A Susi,
che non ha trovato un titolo degno.
Non uccidetemi <3
Mela
Just a date
“Namikaze,
secondo te questo può essere considerato un appuntamento?”.
Era una brava kunoichi,
Kushina Uzumaki, certe
volte troppo rumorosa e attaccabrighe, ma se le veniva
affidata una missione la portava a compito, costasse quel che costasse. Sapeva
muoversi silenziosa tra il fogliame, piazzare trappole letali ed invisibili,
spiare e, ancora meglio di tutto ciò, sapeva cogliere alla sprovvista
Sempre e comunque.
Minato rischiò di strozzarsi con
l’acqua che stava bevendo, tossì un paio di volte e posò il bicchiere, cercando
di non arrossire.
Era la seconda volta che Kushina tornava a Konoha nel giro di pochi mesi e, come da
copione, si erano incontrati all’Ichiraku ramen per pranzare insieme. Una sorta di consuetudine,
l’avevano sempre chiamata.
Ma ora -ora- c’era bisogno di
definire meglio la situazione.
La ragazza gli aveva
posto la domanda in completa onestà, direttamente e, forse, ingenuamente. Ora lo guardava con gli occhi spalancati, in
attesa di una risposta.
Insomma, lui era Minato Namikaze, queste cose doveva saperle, si ripeteva Kushina in continuazione. Doveva essere così perché…
perché… perché lei non ne aveva la minima idea.
“Allora?” lo incalzò, senza
staccare lo sguardo dal suo. Kushina aveva posato le
bacchette ed ora, con i gomiti appoggiati al bancone e la testa sorretta dalle
mani, attendeva impazientemente una risposta.
“Beh, ecco…” iniziò Minato,
cercando di guadagnare tempo. “È una domanda strana!” esclamò scoppiando in una
risata.
“Quindi?”.
“Quindi… non mi sono mai fermato
a pensarci” ammise imbarazzato.
Minato Namikaze. Imbarazzato.
“Impossibile!” lo liquidò Kushina, incrociando le braccia. “Scommetto che hai una
complessa ed illuminante teoria a riguardo, ma ora cerchi di fare il finto
modesto” concluse inclemente.
Minato impallidì. Quella ragazza
doveva avere una fantasia alquanto fervida. Aveva detto
la verità: nessuno gli aveva mai posto una domanda simile, in effetti non gli
era mai capitato di trovarsi in una tale situazione, di conseguenza non sapeva
minimamente come comportarsi.
“Kushina,
davvero… è una domanda strana!” ripeté a disagio. “Sono anni che ci troviamo a
mangiare ramen al chiosco, fin dalla prima volta che
hai messo piede a Konoha. Ricordi? È… normale, no?”.
Kushina era rimasta seria e lo fissava interrogativa.
“Questo lo so anch’io, ma non mi
hai ancora risposto” osservò, corrugando le sopracciglia. “Il nostro è un appuntamento?”.
“Secondo te?” le ribaltò la
domanda. “Tu trovi che questo sia un appuntamento?”.
“I-io?
Ah… n-non saprei” balbettò guardando altrove. “E poi sono stata io a chiederlo per prima. Non si può
rispondere ad una domanda con un’altra domanda”.
Minato tossì nuovamente,
schiarendosi la voce e cercando di riacquistare un briciolo di serietà.
“come mai ti interessa
tanto?” le chiese, deciso a far luce sulla faccenda.
La ragazza si strinse nelle spalle impacciata, iniziando a giocare con una ciocca
di capelli che le era sfuggita dalla coda. Ma come diavolo le era venuto in
mente di tirar fuori un argomento tanto imbarazzante?!
“Sai com’è…” iniziò incerta.
“Settimana scorsa, qualche giorno dopo il mio arrivo, mi trovavo nel palazzo
dell’hokage in attesa che mi
affidassero i documenti da portare a Uzu e…”.
“…e?”
chiese lui, apprensivo.
“E
c’erano delle kunoichi, ferme nel corridoio. Io mi
sono appoggiata al muro e ho atteso in silenzio il mio turno”.
Il ragazzo sorrise.
“In silenzio? Stendo
a crederci” osservò ironico, cercando di spezzare la tensione.
“Sì, in silenzio” scandì Kushina assottigliando gli occhi.
“Scusa, scusa,
volevo solo accertarmene”.
“Beh, mentre aspettavo non avevo
niente di meglio da fare che ascoltare accidentalmente ciò che queste ragazze
dicevano” chiosò leggermente, torcendosi le mani con nervosismo.
“In pratica hai or-“.
“Non ho origliato” lo precedette nervosa. “Semplicemente
parlavano a voce stranamente alta. Probabilmente volevano che io
ascoltassi”.
Minato si limitò ad annuire.
“E hanno
parlato di… di… insomma, di noi.
Hanno insinuato delle cose davvero poco carine”.
“Che
tipo di cose?” indagò lui, sporgendosi di più verso di lei.
“Hanno detto
che ogni volta che metto piede a Konoha esco con te, che abbiamo sempre mille appuntamenti, e poi quando torno a
Uzu, chissà cosa faccio!” continuò Kushina, scaldandosi. “Io le ho ignorate, ovviamente, ma volevo
appenderle fuori dalla finestra! Per
chi mi hanno presa?”.
Sullo sgabello accanto al suo,
Minato la guardò divertito. Non stentava a credere che le kunoichi
della foglia potessero essere tanto pettegole, ma lo stupiva il nuovo
autocontrollo di Kushina, fino a farlo sorridere.
“È per questo
che te lo chiedo” continuò la rossa. “Anche tu
credi che questo sia un appuntamento? Io giuro
che non lo so. Quelle ragazze hanno detto… insomma, che noi usciamo insieme!”.
“…e non
è così?” domandò Minato interdetto, non cogliendo a pieno il problema.
“Ma
certo che usciamo insieme!” esclamò Kushina
arrossendo. “Quello che volevo sapere è… questo è un appuntamento?”.
Minato corrugò le sopracciglia.
“Dopo un’attenta riflessione
credo… credo di sì” disse cauto.
Kushina socchiuse gli occhi e si massaggiò una tempia con aria pensosa.
“Un appuntamento tra amici?” chiese infine fissando i propri
occhi in quelli del ragazzo.
Lui sbatté più volte le palpebre.
“Io… beh…” mormorò veramente in
difficoltà.
Ma che razza di domande faceva?
“Mettiamola così” gli venne
incontro lei. “Se io… se io, a Uzu,
uscissi con altri… uhm… sì, se io avessi degli appuntamenti con altri ragazzi, a te darebbe fastidio?”.
“C-come?”
Minato sgranò gli occhi. “Se fai questo interrogatorio
a tutti i ragazzi con cui esci, dubito di dovermi preoccupare!”.
La ragazza s’incupì, tirandogli
un ‘leggero’ pugno e mormorando tra i denti un poco
lusinghiero: “stupido”.
“Scherzavo terribilmente, come al solito” aggiunse
lui, massaggiandosi la spalla dove era appena stato colpito.
“Ti prego, sto cercando di essere seria” lo implorò.
“Hai ragione”.
“Quindi…
a te darebbe fastidio o no?” chiese ancora con apprensione.
Minato abbassò le palpebre sugli
occhi azzurri, tacendo per qualche secondo, contribuendo ad aumentare
l’agitazione di Kushina.
“Quindi
questo è un appuntamento?” ripeté nuovamente lei, ormai in panico.
“Sì” rispose lui con convinzione,
aprendo gli occhi.
“E…?”.
“E se tu
uscissi con altri ragazzi mi darebbe molto
fastidio”.
“Bene” concluse Kushina imbarazzata.
“Bene” concordò lui sorridendo.
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È l’ultima, giuro.
Solo che una MinatoKushina tira l’altra, ecco
tutto.
Se il titolo fa schifo è colpa di Susi che non
mi ha voluta aiutare >_<