con sospetto.
Chi c'era?
Lui
aveva spento tutto prima di andare dalla Vedova.
Aprì lentamente la porta, ed entrò...
Una figura, in abito porpora lungo, gli dava le spalle ed era illuminata dalla
debole luce di una candela consumata.
Un fisico perfetto.
Capelli, lunghi e scuri, scendevano lisci sulla sua schiena.
Un profumo inconfondibile aleggiava intorno a lei...un profumo che, Judas, non
avrebbe mai potuto dimenticare, ma sperava non avrebbe sentito mai più...
"Ester...." chiamò lentamente.
La donna lasciò intravedere il suo profilo e le carnose labbra, tinte di un
rossetto di fuoco, risaltarono alla luce della fiamma.
"Judas..."
"Cosa fai tu qui?"
"Ero tornata in città...mi sembrava
carino salutarti..."
"Non avresti dovuto..."
"Volevo. Non sei felice di rivedermi ,Corvo?"
Il giovane non rispose, ma il suo sguardo lasciava chiaramente presagire la
risposta.
Ester sorrise "Il tuo sguardo impassibile è sempre lo stesso. Nulla può
turbarti, vero Judas?"
Falso! Assolutamente Falso! Voleva darlo a credere a tutti ma...la sua sola
essenza al muschio bianco lo confondeva...
"Perchè sei tornata?"
"Lavoro...."
"Che genere?"
Sorrise di nuovo, mostrandogli interamente il suo viso. La pelle scura...gli
occhi nocciola....calienti come solo quelli di una Spagnola sanno
essere...Ester Ibanez...
"Non essere così curioso...la curiosità uccise il Corvo
imprudente..."
Non rispose.
Si avvicinò lentamente. La scollatura ampia, del suo vestito, ne fasciava le
forme morbide, i capelli oscillavano come onde ai suoi passi.
Erano vicinissimi.
"No encontre ojos asì, como los que tienes tu..." mormorò con la sua
voce sensuale prima di baciarlo.
Un
bacio lungo...pieno di passione e fuoco...le loro labbra si unirono in una
danza lenta che Judas non aveva mai dimenticato...
Lei si separò, osservandolo con sguardo di sfida...
"Sapevo di non esserti indifferente..."
"Non lo sei mai stata...vattene Falena, prima che ti uccida come ho
promesso di fare tempo fa...."
Sorrise.
Prese il mantello nero che aveva lasciato su una sedia e si allontanò dicendo
"Sono tornata per prendermi ciò che voglio..."
"Vada
al diavolo... se non fosse per il patto di sangue che mi lega a lei avrei già
girato i tacchi!" pensò il Lupo osservandosi i polsi, segnati da due
profonde cicatrici che li percorrevano trasversalmente.
Si mise le mani in tasca, continuando per la sua strada assorto nel silenzio di
un boschetto.
D'impulso annusò l'aria, sentendosi minacciato da un nemico invisibile. Poi si
fermò di colpo, in posa di difesa, annusando con più attenzione, ma niente si
presentava ai suoi scrutanti occhi grigi. Spazientito sollevò le spalle
riprendendo il suo cammino...
-Stupido... non si è accorto della mia presenza! Mi dispiace averti
sopravvalutato cagnaccio!-
Una voce lugubre e sinistra sibilò dal nulla, mentre due occhi vitrei e
sproporzionati di mille verdi osservavano Zephir, allontanarsi nell'oscurità.
Lentamente
scese dall'albero su cui era nascosto, strisciando sulla corteccia con
circospezione per poi accucciarsi a terra, in attesa.
Gracile
di corporatura e di media altezza, con una carnagione dal colorito piuttosto
insolito e tendente al verdastro.
D'un tratto estrasse la lingua fulmineo, ritraendola immediatamente nella sua
deformità, per poi inghiottirsi un insetto che era malauguratamente passato di
lì in quel momento.
-Ricorda Zaphir... il Camaleonte non perdona!-
E sibilata quell'ultima frase al vento, si gettò all'inseguimento del Lupo,
mimetizzandosi tra le fronde degli alberi.
-Zaphir!-
Il Corvo urlò nella notte, rizzandosi a sedere sul letto, con uno scatto,
ancora madido di sudore. Cercò intorno a sè guardingo, cercando l'ombra del
Lupo, ma non riuscì a scorgere nulla nel buio profondo e quasi irreale della
sua camera.
Erano rarissime le volte che si concedeva qualche ora di sonno, e quella era
una delle rare eccezioni... era stata una giornata stancante e ricca di colpi
di scena, ma forse non avrebbe dovuto addormentarsi.
Quando si lasciava cullare da Morfeo, subito le voci dei morti si facevano più
presenti e insistenti, costellando le sue notti di incubi... e quella sera tra
loro c'era Zaphir...
Il Ghepardo si rigirò nel letto, cercando un po' di pace ed infine si arrese,
aprendo gli occhi. Si alzò lentamente scoprendosi e accostandosi alla finestra,
mostrando le sue nudità al sole appena sorto. Si stropicciò gli occhi
pigramente, per tornare finalmente conscio della realtà.
Gli tornò in mente lo scontro a casa di Lion-ho e poi... poi?
Merda! Non se lo ricordava cosa era successo dopo!
Si guardò intorno, smarrito, e il suo sguardo fu attirato da un biglietto
imbevuto di profumo:
*Sei sempre stato bravo in certe cose, Jason! Grazie di avermi permesso di
curiosare un po' nella tua vita privata di felino... è stato molto
interessante! Un bacione e in gamba! Tua miciona*
Il tutto coronato dal segno delle sue labbra.
-ARGH! Pantera, questa me la paghi!- e, urlando infuriato, uscì dalla sua
camera portandosi appresso un paio di pantaloni e sbattendo la porta con forza.
C'era cascato di nuovo... succube del fascino della bella felina...
Il ticchettio dei suoi tacchi risuonò ritmico nel corridoio della villa.
TAC-TAC-TAC-TAC....
Aveva un passo cadenzato, ma molto deciso.
Avanzò fino a trovarsi nel fondo del corridoio.
Aprì, con slancio, entrambe le porte della stanza che si trovava di fronte a
lei.
Un uomo fumava un pregiato sigaro, seduto dietro un enorme scrivania.
I capelli erano tirati indietro. Lucidi di gelatina sotto i lampi che
provenivano dall'esterno.
Si stava preannunciando un temporale.
La stanza era al buio.
Ma distingueva come fosse stato pieno giorno la figura che era presente.
"Ben arrivata...sei in ritardo" ringhiò l'uomo tenendo il sigaro tra
i denti.
"Avevo una visita da fare..."
L'uomo sorrise.
"Grazie per essere venuta..."
"Figurati...mi hai proposto un lavoro, ed io ho accettato!"
"Il tuo compito è semplice...la mia squadra di assalto contro Nadar è
troppo sguarnita...mi serviva un altro elemento..."
"Cosa devo fare?" la sua voce sensuale accarezzava le orecchie di chi
la sentiva, come fosse stata di velluto.
"Uccidere Nadar Lion-ho!"
La donna rimase silenziosa. Poi aggiunse "Il mio compenso lo sai!"
"Si certo. Lui è tutto tuo...anche se avrei preferito averlo dalla mia
parte..."
La giovane sorrise.
"Molto bene. Allora siamo d'accordo...."
"Quando avrò bisogno di te ti chiamerò. Le riunioni avvengono nella sala
al piano terra."
Lei gli voltò le spalle.
La loro conversazione era finita.
Si avviò all'uscita con il suo ritmico ticchettio quando Doggher disse
"Bentornata in città...Ester!"
Un tuono rimbombò cupo all'esterno della villa.
La
camera reale della principessa era illuminata solo da qualche candela....la
luce era andata via a causa del temporale che esplodeva all'esterno, nel
palazzo erano tutti al sicuro, a parte la luce che continuava ,da un po', ad
andare e venire. Poco importava, c'era un'atmosfera meravigliosa, si potrebbe
definire magica se non fosse per i tuoni che sembravano inscenare un film cupo
dell'orrore.
Distesa
nel letto a guardare fuori dalla finestra, assorta, c'era Eloise, la
principessa. Questa volta calma e tranquilla, non presa da qualche capriccio o
a tormentare quella sua povera guardia del corpo.
Era
sera e il tempo, da fuori, trasmetteva malinconia persino alla ragazzina narcisista ed egoista.
Era
sola, Ty l'avevano mandato a cercare di rimettere in sesto il contatore della
luce, in vano probabilmente...dei fili sembravano recisi da delle banali
forbici...il temporale sembrava non centrare nulla.
Il
corpo, minuto e dalle indubbie belle curve, di Eloise era vestito di una
graziosa camicia da notte, azzurra, ricamata e piena di fru fru e volant. Le
stava d'incanto.
I
capelli dai splendidi boccoli biondi ora erano sciolti e sparsi sul lenzuolo di
seta sempre azzurro, in questo momento di abbandono in cui era incantata dalle
gocce grosse che cadevano fuori.
Era
inconsapevolmente bella, bastava che non si curasse del suo aspetto per
diventare ancora più attraente di come lo era sempre.
Ora
sembrava addirittura che il suo caratteraccio fosse mite e
socievole...sembrava...per metterla a 'cuccia' l'unico rimedio era
ipnotizzarla!
Era
tranquilla, si sentiva al sicuro, il tempo non permetteva a nessuno di
avvicinarlesi per farle nulla e anche se la Tigre non c'era al momento non si
spaventava, nessun pazzo le avrebbe tentato di far nulla, di sicuro. Ma come si
sbagliava!
D'improvviso,
un'ombra venne illuminata da un lampo, seguita dal rombo assordante del tuono.
Dietro la finestra stava una persona, era sotto la pioggia e la guardava...solo
gli occhi si intravedevano luminosi, due fessure.
Ebbe
il tempo solo di sussultare prima che la finestra, grande, della camera si
spalancasse...era troppo facile senza la Tigre....non era poi così
divertente....Eloise si affidava completamente alla sua forte guardia del corpo
e non aveva paure o timori, era convinta che nessuno mai potesse toccarla e
arrivare a lei, nemmeno tenendo delle finestre normali senza rinforzi o allarmi
particolari. Ma non aveva calcolato la furbizia e l'ingegno degli altri esseri
della notte.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!”
Solo
un urlo prima di cadere fra le braccia del rapitore priva di sensi...non era
stupido chiunque esso fosse, conosceva l'impossibile carattere della
principessa che seppur piena di soldi era anche piena di capricci...se qualcosa
non le andava bene sembrava un indemoniata!
Ora
al buio era stato facile narcotizzarla e rapirla ora, innocua com'era, potevano
scappare sotto la pioggia correndo veloce incurante dell'acqua che li bagnava
entrambi....quando si sarebbe risvegliata, chi l'avrebbe sentita, la ragazzina
che tanto odiava questi modi bruschi, a venire bagnata così?
Chi
era quel pazzo che preferiva le sue urla isteriche e avere come nemico la Tigre
Bianca tanto temuta da tutti, piuttosto che vivere in pace?
Ty,
appena udì l'urlo inconfondibile della principessa, corse nella sua camera
dicendosi che non avrebbe comunque dovuto lasciarla sola...non c'era luce ma
solo buio, ma lui vedeva ugualmente attraverso la notte, sapeva orientarsi.
Come temeva trovò il letto vuoto e la finestra aperta, la finestra dalla quale
entrava pioggia a tutto andare.
Il
ragazzo provò ad uscire per vedere se riusciva a trovarla nei paraggi, ma dopo
aver girato a vuoto, strafondo com'era, non gli rimase che andare dalla regina,
la signora madre della ragazza che viveva lì, e avvisarla dell'accaduto.
Appena
vide i capelli gocciolanti, come i vestiti e lo sguardo furente della Tigre, la
signora, dai lunghi e setosi capelli bianchi lasciati morbidi e mossi sulla schiena, capì che era
successo.
Chiuse
gli occhi respirando profondamente, nemmeno attraversata dalla preoccupazione
dimostrava gli anni che aveva, giovane donna meravigliosa e regale, rispettata
da tutti che già conviveva con un dolore immenso, il dolore della perdita del
marito, misteriosamente scomparso e ucciso da non si sa chi.
"No,
Eloise non doveva toccarla. E' me che vuole, il mio cuore, il mio amore, non i
miei soldi, non mia figlia, non la fama, non la corona, ma me, quante volte mi
ha insistentemente chiesto la mano, mi ha fatto la corte ed io ho dovuto
rifiutarlo...maledetto Dogger...non ti sei ancora arreso dunque?"
Aveva
parlato ad alta voce, ma in realtà era come se avesse riflettuto da sola. Il
suo era un passato particolarmente doloroso e travagliato e la perdita del caro
marito non aveva fatto risentire alla sua bellezza nulla, solo il colore dei capelli
diventati più bianchi del tempo...ma questo non incise, non deturpò la sua
regale e maestosa bellezza.
Il
cigno continuava a splendere incrollabile sul trono e nulla l'avrebbe mai
contaminata, il suo cuore e la sua nobiltà sarebbero sempre rimaste del re suo
amore, morto assassinato per lei.
"
Ty, contatta il suo nemico primo, fatti aiutare da lui, è l'unico che può fare
qualcosa contro di Dogger. Contatta Nadar Lion-ho, lui sarà sicuramente
disposto ad aiutarmi."
Il
suo amico d'infanzia non l'aveva mai tradita al contrario di Dogger, che
pretendeva il suo amore nei modi più sbagliati.
Lion-ho
era rientrato nel suo maniero senza intoppi.
L'incontro a casa della Vedova si era risolto come aveva immaginato.
La squadra si era formata e, presto, sarebbe cominciata la guerra contro
Dogger.
Avrebbe voluto evitarla.
In tutti quegli anni aveva sempre cercato di tenerlo a bada, senza usare la
forza. Aveva sperato di farlo ragionare.
Inutile. Tutto inutile.
I suoi buonismi avevano portato la morte di Fuster Lynx....il suo vecchio amico
Fus...il suo socio in affari.
Sospirò grave.
Lo scontro nello spiazzo, antistante la villa della Vedova, si era concluso con
un nulla di fatto da entrambe le parti.
L'aveva
capito che era stato solo un piccolo avvertimento.
Fly, Jericho e la Pantera ne erano usciti perfettamente illesi, stessa cosa per
i loro avversari.
Lo Squalo lo aveva riaccompagnato a casa, insieme ai suoi compagni della
Triade.
Ora era lì. Seduto nel suo studio a fissare la pioggia battente che scivolava
lungo i vetri dell'enorme balcone.
Tre colpi ruppero il silenzio dell'ambiente.
"Avanti..."
La porta si aprì, facendo comparire la figura di Fly.
Il giovane avanzò con il suo sguardo sempre severo.
"C'è un giovane che vuole vederti Nadar..."
Il Falco gli fece segno di entrare e, un attimo dopo, una imponente figura di
uomo fece il suo ingresso nella stanza. I suoi lunghi capelli bianchi
grondavano acqua come il suo impermeabile. Gli occhi erano gelidi.
Nadar lo osservò, per un attimo, con espressione incerta, poi esclamò
"Ty!" si alzò di scatto dalla poltrona.
L'uomo fece un cenno del capo in segno di saluto "Mi scusi l'ora tarda
signor Lion-ho....vengo per conto della regina Enya...."
Un'educazione glaciale...che avrebbe fatto venire i brividi a tutti.
"Si certo...!" si affrettò ad annuire Nadar "...togliti pure il
soprabito e siediti..." la sua presenza sembrava averlo messo in
allarme...che fosse successo qualcosa alla bellissima Enya?
La Tigre seguì gli inviti di Lion-ho e, dopo aver posato all'esterno della
stanza la giacca grondante, si accomodò nella poltrona di fronte a quella del
Leone.
Fly si era seduto su un angolo della scrivania.
"Dimmi pure...."
"La Regina chiede il vostro aiuto sir Lion-ho....la principessa Eloise è
stata rapita, nel cuore del temporale, da sconosciuti..."
"Mmmhh....sconosciuti un accidente....credo sia opera di Dogger...."
"E' lo stesso sospetto di sua maestà....mi ha mandato qui per chiederle di
aiutarci...."
Lion-ho annuì grave "Assolutamente! Avrete il mio aiuto...."
La tigre si alzò annuendo "La ringrazio per la sua disponibilità, sir
Lion-ho"
Il giovane lasciò la stanza richiudendo le porte alle sue spalle.
"Questa non ci voleva proprio...." esclamò Fly
"C'era da immaginarselo! Sapevo che non avrebbe mai rinunciato a
lei..."
"Con un ostaggio le cose si complicano...."
"Lo so...richiama i ragazzi....li voglio qui domani sera!"
Fly annuì lasciando lo studio.
Nadar si sedette sulla poltrona rilasciandosi contro lo schienale.
"Maledetto tu sia Dogger...." disse in un soffio.
FINE CAPITOLO 10