Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: A_Typing_Heart    06/02/2015    2 recensioni
Nella cornice di un Giappone moderno schiacciato dalla tirannia di un regime militare Hibari Kyoya e Rokudo Mukuro si ritrovano a inseguire i propri ideali di giustizia e libertà su fronti opposti. Hibari è pronto a separarsi da Mukuro in nome della legge, dell'ordine e della disciplina, lasciando il suo cuore imprigionato in un gelido inverno. Ma altri sono pronti a dare la vita affinchè torni a soffiare un vento carico di petali di ciliegio...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo, Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Byakuran sama!-
Byakuran alzò di scatto la testa e artigliò la branda sotto di lui. Fissò con furia la guardia che stava ferma sulla porta, riflessa davanti a lui nel metallo della cassettina del primo soccorso. Eppure a forza di castighi pensava di aver insegnato a tutti che non voleva essere disturbato quando era nella stanza bianca...
-Devi avere un motivo davvero importante per portare qui la tua brutta faccia e rovinarci l'intimità.- disse lui voltandosi piano a guardare l'intruso. -Io e Mukuro kun non vogliamo essere disturbati.-
Gli occhi della guardia scesero sul prigioniero, incatenato così accuratamente da non potersi quasi muovere. L'espressione scettica che Byakuran gli vide in faccia non gli piacque affatto e lo irritò ancora di più.
-Chiedo scusa, ma credo che sia più importante della vostra... intimità.-
Per un lungo momento la guardia sostenne lo sguardo di Byakuran, mentre quest'ultimo sentiva come unico rumore il respiro affannato di Mukuro. Come si permetteva? Niente poteva essere più importante della sua stanza bianca. Evidentemente non era stato accurato nelle sue lezioni come credeva.
-E va bene... va bene. D'accordo.- sbuffò alla fine. -Mukuro chan, papà deve andare via ma torna appena possibile... tu resta qui buono buono... quando torno ricominciamo dall'inizio...-
Mukuro emise un verso soffocato e Byakuran afferrò il laccio per liberargli la bocca, ma poi ci ripensò. Non si fidava di lasciargli quella libertà mentre lui era via, e poi lo trovava davvero eccitante. Non gli sarebbe dispiaciuto tornare e trovarlo ancora così ad aspettarlo. Allungò le dita pallide per accarezzarlo piano sopra un livido rossastro sul volto, sorridendogli. Mukuro cambiò immediatamente espressione. I suoi occhi blu diventarono delle fessure rabbiose e morse con furia la ball gag che aveva in bocca come se volesse sbranarla e farla a pezzi. Eppure era un uomo troppo intelligente per non aver ancora capito che la sua ira e il suo dolore lo eccitavano. Cominciava davvero a credere che lo facesse di proposito, perchè piaceva anche a lui.
-Ero sicuro che prima o poi avrebbe cominciato a piacerti.- gli sussurrò Byakuran, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente il suo odore. -Oh, Mukuro kun... potrei divorarti...-
-Byakuran sama, è urgente!-
Byakuran riaprì gli occhi con un fiotto di furia che gli zampillava in corpo come se fosse esploso un idrante. Mukuro smise immediatamente di agitarsi e i suoi occhi blu si spalancarono. Sotto la sua mano la sua spalla tremava, ma l'uomo dai capelli bianchi gli diede una leggera carezza sui capelli prima di alzarsi dalla branda. Stavolta non aveva motivo di avere paura, non era con lui che era arrabbiato, non c'era alcun motivo di punirlo se si era comportato bene. Qualcun altro invece avrebbe fatto meglio a levarsi quella faccia seccata prima che gliela cancellasse lui a sprangate, ma la guardia dall'aria arrogante sembrava sentirsi al sicuro da qualsiasi ritorsione. Entrambi uscirono dalla stanza bianca avviandosi per l'angusto corridoio.
-Che cosa diavolo c'è?- sbuffò Byakuran, infilandosi la giacca. -Spero per te che abbiano almeno fatto saltare in aria il palazzo di giustizia, per disturbarmi quando sono con Mukuro kun.-
-Il capitano Kikyo vi ha mandato un telegramma urgente.-
-Kikyo?-
Lasciando perdere temporaneamente la sua ira contro quel molestatore fastidioso, Byakuran prese la busta e l'aprì con un inspiegabile nervosismo. Sentiva che qualcosa non andava e il fatto che Kikyo si fosse disturbato a inviargli un messaggio urgente a quell'ora di sera non contribuiva a tranquillizzarlo. Che cosa poteva essere successo? Dubitava che fosse solo un invito a qualche festa...
Byakuran spiegò il foglio e lesse. Con una sensazione di smarrimento rilesse una seconda volta e poi una terza. Kikyo gli aveva scritto che su al quartier generale di Namimori c'erano problemi, che improvvisamente il generale Sawada aveva deciso di riunire la camera di consiglio straordinaria e avviare la procedura di modifica dei nuovi codici. Aveva cominciato a firmare ordini di sospensione per alti ufficiali, incriminazioni per alto tradimento e parlava di profondi cambiamenti. Kikyo terminava la sua comunicazione dicendo che fra le cose che il generale diceva di volere c'era la chiusura del carcere per oppositori politici e gli consigliava di raggiungerlo immediatamente a Namimori. Chiudere il carcere per oppositori politici? E lui dopo che cosa avrebbe fatto? C'era anche il suo nome tra quegli ufficiali che avrebbero ricevuto l'ordine di sospensione? Sarebbe stato incriminato anche lui per alto tradimento? Non poteva fargli questo, lui era il migliore nel suo lavoro, aveva sempre fatto il suo dovere contribuendo a rendere il carcere per oppositori politici un posto che tutti temevano e ciò era parte della forza dell'Haido, la paura. Quella prigione era il suo regno, i prigionieri i suoi sudditi, le guardie il suo esercito... e quel vecchio pazzo intendeva chiuderlo e mandare lui a morire con delle pallottole in corpo? Intendeva rinchiuderlo insieme ai suoi prigionieri? O peggio ancora, licenziarlo e farlo tornare a sostituire fusibili e gonfiare gomme nell'officina dove aveva fatto l'apprendistato da adolescente? Assolutamente no, non avrebbe permesso a nessuno di portargli via quello che aveva guadagnato faticosamente...
Byakuran sfilò la pistola dalla giacca e senza degnarsi di fermarsi o di guardare la guardia, piegò il braccio all'indietro e sparò dritto attraverso il suo mento. Un boato rieccheggiò nel corridoio e un rumore umidiccio gli suggerì che il cervello doveva essersi sparso a dovere sul soffitto. Udì il tonfo del corpo che cadeva, inserì la sicura e gettò la pistola alla guardia più vicina, ancora interdetta.
-Qualcuno scriva un rapporto su questo idiota che si è suicidato perchè stava per essere licenziato.- ordinò senza smettere di camminare. -Riportate Mukuro kun in cella, io farò troppo tardi. Fategli le mie scuse.-
Solo in quel momento si fermò e si accorse di avere schizzi di sangue sulla giacca. Brontolando, la sfilò e la gettò a terra.
-Fate preparare la macchina, devo andare subito a Namimori... e un cambio di vestiti.-


Byakuran arrivò a Namimori dopo tre ore abbondanti di viaggio. Viaggiando verso nord si era trovato ostacolato dalla neve e quella non mancò di ricordargli quanti motivi aveva per odiarla, facendolo scivolare rovinosamente quando scese dalla macchina davanti al palazzo di giustizia. A fatica si rimise in piedi e rischiò di scivolare altre due volte prima che raggiungesse il sentiero che era stato aperto per raggiungere agevolmente l'ingresso. 
Appena lo varcò trovò Kikyo ad aspettarlo, ma non era sorpreso, sospettava fosse lì ad aspettarlo da parecchio. Lui lo vide e gli andò incontro con aria nervosa.
-Byakuran, siamo nei guai.-
-Ma che cazzo sta succedendo, Kikyo?- sbottò Byakuran, finalmente libero di fare quelle domande che gli mettevano angoscia. -Che cosa diavolo ha in mente? Che è successo?-
-Io... non lo so, io credo sia stato il figlio.-
-Figlio, che figlio?-
-Il figlio del generale Sawada!-
-Il generale ha un figlio?-
-Ne ha due... cioè, uno credo sia adottato, una cosa così...- disse Kikyo, prima di scuotere la testa come se fosse confuso. -Ma è suo figlio, quello naturale, stamattina è successa una cosa...-
Byakuran ascoltò in silenzio mentre Kikyo gli raccontava che il figlio del generale Sawada aveva deciso di dare una sorta di asilo politico alla cameriera che il ministro aveva ustionato il giorno prima al loro salotto privato, e che lei aveva detto al generale che cosa succedeva con le ragazzine e il "cagnolino" di Lupo. Continuò ad ascoltare senza parlare, non sarebbe riuscito a dire niente. Il giovane Sawada aveva impedito agli ufficiali di riprendersi la ragazza prima che cantasse e il generale era rimasto sconvolto dalla supplica dei due figli alla luce di quella rivelazione. Aveva dapprima rifiutato di emettere un ordine di arresto per il figlio che aveva aggredito un tenente, poi aveva annullato tutti gli impegni della giornata, restando chiuso nel suo ufficio da solo.
-Alla fine si è messo a parlare di riunire il consiglio, di avviare la procedura per lo scioglimento del codice, a parlare di alto tradimento, di abuso di potere e... Byakuran, se non facciamo qualcosa ci farà condannare tutti e rifonderà il governo da zero... penso che potrebbe anche... ritirarsi e lasciare le cose in mano al figlio, e...-
-E cosa? Che altro?-
Byakuran non poteva sentirsi peggio di così, aveva la sensazione di avere un febbrone da cavallo.
-Il figlio Tsunayoshi era il migliore amico di Rokudo Mukuro, se gli lascia il governo quello lo smonterà pezzo a pezzo.-
Byakuran non dette nemmeno una risposta a Kikyo e si avviò su per le scale ignorando completamente l'ascensore. L'altro capitano non gli chiese niente e lo seguì di sopra. Era tutto silenzioso a quell'ora di notte, non c'erano guardie all'interno, le luci erano fioche e non si sentivano voci. Il coprifuoco faceva sì che non si sentisse nemmeno il rumore di un'auto. Byakuran emerse nel pianerottolo illuminato dell'ultimo piano con il fiatone e si lanciò dentro l'ufficio del generale senza neanche bussare.
-... Capitano Byakuran, che cosa fai qui?- domandò sorpreso il generale, seduto alla scrivania con un quaderno d'appunti e il libro dei codici penale e civile aperto accanto. -A quest'ora tarda, poi.-
-Mi sono arrivate voci terribili, generale, io dovevo venire!-
-Ah... capisco.- disse lui, scoccando un'occhiata a Kikyo. -Capisco che tu sia preoccupato...-
-Generale, io ho dato tutto all'Haido! Ho lasciato l'università per essere uno di voi fin dall'inizio, ho fatto turni di notte, ho fatto ronde al freddo e ho pulito sangue e resti umani per il ministero delle punizioni per arrivare dove sono ora, non può davvero...-
-Me ne rendo conto, Byakuran, ma attualmente il nostro governo non può più permettersi di agire in questo modo.- disse Iemitsu in tono freddo. -Ho intenzione di raddrizzare tutto quello che non va, tutto ciò che rende oppressivo il nostro regime... e per prima cosa domattina tutti gli ufficiali saranno formalmente indagati e arrestati per crimini contro la dignità umana.-
-Ma...!-
-È colpa mia, ho lasciato che aveste troppe libertà e immunità... per questo tutto ciò che conseguirà non sarà la pena capitale, ma accerterò le responsabilità di tutti... anche solo se sei rimasto a guardare senza fare niente, senza dirlo a nessuno, farò in modo che tu sia estromesso da qualsiasi incarico ufficiale.-
Byakuran guardò Iemitsu Sawada a bocca aperta, senza avere in mente alcun pensiero coerente. All'improvviso gli veniva in mente sua madre che gli diceva che era tutta colpa sua e che l'avrebbe pagata. Gli venne in mente l'uomo detestabile che l'aveva preso a lavorare come uno schiavo alla sua officina lurida e puzzolente, che gli aveva detto che sarebbe tornato strisciando quando non l'avrebbero preso nell'esercito. Continuava a sentire l'eco delle risate dei suoi compagni di scuola quando l'allora capitano della squadra di baseball gli aveva ficcato la testa nel bidone dell'immondizia pieno. Ora che era un re non poteva perdere tutto...
-Lei... lei non può... sbattermi fuori così...-
-Il bello di essere il capo è che posso.- ribattè lui. -Avresti dovuto pensarci prima di tradire il codice che hai giurato di difendere, il codice della dignità umana... e di tradire la mia fiducia.-
Byakuran si sentiva orrendamente vuoto e scambiò un'occhiata vacua con Kikyo, qualche passo dietro di lui, altrettanto confuso e impotente.
-Visto che sei qui, mi hai risparmiato il telegramma... voglio che i prigionieri del tuo carcere siano fuori domattina, e primo fra tutti Rokudo Mukuro.- gli ordinò il generale. -Dare la caccia a quel ragazzo, catturarlo e giustiziarlo è stato il peggiore errore che abbiamo fatto... avremmo dovuto affrontare un dialogo con lui anzichè trattarlo da terrorista.-
Byakuran strinse convulsamente il pugno mentre una sorta di intorpidimento gli si diffondeva su braccia, gambe e nuca. La voce di Iemitsu giungeva ormai troppo lontana perchè lui potesse sentirla. Era questo che aveva percepito quando aveva aperto il telegramma? Quell'inspiegabile senso di pericolo lo stava avvertendo che stava per perdere il successo tanto desiderato dopo una vita misera, il rispetto, i suoi sudditi, i suoi fedelissimi, il suo intero regno... e persino la sua regina? Lui sarebbe stato congedato con disonore, se non addirittura incarcerato, e Mukuro sarebbe stato libero, e non l'avrebbe visto mai più...
Un gran colpo riscosse Byakuran dallo stordimento in cui era piombato. Si rese conto che ansimava pesantemente e che stava in piedi di fronte alla scrivania. Sulla sedia era riverso all'indietro Iemitsu Sawada, la finestra era forata da un proiettile e c'erano schizzi di sangue ovunque. Al giovane dai capelli bianchi ci volle qualche altro secondo per rendersi conto che aveva la pistola ancora calda in mano. La lasciò cadere e indietreggiò di qualche passo.
-Byakuran, che cos'hai combinato?!- sbottò Kikyo, correndo immediatamente a chiudere la tenda davanti alla finestra. -Che... perchè hai sparato al generale? Cosa facciamo adesso?-
Byakuran poteva anche avere avuto un passato travagliato e una vita dal profilo decisamente basso escludendo gli ultimi anni, ma non era mai stato stupido. Aveva i migliori voti della sua scuola e la carriera accademica era forse l'unico riscatto che aveva avuto. Era nato con un'intelligenza superiore, con grandi capacità logiche e matematiche e un innato istinto. Non aveva mai saputo spiegarsi da dove venissero quelle insolite percezioni, come se avvertisse la paura, la menzogna o il pericolo nelle persone o nel futuro. Sapeva soltanto che non l'aveva mai tradito questo misterioso istinto, quindi decise di seguirlo anche quella sera.
-Dov'è il figlio di Sawada?-
-Il... intendi Tsunayoshi?- domandò Kikyo, spiazzato. -A casa, credo... il generale abita in quella casa laggiù.-
-Ma non è solo, vero? Ha il fratello adottivo e la cameriera.-
-Sì, io... che cosa vuoi fare?-
Byakuran non gli rispose e si limitò a guardare il corpo del generale riverso sulla sedia e gli schizzi di sangue.
-Lasciami pensare un minuto... ci serve un piano.-
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: A_Typing_Heart