Non è giusto, in fondo, non ho mai fatto niente di così orribile nella mia vita. Non sono stata uno degli angeli più devoti e diligenti, ma di cose belle nella mia vita ne ho fatte. Ma allora, perché proprio a me? Perché sono scivolata in questo limbo, in questo universo oscuro e, apparentemente, senza fine? Qualcun altro. Doveva toccare a qualcun altro. Però vivere in questo dubbio, lasciarsi andare ad illusioni fiabesche, non è male. Lasciarsi cullare dal suo pensiero, arrovellarsi cercando le varie reazioni che potrebbero causare delle determinate azioni. Ragioni quasi matematicamente. Ma in fondo, credo che questa sia la strada migliore. Mi sento un'idiota: perché mi stupisco se, quando lo guardo, mi rendo conto che non è come me lo ero immaginato. E da lì subentra prepotentemente la ragione; che mi rimprovera. Ma ha ragione, in fondo, sono comunque io, non è qualcun altro che mi sta parlando, nessuno riesce a farmi aprire gli occhi quando serve. Ma molta della colpa è mia, come posso pretendere che gli altri mi aiutino, se non hanno fatti su cui basarsi? Io racconto i miei pensieri -tutti-, i miei problemi -tutti- , solo a me. Sono la persona di cui io mi fidi di più. Sembra così scontato, ma è la pura verità. Sono brava a mantenere i segreti, quando mi racconto qualcosa, a meno che io non dia il consenso per parlarne, io non rivelo mai niente a nessuno. Io mi conosco, e so che detesto tutti quelli che dicono: "Io ti conosco meglio di chiunque altro". Certo. Se lo dici tu. Ora io devo ascoltare solo ed esclusivamente la testa, i sentimenti sono come un cartello stradale manomesso da qualche vandalo, meglio non seguirlo. Come posso anche solo semplicemente pensare di poter essere felice stando insieme ad una persona che non farebbe altro che limitarmi? Non potei parlare come vorrei, non potrei parlare di cose che non sono nella "norma"; dovendomi attenere a certe monotonie sociali inutili. Non mi sentirei a mio agio, semplice. Infatti, da saggia, la ragione mi indica un'altra persona, più consona. Una persona che sarebbe in grado di capirmi alla perfezione. Magari non sempre, ma almeno ci proverebbe.

Perché sono sempre le persone che lo meritano, quelle che provano amore? Perché le persone che potrebbero vivere felicemente da sole, solo con pochi amici, vengono rovinate dall'amore. Da qualcosa che, rendendoti felice, se ne sei così fortunato, ti logora. Ti logora da dentro, con dubbi, teorie, e paure. Certo perché, anche se si riesce a raggiungere una vita felice, con la persone che si ama, passerai, ogni secondo del resto dei tuoi giorni a pensare a cosa quella persona stia facendo, e, se fosse in grado di farlo, con chi sarebbe. E tu non ti rispondi, ti limiti ad un'alzata di spalle, dicendoti che ti stai facendo pensieri inutili. Ma ti dovrai ricredere quando scoprirai che quei pensieri, così inutili non erano, quando l coglierai con le mani nel sacco, ti darai della stupida. Ti chiederai perché il destino abbia voluto farti questo, perché tu non eri abbastanza. Ma non ti risponderai, limitandoti ad un'alzata di spalle, maledicendo il giorno in cui, come un'ingenua pecorella, ti sei addentrata in quel rosso limbo, rosso scuro, come il sangue rappreso; è difficile da mandare via, e, anche se così vecchio, non si stacca da quel bianco muro. E ben presto getterai la spugna, non proverai più a levarlo, perché, amaramente, ti renderai conto che non serve a nulla provarci; rimarrà lì, per sempre, destinato ad essere, per sempre, la nota stonata di una canzone semplicemente meravigliosa.