Fiore di maggio - Helena
Il
vento di maggio
soffiava benevolo sul prato di fronte a Villa Conchiglia, pieno di
fiori, e una
giovane coppia camminava fianco a fianco.
“Oh,
Bill, non so se me la
sonto di Materialisarmi fino a casa tua per la comemorasión
della battalia…
ultimamente qui fasciamo i caprisci!”
Fleur
Delacour in Weasley
si accarezzò il pancione con un sorriso radioso. La
gravidanza l’aveva
Trasfigurata: già bellissima, era diventata addirittura
luminosa. Lei guardò il
viso sfigurato di Bill e gli sorrise. “Ma non
sc’è da preoccuparsi… tu salutami
tuta la familia, penso che soprattutto tua madre
capirà”
“Ma
Fleur, ormai il
termine si avvicina… hai sentito il Medimago, in questo
periodo ogni momento
può essere quello buono! E se questo fosse proprio mentre io
sono là?”
“Oh,
se sei così ajitato
potrei chiamare mia madre e Gabrielle, adesso stanno visitando Diagon
Alley e
Londra, non sci impiegherebbero molto. Anche se non credo che il
piccolo vorrà
nascere proprio mentre il papà è lontano,
no?”
Ma
Bill non la ascoltava
praticamente più. Vergò due righe su un pezzetto
di pergamena e lo diede al
superbo barbagianni di Fleur, Molière, che planò
elegantemente verso Londra,
verso il tramonto.
“Purtroppo
non posso proprio aspettare, se no è
la volta buona che mia madre mi rasa a zero… ci vediamo tra
poco, amore, e se
c’è un problema qualsiasi, sai come chiamarmi.
Arriverò subito” La baciò
dolcemente, e dopo una carezza alla pancia uscì dal
cancello,
Smaterializzandosi con un flebile pop.
“Bill,
finalmente sei arrivato! Mamma sta per
andare su tutte le furie: manca quasi metà della
famiglia!”
“Addirittura!
E come mai?”
“Hermione
ha avuto un
problema al lavoro, Ginny ha informato che gli allenamenti di Quidditch
si
protrarranno fino a non si sa quando, Harry e Ron, solo il cielo sa
dove si son
cacciati,… per ora siamo solo noi due, mamma,
papà e George” Percy Weasley
indicò con un cenno la cima della collina, dove tre figure
vestite di nero si
stagliavano nette contro il cielo color indaco. “A proposito,
Fleur dov’è?”
“Ha
preferito evitare il
viaggio, nelle sue condizioni. Comunque ho chiesto a Madame Delacour e
Gabrielle se potevano andare ad assisterla durante la mia assenza.
Speriamo che
arrivino in tempo, non vorrei che…” Proprio in
quel momento dietro di loro si
accodò Andromeda Tonks, che teneva per mano il piccolo Ted.
“Nonna,
lascia. ‘Cappo
avanti!” diceva, i capelli blu che ballonzolavano sulla testa.
“Devi
arrivare là dalla
signora Weasley, d’accordo?” lo ammonì
la nonna.
“Sì
nonna, ma lascia!”
Andromeda
allora lascio là
mano del bambino con un sospiro, che cominciò a correre a
perdifiato su per la
china. “Oh Bill, ciao. Fleur dov’è?
Problemi con il bambino?”
“No,
non credo, ma sai,
l’ultimo periodo è il più delicato; ha
preferito non strapazzarsi, e meno male,
se no l’avrei costretta io a restare a riposo”
“L’hai
lasciata da sola?
Nel suo stato?” le domandò Andromeda, severa. Non
appena Molly la sentì, le si
affiancò e fulminò il figlio con lo sguardo.
“In
realtà ho chiesto a
Gabrielle e sua madre, che erano a Londra, ho mandato loro un gufo,
e… perché
quello sguardo allarmato?”
“Perché
sono arrivate alla
Tana cinque minuti fa via Metropolvere”
“Ma
se loro sono qui, chi
è con Fleur?” Bill stava per tornare indietro,
quando Andromeda lo fermò per il
braccio. “No, Bill, lascia stare, ci penso io. Se Fleur
avesse bisogno di un
aiuto più professionale, ho anche fatto un corso per
levatrice, sono abituata,
e ho fatto nascere anche il piccolo Teddy. Tu resta qui con la tua
famiglia,
d’accordo? Vi lascio qui Teddy, tanto appena
arriverà Harry si dimenticherà
perfino che esisto!” Sorrise a Bill e gli disse:
“Tutto andrà bene. In caso di
necessità, vi contatterò subito” Bill
si limitò ad annuire con un sorriso
grato, e guardò la donna che, con uno schiocco, si
Smaterializzò in direzione
di Villa Conchiglia.
“Quella
era Andromeda?”
Harry era appena arrivato dalla Tana, e accompagnava Gabrielle e Madame
Delacour.
“Ciao
Harry… Sì, è andata
a controllare Fleur mentre io sono qui” gli disse Bill.
“Où
est Fleur? È
amalata?” chiese subito Madame Delacour, notando
l’assenza della figlia.
“No,
Apolline, è solo che
tra poco avrà il bambino ed è meglio se sta a
casa tranquilla” cercò di
tranquillizzarla Molly, che poi si rivolse a Harry: “Ginny
ancora non è
tornata, caro, ancora non sa quando finirà
l’allenamento. Santo cielo, e Ron
dov’è?”
“È
andato a cambiarsi, ha
avuto uno spiacevole incidente durante una retata in una casa di un ex
Mangiamorte… niente di grave” aggiunse, leggendo
il viso spaventato di Molly,
“è solo caduto in una fossa biologica…
era meglio non stargli vicino”.
“Se
non fosse andato a lavarsi,
gli avrei scagliato contro un Aguamenti… santo cielo, aveva
addosso un odore
pestilenziale!” Hermione
arrivò,
inappuntabile nel suo tailleur nero e le scarpe basse. “Oh,
ciao, Harry. Molly,
Ginny è appena arrivata, m’ha detto che si
dà una sciacquata veloce e ci
raggiunge subito”.
Come
promesso, nel giro di
un minuto scarso arrivò Ginny di corsa, una tuta e i capelli
raccolti ancora
bagnati. Andò da Harry, gli diede un bacio rapido su una
guancia, e cominciò a
dirigersi verso la cima della collina, dove era arrivata altra gente:
Audrey,
una “collega molto speciale” di Percy, Angelina
Johnson che era appoggiata a
George, Xenophilius e Luna Lovegood, con un lungo abito viola, Neville
e sua
nonna, Hannah Abbott, alcuni compagni di classe di Colin Canon e alcuni
professori di Hogwarts, inclusa la preside McGranitt, che aveva
l’onere di
celebrare la funzione commemorativa della Battaglia di Hogwarts, che
tanta
morte aveva portato, e che forse solo il tempo sarebbe riuscito a
lenire,
almeno un po’.
Quando
ci furono tutti, la
professoressa McGranitt cominciò a parlare con voce chiara e
stentorea: “Cari
amici, siamo qui oggi riuniti per ricordare coloro che, per amore della
libertà, hanno sacrificato la propria vita. Persone che, con
coraggio e lealtà
verso i propri ideali, hanno pagato il prezzo più alto per
un mondo migliore
per coloro che qui oggi li piangono. Il dolore ci
attanaglierà a lungo, e forse
non si spegnerà mai, ma ricordiamoci che loro,
più che mai, vorrebbero che si
viva una vita normale: non si tratta di dimenticarli, solo di
custodirli nel
nostro cuore come spinta per andare avanti e affrontare le sfide della
vita.
Quindi amiamo, ridiamo, scherziamo; solo una cosa può
sconfiggere la morte:
l’amore, l’amicizia, la
famiglia…”
Ma
proprio in quel momento
un lupo argenteo planò in mezzo alla folla e
parlò con la voce di Andromeda.
Solo poche parole: “Sta nascendo”.
Come
uno schiocco uno ad
uno tutti i presenti si Materializzarono a Villa Conchiglia. Non appena
Bill
varcò il cancello della proprietà, gli corse
incontro Andromeda, con le maniche
arrotolate fino a sopra il gomito e un grande grembiule bianco davanti.
“E’
nata! Una deliziosa
signorina!”
“Oh
Merlino ti ringrazio”
Bill probabilmente sarebbe caduto lungo disteso se George e Percy non
l’avessero preso al volo. “Una bambina…
una piccola Weasley…”
“Complimenti
fratellone…
spera solo che non abbia il carattere delle Weasley, se no avrai delle
grane!”
gli disse Percy, mentre entravano in salotto, dove una Fleur stanca ma
raggiante reggeva un fagottino di salviette rosa.
La
piccola era tranquilla,
e guardava il mondo con due enormi occhi azzurri, come sua madre,
emettendo
degli strani gorgoglii.
Mentre
Bill non smetteva
di baciare sua moglie, incantato dalla perfezione di quel piccolo
miracolo,
tutti arrivarono portando alla puerpera congratulazioni e mazzi di
fiori. Alla
fine, venne posta la domanda più importante di tutte.
“Come
la chiamerete?”
chiese la McGranitt.
Bill
e Fleur si guardarono
negli occhi per un lungo attimo, poi, sorridendo, lei
dichiarò: “Sciò che è
accaduto due anni fa ha creato per lei e per tutti coloro che verranno
la
vittoria della vita e dell’amore sulla morte e la
paura…”.
Il neopapà, ancora commosso, prese in braccio la figlia, e con un bacio, gli sussurrò: “Benvenuta al mondo, Victoire Fleur Weasley!”
Note:
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