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Autore: babby_chase_394    05/02/2015    1 recensioni
Isabelle Light è una semidea. Una semidea molto potente.
È sempre stata sola, e ora si ritrova catapultata in un nuovo mondo, che scomparirà se lei fa la scelta sbagliata. Ma insieme a dei veri amici, forse le difficoltá non sono così impossibili da affrontare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Un tuono, e poi un altro, e un altro ancora. Era l'unico rumore che dominava, oltre a quello della pioggia. I temporali mi erano sempre piaciuti: quell'odore di pioggia, i lampi che illuminano il cielo... Mi affascinavano, e distraevano dalla mia vita. Sono stramba eh. Di solito la gente ha paura, ma io ero diversa. E presto ne ebbi la conferma. Ero sul davanzale della finestra ad osservare la tempesta, quando mia zia mi chiamò per la cena. Sbuffai, non avevo fame, ma scesi giù lo stesso. Una donna sui quarant'anni stava cucinando: era magra, non troppo alta e con i capelli neri e lucenti. Era la sorellastra di mio padre, vivevo con mia zia perché lui era morto qualche anno fa, in un incidente. Mia madre beh, lei era scomparsa alla mia nascita. Mia zia Lucrezia canticchiava allegramente, era raro che fosse così felice, lei era una donna d'affari ed era molto severa, ma mi voleva bene. " Isabelle, siediti! Ho preparato la tua cena preferita!" Esclamò mentre tirava fuori la lasagna dal forno. Stavo veramente sospettando che ci fosse qualcosa sotto a tutta quella felicità. Di solito non cucinava mai, toccava a me, non che lei fosse una gran cuoca, anzi era brava a cucinare solo le lasagne, che era anche il mio piatto preferito.. .Una fitta al cuore, era anche il piatto preferito di papà...Non dovevo pensarci! Dovevo essere forte, o almeno fingere. Cominciai a mangiare, mia zia mi sorrideva ogni 5 secondi, da farle sembrare che avesse qualche tic facciale... Poi scoppiai, la curiosità mi uccideva. Posai la forchetta sul piatto e fissai mia zia seria e gli chiesi: " Zia mi devi raccontare qualcosa?" Lei fu per un attimo sorpresa ( cosa molto rara) ma subito assunse di nuovo l'aria serena e felice di prima. Rispose:" Vedi tesoro, uno strano cliente, mi ha proposto che tu andassi ad un campo estivo speciale. Ha detto che accettano pochi eletti e chi va riceve un ottima istruzione e cose simili... Che ne pensi?" I suoi occhi erano piedi di gioia e... Fieri di me? Lei mi aveva sempre criticato, non mi aveva mai lodato per qualcosa, e ora solo perché mi scelgono per uno stupido campo, è fiera di me... Certo che la vita è strana! Ma poi perché me! Io sono scarsa nella ginnastica, me la cavo a scuola, ma vado benissimo solo in alcune materie... Sono asociale, timida, amo leggere e amo stare da sola. Cosa c'era di speciale in me? Mi toccai distrattamente una ciocca bionda e cominciai a girarla intorno al dito. Era un tic che avevo quando riflettevo. Mia zia ruppe il silenzio, era ovvio che la stavo tenendo sulle spine, lo intuii anche dal tono di voce meno dolce e più stressato. "allora? Vuoi andarci o no? È un ottima occasione sai? Potresti che ne so avere qualche borsa di studio..." " okay, ci vado" sussurrai rassegnata. Lei quasi saltò dalla gioia, mi sorrise e mi abbracciò:" sono fiera di te! Sapevo che eri speciale come tuo padre!" Quel atto e quel paragone fatto da mia zia mi spiazzarono. Ero come mio padre... Ricambiai quel raro segno di affetto e poi corsi in stanza a fare la valigia, prima però mi osservai allo specchio: capelli lisci e biondo chiaro da sembrare a volte bianchi occhi nocciola che stranamente diventavano grigi quando mi arrabbiavo, mio padre diceva sempre che ero identica alla mamma di lui avevo solo ripreso il carattere e gli occhi, osservai infine una strana voglia sulla fronte, rosa scuro e a forma di stella. Di solito la nascondevo sotto la frangia ma a me piaceva, mi rendeva ancora più diversa... Era un simbolo che mi riconosceva, un po' come la cicatrice di harry potter, era anche nello stesso punto. Raccolsi la poca roba che avevo e la misi in valigia. Poi crollai a letto, osservai il cielo dalla finestra, le nuvole erano sparite lasciando il posto alle stelle, poi le palpebre divennero pesanti e caddi in un sonno senza sogni.
  
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