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Autore: TonyCocchi    05/02/2015    4 recensioni
Lucy è una splendida ragazza, erede di una famiglia "bene" delle più importanti: di quelle dove a tavola ci si siede ben dritti sulla sedia e si frequentano solo persone di un certo tipo. Qualcosa in tutto ciò però non la soddisfa: tutto quadra fin troppo, e spesso non è un bene.
A volte, mentre stai lì a rimuginare, il destino ti fa aprire una porta: tu credi di entrare, ma in realtà è lui a piombarti addosso con tutto il suo caos! Un vortice da cui non vorrai più liberarti!
Genere: Avventura, Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erza Scarlet, Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ft pub ultimo capitolo Ed eccoci qui... Come al solito mi ha un pò preso la "pigrizia da ultimo capitolo", che da sempre mi affligge, ma anche l'ultimo tassello di questa lunga, mirabolante serata è terminato! XD Ora dovrò trovare altro per sottrarmi allo studio... T__T
Sono molto contento di questa storia e di quanto ho potuto esprimere tramite essa, oltre che di aver potuto condividere con voi un pò dei miei gusti musicali e fatto "pubblicità" a un paio dei miei gruppi preferiti! ^__°
Vi auguro buona lettura, e arrivederci a dopo per i saluti!



Incredibile quanto può diventare bella la vita, anche se solo per poco, quando fai qualcosa senza la pretesa che possa servire a migliorartela. Perchè la verità in fondo era questa, una parte di lei, della razionale, distaccata Lucy, aveva davvero sperato che fosse come nei film: che bastasse davvero una coincidenza, qualche incontro inaspettato e una concessione alla follia perché tutto magicamente si risolvesse. Anche se poteva sembrare paradossale, era proprio quella parte ad aver nutrito l'altra che l'aveva tenuta tutto il tempo a freno, quella che l'aveva messa in guardia dal provarci perchè tanto nulla sarebbe cambiato.
E infatti così era: la sua magnifica esibizione, la migliore di tutte, non cambiava di una virgola il fatto che non sapeva ancora bene che fare della sua vita opulenta quanto piatta, né preannunciava la conversione di una violinista classica alle sfrenatezze "plebee" del rock. Non rendeva tantomeno più possibile per una come lei essere un membro dei Dragon Slayers...
Solo quando quando si era gettata nella mischia, senza nulla da perdere e nulla da guadagnare, era riuscita a dare un senso a quella serata e a viverla appieno, regalandosi quel momento magico che aveva rischiato di perdere, sepolto da troppi pensieri e nascoste speranze.
Tirar fuori dalla disillusione la forza per sognare: non era granché, forse anche un pò malinconica, come morale per un lieto fine (che così sembrava potersi dire quello), ma Lucy sentiva che le andava bene anche così, senza guadagni ma anche senza rimpianti. Si era sentita felice, si sentiva felice ancora adesso, e soprattutto aveva il presentimento che d'ora in avanti avrebbe saputo costruirsi o agguantare altre occasioni di felicità come quella.
Non occorreva alcun cambiamento eclatante, non doveva accadere alcuna rivoluzione, doveva solo continuare ad andare avanti nella sua vita, affrontandola con un nuovo spirito, meno timoroso, capace di concedersi gli strappi che gli sono dovuti; e a maggior ragione se le circostanze della tua vita ti fanno sentire "imprigionata".
Non era uscita dalla gabbia, ma le aveva dato una bella scossa: dopo la scossa viene il momento di mettere in ordine, e stava tutto lì appunto. Se lei si sarebbe dedicata a riordinare le cose, a poco a poco quella gabbia si sarebbe trasformata nella casa che desiderava, con dentro ciò che desiderava: e se le pareti avrebbero preso a starle strette, non sarebbe bastato che un altro scossone!
Tuttavia non era ancora il momento di rimettersi all'opera: era ancora sul palco, e il suo attuale pensiero doveva essere piuttosto decidersi se era meglio l'inchino classico, o alzare le braccia aizzando il pubblico del Fairy Tail a fare ancora più casino, da brava irlandese scatenata.
Un pò indecisa, un pò vanesia, Lucy optò per alternare entrambi! Chissà se in fondo non aveva fatto colpo sul pubblico anche per quel suo stile, per il pubblico di lì del tutto inusuale, si chiese in un moto di compiacimento.
"Eri stupenda, Lucy! Che classe!" -si complimentò Carla arrivando fin sotto il palco.
"Questa canzone è la migliore!"
"La violinista è stata grandiosa!"
"Esci con me!"
"Ancora con questa storia?" -bacchettò severa Mira.
"Gray, esci con me!"
"Ancora con questa storia?!" -trasalì il musicista...
A un cenno di Natsu, il sipario venne fatto calare ancora: "Torniamo tra un attimo, gente!"
Di nuovo a tu per tu con la band, come da copione le furono tutti addosso, e la sua aristocratica timidezza ebbe il suo d'affare per resistere ai cinque rockettari elettrizzati. Wendy, ancora in estasi per il loro duetto, continuava a ripetere quanto erano state in sintonia, che artista straordinaria fosse, e quanto le sarebbe piaciuto suonare ancora insieme. Gray e Gajil ebbero per lei poche parole e pochi gesti ma tutti  colmi di significato; il batterista, facendo sfoggio del suo ghigno dai denti aguzzi, concedendole di non essere una coniglietta come tutte le altre, le porse il pugno chiuso su cui Lucy, giusto il tempo di capirne il significato, batté il proprio non senza imbarazzi. Erza sembrò più formale, complimentandosi con una stretta di mano, ma Lucy fu in grado di avvertirne l'emozione dal tremore: era una ragazza tutta d'un pezzo, ma sotto l'armatura doveva essere più sensibile di quanto desse a vedere. La rossa arrivò addirittura a scusarsi per la titubanza mostrata quando era tornata sui suoi passi, scuse che però lei rispedì al mittente, rinnovando il suo ringraziamento per averla accettata.
Ma naturalmente, prima di tutto questo, c'era stato Natsu. Lucy poteva aspettarsi che sarebbe stato lui il primo a farle le feste, ma come aveva ormai imparato, con i tipi come Natsu non basta prepararsi, saranno sempre in grado di sorprenderti se vogliono.
Il ragazzo, a sipario chiuso, complice l'adrenalina di cui la canzone aveva riempito tutti quanti, l'aveva cinta per la vita, sollevata come una piuma e fatta roteare come un trofeo appena conquistato. Lucy non si divincolò da quell'abbraccio: non avrebbe potuto riuscirci neanche volendo e lì per lì neanche aveva voluto. Mai era stata festeggiata in quel modo, mai aveva reso qualcuno tanto contento e orgoglioso da fargli perdere ogni controllo: visto il tipo poteva anche darsi non fosse poi una grande sfida, ma non poté fare a meno di arrossire e lasciare il cuore batterle a mille durante tutto quel volo.
Poi ecco arrivare Erza in suo soccorso, liberandola, al grido di "Screanzato!", con un pugno ben piazzato sulla zucca del suo cantante.
"Beh, Lucy, direi che ti abbiamo ubriacato di chiacchiere abbastanza, tu però che ci dici?" -le domandò Gray, allegerendola dalla pressione dei compagni.
La voce di Lucy vibrava e ampi respiri la interrompevano di continuo, come sentisse ancora gli strascichi della matta corsa insieme a tutti loro; una stanchezza che alleggeriva anzichè appesantire.
"È stato fantastico! Non ho mai provato niente del genere in vita mia! Il rock è... fantastico!"
"Irish rock, prego." -corresse scherzosamente Erza.
"Si, l'Irish Rock è fantastico!"
"Meglio della musica classica?" -azzardò Natsu.
"Ora non ti allargare!" -ribatté di getto.
Che bello tornare ad essere una a cui guai a toccarle i vari Bach, Mozart, Tchaikovsky e Vivaldi!
Natsu aveva accusato il colpo di quella risposta con una finta smorfia delusa. Un pò come era stato per Gajil prima: più gli si dava confidenza, più lui ne era contento, perchè da ciò percepiva le distanze abbattarsi e l'altro farsi vicino, il che voleva dire lasciargli leggere il cuore e poter a sua volta leggere il suo.
Per lui, per loro, Lucy smise di tenere chiuse le sue pagine: "Anzi, io credo... che siate voi quelli fantastici! Secondo me qualsiasi cosa suonata con voi... verrebbe a dir poco mitica! E tutte quelle persone che ballavano, festeggiavano, saltavano, grazie a noi..."
Quel "noi" la interruppe un secondo: "Insomma, è stato un piacere suonare con voi, veramente! Sono davvero felice di avervi conosciuto!"
Che rivalsa riuscire infine a farli arrossire almeno una volta!
"Quindi nessun rancore se non ti ho fatto finire la tisana?" -si avvicinò Natsu.
"Tutto perdonato!"
"Mi fa piacere! Visto che ci avevo visto giusto che potevi essere una di noi? Anche io sono contento di averti trovata: sei una violinista coi fiocchi e anche una bella personcina tu!"
In cuor suo, la ragazza lodò la capacità di Gray di leggere l'atmosfera quando, dopo qualche attimo di silenzio, questi se ne uscì con un'ottima domanda: "Lucy, scusa, non avevi detto di essere venuta a salutarci prima? Quanto tempo hai?"
"Che ore sono?" -domandò tra sé e sé, andando all'appendiabiti e tirando fuori il cellulare- "Oh, cielo!"
Profondendosi in trafelate scuse, Lucy compose come un fulmine il numero di casa: i riflessi di Mrs Spett erano tutto meno che rallentati dall'orario visto che anche stavolta rispose dopo appena uno squillo. Lucy dovette continuare ad assicurarle e spergiurarle di essere già per strada anche dopo aver chiuso la chiamata!
"Perdonatemi, io..."
"Devi scappare a casa." -concluse per lei Wendy- "Tranquilla, vai pure! Non vogliamo tu abbia dei guai!"
"Noialtri poi ci siamo riposati abbastanza con queste pause!" -aggiunse Gajil battendo tra loro bacchette- "La nostra serata continua!"
Lucy recuperò la custodia e lasciò il suo caro amico al meritato riposo, rimboccandogli delle immaginarie coperte. Per la spallina del vestito non era un gran danno: aveva tanti di quei vestiti nel suo armadio, in cui nessuno aveva il permesso di curiosare, nessuno avrebbe fatto caso alla sua mancanza nascosto lì dentro come ricordo. Ricompose la sua acconciatura e si infilò frettolosamente nelle maniche della sua giacca, ma la fretta che dimostravano i suoi muscoli non era corrisposta da quella dei suoi pensieri, che proseguivano col freno ben tirato: che tristezza dover salutare così alla svelta, non avere il tempo di ascoltare un'altra canzone e figurarsi per qualche altra parola. La corda però era già stata abbastanza tirata per una notte sola, dati i suoi irreprensibili precedenti: non era saggio sfidare la sorte attardandosi quando poteva ancora passarla liscia come se nulla fosse successo. Per gli altri di fuori, chiaro, non certo per lei...
"Lucy!"
Mentre i membri della band si risistemavano per il rientro in scena, Erza, anche lei con la chitarra elettrica nuovamente a tracolla, teneva tra le dita un rettangolino di carta.
"Qui c'è l'indirizzo del nostro sito e la nostra email. Puoi scriverci quando vuoi!"
"E puoi sapere dove ci esibiamo!" -aggiunse Natsu- "A titolo informativo, tra tre settimane esatte saremo di nuovo qui."
"A titolo informativo." -sottolineo Erza, lasciandole il biglietto da visita della band. Natsu rivolse una poco nascosta occhiata alla sua custodia, lasciando ben intendere che fosse un invito estensibile.
"Grazie! Vi scriverò di certo!"
"A presto allora." -si accomiatò Erza con un cenno del capo.
Tra lei e lo spacco tra le tende del sipario si frapponeva ora il solo Natsu.
Quindi c'erano momenti in cui anche quel ragazzo irrefrenabile si fermava, in cui restava senza niente da dire. Cosa dirsi poi? Si erano conosciuti così poco, e in così poco tempo... Ma lì il tempo scorreva in maniera diversa, e, forse, ora che era arrivata la fine, neanche tanto quanto entrambi avevano voluto.
"Stammi benone, Lucy!" -disse soltando.
Poi alzò la mano, ad offrirle il cinque. << Non sei troppo "ragazza per bene" per questo, vero? >>, le chiesero quella mano e i suoi occhi.
<< Certo che no! >> -le rispose la sua risata: e del resto, dopo quella sera, chi avrebbe mai potuto credere al contrario? Era bastata una sera accanto a lui!
Nessuno certo aveva pensato di avvisarla della forza con cui Natsu dava il cinque, specie quando era particolarmente contento: aggiunta alla sua, quel cinque fece davvero male!
Un ultimo, sentito, e un pò comico ricordo che quel posto le lasciava.
Sei una bella personcina anche tu, Natsu.
Anche con quegli strambi capelli rosa acceso!
Salutò un ultima volta tutti e con un saltello scese dal palco, mentre il sipario si riapriva.
"Un saluto alla nostra Lucy che deve lasciarci! Ma la nostra serata non è per niente finita! Ne abbiamo ancora! Altre canzoni, altre storie, per questa notte e tante a venire! Attaccate!"
Mentre la musica riempiva nuovamente l'aria, Lucy sgattaiolò lesta tra i tavoli e gli sconosciuti che, veloce come l'avevano vista apparire così la accompagnavano nel suo veloce scomparire con i loro saluti e complimenti. Una violinista tanto bella e tanto brava era un autentico tesoro, peccato fosse solo di passaggio.
"Ciao Cana, io devo scappare!"
"Ci vediamo in Italia, cara!" -ammiccò la bruna.
"Perchè no? Mi raccomando..." -aggiunse, vedendola salutarla con un alzata di gomito...
"Tranquilla! È acqua minerale!"
Fortuna che gli eccessivi avventori di quel pub sapevano darsi limiti, o forse avevano chi gliene dava da rispettare... Mira e il proprietario per esempio.
"Lucy, aspetta!" -si sentì chiamare proprio dall'albina che raggiunse in fretta vicino al bancone.
"Prendi questo, ragazza!" -fece il proprietario porgendole da dietro il bancone un ombrello a scatto- "Potrebbe ricominciare a piovere!"
"La ringrazio!"
"Grazie a te Lucy per essere stata con noi! Sei sempre la benvenuta!"
"Lo so! Grazie ancora, scappo!"
L'ubriaco con la pipa, di nuovo a riposo sulla panca vicino l'uscita si tolse signorilmente il cappello al suo passaggio, poi Lucy richiuse piano la massiccia porta dietro di sé.

Il tempo si era calmato: cadeva ancora qualche goccia, ma erano rare e leggere, di quelle di cui, anziché aver paura, ci si lascia serenamente rinfrescare. Accolse su di sé quel tintinnio dal cielo e il vento leggero con piacevole sollievo, lasciando disperdessero un pò il tepore che l'arroventava, ora che si lasciava alle spalle il Fairy Tail Pub.
Non era poi vero non aveva guadagnato nulla, dopotutto.
Quella libertà, quell'indipendenza che era andata anelando in quegli ultimi tempi era finalmente riuscita ad assaporarla: aveva compreso di cosa era fatta, e quella consapevolezza le aveva ridato speranza e fiducia in sé, reso la custodia che portava di nuovo leggera nella sua mano.
Forse il suo guadagno più grande però era aver scoperto l'importanza di fare ogni tanto qualcosa semplicemente perché lo vuoi, non importa quanto possa sembrare insolito, all'infuori di te: siamo grandi abbastanza per contenere tutti i modi in cui vogliamo essere.
Lei voleva continuare ad essere Lucy, sognatrice coi piedi per terra, che non sarebbe magari mai stata l'anima della festa, ma che non si sarebbe tirata mai indietro se le avessero chiesto di diventarlo: voleva finire il conservatorio e ampliare i suoi gusti musicali, voleva continuare a allietare casa coi suoi esercizi e lasciarla di stucco strimpellando a briglia sciolta quelle volte che avrebbe sentito il bisogno di strafare, voleva continuare a frequentare eleganti salotti letterari rincorrendo il sogno di un romanzo tutto suo e cogliere ogni occasione per provare passioni conosciute e nuove si sarebbe presentata alla sua porta da ora in avanti.
Già che c'era, non le sarebbe dispiaciuto esibirsi di nuovo davanti a un pubblico tanto vulcanico: emozioni come magma che fluisce, e tanto, semplice divertimento, anche per chi suona...
Ma un pubblico così, nelle sue cerchie, non lo si trovava facilmente... Davvero un peccato doversi accontentare di un'unica dose.
Un tuono echeggiò di lontano, lasciando presagire un rinvigorirsi della pioggia.
Lucy aprì l'ombrello e affrettò il passo, leggero, quasi saltellante.
Davvero premuroso il proprietario a non lasciarla uscire senza: casa era vicina ormai, ma il maltempo aveva deciso di non darle tregua, forse seccato di non essere più in grado di guastarle l'umore.

"Just give me one more night, back at Shakespeare Road..." -intonò tra lo zampillare delle pozzanghere e il ronzio dei lampioni.

Avrebbe dovuto riportarglielo, pensò.

"Loved those Rare Auld Times with my heart and my soul!"

Chissà come sarebbe stato il tempo tra tre settimane.

"Loved those Rare Auld Times with my heart and my soul!"



E col canto di Lucy che si allontana nella sera piovosa verso casa, si conclude la nostra storia! ^__^
Spero vi sia piaciuto questo epilogo, anche se breve, che vi abbia riempito di allegria, risvegliato la fantasia e magari dato un'ultima scossa, anche dopo il già turbolento capitolo precedente. Sono molto contento di averla scritta, in uno stile quasi "romanzesco", che quasi non la fa sembrare una fanfiction, voi che dite? Magari mi ispirerà il coraggio di scrivere finalmente qualcosa di tutto mio... Perchè no? ^__°
Tra le cose che mi sono piaciute c'è stato anche scrivere di personaggi da noi ben conosciuti in una veste totalmente diversa, normale, celandone anche alcuni dietro descrizioni "realistiche": in particolare credo abbiate riconosciuto la "groupie di Gray dai capelli blu" e "l'energumeno biondo" con cui Mira si è teneramente intrattenuta tra un ordinazione e l'altra... ^__°
Un ringraziamento caloroso a tutti voi che avete letto e "ascoltato" questa mia storia ricca di musica, divertimento, e "spirito irlandese", chiamiamolo così XD
In particolare grazie a tutti voi che mi avete seguito commentando capitolo per capitolo: grazie AnonimaKim, Alechan86, Darkshin, hyouka987, VictorianLady, Hidan, per il vostro sostegno! ^__^
Grazie anche a chi ha letto pur senza commentare, spero sia piaciuta anche a voi!
E che tutti possiate avere la vostra "una notte ancora".
Alla prossima!

TonyCocchi
  
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