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Autore: WasteNoTime    06/02/2015    2 recensioni
In un mondo dove la schiavitù è legalizzata ovunque, eccetto che in Europa, Kurt Hummel si trasferisce a Lima dopo aver passato sette anni a Parigi. L'idea di possedere una persona lo disgusta, ma presto incontrerà un ragazzo che gli farà cambiare idea. Kurt non vorrà nient'altro al mondo che poterlo avere.
Slave!Blaine.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti e HAPPY GLEE DAY!
Enjoy



La notte tra l’otto e il nove dicembre fu la più lunga della sua intera esistenza. Kurt e suo padre avevano fatto dei turni per dormire, svegliandosi a vicenda ogni due ore. Sarebbe stato utile, però, se Kurt fosse davvero riuscito a dormire. Quando il suo primo turno fu terminato, andò in camera di suo padre e si stese, cercando senza successo di addormentarsi. Alla fine del suo secondo turno, lasciò che suo padre continuasse a dormire.
 
Passò la maggior parte della notte a fare ricerche sull’ipotermia, leggendo di tutte le varie possibili complicazioni. Quelle relative al cuore erano le più preoccupanti, così il ragazzo si assicurò di controllare il battito di Blaine ogni quindici minuti, per essere sicuro che continuasse a battere regolarmente. Scrivendo le sue osservazioni, fu felice di osservare che il battito di Blaine, nel corso della notte, non solo era diventato più facile da percepire, ma anche più veloce.
 
La parte più difficile era stata guardarlo. Il tremito del ragazzo era andato peggiorando, mentre questo si muoveva senza trovare pace, le coperte assicurate al suo corpo con delle cinghie. La vista gli spezzava il cuore, ma Kurt sapeva che fosse per il meglio.
 
“Padrone-” Blaine mormorò di nuovo, e Kurt alzò lo sguardo per vedere i suoi occhi aprirsi per la prima volta, quella notte.
 
Si avvicinò velocemente al letto, per assicurarsi che Blaine lo riconoscesse.
 
“Blaine, sono io, Kurt.” Disse il ragazzo. “Sei al sicuro.”
 
“Per favore, Padrone. Fuori.” Mormorò il ragazzo, la voce tremante.
 
Kurt lo guardò con dolcezza, pregandolo di capire perché fosse in quella situazione. “No, tesoro, dobbiamo tenerti al caldo. Non durerà a lungo, presto sarai libero, okay? Resisti.”
 
“Per favore.. bagno..” gemette il ragazzo, guardando verso di lui, ma senza metterlo a fuoco.
 
“Oh,” disse il ragazzo, comprendendo il perché Blaine stesse chiedendo di alzarsi. “Okay, aspetta.”
 
Il più velocemente possibile, Kurt slegò le cinghie e liberò il suo corpo. Rimosse le bottiglie, ma, nel fare ciò, notò come il corpo del ragazzo fosse ancora freddo. Non gelato come era all’inizio, ma ancora lontano da una temperatura normale.
 
Il ragazzo aiutò Blaine a sedersi sul bordo del letto, avvolgendogli poi una coperta addosso, in modo da tenerlo al caldo. “Ti aiuto, okay?”
 
Lo schiavo non diede segno di aver sentito, ma Kurt non aspettò una risposta, avvolgendo la sua vita con un braccio, aiutandolo ad alzarsi. Fu felice di vedere che il ragazzo fosse in grado di reggere la maggior parte del suo peso. Si diressero verso il bagno, e Kurt accese la luce, cosa che fece gemere nuovamente Blaine.
 
Il controtenore lo guidò verso il gabinetto. “Mi dispiace. Ce la fai da solo?” chiese, e Blaine annuì. Kurt allora lo lasciò andare, ma lo sentì barcollare, così tornò a stringerlo. “Evidentemente no- fai- uhm- quello che devi. Prometto di non guardare.”
 
Senza un’altra parola, il ragazzo si abbassò o boxer con mani tremanti, e Kurt distolse lo sguardo, sentendosi le guance andare a fuoco, pensando a quello che stava accadendo. Sperò che, una volta che Blaine fosse stato completamente sveglio, non si sarebbe ricordato di quell’episodio, perché sarebbe stato troppo imbarazzante.
 
Una volta finito, Kurt lo aiutò a lavarsi le mani. Tutto andò bene fino a che non tornarono in camera.
 
“Per favore.. no..” Blaine cominciò ad agitarsi.
 
“Cosa c’è che non va?”
 
“Caldo.. stretto.. Padrone..” Blaine sembrava prossimo alle lacrime.
 
“No, Blaine, devi-” cominciò a protestare Kurt.
 
“Per favore,” due enormi occhi da cucciolo lo fissarono, e non era assolutamente possibile che Kurt gli rifiutasse qualcosa.
 
Kurt annuì e soppesò la situazione. Blaine sembrava stare meglio, così suppose che il peggio dovesse essere passato. L’averlo legato con le coperte aveva aiutato, ma forse non era più necessario. C’erano altri modi per tenerlo al caldo senza che si sentisse in trappola, così fece sedere Blaine sulla sedia e aggiustò le coperte. Alla fine, cambiò la coperta termica con il piumone, mettendo questa sotto e girando il piumone in modo tale che la parte calda toccasse la pelle del ragazzo.
 
“Vieni,” Kurt lo aiutò al alzarsi e ad avvicinarsi al letto. Blaine si stese sulla coperta termica, accucciandosi in posizione fetale.
 
“No, no, no, devi stare steso di schiena,” disse Kurt, le due bottiglie d’acqua in mano. Il ragazzo non reagì in alcun modo, e Kurt si arrese. “Va bene.”
 
Poggiò le bottiglie a terra e coprì Blaine, assicurandosi che non ci fossero parti scoperte. L’unico problema, ora, era che la schiena di Blaine fosse stata esposta al calore della coperta termica per ore, e, stando di fianco, la avrebbe raffreddata. Il ragazzo rimase in piedi.
 
Alla fine, il bisogno di aiutarlo vinse sul resto, e Kurt si tolse maglia e pantaloni. Facendo attenzione agli spostamenti d’aria, il ragazzo si stese sotto il piumone, pressando il suo corpo contro la schiena dell’altro, sobbalzando per il contatto con il corpo freddo. Standogli così vicino, Kurt fu sopraffatto dall’odore di Blaine, che era molto più forte ora di quanto non lo fosse stato in macchina. In normali situazioni, il ragazzo si sarebbe sentito a disagio, nel toccare qualcuno così sporco e puzzolente, ma in quel momento non gli importava. Magari più tardi si sarebbe fatto una doccia con il sapone antibatterico, ma, in quel momento, tenere Blaine al caldo era molto più importante.
 
Kurt allacciò le braccia attorno al suo corpo, in modo da essere sicuro che questi non si scostasse nel corso della notte, e chiuse gli occhi per riposarsi un attimo, sentendosi all’improvviso incredibilmente stanco. Qualche secondo dopo, si addormentò, la presa sul corpo del ragazzo che inconsciamente si faceva più stretta.
 
Riuscire a svegliarsi, la mattina dopo, fu un lento processo. Continuava a passare tra coscienza e incoscienza, solo a malapena consapevole di essere a letto. Lentamente tese le gambe e si stiracchiò, strofinando il volto contro il cuscino, sorprendendosi di quando sembrasse sporco. Aprì gli occhi per guardare una massa di ricci neri e oleosi. Quando la sua mano passò su qualcosa di solido, il ‘cuscino’ gemette.
 
“Per favore, non farmi del male,” pregò una debole e gracchiante voce, e Kurt saltò fuori dal letto così in fretta che rischiò di rimanere incastrato fra le coperte.
 
Questo doveva aver spaventato il ragazzo, perché saltò giù dal letto e si inginocchiò, il corpo teso e rigido, la posizione remissiva. Kurt fece il giro attorno al letto e si inginocchiò davanti a lui, attento a non spaventarlo ulteriormente.
 
“Blaine, puoi guardarmi, per favore?” chiese gentilmente.
 
“Per favore, no,” mormorò lo schiavo, abbracciandosi come per proteggere il suo petto nudo da Kurt.
 
“Va tutto bene, non voglio farti del male,” lo rassicurò il ragazzo, facendogli alzare lo sguardo con una morbida carezza sulla sua guancia. “Sono io, Kurt. Ricordi? Non è successo niente in quel letto, e non succederà niente Hai preso davvero molto freddo, l’altra notte, e io, mio padre e Puck ti abbiamo portato qui. Sei al sicuro.”
 
Blaine tirò su col naso, una lacrima che gli rigava il volto. “Sì, Padrone,”
 
“No, no, non sono il tuo padrone,” lo corresse Kurt. “Siamo amici, giusto?”
 
Blaine annuì assente. “Sì, Padrone.”
 
Il controtenore sospirò, capendo che Blaine fosse troppo sconvolto per dare ascolto alle sue parole. “Fatti portare a letto. Non posso lasciarti sul pavimento freddo,” disse aiutando il ragazzo tremante ad alzarsi.
 
Blaine si stese sulla schiena e lasciò che Kurt lo coprisse, i suoi occhi che seguivano qualunque movimento facessero le sue mani, assicurandosi che non gli avrebbe fatto del male.
 
“Vado a farti del tè,” disse Kurt, una volta assicuratosi che Blaine fosse al caldo.
 
Il ragazzo uscì dalla sua stanza giusto in tempo per vedere suo padre dalla sua. “Sono le sette del mattino,” borbottò Burt. “Perché non mi hai svegliato?”
 
“Buongiorno anche a te, papà,” disse Kurt scendendo le scale, “Non riuscivo a dormire, così ho pensato che avrebbero potuto farti comodo delle ore extra.”
 
“Beh, grazie,” disse Burt, e seguì suo figlio in cucina. “Come sta Blaine?”
 
Kurt prese il bollitore e lo riempì d’acqua. “Si è svegliato un paio di ore fa per andare in bagno, e dovrebbe essere sveglio, ora.”
 
“Come va?” chiese Burt, riempiendo una tazza di latte.
 
“Il fatto che si sia svegliato vuol dire che sta meglio,” disse Kurt. “Il suo cuore sembra più forte, e non è più così freddo, ma è sconvolto. Mi chiama ‘padrone’. E il suo corpo è pallido, fatta eccezione per i lividi. Sembrano anche peggio, adesso. Non è che impazzisca dalla voglia di guardarlo alla luce del giorno.”
 
“Più tardi vado in farmacia.” Disse Burt, prendendo un’altra cucchiaiata.
 
Kurt prese una tazza e ci mise dentro dello zucchero. “Okay, prendi qualcosa per i lividi e anche per la febbre. Sono sicuro che salirà, probabilmente insieme al mal di gola, e forse anche bronchite..”
 
Burt guardò suo figlio mettere il quarto cucchiaino di zucchero nella tazza con un’espressione curiosa. “Sei sicuro che a Blaine il tè piaccia così dolce?”
 
“Non mi interessa cosa gli piace, questo è per farlo stare meglio,” disse, riempiendo la tazza di acqua calda. “A causa dell’ipotermia, il suo stomaco deve essersi chiuso, e non può digerire cibi solidi, ma ha bisogno di zuccheri, quindi tutti gli articoli suggeriscono acqua calda o tè con molto zucchero.”
 
“Beh, ne sai più di me,” disse Burt facendo spallucce. “Sai, stavo pensando.. ti starebbe bene saltare un paio di giorni di scuola? Solo finché Blaine non starà meglio.”
 
Kurt lo fulminò. “Hai davvero pensato che sarei andato a scuola quando Blaine è quasi morto?!”
 
“Controllavo,” disse Burt con una scrollata di spalle. “Penso che chiamerò Carole, più tardi. Le dirò che stai male, in modo tale da avere qualche consiglio e un alibi per il fatto che non andrai a scuola. Se qualcuno me lo chiede, dirò loro che non ti ho portato da un medico perché Carole mi ha aiutato.”
 
“Sì, perfetto, ma che facciamo se si presenta qui?”
 
“Non preoccuparti.” Disse l’uomo, poi alzò la testa. “Hai sentito?”
 
“Cosa?” disse Kurt accigliandosi.
 
“Uhm, non fare caso a me, devo stare invecchiando,” rise Burt. “Perché non porti il tè a Blaine?”
 
“Non può bere nulla di bollente; sto aspettando che si raffreddi un po’.” Spiegò Kurt. “Possiamo andare di sopra, così te lo presento. Ha bisogno di sapere chi sei.”
 
“Okay,” assentì l’uomo, e i due si diressero di sopra.
 
“Non senti freddo?” chiese Kurt, mentre si avvicinavano alla camera da letto.
 
“Sì..” disse Burt, confuso.
 
Con la tazza nella mano sinistra, Kurt aprì la porta, e una corrente fredda gli coprì il viso. Di fronte a lui, davanti alla finestra aperta c’era Blaine che indossava i suoi pantaloni della tuta e un maglione, pronto a scavalcare.
 
La tazza si ruppe, mentre cadeva a terra, e Kurt corse verso la finestra. Gli occhi di Blaine si spalancarono, mentre le braccia del controtenore gli circondavano la vita e lo tiravano via così forte che entrambi caddero sul pavimento.
 
“No! Per favore, lasciami andare. Non voglio, per favore!” lo schiavo cercò di divincolarsi, ma era troppo debole per riuscirci.
 
“Blaine, calmati!” il ragazzo cercò di tenerlo fermo.
 
Nel frattempo, Burt andò a chiudere la finestra. “Kurt, così lo spaventi anche di più.”
 
“No, per favore!” urlava Blaine, in lacrime.
 
“Papà, chiama Noah!” 
  
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