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Autore: Lady99    06/02/2015    0 recensioni
La Bloody Academy Central (BAC) fino al 1970 era una scuola per ragazzi difficili; fu fondata da Thomas Bloody, nel 1889, e inizialmente si chiamava Bloody Academy, ma dopo il suicidio di sua figlia l'ultimo preside della scuola decise di trasformare la scuola in un centro di riabilitazione per ragazzi problematici ed autolesionisti. Sua figlia era autolesionista. Molti dei migliori psicologi del paese lavorano nella scuola, ma succedono cose strane...Sophia, ha 16 anni e anche lei è autolesionista; i genitori l'hanno mandata da uno psicologo che ha consigliato loro di portarla nella BAC, qui Sophia sente una strana presenza, qualcosa di misterioso... Scoprirà cose incredibili su quella casa e sul suo fondatore e sarà aiutata da qualcuno di molto speciale.
*sono un'amante dell'Horror e dei Thriller, ma sono anche una tipa romantica, la verità è che non sono più un directioner perchè ho totalmente cambiato genere musicale, tuttavia i One Direction sono stati parte della mia vita e mi hanno fatto vivere un'esperienza fantastica (il mio PRIMO VERO CONCERTO) e dato che prima sfrivevo Fan Fiction, perchè non mischiare il mio genere preferito con una bella storia d'amore? Se siete curiosi leggete.*
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Persa in un mondo che non sento mio, una vita, una famiglia in cui mi sentivo esclusa, persa in un posto che è mio ma che non lo sento mio; ecco come mi sento, mi sento come una rosa bianca all'interno di un mazzo di rose rosse. Perchè sento di essere diversa quando invece devo essere... sono...so di essere...come loro... Vorrei vivere in un buco nero, fatto solo di sogni e dove la realtà non può raggiungerti, perchè diciamolo, noi tutti ci rifugiamo nei sogni, perchè tutti in un modo o nell'altro proviamo odio, disgusto o disprezzo o semplicemente vorremmo che la realtà in cui viviamo fosse meglio di quel che era, è e sarà sempre."

Ebbene questa era l'ultima pagina del mio diario, un diario che forse avrei dovuto non scrivere, perchè se i miei genitori non l'avessero trovato oora non sarei qui; tuttavia non è stato l'unico motivo, c'è anche stato il fatto che la mia famiglia mi ha trovata in bagno con la lametta da una parte e un braccio insanguinato nell'altra. Mi hanno mandata da uno psicologo contro la mia volontà e secondo questo "uomo" sono caduta in una depressione tipica degli adolescenti che sognano un mondo diverso pieno di unicorni e fatine e la pace nel mondo... Sinceramente l'unica cosa che desideravo era buttare giù dalla finestra lui e le sue teorie! Non ero depressa, ero arrabbiata... Così il dottor S. "Hoideestupide" Norton consigliò ai miei genitori a mandarmi in questo centro chiamato Bloody Academy Cental, la prima sensazione che provai sentendo quel nome fu una strana agitazione, non mi rendeva affatto sicura, ma i miei genitori pensarono che fosse adatto per la mia "depressione". Secondo me quel dottore non sapeva il vero motivo per cui mi ero tagliata perchè sinceramente, non lo sapevo nemmeno io...



Non  ricordo molto del viaggio, passai la maggior parte del tempo con i miei auricolari ad ascoltare al massimo le canzoni dei Three Days Grace  e Skillet, guardavo fuori dal finestrino, più ci muovevamo più ci stavamo avvicinando verso il BAC. Il cielo era cupo, un po' come il mio umore, le nuvole scure preannunciavano una bella pioggia, sperai solo che avesse piovuto solo una volta che io fossi entrata.

-Sophia...siamo arrivati.- Mia madre era allegra e non sembrava affatto turbata, ma il suo sguardo non lo era affatto. Lei mi diceva sempre che il suo compito era insegnarmi a vivere e che se la mia vita ad un certo punto si spezzava in mille pezzi sarebbe stata solo colpa mia, tipo se avessi cominciato a fumare, se fossi rimasta in cinta o se avessi iniziato con la droga...solo colpa mia, ma lei mai avrebbe immaginato di vedermi con una lametta in mano, questo le spezzò il cuore ed è l'unica vera cosa di cui mi pento: aver spezzato il cuore dell'unica persona che mi avrebbe sempre amata incondizionatamente.
Annuì in silenzio e scesi dalla macchina, in  quel preciso instante riuscì a osservare l'edificio in tutta la sua bellezza, perchè anche se era un posto in cui non avrei mai voluto andarci... la sua bellezza era indiscutibile. Si vedeva benissimo che era antico, e questo fatto lo rendeva un posto interessante in cui vivere. Il giardino era enorme e la proprietà era circondata da una foresta, tuttavia era impossibile accedervi a causa di una spessa recinzione che separava me e tutti gli altri ragazzi rinchiusi qui dentro dalla libertà. Quella vecchia casa, tanto grande da ospitare centinaia di ragazzi... emanava qualcosa di misterioso... non riuscitvo a capire cosa... ma c'era qualcosa di strano. Anche mia madre e mio padre si fermarono a osservare l'edificio, dallo sguardo era evidente che erano anche loro meravigliati dalla magnificienza e dal mistero che la casa emanava al primo sguardo. Questa sensazione tuttavia fu bruscamente interrotta da una voce squillante e incredibilmente fastidiosa. -Scusate? Voi...siete Sophia O'Really?- Mi girai e l'incanto svanì molto velocemente. Davanti a me c'era una signora di mezza età, bassa e cicciottella, indossava una camicia e una gonna bianca, anche il grembiule era bianco, i capelli scuri erano tenuti insieme da una retina. Era una donna piuttosto sgradevole, non solo per la voce fastidiosa, ma anche nell'aspetto e il suo sguardo emanava una sana invidia e malignità che mi fece sentire quasi un a formichina... Io annuì, lei mi fissò dall'alto, toccando una ciocca dei miei capelli castani, al basso, fermando per un bel po' lo sguardo sui miei stivali scuri. Ad un tratto si avvicinò e si fermò a guardare la mia maglietta nera inclinando leggermente la testa e facendo una faccia disgustata, evidentemente per il teschio disegnato o perchè lasciava scoperta la spalla sinistra, forse qui le magliette scollate non erano viste di buon occhio. Dopo alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi, fece un largo e "falso" sorriso e mi disse in modo gentile -Siamo felici di accoglierti nella Bloody Academy Central! Prego, seguitemi!-
Ci guidò all'interno della casa. La casa sembrava antica sì, ma nonostante all'interno ci fosse qualche cosa risalente all'ottocento, il resto era tutto ristruttirato e non mi provocò le stesse sensazioni che invece mi provocava l'edificio visto da fuori. Il mio sguardo si incorciò con qualche ragazzo, loro non erano come me...O forse lo erano? So solo che quando i miei occhi verdi incrociarono quelli, sempre verdi però più chiari, di un ragazzo seduto sulle scale, il mondo mi crollò addosso, emanavano tanto disagio e tanta tristezza che capì che quel posto o mi avrebbe rovinata a vita o mi avrebbe aiutata a trovare la mia strada...e che sicuramente non sarei rimasta indifferente a quello sguardo tanto malinconico.

*L'ho scritto in fretta, tutto d'un colpo non è molto, lo so... spero che vi abbia interessato. Accetto OGNI TIPO di CRITICA...Insulti o consigli, sono pronta a tutto...
Ciao*
  
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