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Autore: Tina_Legolas    05/02/2015    4 recensioni
"Forse in fondo non tutto è perduto, forse in fondo qualcosa può essere salvato e forse in fondo basti solo tu"
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elrond, Erestor, Glorfindel
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg, Non-con, Tematiche delicate
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"CAPITOLO 16"

“Elanor! Cosa c'è piccola mia?” disse Glorfindel sedendosi al suo fianco sul letto “Perchè piangi?”

“Ho...ho...ho rotto la...la corona di ada...” disse singhiozzando.

“Rotto? Ma no...fammi vedere...” sorrise prendendo il diadema che Elrond aveva donato a lui perchè lo donasse ad Erestor “Non è rotta Elanor, si è solo sfilata la pietra vedi?” disse sorridendole seduto al fianco della figlia e stringendola fra le braccia “Cosa stavi facendo?”

“E'...è vero che domani...che domani...è il compleanno di ada?” disse singhiozzando.

“Si...si è vero...” sorrise Glorfindel baciandole la testolina scura “Volevi fargli un regalo?” chiese guardandola negli occhi uguali a quelli del compagno. Era cresciuta, aveva ormai quasi otto anni ed era molto sveglia.

Annuì ancora con le lacrime agli occhi.

“Facciamo così...” disse sorridendole “Adesso vieni con me...ma non ne facciamo parola con ada Erestor”

“No...” rise la piccola “Non glie lo dico...”

“Andiamo a far sistemare il suo diadema prima che lo cerchi e poi cerchiamo un regalo per ada...che cosa volevi regalargli?” disse prendendola in braccio facendola ridere.

“Sono grande ada!”

“Non fino a quando riuscirò a portarti fra le mie braccia...” sorrise baciandole una guancia “Dobbiamo andare ora...Ada è impegnato con le lezioni di Taras”

“Allora possiamo anche sparire fino a cena...” sorrise Elanor.

“Non esageriamo...ma quasi. Volevi regalargli una corona?”

“Si...”

“Ne ha tante, Elanor...vediamo se troviamo qualcosa di particolare...” sorrise “Sono sicuro che ci sarà qualcosa...”

“Va bene...” sorrise la piccola.

 

**

 

“Erestor...non trovo Taras!” disse Glorfindel fingendosi preoccupato.

“Come non lo trovi? Glorfindel era con te!”

“Si, ma...ho salutato Elrond e lui è scomparso!”

“Da quanto non lo trovi? Dov'eri? E' pieno di cascate qui accidenti!!!”

“Un paio d'ore...”
“Cosa?” disse scattando in piedi e uscendo dalla porta “Dov'eravate?”

“Hem...sulla terrazza della sala dei ricevimenti...stavamo scendendo a fare una passeggiata” disse dietro di lui cercando di non sorridere.

Erestor scese arrivando al piano terra salendo poi i pochi gradini della sala principale quando ci trovò Elrond e i figli.

“Auguri Erestor...” sorrise Elrond “Perdona Glorfindel, l'idea è stata mia...”

“Ma...voi siete pazzi!” disse con gli occhi lucidi capendo immediatamente le loro intenzioni.

“Sapevamo che non saresti sceso altrimenti...” sorrise Elrond abbracciandolo “Lle tyava quel?” (Ti senti bene?) chiese vedendolo un po' spaesato.

“Si...si...” sorrise.

“Guarda chi è la complice di tutto questo...” sorrise Glorfindel portandosi dietro la piccola e abbracciandola per le spalle.

“Lo sospettavo...” sorrise “E Taras...? Tu non hai combinato nulla?” disse guardando il figlio.

“Io...ada mi ha detto di non parlare...” disse muovendo dimidamente un piedino di fronte a se.

“Che..? Glorfindel!” sorrise Erestor.

“Non l'ho minacciato...” sorrise il padre “Su dargli il regalo che non vedi l'ora...” disse facendo avanzare la figlia.

Mani naa ta?” (“Cos’è?”) sorrise Erestor quando vide il pacchetto.

En!” (“Guarda!”) rispose Elanor porgendogli il pacchetto avvolto in una chiara e soffice stoffa.

Un calamaio e una penna nuova, rigorosamente nera, erano posti in alto alla scatola. Sotto c'era un alto libro, quello che sembrava un diario, chiuso da una piccola cordicella.

Erestor guardò stupito tutti prima di aprire il libro e iniziare a leggere.

Mela en’ coiamin” (“Amore della mia vita”) disse in un sussurro dopo aver letto le prime frasi scritte dalla figlia “Anche voi...venite qui...” sorrise guardando il compagno e i figli.

Na min ôl” (“È un sogno”) disse abbracciando Glorfindel e poi abbassandosi verso il piccolo Taras stringendo anche lui nell'abbraccio “Quando avete fatto tutto questo?”

“Te l'abbiamo detto che lavori troppo...” sorrise Glorfindel "Non ci hai neanche scoperti..."

“Chi ha fatto il disegno?” disse alzando lo guardo sulla figlia che sorrise “Sei stata tu?”...

“Si, ada...”

“Oh Elanor...è perfetto...” disse con le lacrime agli occhi.

Silivren penna miriel” (“Lucente e brillante come pietre preziose”) “o menel aglar elenath!” (“Discende dal cielo lo splendore di tutti gli astri!”) sussurrò leggendo la frase scritta di pugno dalla figlia sotto a un suo ritratto.

“Ada...”

“Amore mio...” disse accarezzandole il volto posando una mano sotto al suo mento alzandole il visino “Grazie, amore mio...”

La piccola sorrise abbracciandolo poco dopo.

“Grazie a tutti...” disse guardandosi attorno.

“Io...ero d'accordo con loro e...visto che quel diario è finito...” disse Elrond porgendogli un diario nuovo “Questo è per te e per voi...basta che non piangi ogni volta che gli scrivi qualcosa” sorrise.

“Non lo farò....forse” disse guardandoli “Siete riusciti a farmi una sorpresa...”

“Si...e non è ancora finita!” sorrise Glorfindel lasciandogli un soffice bacio.

“Oggi non lavorerai, hai la giornata libera...” rispose Elrond.

“Ma...c'è molto lavoro!”

“Hai fretta?” sorrise Elrond.

“Oh maledizione a voi...” disse ridendo.

“Ma prima...c'è la torta che ha preparato Elanor!” disse Glorfindel “E Taras...anche se lui la mangiava nel frattempo...”

“Ecco perchè ieri sera non mangiava!!!” si meravigliò Erestor.

“Scoperti!” sorrise Glorfindel.

“Posso proporvi un brindisi...?” disse Erlond “Poi vi lascerò andare...” sorrise.

“Certo...” rispose Erestor “Anche se questo vuol dire che sto invecchiando...”

“Smettila...” Glorfindel gli diede di nuovo un soffice bacio sulle labbra.

“Quanti anni hai ada?” chiese Taras.

“Hum...tanti....tanti, tanti, tanti...” disse prendendolo in braccio “Troppi perchè mi ricordi...” disse facendolo ridere.

 

**

 

“Ci credi che domani Elanor diventerà una dama?”

“Oh Glorfindel non ricordarmelo...la mia bambina...” disse avvolgendosi nel lenzuolo posando il capo sulla spalla del compagno “Duecento anni...” disse Erestor.

“Si, ma solo per numero, sappiamo entrambi che è una ragazzina ancora...”

“Lo è Glorfindel, lo è...è questo che mi preoccupa. Ha solo duecento anni...”

“Fra due anni toccherà a Taras...”

“Com'ha fatto a volare tutto questo tempo? Dove siamo stati noi? Ci hanno rapiti e ci hanno riportato qui oggi senza che noi ci accorgessimo di nulla?”

Il guerriero rise stringendo il compagno fra le sue braccia all'alba di un nuovo giorno, l'ultimo giorno da bambina di loro figlia.

“Ti rendi conto che da domani, secondo il nostro mondo, lei può sposarsi?” chiese Erestor.

“Se ci prova dovrà vedersela con me” rispose Glorfindel “Non lo farà per i prossimi duemila anni credimi. E duemila sono il minimo che pretendo...”

“Tremila!”

“Bhe ora non esageriamo, posso contrattare a duemila e cinquecento...” scherzò scompigliandogli i fini capelli neri coprendogli la fronte e il consigliere si limitò a sbuffare sulle sottili ciocche che gli ricaddero sul viso.

“Duemila e settecento...non prima!”

“Come siamo severi!” sorrise baciandolo ribaltando le posizioni adagiandolo lentamente con la schiena sul materasso.

“Quando avete finito potete degnarmi di un consiglio?” chiese una voce che li fece bloccare immediatamente e sgranare gli occhi.

“Elanor!!!” urlò Erestor rosso in viso.

“Da quanto sei li, cara?” sorrise Glorfindel trascinando incurante l'ultima parola.

“Abbastanza da sapere che non mi devo sposare per i prossimi duemilasettecento anni...” sorrise “Oh non preoccupatevi non ho la minima intenzione di farlo neanche per i prossimi quattromila!

“Togliti quel sorriso sfacciato dal viso!” le rispose il guerriero voltandosi sedendosi sul bordo del letto indossando una vestaglia sugli abiti da notte prima di alzarsi e versarsi un bicchiere d'acqua.

“Mi perdonate?” chiese fintamente abbattuta la giovane elfa.

“Ma certo...” rispose Erestor sedendosi anch'egli sul bordo del letto sistemando la veste da notte intorno alle sue caviglie “Su fammi vedere...”

“Oh si...questo argento o questo verde?”

“Quello verde!” disse il biondo.

“Quello argento” rispose Erestor.

Entrambi scoppiarono a ridere.

“Hem...io...cosa dovrei mettere?” chiese allibita la figlia.

“Provali Elanor, facci vedere come stanno, cercherò di non interferire con tuo padre” disse Glorfindel salendo in piedi sul letto per sedersi dalla parte opposta abbracciando Erestor.

“Riuscite a non saltarvi addosso per i prossimi due minuti?” scherzò l'elfa uscendo.

“Muoviti!” rise Glorfindel tirandole un cuscino, ma la ragazza lo prese al volo e lo rispedì al mittente rispondendo con una linguaccia.

“Lei una dama?” rise Erestor che aveva alzato le braccia per pararsi il viso nel caso il cuscino l'avesse colpito.

“Forse fra altri mille anni...forse...”

“Glorfindel...non le assomiglia vero?”

“A lui? No...no, neanche lontanamente. E' vivace, ma è la tua copia...” gli baciò una tempia facendogli appoggiare il capo sulla sua spalla “Non dannarti a cercare anche i più piccoli dettagli nel suo sguardo, non gli assomiglia e poi sono io suo padre da sempre no? Non deve sapere altro, neanche quando sarà più grande, non lo dovrà mai sapere...” gli sussurrò all'orecchio.

“Hai ragione...”

“Verde!” esclamò la figlia tornando in camera.

“Che ne dici?” Erestor lasciò una piccola gomitata nel costato di Glorfindel.

“Hai ragione forse è meglio l'argento...è troppo normale questo...” disse soppesando “Altro giro!” disse indicandole la porta.

“Hai ragione non ha niente a che fare con lui...” sussurrò Erestor quando fu uscita.

“Te l'ho detto...”
“Questo?” urlò la figlia rientrando in camera.

“Questo decisamente!” Esclamò Erestor.

“Non saprei...” disse Glorfindel.

“Oh ti prego!” rise Erestor “Non dare retta a tuo padre Elanor, non sa nulla di vestiti, conosce solo i suoi e anche il sarto lo odia!”

“Non è vero!”

“Oh si! Ti odia, gli fai fare delle cose assurde! Mi meraviglio che non si sia strappato ancora tutti i capelli quando si mette le mani in testa!” disse ridendo Erestor.

“Ma davvero! Quel vestito non gli rende giustizia!” disse serio “Toglilo e vieni con me!” Glorfindel scattò togliendosi la vestaglia “Forza vatti a cambiare!”

La figlia sparì chiudendo la porta.

“Che cosa fai?”

“Nulla, sorpresa! Tu riposa...”

“Certo...intanto che Taras ribalta metà regno. Vado a vedere dov'è”

 

**

 

“Taras sei in stanza?”

“No aspetta! Non entrare!” urlò lanciandosi alla porta, Erestor si accorse che il figlio si era appoggiato sopra di essa per bloccarla e sorrise ben sapendo che stesse nascondendo.

“Taras è inutile che nascondi la tua amica, puoi anche evitarle di chiudersi in un armadio o strisciare sotto al letto!” urlò dall'altro lato della porta.

“Mi hai beccato, vero?” sorrise Taras aprendo di qualche centimetro la porta, sorridendo attraverso la fessura.

“Credo di si...”

“Dammi un minuto” il figlio chiuse la porta liberando alcuni catenacci con cui era chiusa e poi l'aprì permettendo al padre d'entrare.

“Perchè non schierare due guardie alla porta e un fossato oltre la soglia?” chiese sorridendo.

“Ada lei è Alwiel, Alwiel lui è mio padre” li presentò Taras.

“Voi siete il consigliere di Lord Elrond, non è vero?” chiese timidamente la giovane elfa.

“Si, mia cara” rispose Erestor sorridendole, era una graziosa elfa dell'età di Taras, capelli castani chiari e profondi occhi azzurri.

“Io...penso che dovrei andare...” disse inchinandosi abbandonando la stanza.

“E' carina...” sorrise Erestor a braccia conserte.

“Ada!!!”

“Che c'è? E' vero!” sorrise “Ma...non ti sembra troppo presto?” chiese sedendosi sul bordo del letto del figlio sistemato in mezzo alla grande stanza da letto.

“Non stavamo facendo nulla, ada...”

“Non vorrei diventare nonno prima del tempo, ecco che intendo” disse chiaro Erestor.

“Co...cosa?” domandò allibito Taras “Ada, non ci siamo neanche baciati!”

“Oh grazie per la sincerità, Taras!”

“Prego!” ribatté il figlio.

“Tuo padre lo sa?”

“Hem...no!” sorrise mostrando la dentatura perfetta.

“Se scopre che porti delle elfe in camera...”

“Lo so, lo so...minimo mi strangola” si sedette sul letto lanciandosi facendo sobbalzare anche il padre “Ma ti prego non dirglielo! Ti prego!!!!” disse abbracciando il padre muovendolo a pietà.

“Taras!!!” Erestor stava per morire dalle risate “Ti sembra che gli vada a dire certe cose? Basta che non torni con un nipote però, sono ancora troppo giovane!”

“E io non ho intenzione di diventare padre a breve credimi”

Taras era ormai un elfo, in soli duecento anni era cresciuto raggiungendo l'altezza di Glorfindel e da lui aveva preso l'aspetto: capelli lisci e biondi, occhi azzurri e muscolatura da guerriero.

“Sai che ti potrai innamorare solo di una...”

“Lo so ada, lei è solo un'amica! Alwiel non è...”
“Non è lei, giusto?”

“No, non è lei. Ma è un'amica e mi piace parlare con lei...”

“Toglimi una curiosità...”

“Non mi piacciono gli elfi!” lo precedette il figlio.

“Oh grazie ai Valar! Posso evitarmi imbarazzanti discussioni allora” sospirò Erestor lasciandosi andare con la schiena sul letto “Come facevi a sapere che ti avrei chiesto questo?”

“Perchè mi aspettavo che me lo avresti chiesto! Due genitori maschi e tu mi hai sempre detto di essere nato da te? Bhe...mi aspettavo questa domanda da quasi...cinquant'anni più o meno” si era steso anche lui sul letto mentre parlava sorreggendosi la testa con un braccio puntellato sul morbido materasso “E comunque per quale motivo imbarazzanti? So benissimo che potrei essere come te...”

“Ne dubito, sei la coppia di tuo padre. Ma in ogni caso sappi solo che potresti...bhe ecco...”

“Avere figli? Ada lo so!”

“Non parlarmi con quel tono signorino...” sorrise Erestor “Avrei preferito che qualcuno l'avesse detto a me! Ma nessuno si è preso la briga di avvisarmi...ad ogni modo sono contento...”

“Non avresti voluto che fossi come te?”

“Taras...non mi sarebbe importato nulla, la vita è la tua e tu decidi chi amare per me sarebbe stato indifferente, mi importa solo della tua felicità, ma...credimi, non siamo ben accettati. Portano rispetto a tuo padre perchè ha ucciso il Balrog e comunque non esiste nessuno in grado di sfidarlo, con me invece...”

“Ti hanno fatto del male?” chiese serio.

“E' stato tanto tempo fa e ad ogni modo Elrond ha sistemato le cose...è per quello che sono contento che tu non segua la nostra via...”

“Avrei combattuto...”

“Non avevo dubbi” sospirò “Ma non ti servirà...chi sono i genitori di Alwiel?”

“No! Non la controllerai!” sorrise il figlio.

“Mi basterebbe chiedere a Elrond, Taras...è nata qui, vero?”

“Non rispondo!”

“Lo farai!” disse alzandosi lasciandogli un bacio sulla fronte.

“Oh ti prego, sono grande ormai!”

“Zitto! Io ti bacio come e quando mi pare, sei mio figlio e guai se ti lamenti” rispose ridendo “Ti aspetto a colazione, penso che saremo solo noi due. Tuo padre ha appena sequestrato Elanor e l'ha portata dal sarto, non ho idea cosa stiano facendo e sinceramente ho paura di cosa le loro menti possano creare assieme”

“Arrivo...”

 

**

 

“Posso entrare?”

“No!”

“La smettete oggi di chiudermi fuori? Devo andare nel mio studio, ma le mie carte sono li! Glorfindel fammi entrare!”

“Elanor non è ancora pronta! Chi ti ha già chiuso fuori oggi?” chiese il guerriero con voce ovattata per via delle porta chiusa.

“Taras! Su Glorfindel non guardo lasciami passare!”

“No!”

Erestor sbuffò camminando di fronte alle finestre della sala, oltre ai vetri poteva vedere stagliarsi le alte montagne che circondavano Imladris, si fermava a fissarle guardando le foglie crescere indisturbate sugli alberi in lontananza. La primavera era ormai arrivata anche se per il piccolo regno di Imladris era difficile accorgersi del cambiamento del tempo, spesso la primavera era annunciata solo dai nuovi boccioli in fiore, non nevicava a Imladris da quasi un millennio e ormai gli elfi si erano abituati a quel nuovo andare delle stagioni.

Duecento anni prima era l'ultimo giorno con Elanor in grembo, si fermò a pensare il consigliere spesso per poi scuotere la testa e tornare alla realtà.

“Erestor...”

Il consigliere si voltò sentendosi chiamare dal compagno, di fronte a se la figlia, indossava uno splendido abito argentato, ma adornato di pizzi e bordi in nero, le maniche erano state allargate con un enorme sbuffo per essere poi legato ai polsi lasciando della stoffa pendere sulle mani. Al collo un piccolo spacco faceva intravedere la pelle candida, ma questa era coperta da un fine pizzo bianco, lo stesso che legava la vita della giovane elfa come una cintura. I capelli erano raccolti sulla nuca e sulle due sottili ciocche di fronte alle orecchie erano state sistemate due piccole perline argentate.

“Sei bellissima” rimase basito il consigliere avvicinandosi alla giovane.

Elanor aveva le lacrime agli occhi, ma cercava di non piangere per non rovinare il lavoro che il padre aveva fatto per tutta la mattina.

“Guarda che se qualche lacrima ti scappa non è la fine del mondo” si avvicinò Glorfindel passandogli un braccio sulle spalle.

“Lo so...” disse toccandosi gli occhi col pollice asciugandoli

“Amore mio” Erestor l'abbracciò stando attento a non sgualcirle il vestito.

“Ho paura...”

“Ssshhh...non accadrà nulla amore mio” sorrise scostandosi appena per vederla in viso “Ci siamo passati tutti, è solo una piccola cerimonia, ma dopo questa la vita continuerà esattamente uguale ad ora...hey...Elanor guardami!” le alzò il viso con il palmo della mano incrociando il suo sguardo “Non stai partendo Elanor, il viaggio più lungo che farai sarà andare nella sala del regno”

La giovane elfa sbuffò ridendo appena alzando gli occhi al soffitto per evitare di versare altre lacrime.

“E poi ci saremo tutti noi...” Glorfindel la strinse di più a se confortandola.

“Elanor non sei sola e non sta succedendo nulla di che...stai calma”

“Dov'è quello spostato di Taras?” chiese ridendo facendo sorridere anche i genitori.

“E tu lo sai? Non lo vedo da colazione...” rise Erestor.

“Bhe, io non lo vedo da ieri a cena!” ribattè Glorfindel.

“Perfetto l'abbiamo perso...di nuovo...” sorrise Erestor.

“Chi avete perso?” disse il figlio entrando nel salone.

“Visto? Basta parlare di lui per farlo comparire!” scherzò il guerriero.

“Chi sei tu? Sei davvero mia sorella o ti hanno scambiata?” Taras era molto vivace e specialmente incline alle battute.

“Stupido...” sorrise Elanor “Tanto toccherà anche a te!”

“Che ne dite se adesso Elanor si va a cambiare così non evitiamo di far venire un malore al sarto nel caso succedesse qualcosa a quest'abito e dopo andiamo a farci una passeggiata? C'è un posto in cui vorrei portarvi” Disse Glorfindel.

“Glorfindel, io devo consegnare dei rapporti e...”

“E lo farai, Elrond sa benissimo che domani è la giornata di Elanor! Per cui sei scusato mio caro...”

“Perfetto allora!” Esclamò Taras sbattendo le mani voltandosi.

“Fermo qui tu! Ho detto che si può muovere solo tua sorella” disse Glorfindel.

“Non stavo scappando!”

“Taras...quante volte ti ho detto che sò cosa pensi ancora prima che tu lo pensi?” disse serio Glorfindel per poi scattare e prendere il giovane fra le braccia, ma questo cercava di liberarsi con l'unico risultato di intricarsi ancora di più.

“Sei lento figlio mio!” disse il padre ridendo.

“Non sono lento!!!”

“Hai bisogno di una mano con il vestito?” chiese Erestor scuotendo la testa voltandosi verso la figlia.

“Si...decisamente non so neanche da che parte iniziare a toglierlo”

“Lasciamoli giocare, non vedi che sono dei bambini?” Erestor prese la figlia sotto braccio e assieme si diressero in camera.

  
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